ANAGRAFE DELL'ANNUNCIO:
Numero di telefono: 3337112655
Index: 33371126xx
Riferimento internet:
Solo per pochi giorni in città... Sei stanco di vedere tanti annunci che alla fine quando vai ad incontrarle non sono così come ti aspettavi che fossero? Bene, è ora di provare un piacere unico e…
escorthub.info
PT ID: 35607
Conformità dell'annuncio: selfie fedeli poi esiste un’intera filmografia in rete.
Città: Napoli quartiere Vomero
DATI DELL'INSERZIONISTA:
Nome della trans: Keylla Marques
Nazionalità: Brasiliana
Età apparente: 30 o giù di lì
Descrizione fisica: vedi foto/video
Dotazione: calibro XXL, XL in lunghezza. Depilato leggermente curvo e a punta, la base ha un diametro impressionante.
Attitudine: momento fortuito di entusiasmo e allegria, lei simpatica e sorridente, alla mano e comunicativa. Solamente attiva nell’amplesso, dominante al limite del sadismo, irruenta sin dal principio.
Reperibilità: facile
DATI RELATIVI AL SERVIZIO:
Compenso richiesto: 100
Compenso concordato: 100+100 (cfr rece)
Servizi offerti: non richiesti
Servizi usufruiti: FK, HJ, BBJ, DT, 69, BL, RAI2 attiva, ROUGH SEX, COB e CUM ON CHAIR ?
Durata dell'incontro: 20 minuti + 30 minuti circa (cfr rece)
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO:
Facilità di parcheggio: difficile
Igiene dei locali: decenti
Presenza di barriere architettoniche: appartamento a pian terreno, agevole.
LA MIA RECENSIONE:
Keylla è quello che è, una superba amazzone che svetta sul metro e ottanta o forse più, senza tacchi. Ha un fisico asciutto tonico e atletico. Forse un po’ troppo silicone al culo, a volerle trovare a tutti i costi un difetto. Keylla ha una mostruosità tra le gambe con tutti i suoi pro e i contro. Certamente non per novizi, soprattutto a causa della sua totale indelicatezza. Regala intense emozioni, benché non adatto a tutte le posizioni: seduta e stesa non mantiene l’erezione quindi preferisce evitare. Da quelle come lei, ci si va a farsi rettificare. Pretendere una prestazione gfe sarebbe un po’ come andare in un ristorante di pesce e chiedere l’ossobuco. E infatti Keylla il suo buco non lo ha concesso nemmeno con le suppliche. Il rapporto è fisico, penetrativo, magari un po’ meccanico, sicuramente deficiente di trasporto, ma in fondo, se è un dildo di carne che si cerca, Keylla ne ha uno bello grosso e i risultati, in questo senso, non deludono le aspettative, anzi, sono azzoppanti. Insomma un po’ il cliché del “fallocentrico” che convinto sia sufficiente avercelo grosso poi si rivela grottesco a menarselo di continuo per farlo stare su e in fin dei conti non è che proprio ci sappia fare più di tanto. O almeno questo è quanto mi ha concesso, magari in altri frangenti a letto si pone diversamente. Durante l’incontro non mi ha mai messo fretta, gli ambienti che ha scelto come location erano puliti e dignitosi, il suo profumo gradevole ed inebriante, la depilazione impeccabile.
GOSSIP:
Presuppongo fosse arrivata da poco, probabilmente ero il primo cliente della giornata, come poi mi ha confermato. Rimango estasiato dal suo sorriso tenero. E sì, sinceramente mi aspettavo una burbera stronza invece mi ha stupito il suo modo di fare sorridente e alla mano.
“Tesoro ma adesso ho capito perché sei la numero uno di Andrea Nobili, sei uno spettacolo!”
Lei mi ringrazia e si illumina:
“Siiiii sono la pornostar numero uno!”
Ed esplode in un misto di entusiasmo, autocompiacimento e agitazione ? La leccata di culo ritengo abbia fatto centro, così efficace che le squilla il telefono e risponde:
“Ciao sono Keylla la pornostar numero uno!” ?
Ci stava tutto un “esticazzi!” ma quello al telefono voleva solo sapere quando sarebbe andata a Palermo. E che cazz. Dopo aver palpato tette e culo vado in bagno, intanto lei risponde ad una raffica di telefonate inutili. Al mio ritorno le chiedo se avesse pubblicato su bacheca e a risposta affermativa, con tono pacato, le dico:
“Ma guarda che è feccia quella che ti chiama da lì, hai annuncio su nobiliseduzioni e su piccole, bacheca ti manda solo perditempo! Dai, stacca un attimo sti così!”
Manco per sogno. Ne sono seguiti preliminari in cui un po’ me lo ciucciava e un po’ si staccava per rispondere a monosillabi al segaiolo di turno. Il tutto però in un clima di allegria, sorrisi, euforia, insomma non era tanto per scazzo verso di me, forse più per cupidigia mal riposta, il timore di perdere qualche potenziale cliente.
“Keylla, chi ti vuole veramente, richiama. Questi vogliono solo farselo in mano con te a telefono. Abbi rispetto anche per me e per il regalo che ti ho portato…”
“Tesoro, mio primo giorno Napoli, mia prima volta, guarda quanti chiamate…”
Vaglielo a far capire che erano tutte chiamate inutili. Sembrava una bambinona, tenera che sbandava ad ognuno di quei disgraziati che chiedevano sesso a tariffa ridotta. Senza rancore. Però il trombo non funzionava. Scremando le innumerevoli telefonate e considerando un perenne sottofondo driiiinn driiiin vediamo un po’ cosa rimane.
Prima di cominciare le ho chiesto se fosse anche passiva. A risposta affermativa un po’ mi sono rasserenato ma non era sincera. Ha poi sostenuto di non essersi preparata. Altra nota di demerito. Dal canto mio ho tenuto a precisare che il dirty talking che fa nelle clip porno non era gradito. Si è denudata del poco che ancora indossava sfoderando un mostro lungo come una lattina di lacca per capelli e largo alla base come una lattina di birra. Praticamente il gigante di latta. ? Ha cominciato a menarselo da sola mentre terrorizzato abbozzavo baci al collo e alle tette. Cercavo di arrivare alla bocca seguendo un percorso graduale. Le lingue si aggrovigliavano per brevi intervalli ma nessun contatto tra le labbra. Non erano veri baci, solo due lingue a contatto oscenamente esposte. Così come il pompino, non era un vero pompino: si cacciava la cappella in una guancia per impedire l’affondo. Poco dopo diventa intraprendente e me lo ficca in bocca senza troppi indugi. La mano non riesce a cingerlo per almeno 3/4 cm del suo diametro. Psicologicamente l’approccio ad una simile enormità è devastante già di suo. Proctologicamente può arrivare ad essere addirittura dannoso. Ce ne sta in bocca una buona metà, la cappella affusolata non soffoca e non smascella. Lucido di saliva prende consistenza. Continuo a segarlo mentre mi dedico allo scroto sensibile. I coglioni di una tora ad adornare un corno grosso e pericoloso.
Avevo un leggero dolore cervicale, la rassicuro sul mio stato di perfetta igiene e le chiedo di essere dolce, di massaggiarmi, di prepararmi per poi schiacciarmi. Mi stendo sul letto mentre lei infila un guanto, prende il durex, me ne spreme un litro tra le natiche e comincia ad accarezzare il solco facendo scorrere due dita. Era elettrizzante. Un dito scorrendo su e giù si è conficcato nel mio pertugio. Al secondo su e giù le dita erano due, entrambe piantate dentro e roteanti in un piacevole gioco di polso. Il massaggio è durato poco ma anticipo che tutto il trattamento ha risolto i miei problemi alla spina dorsale. Mi si è stesa addosso:
“Sei sicuro di quello che stai facendo? Guarda che così è peggio…”
“Tu entra piano, dolcemente!”
Le ultime parole famose: ha piantato quella sua trave tra le natiche, ne avvertivo la mole ma soprattutto il peso, lo ha fatto scorrere un paio di volte, per lubrificarlo pensavo io, invece stava solo affilando la sua arma letale. Posizionata la punta si è lasciata cadere, sfruttando il suo stesso peso, mi ha violato in tutta la sua interezza in un colpo solo. Il peso non mi consentiva di divincolarmi, il danno ormai era fatto, il dolore si propagava insopportabile in un crescendo mentre riuscivo appena a bisbigliare “stronza”. Era tutto dentro, l’ingombro mi aveva letteralmente sfondato. Non tanto la lunghezza che appena percepivo nelle ossa del bacino. La misura giusta. Era il diametro ad avermi sventrato. Con una mano cercavo di capire se stessi sanguinando. Era il durex che volava da dentro a seguito della spremitura. Toccavo con delle dita quel barattolo piantato su per il culo, la pelle intorno era terribilmente stirata e quasi sul punto di rottura.
“Fermo, non ti muovere, sei venuto per questo no?”
Chi la fa la spetti, queste parole mi ricordavano tanto le mie proferite ad una sua collega poco tempo fa. Il karma del cazzo o il cazzo del karma all’occorrenza. Qualcuno in un post chiedeva per quale motivo un individuo pagasse per dover sopportare un dolore così devastante. In quel momento me lo chiedevo anche io. Intanto i telefoni squillavano, quei cazzo di telefoni, e coprivano i miei lamenti strozzati alle orecchie dei passanti in strada, che udivo dalla finestrella semichiusa. Non proprio il massimo insomma. Ne è seguito un rapporto insulso, carnale ma per niente passionale. Durante la copula non faceva altro che lanciare occhiate ai display dei telefoni, pur continuando il suo impietoso lavoro. Ho messo fine a quella farsa più per il mal di testa da suoneria che per il dolore al culo della superdotata. Mi sono rinfrescato, ci siamo salutati e mi sono congedato dopo averle detto:
“Hai un paio di stampelle da prestarmi?”
Si è messa a ridere ed ha fatto sorridere anche me, nonostante l’amarezza.
Ho fatto appena in tempo a fare il giro dell’isolato. Ero deluso ed amareggiato. Non volevo tornare a casa così. Sapevo che sarebbe andata a finire in questa maniera. Le recensioni erano chiare e unanimi. L’ho richiamata. Ho rilanciato, a mio rischio e pericolo.
“Sei già impegnata?”
“No ero uscita a prendere l’acqua”
“Keylla sono andato via scontento e insoddisfatto, so che possiamo fare di meglio, perché non ci riproviamo?”
“Non ho capito. Vuoi tornare da me?”
“Si ma ti faccio un altro regalo, però solo se spegni quei cazzo di telefoni e pensi solo a me e basta!”
“Tu sei matto! Dai vieni, torno a casa!”
Ci siamo incrociati fuori al portone, lei con un abitino rosa, senza reggiseno con i bittoncini in rilievo. Aveva un’espressione incredula, io scongiuravo che non ripetesse l’accaduto. “
Audentes fortuna iuvat” mai proverbiò fu così vero…
Appena entrati le intimo di silenziare i telefoni e di rimettersi a letto.
“Non ho capito, sei uscito da qui e che ti ha preso?”
“Ma niente, un amico sapeva che venivo da te, mi ha chiamato appena uscito e voleva sapere come fosse andata…”
“E tu che gli hai detto?”
“Che sei stupenda ma che sei distratta e stai sempre al telefono, anche mentre trombi!”
“Ma come? Mi mandi via i clienti, che stronzo. E io che devo dire? Che a Napoli c’è un matto che entra ed esce da casa mia?”
Ridevamo l’uno dell’altra.
Abbiamo cominciato a baciarci e a toccarci ed era immediatamente percepibile il cambio di atteggiamento. Molto più passionale, molto più dedicata. Molto più focosa. Forse anche troppo. Approfittando del silenzio (finalmente) le ho proposto di “lasciarsi andare”…, mi ha proposto 500 euro come contropartita. Allora le ho detto di stare attenta a non venire ??. Mi sono attaccato come un aspirapolvere alla sua proboscide in un 69 con me sopra di lei. Era diventato granitico e scivoloso, tutto intriso di saliva, molto più duro di prima. Lei fagocitava tutto il mio membro facendomi sentire ugola e tonsille. Mi ha schiacciato di nuovo sul letto, ha infilato un condom e mi ha spremuto l’altro mezzo tubetto di durex tra le chiappe. Troppo. Lo sentivo colare dappertutto. Sapevo cosa stava per fare ma non me ne sono curato. Contavo sul fatto che il precedente trattamento mi rendesse pronto. Ma anche no. Si è messa a ranocchio sui piedi, ero steso a sagoma e avevo il capo girato all’indietro per prepararmi all’impatto. La vedevo accovacciata flettere quell’abominio verso il basso, verso di me. Si è lasciata cadere centrando in pieno l’obiettivo. È scivolato dentro fino alla radice facendomi sentire di nuovo pervaso da un misto di dolore e piacere. Era molto più duro ed inflessibile di prima. Ha cominciato a spingere verso l’alto, a fare leva. Sentivo il buco del culo spostarsi verso il coccige, martoriava la metà superiore spingendo di bacino. Era straziante, inutili le suppliche.
Avrà ritenuto di starci comoda quando ha cominciato a saltellare su e giù estraendo tutto l’arnese per poi lasciarsi cadere ritmicamente. Avevo l’uomo di Neanderthal alle spalle che stava scavando una caverna con il suo grosso piccone.
“Cosa dirai adesso al tuo amico? Cosa? Rispondi!”
Ad ogni battuta tirava una violentissima bastonata.
“Che mi hai rotto il culo!” ?
Mi ha tirato su infilando un braccio sotto al bacino, prima carponi, poi mi ha abbracciato da dietro tenendomi bloccato. Mi bisbigliava porcherie all’orecchio mentre tirava mazzate letali. In sua completa balia mi ha trascinato su una sedia, ginocchia sulla seduta e braccia sul poggiaschiena. Temevo si schiantasse, ma l’unica cosa che ha ceduto sono stato io. Il ritmo era forsennato, la dilatazione al limite, mi ha tirato su una gamba, una poggiata sulla seduta col ginocchio, l’altra poggiata con la pianta del piede. In questo modo sentivo la prostata torturata, quello spessore alla base del suo membro che mi sfondava ad ogni affondo. Quando quella furia ha raggiunto l’apice della sua violenza, ho cominciato ad eiaculare senza essermi nemmeno toccato. Schizzi di sperma in concomitanza di ogni suo ingresso che innaffiavano la seduta. Pochi colpi di mano a mungere il resto. Le braccia mi avevano abbandonato, prive di forza non reggevano più il busto, la faccia sul tavolo retrostante la sedia, l’affanno a mille e le gambe molli. Ha sorriso soddisfatta, era palese che avesse fatto un ottimo “lavoro”.
“Keylla ora metti due rotelle a questa sedia altrimenti non riesco nemmeno a tornare a casa!”
Durante le chiacchiere finali mi ha chiesto se fossi un utente del forum.
“Il forum? Quale forum?”
“No, niente…”
L’esperienza ha il suo perché ma bisognerebbe chiarire prima l’aspetto suonerie e ribadire specificamente che non sono gradite distrazioni. Mi dispiace sempre vedere persone di indubbio talento (e doti soprattutto) non ottimizzare quello che fanno. Eppure basterebbe un po’ di malizia e un tantino di impegno. Mi auguro che non metta più annunci su Bakeca che è solo fonte di inutili insolventi rompicoglioni e che riveda un po’ le politiche aziendali. Meglio pochi clienti ma assidui e concreti. Ci tornerò? Se me lo concederà, sì. Ho promesso ad una vecchia “compagna di avventure” che la accompagnerò a farsi sfondare la fica da lei. Ma solo con la garanzia che si conceda a me anche di dietro, di un maggior rispetto e un maggior riguardo verso chi premia lautamente la sua compagnia.
(3/5) ★★★☆☆ al primo incontro
(5/5) ★★★★★ al secondo incontro
Valutazione sintetica della mia esperienza:
(4/5) ★★★★☆