LA PROFESSORESSA

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Io ho ricordi di due prof di storia dell'arte. la prima sui 35-40 anni che mi ispirava molto (solo a me perchè gli altri la odiavano). Poi in 5a rimase incinta (da suo marito) e a gennaio arrivò una supplente 27enne. Morettina, capelli lisci, fisico tonico. Quanti lavoretti di mano che mi facevo penssando a lei .Questa chissà perchè invece piaceva a tutti, anche perchè bastava sapere qualcosina e la sufficienza nelle interrogazioni l'avevi... e con le compagne di classe che invece erano invidiose del fatto che noi le sbavassimo dietro.
 
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Chiedo sscusa a tutti per la lunghezza del mio intervento, ho cercato il più possibilendi sintetizzare i fatti, ma più di così non ci sono riuscito.
Perdonatemi e grazie in anticipo a chi avrà la voglia e la pazienza di leggermi anche questa volta.


Ultimo anno di superiori.
Dopo le vacanze di Natale Arrivò la nuova insegnante di italiano che rimase fino alla fine dell'anno scolastico.


Neolaureata, 25 anni, 1,68 circa, vestiva con bellissimi tailleur e camicetta, capelli lunghi mossi, castani con colpi di sole stile Farrah Fawcett Major, occhiali con montatura bianca, un viso d'angelo...
Fu un vero e proprio colpo di fulmine, contavo le ore che separavano una lezione dall'altra, mai studiato tanto in vita mia... me la sognavo di notte, di giorno ad occhi aperti, ero letteralmente perso, quasi inebetito...
Ad aprile non riuscii più a resistere e, nonostante l'allora timidezza cronica, decisi che qualsiasi cosa fosse successa dovevo assolutamente dichiararmi.
Così un giorno al termine della lezione, le chiesi di poterle parlare in privato e chiesto il permesso all'insegnante dell'ora successiva, andammo in un'aula vuota.
Non ricordo bene come iniziai il discorso, fatto sta che dopo venti minuti che parlavo lei non aveva ancora capito cosa volessi dire...
E più cercavo di farmi capire, di spiegarmi e meno ci riuscivo, finché visto un lampo di disperazione nei suoi occhi, mi resi conto che se non l'avessi fatto in quel momento non ci sarei mai più riuscito...


"Signorina... io... io mi sono innamorato di lei... e non riesco a fare altro che pensare a lei, giorno e notte..."


Ci fu un lungo silenzio, durante il quale le parole che avevo appena pronunciato continuavano a risuonarmi mella mente... se da una parte mi sentivo il cuore in gola battere all'impazzata, dall'altra provavo una sorta di felicità e di benessere, per essere finalmente riuscito ad esternare quello che da mesi mi portavo dentro.
Lei mi guardava, più stupita dal fatto che fossi riuscito a esprimere i miei sentimenti, che non sorpresa dalle mie parole.
Faticavo a respirare e mi sentivo la fronte bagnata dal sudore... quei minuti mi sembrarono interminabili, non sapevo che altro dire e non riuscivo lontanamente ad immaginare quello che lei avrebbe potuto rispondere... si sarebbe potuta alzare e senza dire parola uscire dalla classe; d'altronde non mi ero minimamente posto il problema, quando avevo preso la decisione di parlarle, di come avrebbe potuto reagire, di quello che mi sarei sentito dire...
Senza smettere di guardarmi prese dalla borsetta le sue sigarette, fumava le Dunhill al mentolo, ne prese due e me ne porse una....
La accese e dopo aver fatto un lungo tiro, finalmente parlò.


"Non so dove e come tu abbia trovato il coraggio di confessarmi i sentimenti che provi per me... ti ammiro per esserci riuscito..."


Dopo altre due boccate riprese a parlare e disse l'unica cosa che non mi sarei mai aspettato di sentire e l'unica che non mi avrebbe dovuto mai dire.


"Io purtroppo sono già fidanzata da quasi tre anni... mi spiace, ma non posso ricambiarti..."


Il minuto successivo fu un turbinio di pensieri... non mi aveva detto che non le piacevo o che ero troppo giovane o lei troppo grande, non mi aveva detto che non poteva esistere una storia tra allievo ed insegnante, e neppure che non le interessavo, che non provava i miei stessi sentimenti...
si era limitata a dirmi che era già fidanzata e che non poteva ricambiarmi...
Per me questa frase ebbe solo un significato... "se non fossi già fidanzata, allora potrei", il che per me equivaleva ad aver ammesso che non le ero indifferente...


E questo fu quello che le dissi subito dopo... lei arrossì e alzandosi dalla sedia si raccomandò di non farne parola con nessuno e di cercare di superare quel momento che capiva non essere semplice per me.


Il giorno seguente non fu per niente facile seguire la lezione consapevole che lei sapeva; cercavo di immaginare i suoi pensieri ed ogni volta che incrociavo il suo sguardo non sapevo più che fare, mi sentivo scoppiare il cuore!
Trascorrevo le giornate tra Scuola, Conservatorio, studio e esercitazioni al pianoforte, con lei costantemente nei miei pendieri, sentivo letteralmente quelle che si chiamano "farfalle nello stomaco"... quell'incontro e la mia decisione di parlarle avevsno stravolto la mia esistenza.
Capii che non si trattava di una cotta o di un'infatuazione... ero veramente e perdutamente innamorato di lei...
Al termine della settimana uscito da scuola all'ultima ora la incontrai, abitava in una traversa di C.so Buenos Aires a pochi metri dalla stazione della metropolitana dove prendevo il treno per Piazza Duomo, percorremmo la strada insieme e lei mi chiese come mi sentivo... pur imbarazzato, le raccontai qual'era il mio stato d'animo e mi accorsi che parlarle mi veniva molto più naturale... Questo "segreto" aveva creato una sorta di confidenza tra di noi.
Lei aveva un sorriso e uno sguardo che non dimenticherò mai... per me rappresentava la bellezza e L'Amore assoluto.
Mi disse di distrarmi, di incanalare quella mia "energia" in modo positivo, che erano cose che capitavano a molti, che sicuramente col tempo sarebbe passato tutto e che avrei incontrato sicuramente una ragazza che mi avrebbe fatto superare quel periodo.
La ascoltavo "ribattendo" a quanto diceva, soprattutto sul fatto di cercarmi una ragazza, non me ne poteva importare di meno, avevo occhi e pensieri solo per lei.


"Vede signorina, se mi fossi preso una cotta come tante le darei ragione, ma non è così, che mi creda o meno, io sono veramente innamorato di lei, per quanto possa ritenerlo assurdo e non posso farci nulla...".


Ci fermammo all'ingresso del Metrò per qualche minuto a parlare poi ci salutammo con una stretta di mano... quel primo contatto fisico mi provocò come una scarica elettrica, una sorta di folgorazione... ed ancora oggi a distanza di oltre trent'anni, nel ricordare quel momento, è come se riuscissi a percepire quella sensazione.
La sentì anche lei, lo lessi sul suo volto... ritrasse la mano con delicatezza, come a voler interrompere quel flusso.


Tutti i giorni era così, preso completamente dal pensiero di lei, la desideravo con tutto me stesso..
La vedevo a scuola, a volte facevamo la strada insieme la mattina quando avevamo lezione alla prima ora e la accompagnavo sotto casa se l'ultima ora coincideva con la sua materia... le regalai delle musicassette che registravo quando suonavo in Conservatorio o che incidevo per lei a casa... amava molto la musica... trovai il suo numero di telefono e iniziammo a sentirci di pomeriggio, a volte dopo cena e spesso la domenica.
Ogni tanto si finiva col parlare dei miei sentimenti... con le parole cercava di dissuadermi, ma di fatto si era creata una grande confidenza, complicità e un tipo di rapporto, seppur platonico che contraddiceva quello che diceva...
Finì l'anno scolastico e all'epoca gli esami di maturità iniziavano i primi di luglio.
Alcuni professori si resero disponibili nelle tre settimane che mancavano a fare delle ripetizioni a chi avesse voluto fare una sorta di ripasso...
Lei era una di loro e io uno dei 7/8 che avevano accettato la proposta.

L'ultimo giorno di scuola dopo la cassica pizzata con la classe, la riaccompagnai a casa...


"È stata una bella giornata, la ringrazio per aver partecipato alla festa di classe..."

"Mi ha fatto molto piacere... beh, le lezioni sono finite, ora non sono più la tua insegnante... se vuoi puoi darmi del tu..."

mi disse sorridendo e spiazzandomi completamente...


"Grazie... sei molto gentile... non so che dire..."

"Sei un bravo ragazzo, lo dico sinceramente, un ragazzo in gamba..."


Si avvicinò ed appoggiandomi una mano sulla spalla mi baciò sulla guancia, quasi all'angolo delle labbra...
Mi sentii mancare e credo che diventai rosso come un peperone... mi salutò con la mano mentre entrava nel portone di casa... io ero come paralizzato... non riuscii a dire una parola e credo trascorsero almeno dieci minuti prima di riuscire a riprendermi... dieci minuti nei quali non riuscii a muovermi da dove mi trovavo.


Continuammo a sentirci al telefono, ed ora che era crollata la barriera del "lei" era tutto più semplice e spontaneo. Per tre settimane ci incontrammo tutti i giorni per il ripasso, dalle 9 di mattina alle 16 del pomeriggio... io dei miei compagni ero quello che abitava più lontano, quindi mentre loro nella pausa dalle 12 alle 14 tornavano a casa io rimanevo in zona. Quando lei lo seppe, ci rimase male al pensiero che rimanessi solo a pranzo...
Trascorrevamo quelle ore insieme, qualche volta mi invitò a casa sua a mangiare e conobbi i suoi genitori, molto carini e gentili, e le altre volte si andava a mangiare la pizza che amavamo tutte e due... ricordo che prendeva sempre la "Napoletana".
Poi andavamo a passeggiare ai Giardini di Porta Venezia...


Finché, un giorno, seduti su una panchina del Parco parlando mi disse:


"Mi hai sempre detto di esserti innamorato di me il giorno che sono entrata in classe per la prima volta, ti sei tenuto dentro tutto per tre mesi e poi hai voluto parlarmi apertamente dei tuoi sentimenti, ed ancora oggi mi chiedo come tu ci sia riuscito... da quel giorno sono passati tre mesi e mezzo ma..."


si interruppe guardandomi con quel viso che porto impresso ancora oggi nella mia mente...


"Ma.... cosa...?"


continuai


"... ma non mi hai ancora dimostrato di essere davvero innamorato di me..."


Non sapevo che dire... anche perché in effetti non c'era nulla da dire... mi guardava sorridendo ed io feci quello che il mio cuore aveva desiderato da quando l'avevo incontrata... mi avvicinai lentamente guardandola negli occhi e appoggiai le mie labbra sulle sue, le sentivo tremare, schiudersi lentamente... vidi i suoi occhi chiudersi e sentii le sue mani sul mio viso e sulla mia nuca... chiusi gli occhi e mi abbandonai a quel bacio caldo, profondo e dolcissimo... mi sentivo come se stessi volando.
Ancora oggi faccio fatica a descrivere queele sensazioni e l'emozione che provai...
Fu un bacio tenero e appassionato, lunghissimo, che si interruppe brevemente per pochi secondi senza che le nostre labbra si staccassero le une dalle altre, per poi riprendere nuovamente.
Ci ritrovammo abbracciati sulla strada che ci riportava a scuola, camminavamo tenendoci per mano o con lei attaccata al mio braccio, senza che nessuno dei due riuscisse a spiccicare mezza parola.
Provavo una felicità indescrivibile e sentivo il cuore battere all'impazzata come se dovesse schizzarmi fuori dal petto da un momento all'altro...
Quel pomeriggio fare lezione facendo finta di niente fu difficilissimo.
La riaccompagnai a casa come facevo tutti i giorni e ci baciammo ancora davanti al portone.

Mentre entrava si fermò e voltandosi, con quello splendido sorriso mi disse:


"Da un mese e mezzo non sono più fidanzata..."


Mi mandò un bacio con la mano e sparì nell'androne. Io ero al settimo cielo, camminavo ad un meto da terra e dalla felicità non mi resi conto di aver fatto tutta la strada da Scuola a casa a piedi... quasi un'ora e mezza di percorso. Con il risultato di dover tornare indietro: avevo dimenticato la macchina vicino alla Scuola...!
La sera dopo cena fu lei a chiamarmi... era allegra, la sentivo felice... parlammo di mille cose, ridendo e scherzando ed a me non sembrava vero quanto mi stava accadendo.
Uscivamo insieme il sabato e la domenica, e tutti i giorni durante la pausa ce ne stavamo su quella panchina dei Giardini di Porta Venezia abbracciati a baciarci dolcemente...
Passarono anche gli esami di maturità e avuto l'esito uscimmo a cena noi due soli per festeggiare... e fu una serata indimenticabile.
Si avvicinava il giorno che saremmo dovuti partire per le vacanze... lei sarebbe andata in Liguria nella casa dei genitori con loro, come tutti gli anni ed io con i miei in Calabria.
L'idea di un mese di lontananza mi faceva star male, credevo sarei impazzito...
Ci incontrammo la sera prima della sua partenza, io sarei partito il giorno seguente.
Andammo a mangiare una pizza e poi a passeggio per il centro di Milano.
Fu davanti alla Scala che, abbracciandomi, mi disse per la prima volta quello che quel giorno di aprile, quando mi dichiarai, non avrei mai pensato e sperato di udire dalla sua voce.


"Non so come sia potuto accadere, non mi sembra possibile, e non voglio capire perché sia accaduto, ma provo i tuoi stessi sentimenti, da tanto, da quando eravamo ancora a Scuola... mi somo innamorata di te, come non mi era mai successo e come non credevo fosse possibile... Ti amo...!"


Non ebbi il tempo di risponderle... la sua bocca era attaccata alla mia e in quel momento altre parole non sarebbero servite a nulla.


Durante quel mese di lontananza, ci sentimmo tutti i giorni, lei aveva il telefono nella casa al mare, mentre io essendo sempre in giro con la roulotte non ero raggiungibile. La chiamavo sempre io, passando quel mese di agosto sempre alla disperta ricerca dei famigerati gettoni o, raramente di quanlche "telefono a scatti".
Al nostro primo incontro al rientro delle vacanze sembravamo due che erano stati separati dalla guerra e che non si vedevano da anni... passammo tutto il tempo a baciarci come due quindicenni (anche se in effetti, soprattutto io, non ne avevo molti di più).
Ripresi il Conservatorio, dove spesso nel pomeriggio lei veniva a prendermi, mi iscrissi all'Università a Medicina, mentre lei era tornata a Scuola ad insegnare. A volte ero io che aspettavo lei al termine delle lezioni.
Desideravamo entrambi fare l'amore, cosa che io non avevo ancora fatto, lei lo sapeva e voleva come me che succedesse nel migliore dei modi... allora non si parlava di Motel, e l'idea di farlo in macchina non andava a nessuno dei due... pensavamo a dove saremmo potuti andare...
A casa mia era impensabile, c'era sempre qualcuno e a lei capitava rarissimamente di rimanere da sola in casa.
Fondamentalmente, rispetto ai ragazzi di oggi, eravamo decisamente ed infinitamente imbranati... ma tant'è...!


A casa mia avevano capito da tempo cosa mi stesse succedendo e mio padre che mi conosceva bene ed era molto attento, l'aveva capito al volo, quasi da subito, quando durante l'ultimo anno delle superiori, mentre eravamo in centro insieme, incontrammo lei con i genitori...
Mi fermai a salutarla e la presentai a mio padre...


"Ma non è che ti sei innamorato della Prof. d'Italiano...?"

mi disse pochi minuti dopo mentre prendevamo un caffé.


"Papá dai... è la mia professoressa e poi ha sei anni più di me...!"


"E allora? Anche tua madre ha 4 anni e mezzo più di me e poi sei all'ultimo anno, non sarà la tua insegnante per tutta la vita ti pare? Comunque complimenti... è davvero una bellissima ragazza... hai buon gusto... in bocca al lupo...!"


e mi strizzò l'occhio dandomi una "pacca" su una spalla.
Il mio rossore non fece che confermare quanto aveva già capito di suo...


Anche i suoi avevano capito, solo che non vedevano di buon occhio la cosa... lei era figlia unica e la sua era una famiglia alto-borghese, che aveva sicuramente delle grandi aspettative per la figlia, c'era la differenza d'età e il fatto che io dovessi completare gli studi... non ero sicuramente il "partito" che si auguravano, per di più ero la causa della fine di quel fidanzamento a cui loro tenevano tanto e iniziarono a far pressioni su di lei.
In più quando telefonavo se rispondeva la madre nove volte su dieci, molto gentilmente mi diceva che la figlia non era in casa, mentenomi spudoratamente, infatti lei mi richiamava regolarmente dopo dieci minuti.
Cominciarono a farle pressione anche pesantemente... lei era sicuramente molto innamorata, ma subiva anche se con ribellione i condizionamenti dei genitori.


Arrivò un'altra estate e accadde quello che mai mi sarei aspettato.
Una sera mi disse che mi amava con tutta se stessa, che pensare di vivere senza di me era impossibile, ma che dovevamo prenderci una pausa... che avremmo dovuto evitare di sentirci durante le vacanze... fu una mazzata tremenda... le urlai - nel vero senso della parola - quanto la amassi, quanto fosse importante per me... ma non servì a nulla... ci laciammo con un bacio bagnato dalle lacrime di entrambi...!


Fu una vacanza assurda, stavo malissimo e come sempre mio padre aveva capito tutto... eravamo all'estero e quando conobbi una ragazza di tre anni più giovane di me, fu proprio papà a spingermi ad uscire con lei, ad invitarla, a cercare di distrami.
Eravamo nel Nord Europa e a quei tempi la loro mentalità era completamente diversa dalla nostra, un'apertura all'epoca impensabile per noi e culture molti differenti.
Era una ragazza molto bella e simpatica e con il suo modo di fare riuscìva rendere più sopportabile la situazione che stavo vivendo.
Così una sera mi fermai con lei a dormire a casa della sorella che viveva da sola e accadde quello che non mi sarei mai aspettato proprio in quel particolare momento.
Facemmo l'amore tutta notte, ed era la prima volta per tutti e due... fu molto bello e dolce e ne porto dentro di me un bellissimo e tenero ricordo!


Rientrato a Milano mantenni i contatti con questa ragazza con la quale ero certo non mi sarei mai più rivisto, vista la distanza e il fatto che il mio cuore era da un'altra parte, l'esperienza avuta poche settimane prima mi aveva cambiato, mi sentivo più adulto, più uomo...
Finalmente dopo esserci sentiti al telefono ci incontrammo... l'amavo più di prima e la desideravo ancora di più... lei era un pi' dimagrita e sciupata, segni evidenti di quanto la lontananza e il silenzio forzato, l'avesse fatta stare male.
Papà aveva comprato da qualche mese una casa in montagna ed erano appena andati per la prima volta con mamma a sistemarla... fu lui a suggerirmi di invitarla per un week-end...
Così feci e fissammo di partire la settimana seguente, il venerdì pomeriggio e di rientrare il lunedì mattina, visto che era il suo giorno di riposo e non aveva impegni con la scuola.
Papà andò il sabato precedente e fece in modo di farmi trovare la spesa completamente fatta, compresa una fantastica bottiglia di Champagne.


Arrivò il venerdì e andai a prenderla all'uscita dalla Scuola, caricammo la sua valigia e partimmo subito. Ci fermammo a Sommacampagna vicino a Verona a mangiare qualcosa e ripresa la strada e imboccata l'autostrada del Brennero per le 16 arrivammo a destinazione.
La casa le piacque molto e rimase sorpresa da come fosse tutto in ordine e che non mancasse nulla per quanto riguardava la spesa.
Quando seppe che era opera di Papà volle parlargli al telefono e ringraziarlo personalmente.

Quella sera cenammo in un ristorante che sempre lui aveva provveduto a prenotare. Rientrati a casa ci accomodammo davanti al camino sul divano...
Era la prima volta che eravamo veramente soli... noi due e niente altro.

La abbracciai stretta e la baciai come quella prima volta sulla panchina dei Giardini Pubblici, tremavamo tutti e due per l'emozione di sapere quello che sarebbe successo e che tanto avevamo desiderato, e per una sorta di imbarazzo malcelato.
Quando la vidi uscire dal bagno con la camicia da notte corta, velata, color champagne, i capelli sciolti, senza un filo di trucco, mi accorsi di quanto era bella, mille volte di più di come l'avevo sempre vista... avevo 20 anni e stavo vivendo veramente un sogno...
Tutto quello che per mesi avevo sognato credendolo assolutamente irraggiungibile ora era realtà....
Mi cambiai anch'io e presa la bottiglia di Champagne e due calici entrai in camera...
Lei era a letto, con il cuscino dietro le spalle, sorridente e un po' imbarazzata... ma mai quanto me... stappai la bottiglia e brindammo, io era seduto sul bordo e non osavo infilarmi sotto le lenzuola... si avvicinò per baciarmi e un attimo dopo eravamo stretti l'uno nelle braccia dell'altro...
Per la prima volta sentivo la sua pelle, potevo accarezzarla, sentire il suo calore su di me... quando ci ritrovammo nudi credevo di morire dalla felicità, dall'emozione infinita che si era impadronita di me.
Non riesco a descrivere quelle sensazioni con le parole, anche se scriverne ora e ricordare mi sta facendo in un certo qual modo riviverequei momenti, quasi percepissi ancora la sua presenza accanto a me, come se sentissi ancora il suo profumo...


E' come quando da ragazzi ci si invaghisce della cantante, dell'attrice di successo che tutti ammirano e che tutti desiderano, sulla quale si fantastica e si sogna sapendo che non la potremo mai incontrare e tanto meno realizzare quelle fantasie, ecco supponiamo invece che questo improvvisamente accada, come se il destino ci avesse fatto incontrare Edwige Fenech dei nostri tempi o una star di oggi.
Per me allora l'emozione che provai era paragonabile a qusnto ho appena detto, con l'aggiunta che eravamo reciprocamrnte innamorati.


Fu una notte che non avrei mai potuto immaginare, se chiudo gli occhi la rivedo ancora: accarezzarla, baciare la sua pelle, il suo seno, mi procurava una gioia così forte, che dalla felicità sentivo le lacrime scendermi sul volto.
Facemmo l'amore per tutta la notte ed era come andare in estasi, essere lì ed ovunque...


Furono tre giorni di gioa e felicità, di vita...


Rientrammo a Milano e ai nostri impegni, vedendoci tutte le volte possibili e scappando nella casa di montagna come se ne presentava l'occasione, ma le pressioni che lei subiva in famiglia si facevano sempre più forti ed insistenti, facendola soffrire sia psicologicamente che fisicamente. Andammo in montagna il guorno dopo Natale e ci restammo fino all'Epifania... sapevamo entrambi che sarebbe stata l'ultima volta.
Quel Natale ci regalammo due medagliette identiche con la promessa che le avremmo conservate sempre...

Lei non ce la faceva più e non riusciva e ribellarsi alle pressioni dei suoi genitori ed io non sapevo come lottare contro questa cosa che a 20 anni sentivo più grande di me.
Iniziammmo a vederci meno e a sentirci sempre più raramente al telefono, fino a quando tutto finì e ancora oggi non so quando accadde e perché... non volevo vederla soffrire e sbagliando ritenni di essere io la causa di tutto...
Lei era sempre nei miei pensieri, più che mai...
Ogni tanto sentivo quella ragazza straniera che mi aveva invitato più volte ad andare a trovarla, così un giorno decisi di partire, avevo bisogno di staccare, di distrarmi.... finimmo per fidanzarci...


Poi venne il servizio militare, la missione in Libano che mi segnò profondamente. Nell'84 finì anche la storia con questa ragazza, e seppi tramite il padre di una mia compagna di scuola, mia carissima amica e confidente, che aveva un negozio vicino a casa della mia insegnante e del quale lei era da anni cliente, che insegnava in un'altra scuola, e che da quano sapeva non era fidanzara e viveva ancora con i genitori.
Erano passati quattro anni e non ebbi il oraggio di cercarla...
La vidi qualche mese dopo mentre ero fermo ad un semaforo di Corso Buenos Aires, attraversare la strada... bella come la ricordavo... cercai di fermarmi e di raggiungerla, ma la persi di vista e da allora non la vidi più.


Un paio di anni fa provai a cercarla, già anni prima ero passato davanti al portone di quella che era stata la sua casa, il nome non c'era più... Probabilmente anche i suoi genitori non ci saranno più, già all'epoca avevano quasi sessantanni.
Grazie a Internet la trovai quasi subito, insegna in un liceo classico di Milano, sono certo che sia lei, aveva un nome molto particolare che da allora non sentii più.
Ho controllato anche quest'anno all'inizio dell'anno scolastico e ho recuperato gli orari delle sue lezioni e di ricevimento... ho pensato più volte di andare a trovarla a Scuola o di "incontrarla caualmente" all'uscita, ma è passato tanto tempo, una vita... eravamo ragazzi...
Oggi io ne ho quasi 53 e lei a febbraio ne compirà 59, siamo quasi anziani.
Si ricorderà sicuramente di me, ma probabilmente si sarà sposata, avrà avuto dei figli, magari è già nonna... non ho il diritto di rientrare nella sua vita, anche fosse solo per dieci minuti.
Potrebbe farle piacere come potrebbe riportarle alla mente quello che non per causa nostra è stato un momento estremamente doloroso.
Se accadesse casualmente sarebbe diverso, ma così sarebbe voler forzare il destino.


Mi sono innamorato altre volte nella mia vita, ma mai più come fu con lei... quelle furono sensazioni uniche e irripetibili... solo una volta, un paio di mesi fa ho provato qualcosa di simile, dopo un incontro di cui ho già parlato, ma le cose hanno preso una piega diversa da quello che speravo potesse accadere e sono riuscito ad evitare di farmi del male e di far soffrire un'altra persona... l'esperienza insegna...


Scrivendo ho rivissuto quei mesi e mi accorgo che in tutte le storie della mia vita ho sempre cercato lei...


Sette anni dopo la fine della nostra storia mi sposai con una ragazza di quasi 5 anni più grande di me, insegnante di italiano e la mia attuale compagna le somiglia incredibilmente, soprattutto nel viso... stessi capelli e occhiali...


Mi resta il ricordo di quello che è stato un vero e grande Amore, la gioia di averlo vissuto e quella medaglietta che ho sempre conservato gelosamente.


ACE
 
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Salve, io sono andato fino alle medie dalle suore, dove però gli insegnanti erano laici, dopo tre anni al liceo viene in visita una delegazione di suore tra le quali una che era alla mia scuola media ( che onestamente io ricordavo poco...) e dopo un sacco di moine ( si...si...moine proprio) mi chiede di andare afar visita alla vecchia scuola, entrando però da un 'altra parte. Io molto titubante (ero pure un pò tonto )gli chiedo il motivo e lei mi fa " vedrai non te ne pentirai!!" Difatti non mi sono pentito...il problema è stato che la mia giovane età, poco più di 17 anni, mi stava quasi facendo perdere la testa perchè mi ospitava nel suo letto e per due ore mi sconvolgeva facendomi provare tutto del sesso e facendomi diventare un estimatore del sesso totale. Dimenticavo di dire che la ragazza (fatemela chiamare così!!!!) sembrava secca secca come una canna ma una volta spogliata mostrava un fisico da adolescente nonostante i suoi 35 anni ( l'ho saputo dopo!). E pensare che non sono credente!!!!!!!!!
 
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Salve, io sono andato fino alle medie dalle suore, dove però gli insegnanti erano laici, dopo tre anni al liceo viene in visita una delegazione di suore tra le quali una che era alla mia scuola media ( che onestamente io ricordavo poco...) e dopo un sacco di moine ( si...si...moine proprio) mi chiede di andare afar visita alla vecchia scuola, entrando però da un 'altra parte. Io molto titubante (ero pure un pò tonto )gli chiedo il motivo e lei mi fa " vedrai non te ne pentirai!!" Difatti non mi sono pentito...il problema è stato che la mia giovane età, poco più di 17 anni, mi stava quasi facendo perdere la testa perchè mi ospitava nel suo letto e per due ore mi sconvolgeva facendomi provare tutto del sesso e facendomi diventare un estimatore del sesso totale. Dimenticavo di dire che la ragazza (fatemela chiamare così!!!!) sembrava secca secca come una canna ma una volta spogliata mostrava un fisico da adolescente nonostante i suoi 35 anni ( l'ho saputo dopo!). E pensare che non sono credente!!!!!!!!!

Hai realizzato i due sogni proibiti di tutti...

l'insegnante e la suora...

...per di più in un sol colpo...!
 
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Ace... veramente emozionante leggere questo spaccato della tua vita!!! (Sarà lungo ma ne vale la pena davvero)

Ti assicuro che è stato molto emozionante anche per me scriverlo... ho rivissuto quelle emozioni che il tempo non ha saputo cancellare e che i miei ricordi han mantenuto vive...
Quel periodo, quello che ho vissuto, lei soprattutto sono un mio pensiero quasi quotidiano...
Lei è stata sicuramente la cosa più bella e pulita di questa mia esistenza tribolata...
 
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Ti assicuro che è stato molto emozionante anche per me scriverlo... ho rivissuto quelle emozioni che il tempo non ha saputo cancellare e che i miei ricordi han mantenuto vive...
Quel periodo, quello che ho vissuto, lei soprattutto sono un mio pensiero quasi quotidiano...
Lei è stata sicuramente la cosa più bella e pulita di questa mia esistenza tribolata...

Hola,
il primo vero amore non si scorda mai, possono passare gli anni anche molti ma non si cancella dalla mente, e meno male che non si cancella perchè lo considero un bene rifugio per la felicità interiore solo quel piccolo pensiero può risollevare le sorti di una giornata triste e capire che si è stati felici e che possiamo essere felici in futuro...
Adiosss!!!!!
 
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Ace,
valla a trovare, fottitene del destino, non aspettare che sia "lui" a farvi incontrare. chi è il destino? esiste? o è solo una scusa per giustificare la fortuna sfacciata di aver azzeccato una scelta o la stupidità di averla sbagliata?
si vive una volta sola. una.
prova a incontrarla. senza aspettarti niente. ma prova. anche solo un tenero e innocente abbraccio di due persone che non si vedono da tanto tempo puo valerne la pena
 
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PN, Villach ;-)
io non ti consiglio affatto di rivederla

l'hai conosciuta a 25 anni, ti sembra una buona idea andare a rivederla adesso che di anni ne ha 60 ?!?

la delusione sarebbe matematica... vai a cercare lei e invece trovi sua madre !


e questo vale anche per lei

si ricordava di te come di un dolce ragazzo e invece le si presenta suo padre !

falle un favore e non rovinare i ricordi che ha di te


le persone possono cambiare molto, già quando sono ancora nella loro giovinezza

figurati dalla giovinezza alla vecchiaia !

i ricordi è meglio lasciarli dove stanno.
 
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non sono del tutto d'accordo.
che discorso è? solo uno stupido/a si aspetterebbe di vedere un/a 20enne.
 
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PN, Villach ;-)
mi fa piacere che tu sia parzialmente d'accordo.

che discorso vuoi che sia ?

l'hai conosciuta che era una 25enne,
hai dei bei ricordi dei momenti passati con lei,
adesso ti trovi di fronte una 60enne,
sai che bello ! si cancellano pure i bei ricordi che avevi.

l'ultima volta che ho visto il mio primo amore lei aveva 20 anni,
e ce l'ho ancora di fronte agli occhi:
bella come il sole, sembrava un angelo !
per me non avrebbe mai potuto essere più bella di così.

se la rivedessi a 60,
grassa, rugosa, capelli grigi, vestita da tardona,
che effetto pensi che mi farebbe ?
credi forse che mi farebbe piacere vederla ridotta così ?

una cosa è pensare che una abbia 60 anni,
un'altra vederla dal vivo !

ed ovviamente, il discorso è reciproco.
 
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Intinsi, scusa per il tono di prima, non volevo essere offensivo.
capisco il tuo discorso, non è affatto campato in aria.
Secondo me però tutto dipende dalle aspettative. certo che uno con un po di cranio non dovrebbe aspettarsi chissà che. Col giusto approccio, io lo farei. Dopotutto sono persone che hanno fatto l'amore, sono state a letto insieme. non si trattava di una stupida cottarella dove al massimo ci scambiavano sguardi furtivi. è ststa una vera storia d'amore. Per cui, ripeto, senza aspettarsi niente, non sarebbe così una stupidaggine riincontrarso anche solo per dirsi ciao come stai e scambiarsi un sorriso. Certo se poi rinascesse una storia allora a maggior ragione (ma anche io come te lo vedo improbabile)
Questa è la mia opinione :)
ciao :bye:
 
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Ace,
valla a trovare, fottitene del destino, non aspettare che sia "lui" a farvi incontrare. chi è il destino? esiste? o è solo una scusa per giustificare la fortuna sfacciata di aver azzeccato una scelta o la stupidità di averla sbagliata?
si vive una volta sola. una.
prova a incontrarla. senza aspettarti niente. ma prova. anche solo un tenero e innocente abbraccio di due persone che non si vedono da tanto tempo puo valerne la pena

La risposta che avrei voluto scriverti io, in parte l'ha gia data Intinsi:

...l'hai conosciuta a 25 anni, ti sembra una buona idea andare a rivederla adesso che di anni ne ha 60 ?!?
la delusione sarebbe matematica... vai a cercare lei e invece trovi sua madre !

e questo vale anche per lei

si ricordava di te come di un dolce ragazzo e invece le si presenta suo padre !

falle un favore e non rovinare i ricordi che ha di te

le persone possono cambiare molto, già quando sono ancora nella loro giovinezza
figurati dalla giovinezza alla vecchiaia !

i ricordi è meglio lasciarli dove stanno.

Tante cose sono cambiate in questi anni... quando la vidi entrare in classe per la prima volta era il 7 gennaio 1979, lunedì prossimo saranno 34 anni esatti da quel giorno e tante, troppe cose sono cambiate da allora.

È passata una vita...

Io sono cambiato, sicuramente fisicamente (non al punto di sembrare suo padre, nonostante tutto i miei anni me li porto abbastanza bene!), ma più che altro sono cambiato come persona, certo sono sempre io, ma non sono più il ragazzo timido che arrossiva per nulla e si ingarbugliava parlando, sicuramente rivederla, trovarmela davanti, al di là di come possa essere oggi fisicamente, sarebbe oltre ad un'emozione fortissima, una grande ed infinita gioia, ma anche lei non può essere più quella ragazza.
Sarebbe bello vederla, abbracciarla e stringerla a me ancora una volta, non è detto che lo stesso possa dirsi per lei e, comunque, non cambierebbe nulla al ricordo di quanto accadde allora, forse cambierebbero le immagini nelle nostre menti, e ricordando quei due anni vedremmo come siamo ora e non più i ragazzi di allora.

Non so come visse il nostro distacco, non so che prezzo ha pagato per tutto questo... forse lo superò senza traumi e senza strascichi, più probabilmente l'avrà segnata per un periodo della sua vita...
So come lo vissi io e cosa mi costò, o meglio cosa mi è costato sino ad oggi, so che rivederla farebbe sanguinare una ferita in realtà mai chiusa, se fosse solo per me lo farei anche se dovessi pagare un prezzo più alto.
Non posso e non voglio correre il rischio di farla soffrire nuovamente, non ho il diritto di entrare volontariamente e impovvisamente nella sua vita... rischiare di rompere i suoi equilibri...
Se così dovesse accadere non me lo perdonerei mai... sono passati tanti anni, ma quell'Amore, così forte, così intenso e vero, da allora non l'ho più provato e oggi mi accorgo di non aver mi smesso di amarla.

La vita con me è stata molto generosa... ho avuto tanto, ma mi ha anche portato via molto ed oggi mi rimasto davvero poco, ma quello che ho vissuto, i miei ricordi nessuno potrà portarmeli via...

Non si può forzare il destino... è meglio lasciare le cose come stanno...
 
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Ace, capisco benissimo.
solo sul destino non sono molto d'accordo. faccio fatica a credere che ci sia un destino preordinato. quello che capita non è mai opera del destino ma è conseguenza delle nostre scelte e/o azioni. se tu, allora, non ti fossi mai a lei dichiarato, magari non sarebbe nata nessuna storia d'amore. ma il fatto che tu ti sia dichiarato non è stata opera del destino ma opera tua.
 
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Ace, capisco benissimo.
solo sul destino non sono molto d'accordo. faccio fatica a credere che ci sia un destino preordinato. quello che capita non è mai opera del destino ma è conseguenza delle nostre scelte e/o azioni. se tu, allora, non ti fossi mai a lei dichiarato, magari non sarebbe nata nessuna storia d'amore. ma il fatto che tu ti sia dichiarato non è stata opera del destino ma opera tua.

Capisco il tuo punto di vista, personalmente credo che il destino esista, ci mette di fronte alla possibilità di fare delle scelte, intraprendere una strada oppure un'altra e questo sta a noi, la decisione ultima è solo nostra.
Se l'avessi vista casualmente, allora sì, il destino mi avrebbe posto di fronte alla possibilità di farmi riconoscere oppure no, e quindi di fare una scelta... in questo caso non avrei avuto esitazioni: l'avrei fermata e le avrei parlato ricordando quello che avevamo vissuto e condiviso.
Ma oggi il destino non centra, sono io che l'ho cercata e trovata a sua insaputa, e per i motivi che ho esposto sopra, credo sia meglio lasciare le cose come stanno... anche se, lo ammetto, mi costa molta fatica.

Allora decisi di dichiararmi... è vero, il destino ci fece incontrare quella mattina quando alle 8.35 la porta della classe si aprì e lei entrò - in quel momento a sua insaputa - nella mia vita.
Poi fui io a decidere di dichiararmi, e in un certo senso lei a non allontanarmi... ma eravamo liberi tutti e due, sapevo che non era sposata e un fidanzato comunque, non è un marito...
 
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Capisco il tuo punto di vista, personalmente credo che il destino esista, ci mette di fronte alla possibilità di fare delle scelte, intraprendere una strada oppure un'altra e questo sta a noi, la decisione ultima è solo nostra.
Se l'avessi vista casualmente, allora sì, il destino mi avrebbe posto di fronte alla possibilità di farmi riconoscere oppure no, e quindi di fare una scelta... in questo caso non avrei avuto esitazioni: l'avrei fermata e le avrei parlato ricordando quello che avevamo vissuto e condiviso.
Ma oggi il destino non centra, sono io che l'ho cercata e trovata a sua insaputa, e per i motivi che ho esposto sopra, credo sia meglio lasciare le cose come stanno... anche se, lo ammetto, mi costa molta fatica.

Allora decisi di dichiararmi... è vero, il destino ci fece incontrare quella mattina quando alle 8.35 la porta della classe si aprì e lei entrò - in quel momento a sua insaputa - nella mia vita.
Poi fui io a decidere di dichiararmi, e in un certo senso lei a non allontanarmi... ma eravamo liberi tutti e due, sapevo che non era sposata e un fidanzato comunque, non è un marito...

beh, devo ammettere che anche io in realtà sono pieno di dubbi in materia di destino. è che a volte cerco di darmi delle certezze che di fatto non ho. Anche io ho avuto una grande storia d'amore nella mia vita, completamente diversa dalla tua, ma che comunque mi ha segnato non poco.
quante volte ho pensato e ripenso alle mosse fatte (e sbagliate) mie e sue.... e quindi al destino, presunto o vero che sia.
va beh, mi fermo qui perchè sto finendo OT..
:bye:
 
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In questi due giorni ho riletto più volte il mio scitto e i vostri commenti.
Ho ripensato a quel periodo, a quell'amore inaspettato e ancor più inaspettatamente ricambiato... spesso mi sono addormentato pensando a lei ed ai momenti vissuti insieme e mai dimenticati.
Ho cercato di immaginare come sarebbe stata la mia vita con lei... ma questi sono solo sogni!
Mi è tornata alla mente una frase che mio padre mi ripeteva spesso:

"Si capisce cos'è la vita guardando indientro... ma si vive solo affrontando il domani..."

Ho guardato alle mie spalle e capito che solo io posso "costruire" il mio futuro, così ho deciso che voglio rivederla... fosse anche solo per una volta... non so se le parlerò, se mi farò riconoscere o se mi limiterò a vederla uscire da Scuola...
Vorrei almeno vederla, poi sarà quello che sentirò in quel momento a farmi decidere su cosa fare... sarà una decisione estemporanea.

Sono tornato sul sito della Scuola dove lavora e...
...il suo nome non c'è più...!

Quano la conobbi era al primo anno di nsegnamento quindi dovrebbe avere al massimo 34 anni di anzianità, presto per la pensione... potrebbe sver cambiato Istituto, per i motivi più disparati...
Ho cercato ancora su internet, ma non è uscito niente... ritrovarla sarà difficile...

Forse ho perso un'occasione, o forse è un segno del destino che non ci si debba ritrovare, forse non ora...

Oggi mi sento un po' più solo...
 
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