...le scopate/masturbate con quelle inaspettate ....

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Volevo introdurre un nuovo argomento che non so se esiste . Il racconto di quelle "scappatellle" con le inaspettatte , parlo di compagne di scuola , la mamma del tuo amico, la vicina di casa grande , la cugina ... ecc . So che qui si scateneranno le fantasie più assurde e mai accadute ...però a me è accaduto questo molti anni fa .

Giocavo a calcio e mi ero fatto male ad una coscia avevo 23 anni , mia madre mi manda dal massaggiatore che era un ns vicino di casa e con lui collaborava la sorella 38 enne , per me era una signora grande sposata e 2 figli . I primi massaggi che avevo fatto con lui mi aveva messo a posto , poi l'ultimo giorno c'era la sorella e mi dice di mettermi sul lettino normalemte per farmi il solito massaggio . Allora se mi sfiorava una mosca mi veniva duro . Massaggio io che massaggia lei , mi è venuto duro e non riuscivo a controllarmi e lei " La troia " che ovviamente vedeva cosa stava succedento e dai avvanti ed indietro avanti ed indietro .... a quel punto dico " Scusi ( le davo del Lei) un'attimo che mi fa male la coscia " e Lei " solo quella ? " io imbarazzato e ancora pischello dico si lei " mi sembrava di vedere qualcosa " ed io " si scusi ma non riesco a controllarlo " e Lei " forse è meglio che cresce ..... non ti preoccupare " e lei continua continua fino a che mi sposta le mutante e mi fa un sega .... credo di essere durato tra i 5 e gli 8 secondi vengo copiosamente lei mi da dei fazzoletti io mi assciugo e lei finisce il massaggio . Non ci siamo detti nulla solo l'ho salutata con un buonasera all'uscita e tutte le volte che la vedo ancora e sono passati oltre 20 anni abbasso lo sguardo ....

A quella storia le ho dedicato molte segheeee .... nella mia vita .... peccato che non ho saputo approfitarne bene forse perchè la vedevo molto serie e per niente capace di quello che mi aveva fatto .... i sui figli li vedo in giro e mi fanno ricordare una delle più belle venute della mia vita ..... ciaoooo

complimenti...purtroppo a me non è mai capitato...
 
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Mi avete fatto tornare alla mente un episodio talmente incredibile della mia gioventù che vi voglio raccontare, anche se so che posso non essere creduto, ma che, vi assicuro, è successo veramente.
Al primo anno di università sbaglio clamorosamente facoltà e allora a casa mi dissero che forse era il caso che mi trovassi un lavoretto fino all'inizio dell'anno accademico successivo. Sto parlando di quando Bearzot era ancora CT dell'Italia.
Rispondo ad un annuncio di una agenzia immobiliare, che cercava ragazzi da sguinzagliare per la città in cerca di immobili da vendere, per cui il mio lavoro consisteva nel suonare i campanelli e chiedere, ovviamente inventandosi le scuse più disparate (mi devo sposare, voglio andar via di casa e compagnia cantante), anche perchè se avessi detto che cercavo "per conto terzi" avrei preso tanti di quei due di picche che neanche la Teodomiro Dal Negro di Treviso...
Un pomeriggio, stavo battendo una via del centro, mi apre una signora che a me ventenne sembrava già vecchia, ma che poteva avere una cinquantina d'anni non di più. Erano altri tempi, per cui un ragazzino quale ero, educato e perbenino che si rivolge con fare gentile e un po' timido ad una signora viene creduto senza problemi, per cui, dopo aver recitato la solita litania, mi fa entrare e mi offre un bicchier d'acqua, che accetto molto volentieri.
Entro in questo appartamentino all'ammezzato, ambiente in penombra, mobili vecchiotti (avercene, adesso...) e mi porta in cucina, dove appunto mi porge il bicchiere.
Continuiamo a chiacchierare (ma ti vuoi sposare, non sei troppo giovane ecc ecc), io rispondo sempre molto cordialmente ed educatamente, quando questa si avvicina e mi dice: fammi un po' vedere... mi slaccia i pantaloni, me lo tira fuori e comincia a farmi una pompa magistrale.
Io rimango sbattezzato, ma mi riprendo tanto da tirarle fuori le tettone (che erano un po' cadenti, ma ancora belle) e comincio a palparle, per quel che posso, visto che ero io in piedi e lei accovacciata.
Non mi viene in mente di fare altro, anche perchè è lei che mena la danza, mi fa venire in bocca e poi mi pulisce, si riveste e mi saluta con un bacio, dicendomi che non aveva notizie immobiliari per me.
Ricordo di averlo raccontato al mio capo, una volta che l'impiegata non c'era, il quale mi disse ridendo che girando per le case si trovava di tutto. Mi fece piacere perchè dimostrò di credermi (chissà, forse anche a lui ne erano capitate di cotte e di crude).
Saluti a tutti
 
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Ricordo di averlo raccontato al mio capo, una volta che l'impiegata non c'era, il quale mi disse ridendo che girando per le case si trovava di tutto. Mi fece piacere perchè dimostrò di credermi (chissà, forse anche a lui ne erano capitate di cotte e di crude).
Saluti a tutti
oppure, per verificare il tuo racconto, anche lui successivamente si è presentato alla signora .
 
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Mi avete fatto tornare alla mente un episodio talmente incredibile della mia gioventù che vi voglio raccontare, anche se so che posso non essere creduto, ma che, vi assicuro, è successo veramente.
Al primo anno di università sbaglio clamorosamente facoltà e allora a casa mi dissero che forse era il caso che mi trovassi un lavoretto fino all'inizio dell'anno accademico successivo. Sto parlando di quando Bearzot era ancora CT dell'Italia.
Rispondo ad un annuncio di una agenzia immobiliare, che cercava ragazzi da sguinzagliare per la città in cerca di immobili da vendere, per cui il mio lavoro consisteva nel suonare i campanelli e chiedere, ovviamente inventandosi le scuse più disparate (mi devo sposare, voglio andar via di casa e compagnia cantante), anche perchè se avessi detto che cercavo "per conto terzi" avrei preso tanti di quei due di picche che neanche la Teodomiro Dal Negro di Treviso...
Un pomeriggio, stavo battendo una via del centro, mi apre una signora che a me ventenne sembrava già vecchia, ma che poteva avere una cinquantina d'anni non di più. Erano altri tempi, per cui un ragazzino quale ero, educato e perbenino che si rivolge con fare gentile e un po' timido ad una signora viene creduto senza problemi, per cui, dopo aver recitato la solita litania, mi fa entrare e mi offre un bicchier d'acqua, che accetto molto volentieri.
Entro in questo appartamentino all'ammezzato, ambiente in penombra, mobili vecchiotti (avercene, adesso...) e mi porta in cucina, dove appunto mi porge il bicchiere.
Continuiamo a chiacchierare (ma ti vuoi sposare, non sei troppo giovane ecc ecc), io rispondo sempre molto cordialmente ed educatamente, quando questa si avvicina e mi dice: fammi un po' vedere... mi slaccia i pantaloni, me lo tira fuori e comincia a farmi una pompa magistrale.
Io rimango sbattezzato, ma mi riprendo tanto da tirarle fuori le tettone (che erano un po' cadenti, ma ancora belle) e comincio a palparle, per quel che posso, visto che ero io in piedi e lei accovacciata.
Non mi viene in mente di fare altro, anche perchè è lei che mena la danza, mi fa venire in bocca e poi mi pulisce, si riveste e mi saluta con un bacio, dicendomi che non aveva notizie immobiliari per me.
Ricordo di averlo raccontato al mio capo, una volta che l'impiegata non c'era, il quale mi disse ridendo che girando per le case si trovava di tutto. Mi fece piacere perchè dimostrò di credermi (chissà, forse anche a lui ne erano capitate di cotte e di crude).
Saluti a tutti
Io sarei tornato a trovarla ogni settimana per vedere se c'erano novità...:lol:
 
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oppure, per verificare il tuo racconto, anche lui successivamente si è presentato alla signora .

Caro conte,
come un gentiluomo di altri tempi, raccontai il peccato, ma non la peccatrice, in quanto città piccola e chiacchiere veloci. Ma era uno molto simpatico, benestante quanto bastava per offrire svariati giri di zoccole, volendo.
Fra l'altro, e questo lo sono venuto a sapere dopo molti anni, le mie informazioni immobiliari (non quelle tromberecce) gli fruttarono parecchie compravendite e, quindi, intermediazioni, per cui, volendo, me la sarei pure meritata una signorina popputa...
Sic transeat gloria mundi...
Av salut, i mi tabac!
 
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Mi avete fatto tornare alla mente un episodio talmente incredibile della mia gioventù che vi voglio raccontare, anche se so che posso non essere creduto, ma che, vi assicuro, è successo veramente.
Al primo anno di università sbaglio clamorosamente facoltà e allora a casa mi dissero che forse era il caso che mi trovassi un lavoretto fino all'inizio dell'anno accademico successivo. Sto parlando di quando Bearzot era ancora CT dell'Italia.
Rispondo ad un annuncio di una agenzia immobiliare, che cercava ragazzi da sguinzagliare per la città in cerca di immobili da vendere, per cui il mio lavoro consisteva nel suonare i campanelli e chiedere, ovviamente inventandosi le scuse più disparate (mi devo sposare, voglio andar via di casa e compagnia cantante), anche perchè se avessi detto che cercavo "per conto terzi" avrei preso tanti di quei due di picche che neanche la Teodomiro Dal Negro di Treviso...
Un pomeriggio, stavo battendo una via del centro, mi apre una signora che a me ventenne sembrava già vecchia, ma che poteva avere una cinquantina d'anni non di più. Erano altri tempi, per cui un ragazzino quale ero, educato e perbenino che si rivolge con fare gentile e un po' timido ad una signora viene creduto senza problemi, per cui, dopo aver recitato la solita litania, mi fa entrare e mi offre un bicchier d'acqua, che accetto molto volentieri.
Entro in questo appartamentino all'ammezzato, ambiente in penombra, mobili vecchiotti (avercene, adesso...) e mi porta in cucina, dove appunto mi porge il bicchiere.ù







Continuiamo a chiacchierare (ma ti vuoi sposare, non sei troppo giovane ecc ecc), io rispondo sempre molto cordialmente ed educatamente, quando questa si avvicina e mi dice: fammi un po' vedere... mi slaccia i pantaloni, me lo tira fuori e comincia a farmi una pompa magistrale.
Io rimango sbattezzato, ma mi riprendo tanto da tirarle fuori le tettone (che erano un po' cadenti, ma ancora belle) e comincio a palparle, per quel che posso, visto che ero io in piedi e lei accovacciata.
Non mi viene in mente di fare altro, anche perchè è lei che mena la danza, mi fa venire in bocca e poi mi pulisce, si riveste e mi saluta con un bacio, dicendomi che non aveva notizie immobiliari per me.
Ricordo di averlo raccontato al mio capo, una volta che l'impiegata non c'era, il quale mi disse ridendo che girando per le case si trovava di tutto. Mi fece piacere perchè dimostrò di credermi (chissà, forse anche a lui ne erano capitate di cotte e di crude).
Saluti a tutti

Bel racconto .... io ho un amico che girava le case in modo simile ma lavorava nnella società acqua e gas ...... lui ha anche la fortuna di essere un bello ... e mi diceva che se voleva se ne faceva di signore ...ma non l'ha mai fattto .... la fortuna di avere il pane e non i denti ... peccato per me che se potessi .....
 
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Ogni tanto, sopratutto quando iniziate queste discussioni strane mi fate ritornare alla mente episodi della mia vita sessuale che avevo completamente rimosso o che non pensavo che si potessero vedere sotto una particolare angolazione, ed è proprio il caso di quello che vi voglio raccontare stasera.

Mi avete fatto tornare, infatti, in mente un episodio accaduto tanti, tantissimi, anni fa e che avevo completamente rimosso.
Ero stato in vacanza in Spagna con degli amici e, ritornato a casa, avevo deciso di andare a passare una giornata con i miei genitori che, come ogni anno, si trovavano in una bella e rinomata località di villeggiatura non lontano dalla nostra città di residenza, con poco più di una oretta di macchina li raggiungevo.
Partii la mattina presto, arrivai nella suddetta località e andai, insieme ai miei, a fare una passeggiata in centro, poi tornammo alla pensione dove alloggiavano, per pranzare.
Il mio programma era di prendere un poco di sole dopo pranzo, di fare una doccia e di ripartire in serata per casa, ma mia madre, immediatamente dopo pranzo, mi prese un po’ in disparte e mi chiese perché non rimanevo due giorni con loro, avremmo festeggiato, due giorni dopo, una ricorrenza familiare e poi sarei ripartito. Mi disse che a mio padre avrebbe fatto certamente piacere e di farla sembrare una mia iniziativa, non potevo certo dirle di no, tanto più che non avevo progetti immediati, che avevo, si, altre cose in mente per le vacanze, ma tutte a distanza di qualche giorno, e che, comunque, mi trovavo in una delle più belle località di villeggiatura d’Italia, con locali e divertimenti a profusione.
Andammo allora alla reception della pensione per chiedere una stanza per me, e il portiere disse che la stanza c’era ma che dovevamo chiedere alla signora Laura, la proprietaria.
Allora andammo nella sala da pranzo e trovammo la famosa signora Laura, di cui avevo sempre sentito parlare, i miei andavano in quella pensione ormai da alcuni anni, ma che non avevo mai conosciuto, che stava pranzando. Mia madre mi presentò, le dicemmo cosa volevamo e lei si alzò immediatamente per venire a dare disposizioni.
Alta, con un bel portamento, vestita di un elegantissimo chemiser blu a fiori variopinti, che si portava molto all’epoca, stretto in vita da una cintura, gambe lunghe e figura snella, si capiva che aveva un bel seno e che aveva attorno alla quarantina d’anni.
Disse al portiere di procedere alla registrazione e alla consegna delle chiavi e ci salutò, molto cordialmente, tornando a finire di pranzare.
Io presi le chiavi della camera e poi andai in macchina a prendere la borsa con le poche cose da mare che avevo portato con me, me ne andai, quindi, in camera e mi stesi sul letto per riposare un po’.
Dopo un’oretta, circa, feci una rapida rivista di ciò che avevo con me e feci mente locale di cosa mi servisse per affrontare quei due inattesi giorni di vacanza, deciso il minimo indispensabile uscii dalla camera e mi diressi alla reception, dove chiesi al portiere qualche informazione sui negozi più vicini, nella reception c’era anche la signora Laura che subito mi diede delle indicazioni e poi disse “Devo uscire anche io a fare delle compere, possiamo andare anche insieme”.
Uscimmo e lei si diresse verso la sua auto ma quando le dissi che potevamo prendere anche la mia, e vide che avevo una bella macchina sportiva, non esitò a lasciare la sua utilitaria nel parcheggio.
Ci dirigemmo quindi verso il centro della cittadina, e qui vi risparmio il racconto dei vari giri che facemmo e delle compere effettuate, familiarizzando un po’ e rientrando alla pensione dopo un paio d’ore.
Rientrati alla pensione, ci salutammo e io andai in camera, per mettere a posto le cose acquistate, entrato in camera mi tolsi la camicia, ormai sudata, e iniziai a mettere a posto.
Dopo nemmeno tre minuti sento bussare alla porta e, andato ad aprire, mi trovo davanti la signora Laura che mi dice “ Senti… mi faresti rivedere la camicia che hai comprato, ne voglio regalare una identica ad un mio amico”, le rispondo “Certo… si accomodi” e la faccio entrare, girandomi a prendere la camicia richiesta dalla busta, sento alle mie spalle girare la chiave della porta e quando mi rigiro verso di lei vedo che si è già sbottonata i primi bottoni dello chemiser, rimango un attimo attonito, mentre si toglie la cintura, che getta a terra, e poi finisce di sbottonarsi lo chemiser facendolo scendere a terra con un agile gesto delle spalle.
Rimane in mutandine e reggiseno di pizzo celeste, un splendido corpo snello con un bel seno pieno, perfettamente compatibile con quello che si capiva quando era vestita.
Fa un passo verso di me e mi sussurra “Quello che faremo ora non è mai successo e non succederà mai più”, porta le mani alla mia cintura, la apre, apre i pantaloni, me li sfila, insieme alle mutande, il tutto in un attimo, e me lo prende un bocca, ancora un po’ barzotto ma andante verso il duro, il tutto mentre ero ancora in piedi.
Cominciai allora a prendere anche io l’iniziativa e, sgombrato il letto dalle buste delle compere, ve la trascinai, sbottonandole il reggiseno, mettendo a nudo una bella 4° misura, un poco scesa ma ancora abbastanza tosta, e portandola in posizione di 69, le scostai le mutande e iniziai a leccarla furiosamente.
Dopo pochi minuti le venivo copiosamente in bocca, mentre anche lei, che bevve tutto il mio sperma, scossa da un orgasmo, se ne veniva.
Mi rilassai un attimo, ed ero ben deciso a terminare, ciò che avevamo iniziato, con una bella scopata, mi alzai a mezzo sul letto e le afferrai le mutandine per sfilargliele, non lo avessi mai fatto, mi scostò violentemente, dicendo “stai fermo”, come una furia si alzò dal letto e raccolse da terra il reggiseno, infilandoselo e abbottonandolo, in men che non si dica, velocissima, era di nuovo rivestita di tutto punto e si diresse alla porta, girando la chiave, prima di uscire e di richiudersela alle spalle mi ripeté: “Ricordati che questo non è mai successo e non succederà mai più” e aggiunse, dolcemente e sorridendo, “ciao”.
Rimasi steso sul letto, nudo, per più di mezz’ora ripensando a quel turbine di sesso che aveva attraversato la mia vita.
Ed infatti nei due giorni successivi, ma già dalla sera a cena, cioè appena un paio d’ore dopo, fu inappuntabile, la perfetta padrona/direttrice della pensione che passava leggera ed elegante nella sala da pranzo e negli altri ambienti comuni e che aveva una parola simpatica per tutti, nulla mi fece intendere e nulla mi consentì di farle intendere.
Dopo due giorni, in cui, comunque, mi divertii in altra maniera, andando a consegnare la chiave della camera, al momento della partenza, mi cadde l’occhio sulla licenza della pensione, che era affissa dietro il bancone, c’era, chiaramente, il suo nome completo e la sua data di nascita. Feci un rapido calcolo: aveva 48 anni compiuti, e io non ne avevo ancora 21.
 
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Mi avete fatto tornare alla mente un episodio talmente incredibile della mia gioventù che vi voglio raccontare, anche se so che posso non essere creduto, ma che, vi assicuro, è successo veramente.
Al primo anno di università sbaglio clamorosamente facoltà e allora a casa mi dissero che forse era il caso che mi trovassi un lavoretto fino all'inizio dell'anno accademico successivo. Sto parlando di quando Bearzot era ancora CT dell'Italia.
Rispondo ad un annuncio di una agenzia immobiliare, che cercava ragazzi da sguinzagliare per la città in cerca di immobili da vendere, per cui il mio lavoro consisteva nel suonare i campanelli e chiedere, ovviamente inventandosi le scuse più disparate (mi devo sposare, voglio andar via di casa e compagnia cantante), anche perchè se avessi detto che cercavo "per conto terzi" avrei preso tanti di quei due di picche che neanche la Teodomiro Dal Negro di Treviso...
Un pomeriggio, stavo battendo una via del centro, mi apre una signora che a me ventenne sembrava già vecchia, ma che poteva avere una cinquantina d'anni non di più. Erano altri tempi, per cui un ragazzino quale ero, educato e perbenino che si rivolge con fare gentile e un po' timido ad una signora viene creduto senza problemi, per cui, dopo aver recitato la solita litania, mi fa entrare e mi offre un bicchier d'acqua, che accetto molto volentieri.
Entro in questo appartamentino all'ammezzato, ambiente in penombra, mobili vecchiotti (avercene, adesso...) e mi porta in cucina, dove appunto mi porge il bicchiere.
Continuiamo a chiacchierare (ma ti vuoi sposare, non sei troppo giovane ecc ecc), io rispondo sempre molto cordialmente ed educatamente, quando questa si avvicina e mi dice: fammi un po' vedere... mi slaccia i pantaloni, me lo tira fuori e comincia a farmi una pompa magistrale.
Io rimango sbattezzato, ma mi riprendo tanto da tirarle fuori le tettone (che erano un po' cadenti, ma ancora belle) e comincio a palparle, per quel che posso, visto che ero io in piedi e lei accovacciata.
Non mi viene in mente di fare altro, anche perchè è lei che mena la danza, mi fa venire in bocca e poi mi pulisce, si riveste e mi saluta con un bacio, dicendomi che non aveva notizie immobiliari per me.
Ricordo di averlo raccontato al mio capo, una volta che l'impiegata non c'era, il quale mi disse ridendo che girando per le case si trovava di tutto. Mi fece piacere perchè dimostrò di credermi (chissà, forse anche a lui ne erano capitate di cotte e di crude).
Saluti a tutti
Ciaoo allora su un sito di puttanieri dire "stavo battendo una via " può essere pericoloso ... scherzo. Che invidia da domani inizio a suonare campanelli e chiedere info.
 
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Mi avete fatto tornare, infatti, in mente un episodio accaduto tanti, tantissimi, anni fa e che avevo completamente rimosso.
Ero stato in vacanza in Spagna con degli amici e, ritornato a casa, avevo deciso di andare a passare una giornata con i miei genitori che, come ogni anno, si trovavano in una bella e rinomata località di villeggiatura non lontano dalla nostra città di residenza, con poco più di una oretta di macchina li raggiungevo.
Partii la mattina presto, arrivai nella suddetta località e andai, insieme ai miei, a fare una passeggiata in centro, poi tornammo alla pensione dove alloggiavano, per pranzare.
Il mio programma era di prendere un poco di sole dopo pranzo, di fare una doccia e di ripartire in serata per casa, ma mia madre, immediatamente dopo pranzo, mi prese un po’ in disparte e mi chiese perché non rimanevo due giorni con loro, avremmo festeggiato, due giorni dopo, una ricorrenza familiare e poi sarei ripartito. Mi disse che a mio padre avrebbe fatto certamente piacere e di farla sembrare una mia iniziativa, non potevo certo dirle di no, tanto più che non avevo progetti immediati, che avevo, si, altre cose in mente per le vacanze, ma tutte a distanza di qualche giorno, e che, comunque, mi trovavo in una delle più belle località di villeggiatura d’Italia, con locali e divertimenti a profusione.
Andammo allora alla reception della pensione per chiedere una stanza per me, e il portiere disse che la stanza c’era ma che dovevamo chiedere alla signora Laura, la proprietaria.
Allora andammo nella sala da pranzo e trovammo la famosa signora Laura, di cui avevo sempre sentito parlare, i miei andavano in quella pensione ormai da alcuni anni, ma che non avevo mai conosciuto, che stava pranzando. Mia madre mi presentò, le dicemmo cosa volevamo e lei si alzò immediatamente per venire a dare disposizioni.
Alta, con un bel portamento, vestita di un elegantissimo chemiser blu a fiori variopinti, che si portava molto all’epoca, stretto in vita da una cintura, gambe lunghe e figura snella, si capiva che aveva un bel seno e che aveva attorno alla quarantina d’anni.
Disse al portiere di procedere alla registrazione e alla consegna delle chiavi e ci salutò, molto cordialmente, tornando a finire di pranzare.
Io presi le chiavi della camera e poi andai in macchina a prendere la borsa con le poche cose da mare che avevo portato con me, me ne andai, quindi, in camera e mi stesi sul letto per riposare un po’.
Dopo un’oretta, circa, feci una rapida rivista di ciò che avevo con me e feci mente locale di cosa mi servisse per affrontare quei due inattesi giorni di vacanza, deciso il minimo indispensabile uscii dalla camera e mi diressi alla reception, dove chiesi al portiere qualche informazione sui negozi più vicini, nella reception c’era anche la signora Laura che subito mi diede delle indicazioni e poi disse “Devo uscire anche io a fare delle compere, possiamo andare anche insieme”.
Uscimmo e lei si diresse verso la sua auto ma quando le dissi che potevamo prendere anche la mia, e vide che avevo una bella macchina sportiva, non esitò a lasciare la sua utilitaria nel parcheggio.
Ci dirigemmo quindi verso il centro della cittadina, e qui vi risparmio il racconto dei vari giri che facemmo e delle compere effettuate, familiarizzando un po’ e rientrando alla pensione dopo un paio d’ore.
Rientrati alla pensione, ci salutammo e io andai in camera, per mettere a posto le cose acquistate, entrato in camera mi tolsi la camicia, ormai sudata, e iniziai a mettere a posto.
Dopo nemmeno tre minuti sento bussare alla porta e, andato ad aprire, mi trovo davanti la signora Laura che mi dice “ Senti… mi faresti rivedere la camicia che hai comprato, ne voglio regalare una identica ad un mio amico”, le rispondo “Certo… si accomodi” e la faccio entrare, girandomi a prendere la camicia richiesta dalla busta, sento alle mie spalle girare la chiave della porta e quando mi rigiro verso di lei vedo che si è già sbottonata i primi bottoni dello chemiser, rimango un attimo attonito, mentre si toglie la cintura, che getta a terra, e poi finisce di sbottonarsi lo chemiser facendolo scendere a terra con un agile gesto delle spalle.
Rimane in mutandine e reggiseno di pizzo celeste, un splendido corpo snello con un bel seno pieno, perfettamente compatibile con quello che si capiva quando era vestita.
Fa un passo verso di me e mi sussurra “Quello che faremo ora non è mai successo e non succederà mai più”, porta le mani alla mia cintura, la apre, apre i pantaloni, me li sfila, insieme alle mutande, il tutto in un attimo, e me lo prende un bocca, ancora un po’ barzotto ma andante verso il duro, il tutto mentre ero ancora in piedi.
Cominciai allora a prendere anche io l’iniziativa e, sgombrato il letto dalle buste delle compere, ve la trascinai, sbottonandole il reggiseno, mettendo a nudo una bella 4° misura, un poco scesa ma ancora abbastanza tosta, e portandola in posizione di 69, le scostai le mutande e iniziai a leccarla furiosamente.
Dopo pochi minuti le venivo copiosamente in bocca, mentre anche lei, che bevve tutto il mio sperma, scossa da un orgasmo, se ne veniva.
Mi rilassai un attimo, ed ero ben deciso a terminare, ciò che avevamo iniziato, con una bella scopata, mi alzai a mezzo sul letto e le afferrai le mutandine per sfilargliele, non lo avessi mai fatto, mi scostò violentemente, dicendo “stai fermo”, come una furia si alzò dal letto e raccolse da terra il reggiseno, infilandoselo e abbottonandolo, in men che non si dica, velocissima, era di nuovo rivestita di tutto punto e si diresse alla porta, girando la chiave, prima di uscire e di richiudersela alle spalle mi ripeté: “Ricordati che questo non è mai successo e non succederà mai più” e aggiunse, dolcemente e sorridendo, “ciao”.
Rimasi steso sul letto, nudo, per più di mezz’ora ripensando a quel turbine di sesso che aveva attraversato la mia vita.
Ed infatti nei due giorni successivi, ma già dalla sera a cena, cioè appena un paio d’ore dopo, fu inappuntabile, la perfetta padrona/direttrice della pensione che passava leggera ed elegante nella sala da pranzo e negli altri ambienti comuni e che aveva una parola simpatica per tutti, nulla mi fece intendere e nulla mi consentì di farle intendere.
Dopo due giorni, in cui, comunque, mi divertii in altra maniera, andando a consegnare la chiave della camera, al momento della partenza, mi cadde l’occhio sulla licenza della pensione, che era affissa dietro il bancone, c’era, chiaramente, il suo nome completo e la sua data di nascita. Feci un rapido calcolo: aveva 48 anni compiuti, e io non ne avevo ancora 21.


questa storia mi fa venire in mente quella di un amico che aveva la morosa che quando era soddisfatta lei lo mandava via in malomodo ..... raccontava che doveveva stare attentoa non farla venire prima di lui che se nonlo mandava via ....
ciaooo
 
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io al massimo mi sono tolto il dente del giudizio.... speso più che con una pay ed ho goduto MOOOOOLTO meno.......................
 
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