Ah, che bei ricordi, il milioncino. Certo era in lire, ma restano bei ricordi.
Il mio primo "stipendio" fu di cinquantamilalire. Dopo un mese da pivello in uno studio di pubblicità.
Eggià, a quei tempi la definizione stagista ancora non era sbarcata nei luoghi di lavoro italici. Così come non esisteva l'alternanza.
A diciotto anni potevi iscriverti all'università, se la famiglia se lo poteva permettere, e tirare dritto fino alla laurea. Oppure andare a lavorare dopo il diploma, che un posto, se non eri uno scansafatiche, lo trovavi senza troppi problemi.
Io ho avuto la fortuna di poter scegliere. I miei mi dissero che, se avessi voluto, mi sarei potuto iscrivere. Però non ero un fan sfegatato dello studio. Sì, insomma, il giusto ma non per stare altri cinque anni senza fare un cazzo.
Per cui ho ho deciso di fare entrambe le cose, part time. Così, al pomeriggio facevo il pivello. Che poi significava fare tutto quello che gli altri non volevano fare. E dopo il primo mese, il titolare dell'agenzia, mi tira fuori un cinquantamila, dicendomi che anche se stavo facendo apprendistato, avevo contribuito.
Capite? Cinquantamilalire. Ma vaffanculo stronzo. Il mese dopo ero già in un'altro studio, dove me ne offrirono duecentomila, per quattro ore al giorno. Con gli anni aumentai sempre più il tempo che dedicavo al lavoro, sottraendolo da quello concesso agli studi. Chissenefrega, ci vorrà più tempo, ma almeno imparo qualcosa che mi serve. E intanto, piano piano, arrivai al milioncino. Sempre in lire s'intende. Ma che bello vedere sul libretto di deposito 1.000.000
Non so bene quale sia stata la causa e quale l'effetto, sta di fatto che non ho mai lavorato nel campo della laurea ma in quello per cui ho preso il mio primo cinquantamila. Che pirla, dirà qualcuno. Lo so, ma ormai mica potevo lasciare lo studio a metà e nemmeno cambiare un lavoro che mi stava piacendo.
In effetti qualcosa in comune c'era, ma molto alla lontana.
Vabbè, chissenefrega direte voi di questa storia. Niente in effetti, salvo che il milioncino mi ha ricordato quel tempo in cui, magari malpagati, magari senza contributi nè tfr, ma si lavorava, volendolo fare. E, visto come sono messi i giovani d'oggi con l'alternanza, credo sia stato un gran bel momento per questo paese.
E poi, a quest'ora mica posso parlare di figa. O di culi.
No, però di culi si. Perchè proprio oggi ho visto una foto di un campeggio. E ho pensato che quella tenda potesse essere di uno di noi.