CARATTERISTICHE GENERALI:
NOME INSERZIONISTA: Nastya
RIFERIMENTO INTERNET:
http://www.rosa-rossa.com/annunci/girls/milano/nastya-girls-accompagnatrice--MTg2ODEtOTAwNzk3.html
CITTA DELL'INCONTRO: Milano
NAZIONALITA': russa
ETA': 20/22 anni
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: 95% (sotto certi aspetti meglio dal vivo)
SERVIZI USUFRUITI: DFK, BJ, DATY, FEET FETISH (solo la prima volta), AR (solo la prima volta), RAI1
DURATA DELL'INCONTRO: 30 minn
COMPENSO RICHIESTO: 50
DESCRIZIONE FISICA: viso carino (ma niente di più), fisico morbido da vacca da montare con tette naturali una quarta fatte apposta per i tits-workers e un culo che destabilizzerebbe pure un leone affamato
PRESTAZIONE: 8 il primo incontro, 5 il secondo
ATTITUDINE: la scorsa esperienza entusiasmante... gioiosa, piena di vita, attiva. Oggi tristemente abulica, quasi indolente, tremendamente mosciacazzi.
REPERIBILITA': risponde subito e non so se sia stato un buon segnale
LOCATION: trombodromo di Pero
COMUNICAZIONE: italiano, inglese di merda (suo), russo di merda (mio) in qualche modo per farsi capire e soprattutto, da parte mia, per vomitarle addosso tutto il mio disappunto...
INDEX RICERCHE (numero telefonico nel formato 1234567xx): 32090126xx
LA MIA RECENSIONE:
Partiamo dalla fine... Lei recupera un sorriso che, stante la sua sembianza mummifica durante tutto il tempo, non so davvero da dove l'abbia preso. Pensava di passarla liscia la giovincella...
"Tuto bene?" stentando faticosamente un italiano strano
"Tu cosa ne pensi?"
Mi guarda imbambolata. Non ha capito un cazzo.
Cerco di levarla dall'impaccio e stronco francamente.
"No, non è andato tutto bene".
"Why?" passando ad un inglese altrettanto penoso
Vorrei spiegarle la storia del mondo, ma sarebbe stata fatica sprecata, in tutti i sensi. Quindi cerco di rendermi quanto più comprensibile possibile e le faccio capire ciò che LEI SAPEVA GIA' prima ancora di farmi la domanda.
"It's for me?" mi chiede non volendo accettare la fin troppo triste realtà.
No, è per mio cugino in carriola... le stavo per rispondere.
Le ribadisco, usando termini elementari, che oggi era il ricalco passivo di una sarcofago, ma non sente e non vuole sentire, non capisce e non vuole capire. E ritorna con la litania "Why?"
Bella de zio, ma se non lo sai tu il perchè, pretendi che lo sappia io... La verità, mio malgrado, è che lo sappiamo entrambi il perchè.
Cerco di metterla giù così "Today you are sad, passive..."
"Ma non posso essere felice tutti giorno" rimbalzando, ora, all'italiano.
Ecco qui, in questi casi il rodimento di culo tende sempre a moltiplicarsi perchè non so più se ti pigliano per scemo o se ne strafottono altamente del mondo circostante. Voglio dire... a) se oggi hai piantato un palo nel culo non lavori; b) tra essere felici ed essere un cadavere ci sta nel mezzo tutto un mondo; c) te ne fotti del cliente e vuoi lavorare lo stesso? bene, evita almeno di farmi domande idiote.
Ma la verità è un'altra, come sempre. Delle due l'una: o il successo alla principessina le ha dato così alla testa che pensa che (secondo lei) vendersi per il cinquantino sia un sacrilegio in quanto (sempre secondo lei) è troppo bella per tale affronto, oppure (come penso io) ha preso qualche sberla dal pappa il quale la ama talmente alla follia da aver deciso di prenderle tutti i soldi e andarseli a giocare alle slot machine.
Ad ogni modo, lo scazzo si sentiva dalla telefonata. Fredda, approssimativa, entusiasmo sottoterra. Avrò dato la colpa al suo italiano penoso, ad altre circostanze che fanno sì che sia solo un'impressione ma che poi sul luogo a procedere recuperi quello che di buono mi ha fatto vedere durante il primo meeting.
Stavo sognando... è evidente. In quella casa c'era una mestizia che faceva pendant con un cielo plumbeo che ha intristito tutta l'atmosfera milanese quest'oggi. Mi fa accomodare senza accogliermi con il dolce della casa, cioè con la limonata aggressiva già sulla porta. Questa discrasia con l'ultima volta non può non bastonarmi la libido e già comprendo che oggi sarà giornata nera.
Faccio finta di farmi scivolare tutto per non perdere il controllo ed assumo un atteggiamento solare nel tentativo di rimuoverla da quel torpore maledetto che accompagna ogni suo sospiro. Ma manco per il cazzo, sembra assente, stordita, letteralmente rincoglionita. Torno dal bagno e la vedo sdraiata sul letto come se fosse rassegnata a subire un'operazione. Stella sono qui per divertirmi, cristo, non per psicanalizzarti. Continuo a glissare su quell'atteggiamento del cazzo e le dico con un sorriso a 32 denti di venire su.
"No, vieni tu qui nel letto".
Ecco allora che comincia il veleno a mettersi minacciosamente in circolo.
"E' tutto ok, cara?" le chiedo recuperando una certa seriosità, mentre dentro di me maturavo l'idea di piantarla lì.
Capisce che me le sta facendo girare e si alza in piedi. Ma non c'è poesia, FK meccanico, niente di un cazzo di niente quando le slinguazzo le tettazze, non un gemito, non un sospiro...
Con espressione avvilita la invito a buttarci nel letto e vado di daty. Si contorce leggermente ma si capisce che con la testa sta da un'altra parte. Il mio amichetto che oggi voleva far festa comincia a incupirsi pure lui. Ma tanto qual è il problema? Ora ci pensa la principessa a prenderselo in bocca e tutto è risolto... Ci fanno o ci sono? Mah... forse un pò l'uno e un pò l'altro.
Chiaramente farsi fare un pompino da una morta non ha alcuna valenza, non produce nessun effetto aggiuntivo a qualsiasi altro espediente per fartelo venire appena duro per una scopata.
Ma io mi conosco molto meglio di quanto stupidamente pretendono di conoscermi loro. Quindi la metto a pecora e tra la vista di quel culo e pensando a un film porno riesco a tenere l'erezione salda per sfondarla. La rabbia da un lato mi poteva portare ad essere più selvaggio del solito, ma senza poesia è tutto drammaticamente inutile. Nè la missionaria, nè la smorza aggiungono nulla al triste quadretto che la puledrina che fu mi riserva. Gioco forza cerco di concentrarmi e finire il prima possibile per uscire da quel loculo. Quel che viene dopo è già stato raccontato.
Si finge amareggiata e tenta sulla porta la mossa disperata per riprendere dai capelli una situazione affossata già dalla sua risposta al telefono. Tende ad avvicinarsi alla mia bocca per un saluto come si deve, come ha saputo fare e ha voluto fare con me e con altri clienti. Mi volto evitandola, nessuna distanza sarà mai accorciata con chi si prende i miei soldi per farmi star bene ed invece mi manda a casa stressato ed amareggiato.