Ci sono sport femminili e sport maschili. Ci sono poi delle varianti degli stessi per l'altro sesso che però spesso si tramutano in scimmiottamento della parte opposta del mondo. Non sempre è così. E' già stato citato il tennis dove sia quello maschile che quello femminile hanno una loro peculiarità tecnico-tattica che rende assolutamente gradevole la visione di entrambi gli sport tanto da sembrare due sport diversi. La medesima cosa potrei dirla della pallavolo. Altro esempio di disciiplina dove possiamo dire che la versione maschile e quella femminile siano due sport diversi. Alla bae ci sono delle tecniche e degli espedienti tattici che regalano peculiarità. In entrambi gli sport citati, per banalizzare ed esemplificare, la versione maschile ha un gioco più veloce, più potente ed esplosivo mentre quello femminile è un gioco più lungo, più tecnico e più da tenuta fisica. Potrei fare altri esempi ma non mi dilungherei in questo senso. Ci sono invece altri sport che, come detto, scimmiottano quello dell'altro sesso senza dare, quanto meno allo stato attuale, un qualcosa davvero di diverso. E' il caso, per esempio, di diverse discipline di ginnastica artistica dove il maschile è certamente apprezzabile agli anelli ma nelle altre discipline non da nulla in più. Anche in questo caso ci sarebbero molti esempi ma mi limito a rimanere a quello del calcio. Reputo l'attuale situazione del calcio femminile uno scimmiottamento di quello maschile. Cioè, la differenza tra uno e l'altro è data solo dalle capacità fisiche diverse degli atleti coinvolti. Il calcio femminile a livello tecnico e tattico non da nulla di più o di diverso da quello maschile. Detto questo, non voglio assolutamente dire che il femminile non sia uno spettacolo godibile e coinvolgente, quando c'è anche solo un atleta in un campo di gara, non solo diventano apprezzabili i gesti tecnici o tattici o atletici ma anche l'impegno che questo può metterci nell'esecuzione dell'esercizio. E' quella nascita di empatia nei confronti anche dei meno dotati ma che ci mettono il cosiddetto cuore. Insomma, quello che porta la gente presente alla finale di una maratona olimpica ad applaudire l'ultimo concorrente quando entra nello stadio molte ore dopo che la cerimonia di premiazione è già stata fatta.
Detto tutto ciò, quando guardo uno sport femminile mi ci posso pure appassionare ma a differenza di quelli maschili passati i primi minuti da sportivo si accendono quello da porco assatanato di sesso. Anche solo per il fisico che ha nella maggior parte dei casi una sportiva professionista (o semi-professionista o comunque di alto livello) me le farei tutte. Certo, c'è quella più figa, quella che risveglia maggiormente l'ormone, quella che non solo ti gireresti a guardarla se la incontri per strada ma che se dovessi incrociare uno sguardo un po' più malizioso te la faresti anche in piazza davanti a centinaia di persone. Ma il fisico delle atlete merita sempre di essere esplorato anche solo per la tonicità muscolare.
C'è un però. Per esperienza personale devo dire che gli uomini che praticano sport che per stereotipo sono considerati femminili presentano un'alta percentuale di gay/bisex così come capita per le donne che frequentano sport maschili. Altra statistica, del tutto personale, mi farebbe dire che, in generale, questo vale maggiormente negli sport di squadra dove l'aggregazione tra compagni/e, lo spirito cameratistico ma anche il coinvolgimento emozionale sono superiori rispetto a quelli di uno sport individuale. Non è raro incontrare pallavolisti/e, cestisti/e, calciatori/trici che sono gay/bisex. Non ne voglio fare un caso statitico reale, come detto mi baso sulla mia esperienza e posso assicurarvi che ho conosciuto moltissimi atleti di alto livello e di diverse discipline che rientrano nella casistica. Alto livello ma vale anche per il basso livello. Si nota molto meno nel calcio maschile perchè risulta ancora essere l'espressione massima di machismo e per lo più si tende a salvare la faccia per questioni di marketing. Ma vi posso assicurare che ci sono moltissimi calciatori che vanno regolarmente a trans o che frequentano locali equivoci.