CARATTERISTICHE GENERALI
NOME INSERZIONISTA: Andra
RIFERIMENTO INTERNET: http://rimini.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/new-new-se-vuoi-pe2d76093664
CITTA DELL'INCONTRO: San Mauro a mare
NAZIONALITA': Rumena
ETA': 25
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: SI, però con un'iniezione dopante di photoshop. Diciamo che in foto è figa 9, dal vivo è figa 7
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): boh
SERVIZI USUFRUITI: BJ, RAI1
COMPENSO RICHIESTO: 50
COMPENSO CONCORDATO: 50
DURATA DELL'INCONTRO: 30' door to door. 15' si è no di azione
DESCRIZIONE FISICA: circa 1.70, rossa liscia, snella, bel viso
ATTITUDINE: Fredda, distante, apatica. Triste
REPERIBILITA': buona
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: SI, ultimo piano senza ascensore
INDEX RICERCHE (numero telefonico nel formato 1234567xx): 38899309xx
LA MIA RECENSIONE:
Prologo: Quando sbagliamo qualcosa, ci proviamo ancora, e poi ancora e ancora e ancora, finché non la facciamo nel modo giusto. Non siamo eroi, facciamo solo il nostro mestiere. Io non ho fallito: ho scoperto cento modi che non funzionano (Aldo Rock, Deejay Chiama Italia).
Cari amici Punter, l'incontro in questione si è svolto qualche giorno fa, ma nonostante la voglia di scriverne subito, ho deciso di aspettare per far sedimentare le mie emozioni.
Sento il bisogno di fare una premessa. Quando le cose vanno molto male, non è mai colpa di un solo elemento. Questa è una regola anche banale che però, quando si tratta di fare autocritica, molto spesso si tende a dimenticare. È colpa degli altri, sempre. Non capiscono niente o non fanno le cose come andrebbero fatte. Perché dico questo: perché nell'anonimato della rete la tentazione di spalare merda su un'altra persona e magari bollarla come “missile” perché i trenta minuti della vita che abbiamo condiviso assieme sono stati di un'inutilità cosmica, è molto forte. Ma a me questo modo di fare fa orrore. Non parlo di PF, penso soprattutto al modo in cui un moltissimi si rapportano ai blog e ai commenti negli articoli dei vari siti. Cercherò con la massima attenzione possibile di controllare bene se c'è una trave nel mio occhio. Inevitabilmente, questa è la mia storia.
Capitolo 1: il contesto e le aspettative
Vi dico la verità. Non è il miglior periodo della mia vita. Non c'è nulla di irrimediabile, ma ci sono diverse preoccupazioni, un abbondante stress e diverse persone che mi circondano che non mi deludono neanche più, ormai sono certezze.
Tutto questo ha degli effetti negativi anche sulla mia libido. Strano, ma forse solo fino ad un certo punto, che il tutto coincida con il mio debutto nel mondo pay. Ragionando: 1) mi ci son buttato anche per dare una sferzata a questa situazione, della serie proviamole tutte; 2) concependo la sfera erotica in maniera molto cerebrale, la realizzazione pratica spesso non può che essere deludente rispetto al film che ti eri fatto in testa; questa cosa la so non da ora ed è il motivo per cui ho sempre rifuggito le scopate che consistono unicamente nell'infilare un pene in una vagina. A me i film porno non mi eccitano. Mi mandano fuori di testa quelli erotici (tipo Luna di fiele).
Visto l'abbassamento della libido, visto che da sempre sono lungo a venire (fighissimo quando hai tutta la notte con una free che vuol divertirsi, molto meno indicato con una pay con il cronometro), visto che alla mia mano destra non ho mai saputo dir di no, dopo l'ultima esperienza della settimana prima (recensita) avevo deciso che fino all'incontro successivo non mi sarei masturbato (“Si Mano, dobbiamo farlo. No Mano, non è così, no asp... aspe... aspetta... Lo sai che sei sempre la mia preferita, ma dobbiamo stare lontani per un po', per capire se la nostra relazione ha un influenza negativa sugli incontri con le girls. Dai non fare così, ti voglio bene, come lo fai tu non lo fa nessuna. Ti prometto che ci rivedremo presto”).
Ora cari colleghi, i primi 2-3 giorni, complice il ridotto appetito sessuale, tutto sommato sono passati. Ma i 2 giorni prima di incontrare Andra, praticamente me lo dovevo sbattere contro lo stipite della porta per tenerlo a bada! Il giorno dell'incontro mi sono svegliato col pensiero fisso, ho lavorato tutto il giorno pensando solo a quello, la collega figa l'ho evitata come la peste per evitare di saltarle addosso. Insomma: ero carico a bestia!
Capitolo 2: il contatto
nonostante mi sia segnato un po' di numeri pay da contattare, girando sulla bakeca vedo quest'annuncio a San Mauro e queste foto che subito mi piacciono un casino. Temo il fake e cerco su PF, ma niente. Cerco un po' in rete e da qualche parte leggo che le foto sono reali.
Nonostante il mio noviziato dovrebbero consigliarmi maggior cautela, decido di rischiare, un po' per dare un contributo nuovo alla community che tanto adoro, un po' per sperimentare una tipa scevro da qualsiasi condizionamento.
La chiamo sapendo che potrò andare da lei solo dopo un paio di giorni, intanto volevo tastare il terreno. Al telefono devo dire che la trovo abbastanza simpatica. Mi presento col mio nome e le chiedo il menu di base che viene offerto a 50 (“ma se vuoi possiamo fare anche 1.000”). Un po' per scherzare, un po' per carpire la sua reazione le dico “ma non è che sei una di quelle che mette fretta? Vorrei fare una cosa fatta bene”. Attimo di tentennamento. “magari sono brava e ti faccio venire in 5 minuti”. Attimo di panico. “ahahah, se mi dici così mi si ammoscia subito!”. Comunque, dopo averle chiesto la disponibilità di lì a due giorni, rimaniamo che la richiamo (dice che fa tutti i giorni 10-24). “un'ultima domanda; ma le foto sono proprio le tue?”. “Si, però le ha fatte il fotografo è un po' di photoshop c'è. Però dicono che dal vivo sono anche meglio”. “ma i capelli rossi ce li hai ancora?”.”si, si”.
Vado a dormire e la mia Mano ce l'ha a morte con me.
Arriva il T-Day.
Finisco di lavorare, vado a casa e la chiamo. Mi ripresento e le dico che ci eravamo sentiti due giorni prima. Con tono scoglionato “ah si? Chi si ricorda...”. Ottimo. La prossima volta che una già al telefono mi risponde scazzata, giuro che metto giù e la depenno a prescindere, e già una volta l'ho fatto.
Fatto sta che questo tono mi ha messo in allarme e ha repentinamente abbassato le mie aspettative da “Una notte da leoni” a “io speriamo che me la c(hi)avo”
Comunque ormai il treno era lanciato (“hey, ma io lì in lontananza vedo un macigno sulle rotaie”.”Ma no gufo! Vai, vai tranquillo!”).
Ci accordiamo per l'orario (“chiamami 20 minuti prima di arrivare”) e vado con i preparativi. Doccia (ma sì, facciamo con il docciaschiuma buono e non quello dei barboni...), denti, collutorio e rasoio dove ritengo che serva, ma la barba oggi me la lascio.
All'altezza dell'Italia in miniatura la richiamo e mi dà le coordinate esatte.
20 minuti dopo, ultima chiamata, mi apre il portone, mi faccio le scale ed apre la porta.
Capitolo 3: Contatto
Apre la porta e resta dietro finché non sono dentro. Il bilocale è scarno, poco illuminato, grigio.
Lei ha addosso solo una sottoveste e una paio di scarpe con tacchi non esagerati, che toglierà 15 secondi dopo il mio arrivo.
La casa è freddina, mi giro e vedo che sulla cucina ci sono i fornelli accesi al massimo ma senza pentole sopra. “ahahah, ma quello è il riscaldamento?”.”Si, fa freddo, è un appartamento freddo”.”ahh, azz.....
Allora, fisicamente è molto carina. Rispetto alle foto, che la addolciscono ma le danno contemporaneamente un tono piccante, è meno intrigante, se vogliamo è un po' più spigolosa. Capelli rossi tinti lisci alle scapole. Alta diciamo sull'1,70 (ma non ci giurerei) e facciamo una 2°/3° di seno naturale (da sdraiata il seno le si spalma inconfondibilmente sul petto). Belle gambe e addome snello. Insomma, fisicamente una che fuori da lì mi tromberei senza dubbi.
L'atteggiamento è da subito glaciale.
Finalmente mi dice il suo nome (perché gliel'ho chiesto io) e ci dirigiamo immediatamente in camera.
Zero social. Zero.
Al di là delle parole non dette, è proprio nella mimica facciale e nel modo di fare che mi è antipatica.
Io cerco di fare qualche battutina per sciogliere la situazione, ma lei al massimo, ma proprio al massimo!, si stampa un sorrisino finto in faccia che mi smonta completamente.
Ragazzi, era una settimana che non mi facevo manco una pugnetta, fisicamente è una bella figa, ma nel basso ventre nessuno aveva avvisato il mio amico che eravamo ad una festa.
Lei va subito in bagno, io le spiego che sono appena uscito dalla doccia e inizio a spogliarmi.
Ritorna e le dico “Quindi cosa facciamo?”. Lei di spalle, si gira di scatto “te l'ho già detto al telefono, no? Mi dai 50. Anzi se vuoi mi dai 1.000” (e sono due!!). “ahahah, se ti do 1.000 però mi devi dare il resto di 950”. Non ride. Col senno di poi avrei dovuto almeno chiederle cosa avrebbe fatto con 1000 euro.
Vengo da fuori e ho le mani fredde, me le scaldo sfregandomele, la tocco e si ritrae. Mi scuso, me le scaldo di nuovo e la ritocco. Non si ritrae ma è come se le avessi infilato uno spillo nel costato e lei stoicamente stesse resistendo.
Il mio amico laggiù capisce che siamo ad una festa. Ma è una festa di merda.
Mi metto giù, mi sale su (sempre con la sottoveste addosso) e inizia a leccarmi i capezzoli. Non male. Immediatamente vedo nella sua mano destra la confezione del condom. Dai capezzoli, alla pancia, al basso ventre il percorso dura tra i 4 e i 5 secondi. Capisco subito cosa sta per fare all'amico (che si stava svegliando, ma ce n'era da fare per metterlo in forze...) e la blocco facendoglielo notare. Mi alzo, la giro e lei si fa mettere sotto con la partecipazione di un paziente che deve fare una TAC. Tiene stretto il profilattico nella mano come Gollum con l'Anello. Le dico “puoi anche lasciarlo un attimo, tranquilla che non lo facciamo mica senza!”. Le farfuglia che non vuole perderlo che poi ci mette tempo a ritrovarlo. “Si? E cosa devi fare lanciarlo dalla finestra?”. Tutto continua a volgere verso il peggio.
Però ovviamente decido di provarci.
“ma questo coso (la sottoveste), non si può togliere?”.”Ecco facciamo così” che fa? Se lo abbassa dalle spalle, scopre il seno ma le rimane tra le tette e l'ombelico.
La guardo con un misto di incredulità e rassegnazione.
La bacio sul collo, poi sulla guancia (“non in faccia”). “Posso darti un bacio vero?” Chiude le labbra e mi dà un bacetto sulle mie. Cerco ostinatamente di perseguire la strada della dolcezza e della delicatezza. Rifaccio il giro di prima e riprovo un FK che graniticamente nega. Penso: vabbè questo ci può stare, anche se per i miei gusti è una grave mancanza.
La faccio mettere pancia in giù (“cosa vuoi fare?”) e provo a farle un massaggio.
“ma non si può proprio togliere sta cazzo di sottoveste??”.”Si ecco!!!” e con la grazia e la dolcezza dell'acido muriatico mi fa questa concessione.
Come la tocco fa un salto come se l'avessi colpita con un taser! Ehlamadonna!! (“mani fredde”).
Mi dedico al buco del culo, molto ben fatto, le do un morsetto leggerissimo sulle natiche e salta un'altra volta (“dà fastidio la barba”).
Scendo giù per le gambe, le prendo i piedi e li scalcia (“solletico”).
Sconsolato, mi rimetto nella posizione originaria. Contentissima mi infila il goldone e inizia un BJ che obiettivamente non è male. Poca mano, qualche affondo, molto delicato. Però è sempre allo stesso ritmo, mai una variazione sul tema.
C'è ben poco da fare. Sono in tiro al minimo sindacale. Si è allungato, ma il vigore dell'eccitazione non c'è. Lei continua, io le sposto i capelli per guardarla e mi salgono tristezza e compassione. Scusatemi l'insensibilità, ma tristezza e compassione sono per me.
Dopo un po' “ma perché non ne vuol sapere?”. “perché non è così che mi piace”. Vorrei dirle che non c'è nulla di erotico ed eccitante in quello che stiamo facendo e nel modo in cui lo stiamo facendo. Che è puro esercizio fisico e che se per molti può essere sufficiente, per me non lo è. Sto come un tronco inibito dal toccarla (freddo, solletico, barba) o dal prendere una qualsiasi iniziativa (effetto Tac). “appena ti tocco, poi, salti in aria...”. “ma io che ne so cosa ti piace?? Puoi toccarmi!”. Che bello sarebbe stato se queste parole fossero state dette con un minimo di dolcezza o accondiscendente partecipazione. Invece il tono era molto simile a un “ma che cazzo vuoi??”. E quindi non ho ribattuto nulla. Si è rimessa al lavoro e ho iniziato a tastarle il seno, sempre come se stessi facendo una visita medica. Com'è come non è un po' di effetto l'ha fatto. Quando se n'è accorta mi ha proposto il trombo. Lei sotto, io sopra e via andare. Mi si avvinghia subito al collo abbracciandomi. La posa sarebbe da innamorati, ma poi ho capito il perché (poi ve lo dico). Dopo un po' la slaccio, mi tiro sulle braccia e continuo a pompare. Le metto le gambe sulle mie spalle e devo dire che rispetto alle altre trombate la sensazione fisica è migliore, ma la totale assenza di eros mi pesa come una cartella di equitalia.
La guardo in faccia e ha gli occhi chiusi e l'espressione zen di chi sta solo aspettando che finisca. Temevo avrebbe iniziato a fingere, almeno ha la decenza di starsene zitta.
Realizzo in quel momento che dall'inizio del tutto non mi ha mai guardato in faccia (dal pompino non ha mai alzato lo sguardo, con la missionaria si è subito avvinghiata e ora occhi chiusi), inoltre sento come assordante la totale assenza di rumori. Ai miei occhi tutto molto, troppo squallido.
L'effetto sul compare non tarda ad arrivare.
Le chiedo di mettersi sopra. Acconsente con l'ormai consueta verve, lamentandosi che è poco in tiro e quindi non ci riuscirà. Insisto e obtorto collo esegue. Gira la testa dall'altra parte, provo a baciarle il seno ma non fa nulla per agevolarmi.
Mi ha rotto i coglioni. “Scendi e finisci di mano, che è meglio”. “ma io non capisco, tu sai perché non hai voglia”. Con gli occhi larghi come due fessure penso, ma non dico, che ha ragione, non capisce. Non capisce un cazzo.
Tira via il goldone, va di mano, le faccio mettere i suoi piedi vicino al mio viso e dopo un po' vengo.
30 miunti door to door (lo vedrò con certezza matematica dall'orario dell'ultima telefonata a quando riprendo il telefono in mano dopo essere uscito da casa). Si e no 15 minuti d'azione in totale.
Capitolo 4: Uscita di scena
si fionda subito in bagno e mi dà un rotolone con cui pulirmi il ventre. Le chiedo l'uso del bidet che viene concesso. Il tempo di lavarmi e la ritrovo in un pigiamone antisesso e calze di spugna che neanche mia nonna. Mentre mi rivesto abbozzo una qualche conversazione e lì scopro età e nazionalità. Le chiedo come si trova qui, “benino, ma mi manca il mio paese e i miei amici”. “e perché non ci torni”. “devo prima finire (…) e poi torno subito”. Non posso che augurarle di tornarsene a casa il prima possibile. Paradossalmente come inizia a parlare di queste cose prende subito più colore e diventa più socievole. A saperlo mi sarei presentato in casa con la maglietta di Mutu!
Faccio per andarmene ed entrando nell'altra stanza sento l'aria consumatissima dai fornelli che in tutto quel tempo erano rimasti accesi (in camera avevamo uno di quegli aggeggi che emanano aria calda). Le dico che è pericolosissimo, che si consuma l'ossigeno e un sacco di gente è morta addormentandosi in quelle condizioni. Lei ride e io dico che non scherzo affatto. Mi fa notare che lei sente tutto, anche con i tappi nelle orecchie. E che cazzo c'entra, di grazia?? ti sto dicendo che rischi la sonnolenza, ti addormenti e non ti risvegli, mica che il gas fa rumore!! “ma ho freddo”.”copriti con le coperte!”. “ma no tranquillo, non c'è problema, va bene così”. “come vuoi, io te l'ho detto”. Massì, ma vaffanculo ammazzati.
Mesto torno alla macchina. Inizio subito a rimuginare su tutto e tristemente svuotato (non tanto nelle palle, quanto nell'animo) me ne torno verso casa. Sovrappensiero all'entrata della statale ho pure sbagliato entrata e sono andato in direzione Ravenna (ma che cazzo...).
Capitolo 5: Morale e considerazioni
Quando le cose vanno male, le concause sono diverse e intersecandosi tra loro creano la miscela esplosiva che, detonata, dà luogo all'esplosione.
È onesto da parte mia dire che lei è un missile? Sono sincero, non lo so. Non lo so perché a) sono un punter inesperto e quello che ho vissuto potrebbe essere la normalità, nel senso che le mie aspettative e il mio modo di intendere il sesso potrebbero essere troppo divergenti dal menu standard di una pay; b) potrebbe aver avuto una giornata molto storta; c) il mio non essere totalmente sereno inevitabilmente può aver influito; d) bisognerebbe sempre sentire l'altra campana.
Non lo so ragazzi, ammetto che sarei molto curioso di conoscere in futuro l'esperienza di qualcun altro.
Ma per quanto riguarda me stesso alcune considerazioni vorrei condividerle.
Sono convinto che il mio errore più grande in questa vicenda sia stato di inesperienza. Ho pensato di poter giocare il mio solito gioco di fino su un campo disastrato e con l'avversario che ti entra a gamba tesa. Capita l'antifona, avrei dovuto essere io ad adattarmi all'avversario. Hai voglia a fare le doppie finte e i palleggi di tacco. Quello ti travolge e ti spezza una gamba, pure se l'arbitro ti fischia il fallo a favore.
Le premesse per una bella partita c'erano tutte. È finita con uno schifo di 0-0. Lei ottiene il punticino (50 per la precisione) che voleva. Io giocavo per vincere e divertirmi e il punticino muove appena la classifica, ma di fatto è una mezza sconfitta.
Nella teoria dei giochi di Nash ho del tutto cannato il primo bivio: la controparte è partecipativa e coinvolta? Ho fatto tutto (fin quando non mi sono rotto i coglioni) come se la risposta a questa domanda fosse stata SI. E invece era NO ed era chiaro da subito. E allora o non giochi e te ne vai (però intanto i 50 li avevo mollati) oppure ti metti al suo livello e giochi come lei, quindi te ne fotti, non stai attento alle sue esigenze e pensi solo alle tue. Ma non è questo il mio modo di giocare e di stare al mondo.
Ho un profondo (e sincero, credetemi) rispetto per chi fa questo mestiere, che io non sarei assolutamente in grado di fare. Nel rapportarmi con una prostituta ho molto ben presente che nessuna sogna da bambina di fare questo nella vita e quindi il mio modo di pormi è estremamente attento. Non mi aspetto di far godere una pay (tema di un thread del forum) ma cerco con tutto me stesso di essere il più possibile pulito, educato, sorridente e cerco di fare il possibile affinché l'altra persona possa avere un buon ricordo di me. Manco con le free sto così attento!!
Ma proprio per questo massimo rispetto, tale per cui non considero queste donne come se fossero a noleggio, ma delle vere e proprie professioniste, onestamente mi incazzo se il loro comportamento non è professionale. Se devo dare 50 euro in beneficenza, so bene a chi darli. Mi piacerebbe, e cercherò con insistenza, non chi mi sta cedendo il buco che hai in mezzo alle gambe per una ventina di minuti, ma chi vuol provare a vendermi benessere. È retorica? lo so e so perfettamente che c'è chi lavora bene e chi no. Però dopo aver letto tante esperienze altrui, trovarmici io in una situazione così frustrante (chi io? Ma io le donne le tratto come dei fiori di campo. È impossibile che non capiscano e non ricambino queste attenzioni) è molto deludente.
Scusate lo sfogo.
Il concetto stesso di esperienza prevede che le bastonate nei denti uno debba prendersele. E regolarsi di conseguenza in futuro.
E comunque sempre fedele alla mia regola: meglio una delusione che non un rimpianto.
NOME INSERZIONISTA: Andra
RIFERIMENTO INTERNET: http://rimini.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/new-new-se-vuoi-pe2d76093664
CITTA DELL'INCONTRO: San Mauro a mare
NAZIONALITA': Rumena
ETA': 25
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: SI, però con un'iniezione dopante di photoshop. Diciamo che in foto è figa 9, dal vivo è figa 7
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): boh
SERVIZI USUFRUITI: BJ, RAI1
COMPENSO RICHIESTO: 50
COMPENSO CONCORDATO: 50
DURATA DELL'INCONTRO: 30' door to door. 15' si è no di azione
DESCRIZIONE FISICA: circa 1.70, rossa liscia, snella, bel viso
ATTITUDINE: Fredda, distante, apatica. Triste
REPERIBILITA': buona
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: SI, ultimo piano senza ascensore
INDEX RICERCHE (numero telefonico nel formato 1234567xx): 38899309xx
LA MIA RECENSIONE:
Prologo: Quando sbagliamo qualcosa, ci proviamo ancora, e poi ancora e ancora e ancora, finché non la facciamo nel modo giusto. Non siamo eroi, facciamo solo il nostro mestiere. Io non ho fallito: ho scoperto cento modi che non funzionano (Aldo Rock, Deejay Chiama Italia).
Cari amici Punter, l'incontro in questione si è svolto qualche giorno fa, ma nonostante la voglia di scriverne subito, ho deciso di aspettare per far sedimentare le mie emozioni.
Sento il bisogno di fare una premessa. Quando le cose vanno molto male, non è mai colpa di un solo elemento. Questa è una regola anche banale che però, quando si tratta di fare autocritica, molto spesso si tende a dimenticare. È colpa degli altri, sempre. Non capiscono niente o non fanno le cose come andrebbero fatte. Perché dico questo: perché nell'anonimato della rete la tentazione di spalare merda su un'altra persona e magari bollarla come “missile” perché i trenta minuti della vita che abbiamo condiviso assieme sono stati di un'inutilità cosmica, è molto forte. Ma a me questo modo di fare fa orrore. Non parlo di PF, penso soprattutto al modo in cui un moltissimi si rapportano ai blog e ai commenti negli articoli dei vari siti. Cercherò con la massima attenzione possibile di controllare bene se c'è una trave nel mio occhio. Inevitabilmente, questa è la mia storia.
Capitolo 1: il contesto e le aspettative
Vi dico la verità. Non è il miglior periodo della mia vita. Non c'è nulla di irrimediabile, ma ci sono diverse preoccupazioni, un abbondante stress e diverse persone che mi circondano che non mi deludono neanche più, ormai sono certezze.
Tutto questo ha degli effetti negativi anche sulla mia libido. Strano, ma forse solo fino ad un certo punto, che il tutto coincida con il mio debutto nel mondo pay. Ragionando: 1) mi ci son buttato anche per dare una sferzata a questa situazione, della serie proviamole tutte; 2) concependo la sfera erotica in maniera molto cerebrale, la realizzazione pratica spesso non può che essere deludente rispetto al film che ti eri fatto in testa; questa cosa la so non da ora ed è il motivo per cui ho sempre rifuggito le scopate che consistono unicamente nell'infilare un pene in una vagina. A me i film porno non mi eccitano. Mi mandano fuori di testa quelli erotici (tipo Luna di fiele).
Visto l'abbassamento della libido, visto che da sempre sono lungo a venire (fighissimo quando hai tutta la notte con una free che vuol divertirsi, molto meno indicato con una pay con il cronometro), visto che alla mia mano destra non ho mai saputo dir di no, dopo l'ultima esperienza della settimana prima (recensita) avevo deciso che fino all'incontro successivo non mi sarei masturbato (“Si Mano, dobbiamo farlo. No Mano, non è così, no asp... aspe... aspetta... Lo sai che sei sempre la mia preferita, ma dobbiamo stare lontani per un po', per capire se la nostra relazione ha un influenza negativa sugli incontri con le girls. Dai non fare così, ti voglio bene, come lo fai tu non lo fa nessuna. Ti prometto che ci rivedremo presto”).
Ora cari colleghi, i primi 2-3 giorni, complice il ridotto appetito sessuale, tutto sommato sono passati. Ma i 2 giorni prima di incontrare Andra, praticamente me lo dovevo sbattere contro lo stipite della porta per tenerlo a bada! Il giorno dell'incontro mi sono svegliato col pensiero fisso, ho lavorato tutto il giorno pensando solo a quello, la collega figa l'ho evitata come la peste per evitare di saltarle addosso. Insomma: ero carico a bestia!
Capitolo 2: il contatto
nonostante mi sia segnato un po' di numeri pay da contattare, girando sulla bakeca vedo quest'annuncio a San Mauro e queste foto che subito mi piacciono un casino. Temo il fake e cerco su PF, ma niente. Cerco un po' in rete e da qualche parte leggo che le foto sono reali.
Nonostante il mio noviziato dovrebbero consigliarmi maggior cautela, decido di rischiare, un po' per dare un contributo nuovo alla community che tanto adoro, un po' per sperimentare una tipa scevro da qualsiasi condizionamento.
La chiamo sapendo che potrò andare da lei solo dopo un paio di giorni, intanto volevo tastare il terreno. Al telefono devo dire che la trovo abbastanza simpatica. Mi presento col mio nome e le chiedo il menu di base che viene offerto a 50 (“ma se vuoi possiamo fare anche 1.000”). Un po' per scherzare, un po' per carpire la sua reazione le dico “ma non è che sei una di quelle che mette fretta? Vorrei fare una cosa fatta bene”. Attimo di tentennamento. “magari sono brava e ti faccio venire in 5 minuti”. Attimo di panico. “ahahah, se mi dici così mi si ammoscia subito!”. Comunque, dopo averle chiesto la disponibilità di lì a due giorni, rimaniamo che la richiamo (dice che fa tutti i giorni 10-24). “un'ultima domanda; ma le foto sono proprio le tue?”. “Si, però le ha fatte il fotografo è un po' di photoshop c'è. Però dicono che dal vivo sono anche meglio”. “ma i capelli rossi ce li hai ancora?”.”si, si”.
Vado a dormire e la mia Mano ce l'ha a morte con me.
Arriva il T-Day.
Finisco di lavorare, vado a casa e la chiamo. Mi ripresento e le dico che ci eravamo sentiti due giorni prima. Con tono scoglionato “ah si? Chi si ricorda...”. Ottimo. La prossima volta che una già al telefono mi risponde scazzata, giuro che metto giù e la depenno a prescindere, e già una volta l'ho fatto.
Fatto sta che questo tono mi ha messo in allarme e ha repentinamente abbassato le mie aspettative da “Una notte da leoni” a “io speriamo che me la c(hi)avo”
Comunque ormai il treno era lanciato (“hey, ma io lì in lontananza vedo un macigno sulle rotaie”.”Ma no gufo! Vai, vai tranquillo!”).
Ci accordiamo per l'orario (“chiamami 20 minuti prima di arrivare”) e vado con i preparativi. Doccia (ma sì, facciamo con il docciaschiuma buono e non quello dei barboni...), denti, collutorio e rasoio dove ritengo che serva, ma la barba oggi me la lascio.
All'altezza dell'Italia in miniatura la richiamo e mi dà le coordinate esatte.
20 minuti dopo, ultima chiamata, mi apre il portone, mi faccio le scale ed apre la porta.
Capitolo 3: Contatto
Apre la porta e resta dietro finché non sono dentro. Il bilocale è scarno, poco illuminato, grigio.
Lei ha addosso solo una sottoveste e una paio di scarpe con tacchi non esagerati, che toglierà 15 secondi dopo il mio arrivo.
La casa è freddina, mi giro e vedo che sulla cucina ci sono i fornelli accesi al massimo ma senza pentole sopra. “ahahah, ma quello è il riscaldamento?”.”Si, fa freddo, è un appartamento freddo”.”ahh, azz.....
Allora, fisicamente è molto carina. Rispetto alle foto, che la addolciscono ma le danno contemporaneamente un tono piccante, è meno intrigante, se vogliamo è un po' più spigolosa. Capelli rossi tinti lisci alle scapole. Alta diciamo sull'1,70 (ma non ci giurerei) e facciamo una 2°/3° di seno naturale (da sdraiata il seno le si spalma inconfondibilmente sul petto). Belle gambe e addome snello. Insomma, fisicamente una che fuori da lì mi tromberei senza dubbi.
L'atteggiamento è da subito glaciale.
Finalmente mi dice il suo nome (perché gliel'ho chiesto io) e ci dirigiamo immediatamente in camera.
Zero social. Zero.
Al di là delle parole non dette, è proprio nella mimica facciale e nel modo di fare che mi è antipatica.
Io cerco di fare qualche battutina per sciogliere la situazione, ma lei al massimo, ma proprio al massimo!, si stampa un sorrisino finto in faccia che mi smonta completamente.
Ragazzi, era una settimana che non mi facevo manco una pugnetta, fisicamente è una bella figa, ma nel basso ventre nessuno aveva avvisato il mio amico che eravamo ad una festa.
Lei va subito in bagno, io le spiego che sono appena uscito dalla doccia e inizio a spogliarmi.
Ritorna e le dico “Quindi cosa facciamo?”. Lei di spalle, si gira di scatto “te l'ho già detto al telefono, no? Mi dai 50. Anzi se vuoi mi dai 1.000” (e sono due!!). “ahahah, se ti do 1.000 però mi devi dare il resto di 950”. Non ride. Col senno di poi avrei dovuto almeno chiederle cosa avrebbe fatto con 1000 euro.
Vengo da fuori e ho le mani fredde, me le scaldo sfregandomele, la tocco e si ritrae. Mi scuso, me le scaldo di nuovo e la ritocco. Non si ritrae ma è come se le avessi infilato uno spillo nel costato e lei stoicamente stesse resistendo.
Il mio amico laggiù capisce che siamo ad una festa. Ma è una festa di merda.
Mi metto giù, mi sale su (sempre con la sottoveste addosso) e inizia a leccarmi i capezzoli. Non male. Immediatamente vedo nella sua mano destra la confezione del condom. Dai capezzoli, alla pancia, al basso ventre il percorso dura tra i 4 e i 5 secondi. Capisco subito cosa sta per fare all'amico (che si stava svegliando, ma ce n'era da fare per metterlo in forze...) e la blocco facendoglielo notare. Mi alzo, la giro e lei si fa mettere sotto con la partecipazione di un paziente che deve fare una TAC. Tiene stretto il profilattico nella mano come Gollum con l'Anello. Le dico “puoi anche lasciarlo un attimo, tranquilla che non lo facciamo mica senza!”. Le farfuglia che non vuole perderlo che poi ci mette tempo a ritrovarlo. “Si? E cosa devi fare lanciarlo dalla finestra?”. Tutto continua a volgere verso il peggio.
Però ovviamente decido di provarci.
“ma questo coso (la sottoveste), non si può togliere?”.”Ecco facciamo così” che fa? Se lo abbassa dalle spalle, scopre il seno ma le rimane tra le tette e l'ombelico.
La guardo con un misto di incredulità e rassegnazione.
La bacio sul collo, poi sulla guancia (“non in faccia”). “Posso darti un bacio vero?” Chiude le labbra e mi dà un bacetto sulle mie. Cerco ostinatamente di perseguire la strada della dolcezza e della delicatezza. Rifaccio il giro di prima e riprovo un FK che graniticamente nega. Penso: vabbè questo ci può stare, anche se per i miei gusti è una grave mancanza.
La faccio mettere pancia in giù (“cosa vuoi fare?”) e provo a farle un massaggio.
“ma non si può proprio togliere sta cazzo di sottoveste??”.”Si ecco!!!” e con la grazia e la dolcezza dell'acido muriatico mi fa questa concessione.
Come la tocco fa un salto come se l'avessi colpita con un taser! Ehlamadonna!! (“mani fredde”).
Mi dedico al buco del culo, molto ben fatto, le do un morsetto leggerissimo sulle natiche e salta un'altra volta (“dà fastidio la barba”).
Scendo giù per le gambe, le prendo i piedi e li scalcia (“solletico”).
Sconsolato, mi rimetto nella posizione originaria. Contentissima mi infila il goldone e inizia un BJ che obiettivamente non è male. Poca mano, qualche affondo, molto delicato. Però è sempre allo stesso ritmo, mai una variazione sul tema.
C'è ben poco da fare. Sono in tiro al minimo sindacale. Si è allungato, ma il vigore dell'eccitazione non c'è. Lei continua, io le sposto i capelli per guardarla e mi salgono tristezza e compassione. Scusatemi l'insensibilità, ma tristezza e compassione sono per me.
Dopo un po' “ma perché non ne vuol sapere?”. “perché non è così che mi piace”. Vorrei dirle che non c'è nulla di erotico ed eccitante in quello che stiamo facendo e nel modo in cui lo stiamo facendo. Che è puro esercizio fisico e che se per molti può essere sufficiente, per me non lo è. Sto come un tronco inibito dal toccarla (freddo, solletico, barba) o dal prendere una qualsiasi iniziativa (effetto Tac). “appena ti tocco, poi, salti in aria...”. “ma io che ne so cosa ti piace?? Puoi toccarmi!”. Che bello sarebbe stato se queste parole fossero state dette con un minimo di dolcezza o accondiscendente partecipazione. Invece il tono era molto simile a un “ma che cazzo vuoi??”. E quindi non ho ribattuto nulla. Si è rimessa al lavoro e ho iniziato a tastarle il seno, sempre come se stessi facendo una visita medica. Com'è come non è un po' di effetto l'ha fatto. Quando se n'è accorta mi ha proposto il trombo. Lei sotto, io sopra e via andare. Mi si avvinghia subito al collo abbracciandomi. La posa sarebbe da innamorati, ma poi ho capito il perché (poi ve lo dico). Dopo un po' la slaccio, mi tiro sulle braccia e continuo a pompare. Le metto le gambe sulle mie spalle e devo dire che rispetto alle altre trombate la sensazione fisica è migliore, ma la totale assenza di eros mi pesa come una cartella di equitalia.
La guardo in faccia e ha gli occhi chiusi e l'espressione zen di chi sta solo aspettando che finisca. Temevo avrebbe iniziato a fingere, almeno ha la decenza di starsene zitta.
Realizzo in quel momento che dall'inizio del tutto non mi ha mai guardato in faccia (dal pompino non ha mai alzato lo sguardo, con la missionaria si è subito avvinghiata e ora occhi chiusi), inoltre sento come assordante la totale assenza di rumori. Ai miei occhi tutto molto, troppo squallido.
L'effetto sul compare non tarda ad arrivare.
Le chiedo di mettersi sopra. Acconsente con l'ormai consueta verve, lamentandosi che è poco in tiro e quindi non ci riuscirà. Insisto e obtorto collo esegue. Gira la testa dall'altra parte, provo a baciarle il seno ma non fa nulla per agevolarmi.
Mi ha rotto i coglioni. “Scendi e finisci di mano, che è meglio”. “ma io non capisco, tu sai perché non hai voglia”. Con gli occhi larghi come due fessure penso, ma non dico, che ha ragione, non capisce. Non capisce un cazzo.
Tira via il goldone, va di mano, le faccio mettere i suoi piedi vicino al mio viso e dopo un po' vengo.
30 miunti door to door (lo vedrò con certezza matematica dall'orario dell'ultima telefonata a quando riprendo il telefono in mano dopo essere uscito da casa). Si e no 15 minuti d'azione in totale.
Capitolo 4: Uscita di scena
si fionda subito in bagno e mi dà un rotolone con cui pulirmi il ventre. Le chiedo l'uso del bidet che viene concesso. Il tempo di lavarmi e la ritrovo in un pigiamone antisesso e calze di spugna che neanche mia nonna. Mentre mi rivesto abbozzo una qualche conversazione e lì scopro età e nazionalità. Le chiedo come si trova qui, “benino, ma mi manca il mio paese e i miei amici”. “e perché non ci torni”. “devo prima finire (…) e poi torno subito”. Non posso che augurarle di tornarsene a casa il prima possibile. Paradossalmente come inizia a parlare di queste cose prende subito più colore e diventa più socievole. A saperlo mi sarei presentato in casa con la maglietta di Mutu!
Faccio per andarmene ed entrando nell'altra stanza sento l'aria consumatissima dai fornelli che in tutto quel tempo erano rimasti accesi (in camera avevamo uno di quegli aggeggi che emanano aria calda). Le dico che è pericolosissimo, che si consuma l'ossigeno e un sacco di gente è morta addormentandosi in quelle condizioni. Lei ride e io dico che non scherzo affatto. Mi fa notare che lei sente tutto, anche con i tappi nelle orecchie. E che cazzo c'entra, di grazia?? ti sto dicendo che rischi la sonnolenza, ti addormenti e non ti risvegli, mica che il gas fa rumore!! “ma ho freddo”.”copriti con le coperte!”. “ma no tranquillo, non c'è problema, va bene così”. “come vuoi, io te l'ho detto”. Massì, ma vaffanculo ammazzati.
Mesto torno alla macchina. Inizio subito a rimuginare su tutto e tristemente svuotato (non tanto nelle palle, quanto nell'animo) me ne torno verso casa. Sovrappensiero all'entrata della statale ho pure sbagliato entrata e sono andato in direzione Ravenna (ma che cazzo...).
Capitolo 5: Morale e considerazioni
Quando le cose vanno male, le concause sono diverse e intersecandosi tra loro creano la miscela esplosiva che, detonata, dà luogo all'esplosione.
È onesto da parte mia dire che lei è un missile? Sono sincero, non lo so. Non lo so perché a) sono un punter inesperto e quello che ho vissuto potrebbe essere la normalità, nel senso che le mie aspettative e il mio modo di intendere il sesso potrebbero essere troppo divergenti dal menu standard di una pay; b) potrebbe aver avuto una giornata molto storta; c) il mio non essere totalmente sereno inevitabilmente può aver influito; d) bisognerebbe sempre sentire l'altra campana.
Non lo so ragazzi, ammetto che sarei molto curioso di conoscere in futuro l'esperienza di qualcun altro.
Ma per quanto riguarda me stesso alcune considerazioni vorrei condividerle.
Sono convinto che il mio errore più grande in questa vicenda sia stato di inesperienza. Ho pensato di poter giocare il mio solito gioco di fino su un campo disastrato e con l'avversario che ti entra a gamba tesa. Capita l'antifona, avrei dovuto essere io ad adattarmi all'avversario. Hai voglia a fare le doppie finte e i palleggi di tacco. Quello ti travolge e ti spezza una gamba, pure se l'arbitro ti fischia il fallo a favore.
Le premesse per una bella partita c'erano tutte. È finita con uno schifo di 0-0. Lei ottiene il punticino (50 per la precisione) che voleva. Io giocavo per vincere e divertirmi e il punticino muove appena la classifica, ma di fatto è una mezza sconfitta.
Nella teoria dei giochi di Nash ho del tutto cannato il primo bivio: la controparte è partecipativa e coinvolta? Ho fatto tutto (fin quando non mi sono rotto i coglioni) come se la risposta a questa domanda fosse stata SI. E invece era NO ed era chiaro da subito. E allora o non giochi e te ne vai (però intanto i 50 li avevo mollati) oppure ti metti al suo livello e giochi come lei, quindi te ne fotti, non stai attento alle sue esigenze e pensi solo alle tue. Ma non è questo il mio modo di giocare e di stare al mondo.
Ho un profondo (e sincero, credetemi) rispetto per chi fa questo mestiere, che io non sarei assolutamente in grado di fare. Nel rapportarmi con una prostituta ho molto ben presente che nessuna sogna da bambina di fare questo nella vita e quindi il mio modo di pormi è estremamente attento. Non mi aspetto di far godere una pay (tema di un thread del forum) ma cerco con tutto me stesso di essere il più possibile pulito, educato, sorridente e cerco di fare il possibile affinché l'altra persona possa avere un buon ricordo di me. Manco con le free sto così attento!!
Ma proprio per questo massimo rispetto, tale per cui non considero queste donne come se fossero a noleggio, ma delle vere e proprie professioniste, onestamente mi incazzo se il loro comportamento non è professionale. Se devo dare 50 euro in beneficenza, so bene a chi darli. Mi piacerebbe, e cercherò con insistenza, non chi mi sta cedendo il buco che hai in mezzo alle gambe per una ventina di minuti, ma chi vuol provare a vendermi benessere. È retorica? lo so e so perfettamente che c'è chi lavora bene e chi no. Però dopo aver letto tante esperienze altrui, trovarmici io in una situazione così frustrante (chi io? Ma io le donne le tratto come dei fiori di campo. È impossibile che non capiscano e non ricambino queste attenzioni) è molto deludente.
Scusate lo sfogo.
Il concetto stesso di esperienza prevede che le bastonate nei denti uno debba prendersele. E regolarsi di conseguenza in futuro.
E comunque sempre fedele alla mia regola: meglio una delusione che non un rimpianto.