RIETI - Alcuni erano prossimi al matrimonio, altri felicemente sposati, altri ancora persone insospettabili, mentre per qualcuno si trattava soltanto di un gioco particolare, con conseguenze,...
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RIETI - Alcuni erano prossimi al matrimonio, altri felicemente sposati, altri ancora persone insospettabili, mentre per qualcuno si trattava soltanto di un gioco particolare, con conseguenze, però, ben diverse da quanto previsto.
La domanda
Era estremamente variegato e numeroso il ventaglio delle vittime dell’estorsione aggravata e continuata, con modalità riconducibili alla “sextortion”, messa in atto dal peruviano di 22 anni, arrestato. Giovani, ma anche di mezza età, molto raramente persone anziane. In alcuni casi i soggetti ricattati avevano sborsato anche somme superiori ai 15mila euro sotto la spada di Damocle dalla paura che coniugi o familiari venissero a conoscenza del loro intrattenimento online a luci rosse. Erano loro le vittime del 22enne peruviano, che lo scorso febbraio era stato arrestato dai carabinieri dell’aliquota operativa della compagnia di Cittaducale, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Le accuse
Lo straniero minacciava i suoi interlocutori - per lo più persone in condizioni di vulnerabilità o di presunta solitudine - per ottenere denaro, anche ponendo in essere ricatti sessuali con minaccia di diffusione di video e chat. Le sue vittime erano tutti uomini che, attraverso un sito online, avevano richiesto di incontrare delle escort, localizzate nella Capitale. Il modo di agire era sempre lo stesso: dopo un primo contatto telefonico, le vittime venivano invitate a effettuare ricariche di alcune carte prepagate, dell’importo medio di circa 100 euro, per poi ricevere una serie di messaggi da un numero straniero, il cui utilizzatore si presentava come Torres, “capo dei sicari”.
L’arrestato, con la minaccia di rendere pubblica la ricerca dell’escort effettuata, in cambio del suo silenzio, chiedeva denaro e, dichiarando di essere affiliato a clan mafiosi, minacciava di far del male all’interessato e ai suoi familiari. Diverse le persone di Rieti e di Cittaducale finite nella rete, ma anche di altre zone d’Italia. Lo scambio di sms nonché immagini e chat pertinenti al tenore del contatto con le escort erano divenute la preziosa merce di ricatto del peruviano che, oltre a intimorire le vittime, in quanto “capo dei sicari”, minacciava la diffusione di altro materiale ai partners dei ricattati o ai loro familiari. È a questo punto che la vergogna e la paura venivano a galla e gli interlocutori del peruviano non esitavano a ricaricare la card da questo fornita con somme di denaro proporzionate al peso hot del ricatto. Alcuni avevano versato diverse centinaia di euro, altri migliaia di euro mentre alcuni somme di denaro molto consistenti: soldi che finivano sulla carta. Il peruviano pretendeva di essere chiamato e, una volta contattato, esigeva l’immediato accredito di circa 1.000 euro su una prepagata di cui forniva il numero. Così le vittime, spaventate per la propria incolumità e per i familiari, effettuavano il pagamento richiesto. Un reatino, ad esempio, nonostante avesse effettuato due pagamenti per un importo totale di quasi 2.000 euro, aveva ricevuto ulteriori messaggi e telefonate con la richiesta di provvedere a un terzo versamento di 5.000 euro.