Buongiorno, il tema è decisamente complesso.
Concordo sul fatto che la questione vada spostata sul ruolo del tutore del minore, ma poter intervenire sia sui siti che sugli ISP (cioè i fornitori di accesso alla rete) è di sicuro uno dei modi più diretti per applicare queste restrizioni. Non è niente di nuovo: in diversi Paesi, soprattutto quelli che hanno fatto la storia di internet come gli USA, queste misure esistono da anni. Lì si muovono i colossi del porno che con i miliardi che fanno girare hanno voce in capitolo e infatti tra governi, lobby e tribunali è un continuo tira e molla: si blocca, si denuncia, si sblocca, e si ricomincia da capo senza una direzione chiara né obiettivi concreti. Il punto è che il problema non è tanto nei gestori, ma nel livello culturale di chi usa la rete. Come ha fatto notare
@zioclaudio, chi vuole accedere a certi contenuti lo fa comunque, blocco o non blocco.
Arrivando al punto, il cuore della questione è la certificazione dell’età.
Solo dell’età, nient’altro. Serve quindi un ente che la garantisca. Il più ovvio? Lo SPID. E qui partono già i malumori, perché molti lo associano a Stato, Anagrafe, Inps, Inail e via dicendo. Ma in realtà SPID è solo un sistema di riconoscimento "riconosciuto", motivo per cui viene usato dalla Pubblica Amministrazione. I dati restano a SPID, che li fornisce solo su richiesta, con le dovute informative. Nei siti per adulti invece, non passerebbe l’identità, ma solo il dato “ha più o meno di 18 anni”. Tutto qui.
Lo stesso decreto Caivano indica SPID come lo strumento più efficiente, ma non l’unico: ci sono alternative come Yoti, Persona o Sumsub, già usate dalle banche per aprire conti online. Anche in quel caso, l’unico dato che passa è la conferma dell’età, niente di più.
A questo punto l’utenza si dividerà, inevitabilmente, in tre gruppi: chi capirà che non ci sono rischi reali per la privacy (almeno non più di quelli che già esistono), chi cercherà comunque di aggirare la verifica e i soliti complottisti che daranno la colpa a Stato e gestori.
Per quanto riguarda i sistemi alternativi, dovranno comunque essere riconosciuti ufficialmente. E dubito fortemente che un software gratuito possa essere una vera soluzione, anche perché ogni verifica di età ha un costo per il sito che la implementa.
Questo, in sintesi, è il quadro.
E noi? Beh, di certo non ci spaventiamo. Ci viene chiesto di adeguarci e lo faremo, con la solita professionalità, cercando di trovare la soluzione più leggera possibile per tutti. Va detto che il 90% di punterforum ruota intorno ai testi e solo in parte alle immagini, quindi l’impatto sarà limitato. La vedo più dura per i portali di annunci, i siti porno, quelli di scommesse e diciamolo anche per piattaforme come IG, FB, Reddit, Discord, Telegram o X, dove circola davvero di tutto senza alcun controllo.