Colleghi, voi come vi siete trovati col mangiare? Mai avuto problemi intestinali? E fate molta attenzione quando dovete prendere qualcosa o non ci fate proprio caso?
E' fondamentale avere in ordine il proprio sistema immunitario che durante la gitarella pattyana farà molte nuove conoscenze microbiologiche e verrà messo a dura prova. So che è un consiglio da bisnonno che fa la fine di molti buoni propositi ma, se non si è proprio degli aitanti ventenni, è bene non farsi mancare attività fisica, sonno e cibo vario e di qualità, poco stress e riduzione di alcool e fumo.
Molti faranghi s’ammalano poco dopo essere arrivati. In genere l’entusiasmo iniziale li porta subito a strafare, finendo ridotti a stracci in pochi giorni. Se si arriva dalla fredda Europa con in dote un virus insepresso (roba comunissima, che rimanendo a casa non avremmo neppure notato o avremmo considerato come un mal di testa passeggero), il mix del clima caldo con l’indebolimento improvviso del sistema immunitario (dovuto al cambio di orari, alimentazione ed abitudini) farà il suo porco lavoro in maniera assai efficiente.
Aggiungerei qui una noterella sulla ricarica notturna delle batterie ;-)
Dovendo lavorare sia con l’est che con l’ovest e spostandomi spesso, devo dire che purtroppo col sonno a volte sono un po’ disordinato.
Raccolgo però il medesimo lamento da tanti turisti pattayani: il rumore del condizionatore, il caldo, il jet lag, la fregola continua...
Ecco come mi regolo (quando posso stabilizzare questa routine):
- 90' power yoga di primo mattino. Spesso in DongTan beach. Ciò significa alzarsi verso le 6:30
- ST session nel pomeriggio
- 30-90' di passeggiata veloce in serata (ad esempio in Beach Rd o sulla Prathamnak) o piscina
- ennesima doccia e sonno alle 10pm
- durante il fine settimana niente yoga ma LT session ;-)
- Inoltre: niente alcool o fumo, niente caffè nel pomeriggio, fare qualche prova (con tende, finestre, ventilatori o aircon) per trovare la temperatura notturna adatta (per me l’ideale è dormire a finestre spalancate).
Ovvio inoltre che in questo regno delle STD la gomma sarebbe d’obbligo, anche nelle fasi preliminari... ma del resto ciascuno fa le sue valutazioni, nella consapevolezza che non sta partendo per un viaggio alla ricerca delle proprie radici zen.
Dati gli avventurosi criteri igienici in materia di preparazioni alimentari e detersione delle stoviglie sussiste anche un significativo rischio alimentare connesso con le derive più avventurose. E’ dunque utile colonizzare robustamente il proprio apparato digerente con una cura di fermenti lattici a partire da una decina di giorni prima della partenza.
In particolare occorre qualche cautela con l’acqua proveniente dall’acquedotto, questa deve sempre essere considerata a rischio, anche se proviene dai rubinetti dell’Hilton, e può essere bevuta solo dopo una bollitura. Per ragioni affini, occhio al ghiaccio che, infatti, viene venduto in sacchetti sigillati e non prodotto in autonomia. Spesso un’occhiata fugace alla vetrina dei frigoriferi che contengono i beveraggi di baretti e lupanari varî è di conforto quando si notano i sacchettini di ghiaccio presi al 7/11. Inoltre, avendo visto lavare tazze e bicchieri in certi mastelloni un po’ cupi, anche in bar a due passi dalla WS, generalmente preferisco bere la mia roba direttamente dalla bottiglia.
Se si è nati prima del 1979 e non è già stato contratto il morbo, potrebbe essere utile considerare la possibilità di vaccinarsi contro le epatiti A (la cui trasmissione avviene principalmente per via mangereccia) e B (trasmissione per via sessuale). Si possono fare entrambi combinati assieme ad un costo inferiore a 100€ (ogni ASL ha il proprio tariffario).
L’operazione è semplice e non richiederebbe, dal mero punto di vista della burocrazia, di passare dal medico di base, basta contattare l’ufficio specifico dell’ASL. Ovvio che invece sarebbe bene informare il proprio medico.
L’inoculo viene suddiviso in tre punture: una subito, la seconda dopo un mese e poi l’ultima dopo 5 mesi. Dipende dal tipo specifico acquistato dall’ASL ma, generalmente, il vaccino per l’epatite A andrebbe poi ripetuto dopo 10 anni.
Data la dinamica dello sviluppo degli anticorpi, sarebbe bene partire almeno dopo la seconda puntura. In tal modo si possono anche fronteggiare eventuali (fortunatamente rari) effetti secondari.
Sarebbe bene avere il foglio delle vaccinazioni in ordine ed in copia da esibire in ospedale per qualsiasi occasione, semplice da stampare in autonomia attraverso il proprio Fasciolo Sanitario Elettronico (sperando naturalmente che non serva mai).
Di seguito qualche fondata lettura
The HIV/AIDS Data Hub for the Asia-Pacific works to provide decision-makers and experts with high quality, accessible and up-to-date data on HIV in the region.
www.aidsdatahub.org
web.archive.org
Qui una rassegnina storica interessante:
Thailand is known for many things, but there is one thing that is either commonly joked about or remains hush hush locally.It’s the country's sex workers and red light districts. There is a fair
web.archive.org
Due parole anche sul clima: per quanto mi riguarda, la salutare zaffata di fritto&umidità che mi colpisce appena metto il naso fuori dal Suvarnabhumi è come la nocciolina per Superpippo ;-)
Comunque sia molti occidentali soffrono per il caldo-umido, specie nel periodo della primavera (dove tendono a sommarsi i picchi delle massime/minime e della piovosità). La mia strategia è questa:
+ non amo l'aria condizionata, per cui in genere prendo case ai piani alti (oltre il decimo) e tengo porte e finestre spalancate, generando una corrente per me più che sufficiente,
+ giro per chiacchiere&baretti ed in tal modo si beve (ma non alcolici che hanno un effetto contrario a quello dell'idratazione),
+ giro in moto,
+ razzolo al mare o in collina,
+ passo le ore più calde in piscina,
+ tendo a camminare solo da metà pomeriggio in poi (alle 18:30 è già buio),
ma soprattutto....
+ do un'occhiata alle condizioni meteo in Europa ;-)
Dato che da queste parti si scopazza come si respira e che spesso le attenzioni svaporano quanto le buone intenzioni, due parole, sebbene non troppo serie, sulla probabilità di contrarre un’infezione potranno aiutare a quantificare il rischio.
Ci si colleghi qui:
Binomial Distribution Probability Calculator
E si inseriscano i propri numerini:
Probability of success on a trial: probabilità di contrarre un'infezione con un incontro
Number of trials: numero di incontri
Number of successes (x): 1
Risultato nella casellina "Cumulative probability: P(X>1)", ovvero probabilità di contrarre almeno un'infezione.
Se non abbiamo altre fonti, il parametro da inserire nella prima casellina può essere stimato da qui:
https://www.cdc.gov/std/statistics/default.htm