RIFERIMENTO INTERNET:
http://www.escortforum.net/accompagnatrici/Paula-18818
CITTA DELL'INCONTRO: Bologna
NOME INSERZIONISTA: Paula
NAZIONALITA': Brasil
ETA': intorno ai 35
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: 100%
SERVIZI OFFERTI: DFK, BBJ, RAI1, COB
COMPENSO RICHIESTO: 100
COMPENSO CONCORDATO: 100
DURATA DELL'INCONTRO: 40
DESCRIZIONE FISICA: tette rifatte, bene, pelle liscia, gran poppe, culo importante, insomma ben tenuta.
ATTITUDINE: “per me c‘è sempre tempo per il sesso” (Paula)
REPERIBILITA': non ho avuto difficoltà, ma ero favorito dalle condizioni meteo
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE:
INDEX RICERCHE: 38836032xx
PROLOGO UMIDO
Se soffrite di artrosi o andate di fretta, saltate questo prologo.
Esco a fare un giretto tanto per sgranchirmi le gambe, ma ho il presentimento che mi verrà voglia di sgranchire anche altro e prendo la bici per essere più rapido negli spostamenti in centro.
Quando sono ormai in sella noto che il cielo è un po’ coperto, ma non mi preoccupo: è così da ore.
Chiamo Paula che avevo in lista da tempo.
Risponde. Iniziamo a conversare e intanto scendono un paio di gocce dal cielo.
Scambio con lei qualche informazione logistica, mentre continuo a pedalare pacificamente.
Nel giro di pochi secondi però, dall’alto accendono gli effetti speciali e aprono il rubinetto principale: tuoni, fulmini e goccioline che diventano secchiate.
Con una mano sul manubrio e l’altra sul telefono, rischio di sfracellarmi, ma riesco a ripararmi sotto un portico.
L’effetto della tempesta (ormonale) è tale che fisso l’incontro dopo soli 10 minuti confidando in un improbabile cambio meteo.
Insieme a me, sotto il portico saremo in trenta: ciclisti, scooteristi, mamme con bambini e un discendente dei maya che legge nei fulmini un segnale della imminente fine del mondo.
Passano i minuti e la pioggia…aumenta: una cascata che i tombini non riescono a smaltire.
E mo’ che faccio? So bene i rischi di un ritardo in questi casi.
Guardo GoogleMaps sul cellulare per analizzare il percorso da fare.
Sarà moderno, sarà potente, ma gli manca l’opzione di percorso “in bici sotto i portici”.
Ok, vado a mente…mmmmhhh…dovrei fare circa 1 km allo scoperto. Posso farcela!
Stimo il tempo medio di inzuppamento: dovrei sentire l’acqua a contatto della pelle dopo 600 metri.
Intanto nessuno intorno a me si muove, neanche chi ha l’ombrello: ci sono fulmini a manetta e un muro d’acqua che anche le auto si stanno fermando in attesa che passi.
Purtroppo il tempo è scaduto: devo andare.
Memore di un recente post del Guru, grido “ ’n tu culo ai Maya”, salto in sella e, tra lo sguardo sbigottito di tutti i presenti, mi lancio in strada.
Faccio tre metri, solo tre metri, e invece di stare sopra il cielo come previsto da Moccia, il cielo mi casca in testa: sono già zuppo fradicio. Mai fare i calcoli di inzuppamento pensando alla gnocca!
200 metri dopo, ho scarpe piene d’acqua.
400 metri dopo, sento una sirena e mi guardo intorno alla ricerca dei lampeggianti. Li vedo sbucare da un curva davanti a me. Polizia, pompieri, ambulanza? No, è una motovedetta della guardia costiera che percorre i viali inseguendo uno scafista.
600 metri dopo, rinuncio al cappuccio che fa solo da freno aerodinamico e impedisce all’acqua di drenare lungo la schiena.
700 metri dopo, davanti alla stazione sollevo anche gli occhiali coperti d’acqua. Non vedo nulla e seguo le luci rosse che ho davanti. Spero solo che non sia il frecciarossa Bologna-Roma in partenza proprio a quell’ora.
800 metri dopo, intravedo il portico dove avevo previsto di infilarmi, ma ormai non serve a nulla e tiro dritto fino a destinazione.
Arrivo, scendo e parcheggio…allo scoperto. Con calma, sotto il diluvio. Quelli del bar di fronte mi guardano da dietro i vetri. Sembra che stiano scommettendo sulla probabilità che io mi becchi un fulmine.
Finalmente mi sposto al coperto sotto al portico. Cerco il cell per chiamare e mi rendo conto che era rimasto nella tasca posteriore dei pantaloni.
Lo estraggo, lo giro per far uscire l’acqua e chiamo.
Si sente da schifo, ma abbastanza da capire a che piano salire.
In ascensore mi vedo riflesso sullo specchio: sono impresentabile!
Tiro fuori un fazzoletto nella speranza di asciugarmi un po’ almeno la faccia.
Il fazzoletto mi guarda e dice: ‘azzo vuoi? Anzi già che ci sei, strizzami!
Mi sgrullo come i cani e qualche miglioramento lo ottengo: non mi cola più l’acqua dalle orecchie.
Dopo lo slalom nel corridoio buio trovo la porta e lei mi apre in escort style (nascosta dietro la porta).
LA MIA RECENSIONE:
Entro e la vedo: è meglio di come me l’aspettassi. Mi ero fatto l’idea che fosse piccolina invece è nella media. Indossa un intimo nero in due pezzi e le sue curve risaltano splendidamente. Begli occhi e sorriso che promette molto.
Ovviamente le spiego subito l’accaduto, mi scuso per il mio aspetto e per come le avrei ridotto il pavimento.
Lei gentilissima, mi dice di non preoccuparmi e mi fa accomodare.
Cerco di restare in piedi più fermo possibile, ma si sta formando un laghetto imbarazzante ai miei piedi. Lei non fa una piega, apre un armadietto , prende una scopa dotata di mocio e con grazia mi consiglia di spogliarmi in bagno.
Mi segue passo passo come un’abile giocatriche di kurling, spazzolando il pavimento fino a che la boccia slitta a destinazione.
Conversiamo del più e del meno mentre mi libero dei panni fradici e resto nudo. Lei mi porge un asciugamano di spugna pulito per asciugarmi. Veramente una signora!
Concordiamo solo la tariffa. Non chiedo nulla sui servizi, tanto so che ha apprezzato il fatto che fossi arrivato in quelle condizioni pur di rispettare l’appuntamento.
Rito termale con lavaggio operato da lei e bicchierino di colluttorio al sua salute dei batteri del cavo orale.
Tornati verso il letto, lei si spoglia e in un attimo si trasforma: mi si stampa letteralmente addosso.
Sarà il calore della sua pelle dopo l’umidità o i baci appassionati, ma gli effetti si vedono subito.
La schieno all’armadio di fronte al letto e le appoggio l’attrezzo tra le cosce, senza mai interrompere i FK, tanto per farle sentire che sono contento di vederla.
Poi la giro, con le poppe sull’anta e lei gira la testa verso di me per non perde il contatto labiale. Brava!
Poi prende lei l’iniziativa. Si rigira decisa, mi mette le mani sulle spalle e mi spinge sul letto. Insomma, si gioca a vedere chi comanda.
Sul letto le lascio un po’ di libertà. Lei decide per un BBJ (ben fatto) alternato da gustosissimi tit massage.
Dopo un po’ estende il massaggio a tutto il corpo e si allunga per prendere l’impermeabile dal comodino.
Coglie anche l’occasione per sbattermi provocatoriamente le tette in faccia. Che bella morte sarebbe soffocare tra quei due budini al caramello!
Solitamente non mi faccio mancare il Daty, ma questa sessione ha preso una piega più atletica che sensuale e si gioca troppo duro per interrompere il ritmo.
Incappuccia e monta a cavallo.
La smorza è di alto livello, con movimenti vari (punta-base, strusciato, roteato) e busto avanti, eretto e indietro dove le poppe fanno si mostrano in tutta la loro importanza.
In generale non amo molto i seni rifatti, tranne quando hanno i capezzoli all’insù come i suoi che invece adoro.
Mentre lei continua la pole dance mi tiro su con la schiena abbracciandola e lei risponde avvinghiandosi con le gambe dietro di me e continuando a macinare con il bacino. Il suo sguardo non ha sottintesi: “vediamo quanto resisti”. Lei però non sa che ho un ottimo pensiero di “resistenza”. Infatti, non ricordo se ho messo il lucchetto alla bici e riflettendo su questo dilemma potrei resistere per ore.
La invito a rimettersi con le mani contro l’armadio per una pecorina a gambe divaricate.
Lei mi chiede solo il tempo di rimettersi sui tacchi. Ecco queste sono cose che apprezzo, i tocchi di classe. Quella è una posizione dove il tacco è obbligatorio o quanto meno da punta di piedi.
Gran culo e visione che meritava la doccia sotto la pioggia.
Dopo un po’, le abbasso le braccia e la schiaccio sull’armadio così da riavvicinarmi alla suo collo. Lei gradisce e si annoda i capelli per darmi campo libero, poi gira la testa per offrirmi un po’ di lingua su un vassoio di baci. Come sono belle le donne quando si tirano su i capelli per scopare!...ma anche quando li sciolgono per scopare…insomma come non importa come li tengono, basta che scopino!
Mi rendo conto che l’anta è di vetro e per evitare disastri, la giro come una bandierina verso un muro bianco di fianco al letto.
Lei si schiaccia con le poppone sulla parete, alza le braccia sulla parete, e spinge il culo indietro per infilarsi meglio, dopo di chè inizia una samba fantastica.
Io cerco di stare a ritmo ma ho le visioni…mi sembra che anche il muro stia ballando... ‘Azz, ma non è un muro…. E’ un armadio pure quello e si sente la roba dentro che cade, ma lei non sembra preoccuparsene.
La rigiro frontale a me per una posizione meno aggressiva. Lei capisce al volo e mette un piede sul letto per aprirsi meglio. Poi prende la pelle dell’inguine e…si solleva la patata come fosse una saracinesca: favolosa!
Tra un bacio e una spinta si lascia andare, alza le braccia in segno di resa e afferra i bordi dell’armadio per muoversi meglio.
Restiamo languidamente in un quella posizione per un po’ fino a che mi sussurra “come vuoi venire?”.
Propongo le tette. Lei non risponde e si siede sul letto, scappuccia e va di bocca fino a che tutto finisce in gloria sulle sue bocce con il secondo laghetto della serata.
Ricambio il favore che mi ha fatto all’arrivo, aiutandola ad asciugarsi.
Il social time è ottimo. Italiano e spagnolo per lei sono equivalenti: li capisce un po’ ma non tantissimo.
Mi colpisce una frase: “Per me c’è sempre tempo per il sesso”. Che dire? Avercene di donne così!
Dice che starà a Firenze per due settimane, poi torna.
Mi rimetto i panni fradici con una certa fatica ed esco.
Non piove più. Sarà per il calore accumulato, ma non sento più neanche l’umidità.
Riparto con un sorriso beato, ringraziando chi ha inventato le selle salva-prostata.
100/45/8.5