Urca, dopo mesi e mesi di assenza rientro qui, carico di nostalgia, e mi trovo difronte a questa perla di tabacco.
Dopo la mia ultima esperienza trans, ormai persa in chissà qualle annario di PF, ho speso gli anni più recenti della mia maturità fisica e mentale a cercare il senso dell'uomo, del maschio, della virilità all'interno dei rapporti etrosessuali strettamente detti.
La retta via.
E dopo anni di esclusività femminile, infilando il membro in soli buchi fertili, dopo essermi bagnato le labbra di soli umori lubrificanti, dopo aver titillato duri caldi e saporiti ciccetti di carne nascosti sotto la "commessura labiale superiore", dopo aver avuto addosso quelle pelli liscie e morbide, dopo aver sentito quelle labbra svogliate e irrispettose sulla mia pelle, ebbene, dopo esser tornato sulla retta via, la realtà più dura e lacerante si è mostrata davanti ai miei occhi.
L'uomo, il maschio, il forte ed assertivo condottiero della coppia, aldilà del suo schizzetto, altro non è che il semplice fornitore di stimoli fisici, di soldi, di tempo e di disponibilità ad un mondo fatto di voglie, desideri, capircci, volubilità rappresentato dalla femmina, lei sì, egoista e irriconoscente.
Il maschio scompare sotto la tirannia femminile.
E qui si inserisce lei, la Trans, quella carne imperfetta costruita intorno alla mente lucida di chi sà darsi e donarsi ad un uomo, per sentirsi più femmina delle femmine più sensuali.
Gesti, attenzioni, pensieri. Al diavolo i cromosomi.
Perché, quindi, andare con una trans? Perché sono le uniche menti femminili rimaste intatte in questa parte di mondo. Sono le uniche menti che ti fanno sentire maschio senza compromessi, senza se e senza ma, senza poi dover pagare con la rinuncia della propria personalità.
Follia. Lo ammetto.
Grazie Tabakko per avermi ricordato la via del retto, salvezza e perdizione dell'uomo che vuole rimanere tale.