Una riflessione che ho avuto ieri dopo l'attività sportiva.
Come sempre in estate mi è impossibile dormire.
Non è solo il caldo ma deve essere qualcosa a livello di ritmi circadiani, solstizi d'estate o equinozi nel Valhalla.
Insomma, fatto sta che alle 4.30 del mattino già sono sveglio. Quindi una mattina a quell'ora posso fare la lavatrice, un altro posso mettere a posto la scrivania con tutti fogli e documenti... ma passati 3/4 gg. a mettere tutto in ordine sono libero sicché alle 5.30 o vado in palestra o vado a correre.
Il fresco di questi gg. consente poi di fare belle corse in centro, dove la mattina (ovviamente più tardi) incroci altri runners, soprattutto turisti. Nei festivi, invece, anche runners italiani.
E qui viene il bello.
Non so se capita anche dalle Vs. parti ma a Roma quando 2 runners si incrociano di solito si salutano: un cenno, un sorriso oppure un formale "buongiorno" od un più amichevole "ciao".
Con gli stranieri non molto. I runners più fanatici sono ovviamente gli Americani, che anche se in vacanza hanno sempre il work mode attivato sicché diventi invisibile e se muori loro ti calpestano e vanno avanti. Ma se li incroci la sera in un locale chiacchierano (pure troppo) e quelle brille magari te la sbattono anche in faccia.
I runners italiani, se maschi salutano.
Ma l'altro giorno mentre macinavo il mio ottavo km, ho incrociato una italiana (penso anche ex praticante di atletica perché aveva una gran tecnica) che appena mi ha guardato ha poi continuato la corsa ignorandomi del tutto.
In quel momento ho ripensato a tutte le corse che ho fatto (e sono tante) e una domanda è sorta spontanea: ma negli ultimi 30 anni... c'è mai stata con una runner donna italiana un cenno di saluto, un sorriso, un qualcosa? MAI
Lascio perdere tutte le altre esperienze perché si potrebbe buttare giù una enciclopedia.
Mi ricordo ancora adesso una volta all'università. Forse era l'appello di diritto amministrativo. Parlo con una (lei fuorisede, ovviamente meridionale) delle varie domande che vengono fatte dagli assistenti. Continuiamo questa discussione mentre andiamo a sederci e lei mi dice "Scusa ti dispiace sederti di fronte invece di starmi vicino perché guarda che io e te mica siamo fidanzati".
E' ovviamente del tutto evidente che la tipica violenza e prepotenza dell'italico maschio ha quale unico obiettivo quello di sempre e soltanto importunare la onesta, sincera e dall'animo gentile ragazza italiana.
Però se mi è consentita una sola osservazione, ovviamente da esponente del più becero patriarcato tossico: donne italiche, quel piedistallo ve lo siete erto da sole e ci siete salite senza che qualcuno vi abbbia invitato a farlo. Però ora, di grazia, scendete perché non solo avete rotto il cazzo ma vi state davvero coprendo di ridicolo.
Come sempre in estate mi è impossibile dormire.
Non è solo il caldo ma deve essere qualcosa a livello di ritmi circadiani, solstizi d'estate o equinozi nel Valhalla.
Insomma, fatto sta che alle 4.30 del mattino già sono sveglio. Quindi una mattina a quell'ora posso fare la lavatrice, un altro posso mettere a posto la scrivania con tutti fogli e documenti... ma passati 3/4 gg. a mettere tutto in ordine sono libero sicché alle 5.30 o vado in palestra o vado a correre.
Il fresco di questi gg. consente poi di fare belle corse in centro, dove la mattina (ovviamente più tardi) incroci altri runners, soprattutto turisti. Nei festivi, invece, anche runners italiani.
E qui viene il bello.
Non so se capita anche dalle Vs. parti ma a Roma quando 2 runners si incrociano di solito si salutano: un cenno, un sorriso oppure un formale "buongiorno" od un più amichevole "ciao".
Con gli stranieri non molto. I runners più fanatici sono ovviamente gli Americani, che anche se in vacanza hanno sempre il work mode attivato sicché diventi invisibile e se muori loro ti calpestano e vanno avanti. Ma se li incroci la sera in un locale chiacchierano (pure troppo) e quelle brille magari te la sbattono anche in faccia.
I runners italiani, se maschi salutano.
Ma l'altro giorno mentre macinavo il mio ottavo km, ho incrociato una italiana (penso anche ex praticante di atletica perché aveva una gran tecnica) che appena mi ha guardato ha poi continuato la corsa ignorandomi del tutto.
In quel momento ho ripensato a tutte le corse che ho fatto (e sono tante) e una domanda è sorta spontanea: ma negli ultimi 30 anni... c'è mai stata con una runner donna italiana un cenno di saluto, un sorriso, un qualcosa? MAI
Lascio perdere tutte le altre esperienze perché si potrebbe buttare giù una enciclopedia.
Mi ricordo ancora adesso una volta all'università. Forse era l'appello di diritto amministrativo. Parlo con una (lei fuorisede, ovviamente meridionale) delle varie domande che vengono fatte dagli assistenti. Continuiamo questa discussione mentre andiamo a sederci e lei mi dice "Scusa ti dispiace sederti di fronte invece di starmi vicino perché guarda che io e te mica siamo fidanzati".
E' ovviamente del tutto evidente che la tipica violenza e prepotenza dell'italico maschio ha quale unico obiettivo quello di sempre e soltanto importunare la onesta, sincera e dall'animo gentile ragazza italiana.
Però se mi è consentita una sola osservazione, ovviamente da esponente del più becero patriarcato tossico: donne italiche, quel piedistallo ve lo siete erto da sole e ci siete salite senza che qualcuno vi abbbia invitato a farlo. Però ora, di grazia, scendete perché non solo avete rotto il cazzo ma vi state davvero coprendo di ridicolo.