Postare informazioni reali

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Ma siamo ancora culturalmente arretrati e imbevuti di bigottismo e falso puritanesimo...purtroppo, anche secondo me la prostituzione andrebbe normata e fatta emergere...ma è un discorso differente... .

Io credo che ci sia nel desiderio di osservare una pay fuori "dall'ambiente di lavoro" una sorta di curiosità morbosa, l'idea che magari la vicina di casa tutta casa e chiesa, si trasformi in una tigre mangiauomini tra le mura domestiche credo sia in parte dovuto a quel bigottismo insito nell'animo italiano e dall'altro credo sia una forma di devianza o perversione sessuale che il sapere di doverlo fare di nascosto con una vicina di casa normale ma che fà cose da pornostar ecciti molto dell'immaginario maschile italico...

Tutto questo perchè non solo c'è bigottismo ma pure un tabù sul sesso che spesso prescinde anche dagli ambienti vicini alla chiesa...ci troviamo in mezzo ad una doppio nodo culturale la non accettazione della prostituzione da parte del mondo religioso, perchè il sesso è peccato e si deve fare non per piacere ma per concepire e dall'altro alle reminiscenze del comunismo/femminista sessantottino per cui la prostituzione è altrettanto immorale perchè si vende il corpo femminile visto come un oggetto.

Oggi spesso la prostituzione è vissuta dalle donne come una forma di autoimprenditorialità.... ma ancora non siamo preparati a vederla in questo modo...

Ma anche questo è un tema di discussione lungo e complesso con mille sfaccettature...

Personalemente amo le donne siano esse free o pay e se riescono a donarmi soddisfazione e piacere le apprezzo ancor di più, certo se poi fosse gratis meglio ancora ;)
 
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Aggiungo a quelle già indicate da Lafayette e da Agenore un'altra motivazione che potrebbe essere sottesa all'impulso di certi punter a rovistare nella vita privata di una pay e magari metterla in piazza.

Il desiderio di spezzare quel velo di finzione che necessariamente si interpone tra cliente e pay e che viene vissuto non già come una manifestazione di professionalità e di reciproco rispetto dei confini entro cui va mantenuto l'atto sessuale a pagamento, bensì come un ostacolo a un bisogno morboso e infantile di appropriazione della persona della pay nella sua interezza.

Un bisogno di possesso non molto dissimile, in fondo, da quello che spinge certi punter a cercare nella pay qualcosa che oltrepassi la prestazione professionale e si riversi sul piano emozionale, finendo fatalmente col rimanerne essi stessi intrappolati.
 
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Ora: di una ragazza che fa la escort, cosa mai si può svelare di più intimo rispetto al sesso che essa ci concede a pagamento?

Devo un ammettere che c'è del vero. E lo dico perchè mi capitò un'occasione in cui mi resi conto di quanto, a volte, l'essere umano è strano.
Qualche anno fa ero in un FKK e stavo chiacchierando ( post ginnastica ) con una ragazza veramente molto bella. Dopo una decina di minuti tirò fuori il telefono e mi fece vedere le foto nude che aveva fatto. Io pensai che aveva una certa "baldanza" a mostrarmi così intime. Dopo qualche secondo ritornai ad accendere il cervello e che ero in un FKK, entrambi nudi dopo aver trombato. Cosa mai potevano essere delle foto su un telefonico?
 
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Inutile psicoanalizzare, l'uomo è un animale vivo, la vita è curiosità, la curiosità è conoscenza, la conoscenza è sapienza, la sapienza è progresso con tutti gli annessi e connessi. Guai se la curiosità mancasse. E' il principio su cui si fondano i social; chi si registra sa cosa comporta il cedere del tutto o in parte i diritti di quello che fai nel loro ambiente, se invece non lo sai è solo perché probabilmente hai messo le spunte senza degnarti di leggere cosa accetti.
Il punto non è il perché qualcuno sia curioso di conoscere il back-end di una persona, l'errore sta nel sputtanarlo pubblicamente quel lato privato, specie se sei una prostituta o se hai qualcosa di delicato che vorresti proteggere.
Una prostituta dovrebbe evitare di crearselo un profilo social che sia riconducibile alla sua segreta attività, salvo il fatto che voglia diffondere alla conoscenza pubblica quello che fa per trarne benefici o profitto.
Chi può definirsi psionico e asserire con assoluta certezza che quel profilo lo si è creato con cognizione delle conseguenze o meno? Chi può essere così sicuro che quel profilo non sia un mezzo di comunicazione esplicito?
Noi non siamo i tutori della privacy, non spetta a noi intuire le intenzioni; noi apprendiamo ciò che ci viene messo a disposizione, non abbiamo chiesto, ci è stato proposto.
La decisione dell'amministrazione di questo forum di vietare il collegamento a link sociali (che comunque non possono definirsi privati) è stata presa per proteggere l'ignoranza, scelta condivisibile e di assoluto buon senso. Ma è solo una precauzione che conferma l'enorme mole di ignoranza che ci circonda, l'ignoranza di non saperci proteggere.

#unastoriasegretaèbellaserimanesegreta

P.S: sono più patetici i ficcanaso o i paladini dell'ignoranza?
 
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Leo son concorde con te se la signorina di turno collega ul suo telefono di lavoro al suo mondo reale, ma se io e te ci conosciamo e dopo lunga conoscenza ti dovil mio numero privato e tu lo metti su questo forum non sono ignorante io ma sei stronzo tu...
 
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Devi definire lunga conoscenza.
Pensavo a cosa possa giustificare il comunicare il numero privato di telefono... penso tu sia disposta a darlo nel caso in cui si instaura un rapporto che va oltre la normale frequentazione lavorativa, deve esserci qualcosa di intimo, devi poterti fidare della persona a cui lo dai il tuo numero privato, di fatto la persona a cui dai il tuo numero privato entra nella sfera dei tuoi affari privati.
Rimane però sempre il fatto che si rende necessario tener ben distinto il pubblico dal privato, rimane anche il dubbio che quel rapporto con quella persona a cui ho dato il mio numero privato possa un giorno interrompersi, magari anche lasciando terreno a eventuali sensi di rivalsa.
Quando parlo di ignoranza, intendo dire che letteralmente ignoriamo quello che il futuro ci riserva, di conseguenza, se proprio lo si vuole creare un profilo social, bisogna farlo con cognizione di causa, cioè si deve evitare di associare a qualunque social (che per definizione è pubblico) un qualcosa che riconduca agli affari privati (che per definizione si vuole rimangano privati).
Come si fa?
Banalmente non comunicando nessun dato sensibile in un qualcosa che si sa appartenere all'etere.

Voglio dire, cara Magicanal ( :) ), che di fondo l'errore, per chi ha da tenere alla privacy, è quello di crearsi un profilo sul quale vengono spiattellate informazioni prettamente personali con foto di figli, parenti, compagno e notizie prettamente che riguardano la sfera privata. Perché, anche se sei fortunata e nessun punter di lunga conoscenza comunica il tuo numero privato, non puoi mai sapere l'uso che la piattaforma, a cui hai ceduto i diritti dei tuoi dati sensibili, ne possa fare. Sono cronaca attuale le manfrine fatte dal titolare di FB sui dati sensibili in suo possesso, la cosa sicuramente va avanti da decenni, il business dei dati privati è enorme, stanno scoprendo solo adesso l'acqua calda... ma i veri deficienti sono tutti coloro che ignoravano quest'eventualità.

Ergo, e concludo, non sono stronzo io, rimane che sei ignorante tu ;)
 
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Bo non la vedo cosi altrimenti anche io potrei benissimo mettermi a stillare una lista infinita di numeri di telefono il gioco sta nell evitare certi comportamenti...
 
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Certo, il risultato che ne otterresti è inversamente proporzionale alla cautela adottata dal titolare di quel numero.
Poi quello del comportamento è tutt'altro discorso, non è di quello che si discute.
 
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In realta si discuteva del perche le prostitute non possono avere la stessa privacy di tutti gli altri...
 
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Infatti, è la prostituta che deve tutelarsi la propria privacy, non sperare che gli altri si comportino come ci si augura che facciano.
Differenza non da poco.
 
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Da tempo mi lascia un po' perplesso il considerare meno meritevole di tutela un individuo non perché ha violato la legge, ma perché è stato distratto o sprovveduto.
Sul punto la giurisprudenza è oscillante .
Vado con il caso dell'auto rubata, che con le opportune cautele e differenze può essere d'esempio anche per il caso che ci occupa.

A volte la Giustizia non tutela affatto la distrazione , come nel caso delle conseguenze penali per il proprietario dell'auto prelevata dal ladro che l'aveva trovata aperta con le chiavi dentro: http://www.altalex.com/documents/ma...e-aggravante-dell-esposizione-a-pubblica-fede

In altri casi invece la Giustizia tutela la poca attenzione del proprietario, specie se le chiavi dell'auto erano sì in bella vista, ma all'interno del suo ufficio, come ad esempio qui: http://www.lastampa.it/2017/09/22/i...-risarcito-ThVtH1RqHIl7eC5h5Dgt9L/pagina.html

Sicché non riesco ad essere così tranchant verso chi subisce una violazione della propria privacy ( ed in un certo senso si ritrova in una situazione pari a quella del "derubato in casa") : non so se si può parlare sempre di dabbenaggine o stupidità, né se si debba sempre ritenere che le due cose escludano la tutela del malcapitato o della malcapitata.
Credo peraltro che l'atteggiamento ficcanaso e invadente di molti debba trovare un limite, anche quando chi ne è vittima ha opposto difese molto deboli o addirittura non ne ha opposte.
Mi rendo conto che la discussione rischia di andare a finire su temi fin troppo grandi e che esulano da questo forum.
Evidenzio infine che da un po' di tempo non ho tanta voglia di introdurre una polemica, bensì solo di esprimere le mie perplessità.
 
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Se mi parlate di atteggiamento non posso che concordare sulla discutibile moralità di taluno.

Se invece tirate dentro la violazione della privacy in un contesto dove chiaramente si è rinunciato ad essa, ho i miei buoni motivi per dissentire.
 
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L3ONARDO ha scritto:
Se invece tirate dentro la violazione della privacy in un contesto dove chiaramente si è rinunciato ad essa...

Sarai mica di di quelli che trovando una finestra aperta si mettono subito a sbirciare, con la scusa che se non volevano esser visti dovevano sprangare...

L3ONARDO ha scritto:
ho i miei buoni motivi per dissentire.

spero non la 'conoscenza-progresso' ...
 
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Ma come ci si è arrivati al furto d'auto? :prankster2::rtfm:

Comunque, volendo estrapolare un'analogia, si sostiene che se lasci l'auto incustodita su strada con le chiavi all'interno (e magari pure la portiera aperta :) ) l'evidente incuria del proprietario costituisce grave colpa con conseguente diniego di risarcimento da parte dell'azienda assicuratrice nonostante una polizza furto stipulata.
Bene, se l'auto sono gli affari privati di una persona, le chiavi sono il social che ne diffondono la conoscenza e l'azienda assicuratrice è il garante della privacy, allora converrete con me che non ho tutti i torti.

Non l'ho fatto io l'esempio eh... :lol:
 
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Io ho solo espresso perplessità, rilevando come - ad esempio - nel caso del furto d'auto aperta e/o con chiavi lasciate del proprietario, la giurisprudenza sia ad oggi oscillante: infatti ci sono anche sentenze che tutelano la sbadataggine del proprietario ( vedi sopra, mio post #54).
La mia opinione è che la sbadataggine o dabbenaggine di una persona vada senz'altro corretta con degli aiuti e non "punita" con totale indifferenza , e che vada repressa l'odierna eccessiva invadenza delle persone estranee, che di quella sbadataggine o dabbenaggine troppo spesso approfittano per finalità che mi paiono tutt'altro che edificanti, nel mondo virtuale dei social network come in quello reale degli oggetti.
Tutto qui.
 
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Si certo, comprendo il tuo punto di vista che è anche apprezzabile e ti fa onore.
Dalle mie parti però c'è un detto:
Se si fessa statte a casa tua.
Onorevole prendere le difese dei deficienti, la realtà è purtroppo molto meno populista.
 
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