Proposta di legge per punire i punter

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Re: Da ... il resto del Carlino di oggi


http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2012/01/17/654325-prostituta_abiti_succinti.shtml

Prostituta in abiti succinti? Arriva la multa
La Cassazione: urtano la collettività
Sondaggio Giusto multare le prostitute in abiti succinti? Vota

Confermata la multa inflitta dal giudice di pace ad una lucciola sorpresa in via Emilio Lepido

[spoiler:a9qmczda]"Bologna, 17gennaio 2012 - Scatta la multa nei confronti della prostituta troppo succinta. La Cassazione lancia un appello alle lucciole, invitandole ad un maggior "decoro" sia nel modo di vestire che di atteggiarsi e, con la sentenza 1387 della Terza sezione penale, sottolinea che la troppa disinvoltura per strada, come pure l'abbigliamento eccessivamente succinto "urtano tuttora la collettivita'".

In questo modo la Suprema Corte ha convalidato una multa di 800 euro per atti contrari alla pubblica decenza nei confronti di una prostituta 30enne, Daniela A.L. che, il 4 giugno del 2009 nelle prime ore del pomeriggio, era stata sorpresa dalle forze dell'ordine lungo via Lepido a Bologna "indossando un abbigliamento molto succinto e assumendo posture tali da rendere visibili a terzi parti intime e/o riservate del proprio corpo".

Denunciata, Daniela A. L. era stata multata dal giudice di pace di Bologna il 14 ottobre 2010. Contro la multa la donna ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo che l' atteggiamento come pure il modo di vestire disinvolto oramai non urtano la collettivita'. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di Daniela A. L. e ha fatto presente che "ricorrevano gli elementi costitutivi del reato punito dall'art. 726 c.p." visto che il modo di vestire e l'atteggiamento assunto dalla lucciola hanno rappresentato una "condotta contraria al sentimento di costumatezza cosi' come inteso tuttora dalla comunita'/collettivita' sociale".

Fonte Adnkronos"[/spoiler:a9qmczda]
 
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Dr.Grunf ha scritto:

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Confermata la multa inflitta dal giudice di pace ad una lucciola sorpresa in via Emilio Lepido
[spoiler:3hjahadz]"Bologna, 17gennaio 2012 - Scatta la multa nei confronti della prostituta troppo succinta. La Cassazione lancia un appello alle lucciole, invitandole ad un maggior "decoro" sia nel modo di vestire che di atteggiarsi e, con la sentenza 1387 della Terza sezione penale, sottolinea che la troppa disinvoltura per strada, come pure l'abbigliamento eccessivamente succinto "urtano tuttora la collettivita'".
In questo modo la Suprema Corte ha convalidato una multa di 800 euro per atti contrari alla pubblica decenza nei confronti di una prostituta 30enne, Daniela A.L. che, il 4 giugno del 2009 nelle prime ore del pomeriggio, era stata sorpresa dalle forze dell'ordine lungo via Lepido a Bologna "indossando un abbigliamento molto succinto e assumendo posture tali da rendere visibili a terzi parti intime e/o riservate del proprio corpo".
Denunciata, Daniela A. L. era stata multata dal giudice di pace di Bologna il 14 ottobre 2010. Contro la multa la donna ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo che l' atteggiamento come pure il modo di vestire disinvolto oramai non urtano la collettivita'. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di Daniela A. L. e ha fatto presente che "ricorrevano gli elementi costitutivi del reato punito dall'art. 726 c.p." visto che il modo di vestire e l'atteggiamento assunto dalla lucciola hanno rappresentato una "condotta contraria al sentimento di costumatezza cosi' come inteso tuttora dalla comunita'/collettivita' sociale".
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Personalmente mi urtan più le donne vestite con niquab e lenzuolate varie...
 
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Re: Da ... il resto del Carlino di oggi

Dr.Grunf ha scritto:

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Prostituta in abiti succinti? Arriva la multa
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Confermata la multa inflitta dal giudice di pace ad una lucciola sorpresa in via Emilio Lepido

[spoiler:1vp22bqp]"Bologna, 17gennaio 2012 - Scatta la multa nei confronti della prostituta troppo succinta. La Cassazione lancia un appello alle lucciole, invitandole ad un maggior "decoro" sia nel modo di vestire che di atteggiarsi e, con la sentenza 1387 della Terza sezione penale, sottolinea che la troppa disinvoltura per strada, come pure l'abbigliamento eccessivamente succinto "urtano tuttora la collettivita'".

In questo modo la Suprema Corte ha convalidato una multa di 800 euro per atti contrari alla pubblica decenza nei confronti di una prostituta 30enne, Daniela A.L. che, il 4 giugno del 2009 nelle prime ore del pomeriggio, era stata sorpresa dalle forze dell'ordine lungo via Lepido a Bologna "indossando un abbigliamento molto succinto e assumendo posture tali da rendere visibili a terzi parti intime e/o riservate del proprio corpo".

Denunciata, Daniela A. L. era stata multata dal giudice di pace di Bologna il 14 ottobre 2010. Contro la multa la donna ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo che l' atteggiamento come pure il modo di vestire disinvolto oramai non urtano la collettivita'. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di Daniela A. L. e ha fatto presente che "ricorrevano gli elementi costitutivi del reato punito dall'art. 726 c.p." visto che il modo di vestire e l'atteggiamento assunto dalla lucciola hanno rappresentato una "condotta contraria al sentimento di costumatezza cosi' come inteso tuttora dalla comunita'/collettivita' sociale".

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dovrebbero multate pure tutti qui programmi televisivi dove sono in bella mostra tette e culi :unknw:
ciao takko :bye: :bye:
 
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Re: Da ... il resto del Carlino di oggi

specie quelli in 0nda in "fascia protetta"............... ma protetta da chi....?=??? Ma mi faccia il piacere!!!!!!
 
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Re: Da ... il resto del Carlino di oggi

http://www.ilrestodelcarlino.it/cesena/cronaca/2012/01/18/655057-faceva_prostituire_amica_casa.shtml

Faceva prostituire l'amica in casa: condannato un 28enne
Inchiodato dalle intercettazioni
Numerosi clienti identificati dalla polizia

[spoiler:96ptwcl8]Cesena, 18 gennaio 2012 - Aveva trasformato la sua abitazione di Case Castagnoli in una casa d'appuntamenti con un vorticoso giro di clientela attirata da una sua giovane procace amica-convivente. Così è stato condannato per sfruttamento della prostituzione George Mironescu, un cittadino rumeno di 28 anni. Lo hanno inchiodato le prove dei contatti telefonici ripetuti tra la ragazza e i clienti, elementi raccolti dal sostituto commissario Claudio Di Marco della Procura di Forlì e dai colleghi del Commissariato di polizia di Cesena.

Accolta la richiesta del pm Santangelo, il giudice ha condannato il rumeno a un anno e sei mesi di reclusione. La polizia ha identificato attraverso i tabulati telefonici un gran numero di clienti della prostituta provenienti da Cesena e da tutta la Romagna.[/spoiler:96ptwcl8]
 
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Re: Da ... il resto del Carlino di oggi

http://milano.repubblica.it/cronaca...abortire_manager_fa_rapire_l_amante-28648654/

Non credevo che la sconsideratezza umana potesse arrivare mai a tanto.... :bad:

Voleva che lei abortisse il bambino concepito durante la loro relazione. Per questa ragione un importante manager della Deutsche Bank ha fatto sequestrare una donna di 29 anni. Su disposizione del gip milanese [omissis] l'uomo, [omissis], 59 anni, è stato arrestato assieme ad altre quattro persone: i tre esecutori del sequestro e un intermediario. Le accuse, a vario titolo, sono sequestro di persona a scopo di estorsione, porto e detenzione di arma.

La donna, una escort italiana, è stata sequestrata il 6 marzo scorso a Milano, in zona San Siro, nel box della lussuosa abitazione di proprietà del manager, dove si era trasferita da qualche tempo. In quel momento la ragazza è al settimo mese di gravidanza, dopo che in precedenza aveva già abortito un bimbo che il manager non aveva voluto. I tre esecutori, due italiani e un sudamericano, la vanno a prelevare nel box di cui avevano le chiavi consegnate dal manager. La ragazza sta per parcheggiare la sua auto, quando viene aggredita e minacciata con una pistola e poi portata in una casa di campagna, nel Pavese, dove viene trattenuta per un paio di giorni.

I sequestratori la liberano per motivi ancora da accertare. Due le ipotesi degli inquirenti: che gli esecutori del sequestro si siano inteneriti, vista l'avvenenza e lo stato interessante della ragazza, oppure la circostanza che la escort abbia offerto loro più soldi di quanti ne aveva promessi il manager. Quest'ultimo
aveva garantito una ricompensa, mai data, di centomila euro a testa per gli esecutori e per l'intermediario, un dentista che l'aveva messo in contatto con quanti avrebbero avuto il compito di prelevare la giovane.
 
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Re: Da ... il resto del Carlino di oggi

http://attivissimo.blogspot.com/2012/02/il-miur-confonde-pecorino-e-pecorina.html

Il MIUR confonde “pecorino” e “pecorina”
E chi glielo dice, al MIUR, che “Doggy Style” non è la traduzione di “pecorino”?


[spoiler:b5m76tl2]Presto, correte sul sito del MIUR a questo link e salvate una copia della pagina. Non ve ne pentirete, così come non se ne sono pentiti i tantissimi che mi hanno segnalato questo capolavoro assoluto di faciloneria traduttiva.

Ecco la mia cattura:

Il titolo “Dalla pecora al pecorino” è stato tradotto in “From sheep to Doggy Style”. Solo che “doggy style”, in inglese, non è un tipo di formaggio: è una posizione erotica. Letteralmente significa “alla maniera dei cagnolini”. In altre parole, sul sito del MIUR, in questo momento, c'è un bando per assegno di ricerca intitolato “Dalla pecora alla pecorina”. Un'altra versione, con lo stesso straordinario errore, è pubblicata qui.

Vorrei scrivere qualcosa sulla patetica faciloneria che spinge l'italoburocrate a far tradurre qualunque cosa dal primo cane (o pecora) che passa, ma ho le lacrime dal ridere.

Fra l'altro, lo stesso svarione spettacolare compare anche qui sul sito della Commissione Europea (grazie a Guido S. per la segnalazione). Con ben 19.367 euro di budget. Cinquanta euro per pagare un traduttore decente non c'erano?

Non sono sicuro di voler sapere in che modo si è arrivati una traduzione così epicamente sbagliata. Ho paura della risposta. Non è frutto di Google Translate: ho provato con la frase intera, anche se “pecorino” da solo restituisce “Doggy”. Ma mi piacerebbe sapere chi è il citrullo che ha partorito quel “doggy style” (oltretutto in maiuscolo). Sarebbe ancora più divertente se il bando fosse stato stampato, per cui esisterebbe copia cartacea ufficiale di questa castroneria monumentale.

Aggiornamento 1 (1:30): non so se il bando è stato stampato, ma è presente anche sul sito del prestigiosissimo Nature.

Aggiornamento 2 (21:00): le pagine in questione sono state rimosse o corrette (almeno nel titolo incriminato) ed è emerso il colpevole insieme a una spiegazione del MIUR.[/spoiler:b5m76tl2]
 
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Re: Da ... il resto del Carlino di oggi

http://www.ilrestodelcarlino.it/fermo/cronaca/2012/02/15/668560-neve_prostitute_presenti.shtml

Neve: prostitute presenti, ma anche loro vanno in bianco Il dopo maltempo
Lungo gli 8 chilometri sui quali si sdraia la città se ne contavano poco più di dieci

[spoiler:3uj811jc]Fermo, 15 febbraio 2012 - COME la Fim e la pineta, sono diventate, purtroppo, un simbolo di Porto Sant’Elpidio. Già dalla sera addobbano la Statale, quasi fossero alberi ai lati della strada. Erano lì anche in questi giorni di gelo scandinavo, le prostitute, ma sono andate in bianco.
Domenica, ad esempio, una lastra di ghiaccio copriva l’asfalto e cumuli di neve cingevano la carreggiata, la temperatura segnava qualche grado sotto lo zero, ma loro erano lì, imperturbabili. Senza le minigonne ascellari, la ‘mercanzia’ veniva esaltata da pantaloni attillatissimi, bianchi come la neve. La borsetta e i tacchi d’ordinanza, vertiginosi, a completare la divisa. Lungo gli 8 chilometri sui quali si sdraia la città se ne contavano poco più di dieci, disposte ad intervalli regolari, come se avessero la licenza; quasi tutte in coppia a guardarsi le spalle e scambiare una parola, di solito all’altezza di un’area di servizio, dove la fermata dei clienti è più agevole. Ma di auto con la freccia inserita neppure l’ombra.

Il freddo inclemente ha dissuaso i maschietti. Lo shopping del sesso congelato, sebbene non fosse l’offerta a mancare. Le vetture filavano via lente, ma indifferenti. Poi, ad un tratto, un’auto ha accostato e si è fermata. Sono scesi due uomini in divisa: “Documenti, prego”. Erano i carabinieri, in giro per il solito controllo. Cento metri più a sud una passeggiatrice al telefono, pronta, chissà, a lanciare l’allarme o a mimetizzarsi. Dopo poco, senza dare troppo nell’occhio, qualcun altro ha rallentato e tirato la testa fuori dal guscio. Una manciata di secondi di trattativa e poi via, un ripensamento. Troppo freddo, forse, anche per cercare un po’ di calore fisico. Intorno, intanto, continuava il lento e cieco flusso di fari accesi su quella Statale alberata di fantasmi in tacchi a spillo.[/spoiler:3uj811jc]
 
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http://www.ilrestodelcarlino.it/rim...-riccione-pironi-prostituzione-denuncia.shtml

Nuova ordinanza anti prostituzione: denunce ai clienti Giro di vite a Riccione


Vieta la fermata dell’autovettura allo scopo di contrattare la prestazione dalle donne che si vendono sul marciapiede e introduce la denuncia all’autorita’ giudiziaria

[spoiler:3rm9x17t]Rimini, 15 febbraio 2012 – Nuovo giro di vite del sindaco di Riccione Massimo Pironi contro la prostituzione in strada. Il primo cittadino del Comune riminese ha infatti firmato oggi la nuova ordinanza, che vieta la fermata dell’autovettura allo scopo di contrattare la prestazione dalle donne che si vendono sul marciapiede e introduce la denuncia all’autorita’ giudiziaria ai sensi dell’art. 650 del Codice penale.

L’ordinanza del 2008, precisa Pironi “si e’ dimostrata un ottimo strumento per combattere il fenomeno della prostituzione sulle strade di Riccione, e rimane pertanto in vigore”. Ma, aggiunge, “utilizzando anche le esperienze maturate in altri comuni abbiamo ritenuto di aggravare il sistema di sanzioni per scoraggiare maggiormente i clienti”.
“Alle multe, anche salate, previste dalla precedente ordinanza, si aggiunge ora la denuncia penale, un’aggravante notevole per tutti le conseguenze che comporta” rimarca il primo cittadino che sintetizza: “abbiamo alzato l’asticella”.

“Non bisogna dimenticare - aggiunge il vicesindaco e assessore alla Polizia municipale Lanfranco Francolini - che combattere la prostituzione significa anche contrastare situazioni diffuse di illegalita’ sul territorio, specialmente in aree di economia turistica come la nostra. Per questo occorre tenere la guardia alta e aggiornare sempre piu’ gli strumenti giuridici a disposizione per limitare e reprimere il fenomeno”.[/spoiler:3rm9x17t]
 
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Re: Da ... il resto del Carlino di oggi


http://inchieste.repubblica.it/it/r.../16/news/la_fabbrica_delle_lucciole-28743632/

LA FABBRICA DELLE LUCCIOLE
Settantamila ragazze, una su due straniera e una su 5 minorenne, 9 milioni di clienti, un giro d'affari di 5,6 miliardi di euro all'anno. Sono i numeri dell'industria della prostituzione in Italia. Detro c'è una costellazione di mafie internazionali che modificano continuamente flussi, piazze e sistema di alleanze.
[spoiler:22dbjfkn]sbaglio o è il solito minestrone fatto di molte chiacchiere, superficialità, luoghi comuni, poca consapevolezza, scarsa documentazione e incerta indagine sul campo? :mda:
In ogni caso lo riporto, per la completezza della biblioteca di PFI ...[/spoiler:22dbjfkn]
 
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Re: Da ... il resto del Carlino di oggi


http://inchieste.repubblica.it/it/r.../16/news/la_fabbrica_delle_lucciole-28743632/

Schiave del sesso, un business da cinque miliardi di euro l'anno
A Cipro o in Serbia ci sono le "scuole" dove vengono addestrate alla prostituzione le ragazze che vengono dall'Estremo Oriente, dai Paesi dell'ex Unione sovietica o dall'Africa. Poi le "aste" per aggiudicarsele e "piazze-stage" per testarne la capacità di guadagno. E infine un controllo capillare delle mafie che prevede anche dei chip sottopelle per evitarne la fuga.
[spoiler:rijgg4wd]ROMA - Paesi "scuola" dove le schiave vengono parcheggiate e preparate al marciapiede. Paesi "stage" per testarne la capacità di guadagno. Cellulari e microchip per controllare il movimento dei corpi in vendita. Organizzazioni criminali transnazionali specializzate nello sfruttamento della prostituzione. Nuove piazze del sesso a pagamento: dalla strada ai night club, passando per i centri massaggi, fino alle sale Bingo. La fabbrica delle lucciole non si ferma mai, lavora a ciclo continuo adattandosi alle richieste del mercato, alle leggi e perfino alle ordinanze dei sindaci. Cambiano le rotte, ma il business non si arresta. Quali sono i Paesi di transito? Dove si trovano i centri di smistamento? Quale il giro d'affari?

Outdoor e indoor Gli analisti distinguono così il sesso a pagamento da marciapiede da quello tra quattro mura. "Le ordinanze approvate dai Comuni a partire dal 2008 - spiega Vincenzo Castelli, presidente di "On the road", associazione di sostegno alle vittime della tratta - hanno indotto le organizzazioni criminali a spostare le ragazze dalle strade agli appartamenti". Tanto da far registrare un boom di annunci di prostituzione su Internet ma anche di opuscoli allegati a riviste con offerte di lavoro e immobiliari. Tra i nuovi "luoghi chiusi" le cronache raccontano di un ritorno ai cinema e la novità delle sale Bingo, mentre i centri relax sono da anni una realtà consolidata con un primato di cinesi e tailandesi. Per le associazioni che si occupano delle vittime della tratta questa non è una buona notizia. "La strada è più controllabile - sostiene Castelli - perché è difficile contattare le ragazze sfruttate negli appartamenti".

In strada restano per lo più nigeriane, romene e trans sudamericane, spesso anche minori. Lavorano di più e guadagnano meno, come conferma anche una severissima ricerca economica che ha il timbro dell'Università di Chicago e della Columbia University. E, almeno in Italia, rischiano parecchio. Altrove, come per esempio in Austria, secondo i dati di Transcrime, l'indice di violenza è decisamente più elevato in casa.

Ma nel mercato del sesso i cambiamenti non si fermano qui. Si abbassano i prezzi delle prestazioni: "Abbiamo registrato casi di ragazze nigeriane e cinesi, che occupano il gradino più basso dello sfruttamento, che accettano di prostituirsi anche per cinque euro". E ancora: aumenta il numero di prostitute "consapevoli" di cosa verranno a fare in Italia. "Soprattutto tra le nigeriane e le romene", puntualizza Castelli. I guadagni "facili" restano però un miraggio: il debito con le organizzazioni criminali non si estingue mai e le violenze sono all'ordine del giorno.

Al contrario, sperava in un lavoro e in una famiglia, Nike Favour Adekunle, partita da Benin City a 19 anni e morta a 20 nelle campagne di Misilmeri, paese alle porte di Palermo. Il suo corpo carbonizzato ha meritato un trafiletto in cronaca nel quale il suo nome non compariva. L'hanno cercata le amiche e i volontari del "Pellegrino della Terra", guidati da un nigeriano che prova a strappare dalla strada le sue connazionali. L'hanno cercata raccogliendo l'appello del fidanzato palermitano che le aveva regalato l'anello risparmiato dalle fiamme e che è servito a riconoscerla. Nike batteva nel parco della Favorita a Palermo ma voleva uscire dal giro. E così, accanto ai sospetti che convergono su un cliente abituale, si affaccia l'ipotesi di una punizione esemplare voluta dai suoi sfruttatori.

Un business da 5 miliardi Quante siano le prostitute in Italia nessuno lo sa. Si va dalle stime più prudenti dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (da 19mila a 26mila vittime di tratta nel nostro Paese), a quelle di Transcrime (che parlano di un giro d'affari che va dai 2,2 ai 5,6 miliardi annui), fino ad arrivare alle cifre ben più consistenti del Gruppo Abele che parla di 70mila prostitute (non tutte vittime di sfruttamento), per metà straniere e nel 20% dei casi minorenni. Dati in linea con quelli di Escort Italia, gruppo che si batte per la regolarizzazione delle prostitute. Nove milioni i clienti.

Ma al di là delle stime una cosa è ormai certa: la tratta di esseri umani, stando alle analisi del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza, "alimenta un mercato illegale" che nel volume d'affari "è dietro solo al traffico di stupefacenti e di armi". Un mercato in continua evoluzione. "In tempi rapidi cambiano i soggetti, i flussi, i mezzi, le destinazioni", ha spiegato al Parlamento già nel 2008, Sandro Calvani, direttore dell'Istituto delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine.[/spoiler:rijgg4wd]
 
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Re: Da ... il resto del Carlino di oggi


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Artiste da circo, badanti, clandestine...
Tutti i modi per farle entrare in Italia

Sono i gruppi etnici a gestire gli arrivi delle regazze, ma poi nei Paesi di destinazione si creano alleanze funzionali tra clan di diversa origine. Tra le gang che gestiscono il traffico la più nota è la "Banda del Miliardario", sede a Rotterdam e un giro di oltre tremila prostitute.
[spoiler:2mg6ci24]I gruppi La caratteristica principale è la transnazionalità. Gruppi etnici gestiscono partenze e arrivi, ma nei Paesi di destinazione delle ragazze, si creano alleanze funzionali e imprevedibili tra clan di diversa origine. Albanesi e romeni lavorano spesso insieme, come documentato da un'inchiesta sulla prostituzione intorno a Lago di Garda. E così italiani e cinesi. I russi, al crocevia dei flussi provenienti dal Sud-est asiatico e dalla Cina, vendono al migliore offerente e fanno ottimi affari nel Nord-Est italiano. Sono in crescita le cosche moldave, in partnership con romeni e italiani, mentre i nigeriani tendono all'autogestione.

Anche per gli esperti della Dna sono proprio gli africani ad aver raggiunto "elevati standard organizzativi e gestionali". Gli investigatori che studiano i flussi hanno documentato che "la maggior parte delle vittime proviene dagli Stati del Sud della Nigeria (soprattutto Edo, ma anche Delta e Lagos), ed è di etnia Bini". Si è appurato così che a seconda dei clan cambiano le destinazioni. "Nel traffico, i cittadini dello Stato di Edo monopolizzano la tratta verso i Paesi Schengen; gli Yoruba e gli Igbo, invece, preferiscono Gran Bretagna e Stati Uniti". Le rotte ricalcano quelle dell'immigrazione tradizionale: in aereo o attraverso estenuanti viaggi via terra fino all'Algeria, la Libia o il Marocco per l'ultima tappa, in mare, in direzione Spagna o Italia.

I profitti Quale il giro d'affari della prostituzione nigeriana? Le verifiche delle rimesse attraverso il circuito dei money transfer condotte da Bankitalia hanno permesso di avere un'idea del denaro che segue il percorso inverso. In soli tre mesi oggetto dell'indagine, condotta nel 2009, sono partiti per la Nigeria 13,3 milioni di euro. E la quota maggiore, il 20 per cento, proveniva dalla Campania. In testa alla lista dei comuni con il più alto indice di transazioni "le località in cui si concentra il traffico di esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione di matrice nigeriana". L'area è quella compresa tra Caserta e Napoli, con una quota rilevante, quasi la metà del totale, rappresentata dal denaro spedito da Castelvolturno, dove l'Organizzazione internazionale per le migrazioni ha stimato almeno 500 ragazze nigeriane in pianta stabile. Qui operava Helen Uwaigboe, una delle madame più attrezzate. Le sue ragazze, all'arrivo, avevano da riscattare, lavorando sul litorale domizio, un debito da 50mila euro ciascuna. Tempo medio per affrancarsi: due anni.
Priscilla Omonfoma, anche lei nigeriana, è stata invece indicata come uno dei pezzi da novanta di un clan nigeriano che aveva basi in Campania e in mezza Europa. Per lei è scattata una condanna per associazione mafiosa, resa possibile anche dalle dichiarazioni di un connazionale al quale è stato applicato lo status di collaboratore di giustizia.

"Scuole" e "stage". Tra le bande criminali molto nota è "la "Banda del Miliardario" con sede a Rotterdam in Olanda, che da sola gestisce circa 3mila ragazze per la prostituzione forzata attraverso una rete internazionale che va dalle Filippine alla Thailandia, passando per Cipro - si legge nello studio di don Fredo Olivero della pastorale dei migranti di Torino, riportato da Giuseppe Carrisi in "La fabbrica delle prostitute" (Newton Compton, 2011) - Ci sono Paesi che fungono da transito per chi parte dal Sud-Est asiatico. La piattaforma girevole nonché luogo di transito è Cipro, dove vengono "posteggiate" le ragazze finché non sono pronti i loro documenti. Nel frattempo vengono preparate al duro lavoro che toccherà loro, spezzandone la volontà. È la "scuola elementare" della schiavitù sessuale. Cipro è un Paese con 600mila abitanti, con oltre 100 night club ("bouzouki") nei quali vengono presentati "show internazionali". Di qui passano filippine, tailandesi e romene, bulgare, polacche, ungheresi, ucraine. Il luogo di smistamento è Rotterdam in Olanda, base del traffico delle prostitute. Grande peso ha attualmente la Russia, dove le organizzazioni criminali coordinano parte dei traffici e che funge da Paese di "stage" ("prima scuola di schiavitù sessuale")".

Le porte d'accesso al mercato della prostituzione sono agenzie turistiche e di collocamento, hanno verificato gli investigatori italiani. "Un ruolo importante - spiegano alla Dna - hanno i circhi di Stato esistenti in molti Paesi dell'ex Unione sovietica". Predispongono i documenti che attestano la frequenza di corsi da artista indispensabili per ottenere i visti di ingresso dalle ambasciate dei Paesi di destinazione.

Per i flussi che provengono dai Paesi dell'Est Europa, Romania in testa, il luogo di transito sarebbe invece la Serbia, dove le ragazze sono spesso vittime di violenze e stupri. Da lì vengono trasferite in Kosovo e battute ad aste che generalmente vedono in prima fila la mafia albanese.

Del resto la prostituzione è un gigantesco network. A Milano, la Procura, ha disegnato la mappa di un traffico che aveva base a Mosca dove russi e moldavi reclutavano ragazze da spedire in Europa e in Israele, con visto rilasciato dell'ambasciata francese. Il terminale italiano era costituito da albanesi, che avevano il compito di rivendere le donne ad altri gruppi. Anche la sanatoria per le badanti, come ha scoperto la Procura di Trento, è stata utilizzata per spedire via Russia ragazze cinesi in Italia.

I microchip Come vengono controllate le ragazze? Da Bergamo è rimbalzata la notizia di prostitute romene che sarebbero state trovate con dei microchip sottopelle nelle mani, inseriti da trafficanti albanesi per controllarne meglio i movimenti. E' l'ultima frontiere della tratta. Ma per Mirta Da Pra Pocchiesa, responsabile del progetto prostituzione e tratta del Gruppo Abele, le organizzazioni criminali "non hanno certo bisogno di microchip vista la loro presenza ormai capillare sul territorio". Il Gruppo Abele ha infatti notato come "negli ultimi anni non appena un'unità di strada si ferma accanto a una ragazza, squilla il cellulare, lei risponde e tranquillizza la persona che l'ha chiamata. Significa che gli sfruttatori sono lì a presidiare la piazza, vedono tutto e controllano via telefono che nessuno fermi il loro business".

Il problema è che "lo Stato negli ultimi tempi ha disinvestito nella lotta allo sfruttamento e ha chiuso le 14 postazioni locali del numero verde antitratta". Non solo. Il Dossier Caritas/Migrantes 2011 denuncia "lo stallo in cui si trova la lotta alla tratta in Italia" e il crollo del numero dei permessi di soggiorno rilasciati ai sensi dell'articolo 18 del Testo unico sull'immigrazione (protezione sociale per le vittime di sfruttamento), scesi dagli 810 del 2009 ai 527 del 2010. "Si è così permesso che i gruppi criminali rialzassero la testa - sostiene la Da Pra - e curassero i propri affari con una grande varietà di interventi, che vanno dalle torture alla cooptazione di prostitute ai piani alti dell'organizzazione". Una buona notizia arriva dal Dipartimento pari opportunità ed è l'annuncio che entro il 2012 sarà pronto il Piano nazionale antitratta, ma nel frattempo si continuano a registrare casi paradossali: "Accade anche che nei centri di identificazione ed espulsione - racconta la responsabile del Gruppo Abele - gli sfruttatori ingaggino sul luogo le ragazze". Insomma, dalle porte girevoli delle "non prigioni" le ragazze entrano clandestine per uscirne schiave.[/spoiler:2mg6ci24]
 
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Re: Da ... il resto del Carlino di oggi


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La storia di Nike, bruciata a vent'anni
per essersi ribellata al clan dei nigeriani

Una catena di sfruttamento segreta e feroce, fondata sui riti voodoo, che pretende un riscatto tra i sessanta e i centomila euro per smettere il mestiere. E' l'organizzazione che Nike Favour Adekunle, innamorata e decisa a sposarsi, ha provato invano a sfidare nella Palermo del 2011.
[spoiler:2wab5e9k]Debiti da estinguere, riti voodoo e vessazioni. C'è tutto questo dietro la prostituzione delle nigeriane, che a Palermo regge la metà del giro, almeno quello visibile, quello che si consuma in strada. Un esercito di 500 ragazze appena maggiorenni. Spesso anche al di sotto dei diciotto anni. Arrivano tutte dalla stessa città, Benin City, che negli ultimi anni è diventata una sorta di capitale del sesso da esportazione della Nigeria del sud. Volti anonimi relegati in poche righe di cronaca solo quando accade il peggio. Come nel caso di Nike Favour Adekunle, ritrovata carbonizzata a vent'anni nelle campagne di Misilmeri il 21 dicembre del 2011.

Anche lei era arrivata a Palermo un anno fa, con il sogno di un lavoro e di una famiglia. Per finire nel parco della Favorita a prostituirsi. Pochi giorni prima di morire, aveva acquistato un biglietto per Roma con il suo fidanzato palermitano, per richiedere il nulla osta alla sua ambasciata e sposarsi. Un progetto, insieme a quello di lasciare per sempre la strada, probabilmente non gradito a chi aveva comprato la sua vita per sfruttarla e ricavarci un cospicuo guadagno. Perché le ragazze nigeriane sono costrette a pagare tutto e fin dall'inizio. Sulla loro testa pesa un debito enorme. Che va da 60 a 100mila euro. Quello di Adekunle ammontava a 65mila euro. In preda alla disperazione, la ragazza aveva promesso alle sue protettrici che avrebbe trovato il modo di pagarlo comunque. Ma questo non è bastato a salvarla.

Più la ragazza è bella, più il suo debito aumenta, così come gli anni per estinguerlo. Chi lavora bene riesce a restituire tutti i soldi alla protettrice anche in quattro anni. Ma fino a quel momento le ragazze sono legate alla "madam", alla "zia", quasi sempre una connazionale ex prostituta, più raramente un uomo, che anticipa i soldi del viaggio dalla Nigeria all'Italia. Un legame rafforzato da un rito voodoo, officiato in patria da uno stregone, prima della partenza. Basato su ciuffi di capelli, peli di ascelle e pube, pezzi di unghie e una bevanda scura con sangue di gallina, il rito vincola per sempre la futura prostituta alla sua protettrice. Si tratta di un patto, un giuramento indissolubile per la religione animista, almeno fino all'estinzione del debito, pena conseguenze terribili per i parenti in Nigeria. Con il rito gli aguzzini comprano tutto: la persona, i suoi documenti, il suo silenzio e la sua riduzione in schiavitù.

Anche la famiglia di origine è coinvolta in questo giuramento. Garantisce, infatti, che la ragazza nel tempo coprirà tutte le spese anticipate dalla protettrice, a cominciare da quelle per il viaggio della speranza: arrivo in Libia e poi in mare su un barcone fino a Lampedusa, per raggiungere una postazione alla Favorita, in via Messina Marine, in via Lincoln o in qualche vicolo del centro storico. Anche per quel posto le ragazze pagano. Devono guadagnare abbastanza per affrontare le spese della casa in cui vivono, del cibo, dei vestiti e appunto, anche della postazione per esercitare la prostituzione.

In cambio nessuna libertà. Soltanto chi riesce a guadagnarsi la fiducia della "madam" con il successo delle sue prestazioni, ha qualche ora di tempo per lo shopping o per una passeggiata fuori dall'orario di lavoro. Le ragazze che non guadagnano abbastanza subiscono violenze, torture fisiche e minacce che tirano in ballo sempre l'incolumità dei parenti. Ma la catena dello sfruttamento della prostituzione nigeriana è molto più complessa. Anche le protettrici sono solo un anello di una catena che riconduce sempre a una mano mafiosa. Per questo è molto difficile che le ragazze trovino il coraggio di ribellarsi e di denunciare gli sfruttatori. Ma a Palermo, in questi anni, alcune ce l'hanno fatta, grazie al supporto di associazioni come il "Pellegrino della terra", attiva sul territorio dal 1995, nella sede confiscata alla mafia di via Oreto.

"Fino a oggi - dicono i responsabili dell'associazione - più di 250 ragazze sono uscite dal giro. Sono percorsi lunghi e delicati. Le ragazze chiedono un lavoro alternativo, spesso hanno anche dei figli al seguito che devono mantenere. Per questo nella sede della nostra associazione proponiamo corsi di taglio e cucito e di economia domestica. Un'alternativa alla strada per un futuro dignitoso". Chi denuncia, infatti, come prevede la legge, ottiene il permesso di soggiorno e viene inserito in un programma di protezione sociale che per prima cosa include un'occupazione. Nei mesi scorsi, l'associazione, era entrata in contatto anche con Nike Favour Adekunle. "Era - raccontano i volontari - una ragazza solare e sorridente con una grande voglia di vivere. L'ultima volta è stata vista alla Favorita, come sempre, prima di sparire per tre giorni e morire brutalmente. Anche lei poteva salvarsi, ma qualcuno ha deciso di non darle questa opportunità". Adesso la comunità nigeriana di Palermo chiede giustizia per Adekunle e per tutte le ragazze come lei private delle libertà.[/spoiler:2wab5e9k]
 
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Re: Da ... il resto del Carlino di oggi


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In Italia 70mila prostitute
per nove milioni i clienti

Il mercato del sesso nel nostro Paese: sono da 19 a 26mila le vittime della tratta delle donne in Italia. E il giro d'affari oscilla tra i 2 e i 6 miliardi di euro
[spoiler:pt9svrz6]70mila le prostitute in Italia
20% La percentuale di minorenni tra le prostitute
19-26mila le vittime della tratta in Italia
2,2-5,6 il giro d'affari annui della prostituzione, in miliardi di euro
9 I milioni i clienti
80% La percentuale di clienti che chiede rapporti non protetti[/spoiler:pt9svrz6]
 
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Vicoli, stazioni e tangenziali
I luoghi della prostituzione in Italia

Grandi arterie che portano in periferia e piccole vie a ridosso degli scali ferroviari. E poi parcheggi, parchi e aree del centro storico. Nonostante ordinanze e controlli, sono ancora molte le strade che ospitano le lucciole. I punti principali, città per città
 
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Re: Da ... il resto del Carlino di oggi


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Ammessa, proibita e regolata
La prostituzione in Europa

Vietato in Svezia, Romania, Irlanda e Lituania, in molti Paesi, compreso il nostro, il mercato del sesso viene tollerato ma solo a determinate condizioni, lasciando comunque sanzionabile l'eventuale reato di sfruttamento. In Austria, Ungheria, Germania e Olanda l'attività è regolamentata direttamente dallo Stato
 
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