DETTAGLIO DELLA OTR
Nome: Alexia
Nazionalità: sedicente rumena di Timișoara
Età apparente: 23 dichiarati
Descrizione fisica: ragazza alta ca. 1.60-1.65, corporatura normale e abbastanza tonica da giovane fanciulla, crine castano con riflessi rossicci di media lunghezza e appena ondulato, carnagione da gypsy, occhi castani con riflessi verdi, seno N/V
Attitudine: BJ energico, un po' impacciata nello smorza, non dà tregua a mission ; inizia a parlicchiare italiano
Reperibilità: media, perchè è abbastanza paziente al retrobottega
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: 30
Compenso concordato: 30
Servizi offerti: BJ
Servizi usufruiti: BJ, RAI1 (smorza + mission)
Durata dell'incontro: 19' lordi, 15-16' netti
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Zona di imbarco: Vittuone (MI)
Coordinate: FXW3+M3Q, in uno slargo di via Elisa Restelli
LA MIA RECENSIONE
Se ho inteso bene le preziose dritte di Max il Rosso, dovrebbe essere la stessa Alex(i)a che ha esordito ai Fontanili e che ha fatto pian piano la transumanza verso occidente, passando dalla Pro Loco di Cornaredo e per la rotondona di Sedriano.
Come riportavo nel thread generale, domenica scorsa faccio prima un giro completo del Quadrilatero, poi mi spingo sino a Paperopoli, dove
Koral Duck è regolarmente presente, e infine mi concentro sul settore "bulgaro", che nell'ultima settimana ha vivacizzato le cronache di PF e GF.
Le prime due a balzarmi all'occhio sono la castana più giovane e la mora più matura che presidiano direttamente la rotonda dell'Italsempione, che poi verranno censite da Max come
Alexandra e
Cristina. Al secondo inchino che le dedico, la giovincella mi fa anche un bel sorriso e mi schiocca un bacione, ma la sua mise alquanto anonima (jeans e scarpe da tennis) mi trattiene dal mettere subito la freccia a destra.
C'è anche una bottiglietta nella via perpendicolare, che conduce allo scalo ferroviario, e nessuna decisione sarà presa, prima di avere visto al completo lo schieramento del team "bulgaro". La prima ad apparire è la matrona bionda della scuderia, che poi sarà identificata come
Giulia. Un po' di pazienza e si materializza una seconda comare, più giovane, dal crine castano e vestita in modo più provocante, in minigonna e autoreggenti. Basta dedicarle un passaggio radente e pure lei è prodiga di sorrisi e bacioni, un po' come aveva fatto quando intravidi per la prima volta il duo alla Proloco di Cornaredo, qualche settimana addietro.
Minigonna + bacetto batte jeans + bacetto e decido quindi di accostare dalla seconda brunetta, quella con riflessi un po' ramati. Da quanto sono profonde le buche, sarebbe servito il rover lunare della NASA, ma sono riuscito a portare a casa le ruote e le sospensioni tutte intere dallo slarghetto della
Jessica di Oltrona e conto di farcela pure stavolta.
La brunetta mi spara il trentello d'ordinanza, cerco di spiegarle che sono solo alla ricerca di un Bj conoscitivo e di ridimensionare le sue pretese al ventello, ma non capisce o è davvero irremovibile. Le chiedo allora se sia brava nel BJ, lei mi giura di sì e quindi la invito a farmi compagnia a bordo.
NON TUTTE LE CIAMBELLE ESCONO COL BUCO
Mi immagino di dovere andare al retrobottega della
Fiordy e invece il tragitto si rivela assai più breve, poco più che andare al Km0 di Iris. C'è però il tempo di scoprirne il nome,
Alexia, l'età, 23 anni, il tempo di permanenza in Italia, una settimana, e la città di provenienza, Timișoara.
Arrivati al retrobottega, comincia la pantomima del mancato resto: io ho due ventelli e lei finge di non avere il decino, nonostante il suo entry rate sia la somma di 20+10. Mi fa capire che potrebbe concedere il BBJ per 40, ma non mi pare il caso di buttare via tutti quei soldi per un semplice lavoretto di bocca, oltretutto conscio della sua disinvoltura descritta in GF.
Le dico che, a questo punto, la riaccompagno alla mattonella, opzione che lei accetta senza problemi. Nonostante la brevità del tragitto, riesco a fare un po' il pagliaccio con Alexia, che tutta divertita mi aiuta ad arricchire il mio vocabolario rumeno:
pizda è la patatina,
pula è il compare e
muje è il BJ. Quando la riconsegno alla sua mattonella, si congeda con una frase più difficile (
Te astept aici!), che in napoletano non sarebbe suonata molto diversa (
t'aspett' acchì!) e che quindi è abbastanza comprensibile.
CACCIA AL DECINO MALEDETTO
Ha quindi inizio l'operazione più difficile della giornata: trovare un bancomat che non sia della mia banca e che sforni decini. Rapida ricerca su Google, trovo un paio di filiali fra Vittuone e Sedriano e già la prima è buona, perchè accetta di farmi prelevare il trentello. Col portafoglio pieno a fisarmonica, ripasso sotto al ponticello della ferrovia, ripercorro il viale delle logistiche e, per fortuna, Alexia è ancora lì, che ride e mi manda un altro bacione, appena mi vede passare. Mentre vado a girare alla rotonda, preparo il telefono in modalità manele, agganciandolo al Bluetooth e sintonizzandolo su YT.
Accosto, mi attorciglio la lingua dicendole "M'ai asteptat!". "Da, t'am asteptat!

", mi risponde ridendo per la mia pessima pronuncia e un attimo dopo è a bordo. Prima ancora di fermare il motore della macchina, ha già selezionato e sta canticchiando in modalità karaoke non so quale brano di Dani Mocanu.
LA RECE VERA E PROPRIA
Stavolta i pezzi sono contati e appoggio il trentello davanti alla leva del cambio. Lei mi chiede di nuovo un "cu preservativ?" di conferma ed estrae i ferri del mestiere dalla borsetta, prima di fagocitare l'obolo.
Io ho già arretrato il sedile e sono a braghe calate, Alexia ha il gommino in mano, Dani Mocanu ha la gola calda e quindi possono avere inizio le danze. Incappucciato il compare, la brunetta di Timisoara si mette gattoni sul sedile del passeggero e dà inizio a un BJ abbastanza energico, condito sin da subito da mugolii di circostanza. La posizione è in realtà abbastanza inconsueta, perchè Alexia si torce un po' con la schiena e si appoggia con la spalla sinistra al mio addome e svolge il BJ un po' di sbieco. Essendo schermato dal suo crine castano, non riesco a vedere con esattezza cosa accada, ma le sensazioni sono buone e compare Oscarino impiega poco a ringalluzzirsi.
Mentre lei trastulla il compare, io le sollevo il gonnellino e, con una certa sorpresa, noto che non indossa le mutandine: non mi pare che se le fosse sfilate e quindi doveva avere la passera al vento, come fa spesso la
Vanessa di Lentate durante la bella stagione. Mentre le massaggio le chiappe e la schiena, mi rendo conto di quanto la sua carnagione sia davvero scura, anche dove il sole non avrebbe dovuto battere: lo avevo già notato sulle mani, ma anche il lato B è parecchio brunito. Il tono muscolare è buono, mentre la grana dell'epidermide è un po' ruvida.
Dopo un tempo che pure il buon Milinturo avrebbe considererato troppo breve, Alexia interrompe il trastullamento del compare e propone la sintonia del primo canale nazionale. Come dirle di no, visto che mi è pure toccato andare apposta alla ricerca del bancomat più vicino, per recuperare il trentello da lei preteso?
QUESTO SMORZACANDELA NON S'HA DA FARE!
La brunetta di Timisoara è lesta a umettarsi la vagina con un po' di saliva, ad abbassare lo schienale e a mettersi alla pecorina sul sedile, ma le faccio intendere che lo smorzacandela sarebbe assai più gradito, più che altro per evitare una sudata epocale. Ci capiamo più a gesti che a parole, ma Alexia ha compreso la mia richiesta e studia come passare dalla mia parte, mentre io reclino lo schienale e arretro il sedile al massimo.
La fanciulla vorrebbe scavalcare il tunnel centrale con i tronchetti ancora addosso, ma la stoppo in tempo zero. Di nuovo, non capisce subito perchè le abbia sventolato il cartellino giallo, ma basta indicarle i piedi, perchè si sfili le scarpe e le abbandoni nel pozzetto del passeggero.
Dev'esserci un don Rodrigo che ha sentenziato che "questo smorza non s'ha da fare": Alexia infatti passa dalla mia parte, ma si rigira volgendomi le spalle, come se volesse svolgere una reverse "cow girl". Se fossimo sul sedile del passeggero o sul divanetto posteriore, potrebbe anche starci, ma sul lato del conducente c'è il volante a intralciare non poco le operazioni ... e la brunetta se ne accorge quasi subito, girandosi verso di me con sguardo interrogativo.
Nei suoi occhi castani c'è scritto "e mo' come facciamo?" e allora inizio a roteare l'indice, per farle capire che deve rigirarsi su se stessa come una trottola, così da accovacciarsi sul mio pube e volgere a me il busto e la fronte, anzichè la schiena e la nuca. La brunetta esegue e, dopo essersi puntellata per bene con le piante dei piedi, si appoggia coi palmi delle mani al bracciolo centrale e alla maniglia della portiera, si solleva di una buona spanna, si allinea e poi si lascia quasi cadere verso il basso, cimentandosi in uno degli infilamenti più energici a mia memoria.
Lo stesso smorzacandela è svolto quasi con foga da Alexia, che probabilmente è ancora un po' inesperta e non ha preso del tutto la misura: la fanciulla non è fluida nel condurre la sua galoppata, ma si muove a impulsi, alzandosi sin quasi a sfilarsi dell'asta e poi scendendo con forza sino a picchiare contro il pube, talvolta lungo la verticale, ma talvolta un po' obliqua. Sono praticamente sotto a un maglio e riesco solo a carezzarle un po' le gambe e a osservare la scena a bocca aperta. Non provo a impugnarle le chiappe e ad aiutarla nel suo movimento, che è già sin troppo vigoroso!
Con queste escursioni così ampie, lo smorza non può durare molto a lungo: o lei resta senza fiato e con le gambe in preda ai crampi, o io mi ritrovo con l'osso del pene rotto, tanto sono violenti i suoi su e giù

. Per fortuna, il fiatone di Alexia arriva prima della mia telefonata al 118: dopo un paio di minuti di percussioni, si ferma esausta e mi propone di continuare la operazioni sul sedile del passeggero, opzione che accetto volentieri.
SI RIPARTE CON LA MISSION
La brunetta di Timisoara torna dalla sua parte e si sistema di nuovo alla pecorina. Le faccio cenno di voltarsi verso di me, ma all'inizio capisce solo a metà, perché si corica su un fianco e continua a rivolgermi le terga, come se dovessimo copulare "a cucchiaio". Non so se intenda il mio "mission" o il mio vistoso gesticolare, ma alla fine si sdraia supina sul sedile, apre le gambe a ranocchia, si dà una nuova umettata alla vulva ed è pronta ad accogliermi dentro di sè. Distratto dalle istruzioni per l'uso, commetto l'errore più madornale della giornata: mi ero segnato su un Post-it "Ricordati di togliere il maglione!", ma mi dimentico di farlo e sarà la mia condanna a una sudata epocale.
Effettuiamo l'infilamento, stavolta con più cautela, e può avere inizio la mia danza pelvica, che comincia come sempre col mio corpo aderente al suo. Alexia si dimostra subito più partecipativa della media delle Otr, riaccendendo il Dolby Surround sulla traccia dei mugolii e carezzandomi un po' le chiappe e la schiena. Dopo una prima sessione di percussioni, vorrei risollevarmi un po' col busto, per migliorare la ventilazione, ma appena lo faccio mi rendo conto che riesco a vedere tutte le macchine in arrivo lungo il vialone ... e che quindi pure loro vedrebbero me. Passo allora al piano B, mi chino di nuovo sul corpo di Alexia e mi dedico più all'azione di strusciamento pube contro pube, con l'asta che compie movimenti circolari all'interno della vagina. Nel mentre, carezzo un po' le tempie e i capelli della fanciulla, che assumono riflessi un po' ramati, sotto alla luce diretta del sole. Anche i suoi vispi occhi castani prendono una tonalità leggermente verde, ora che li posso osservare da vicino e bene illuminati. Nonostante la fase più soft, la brunetta di Timisoara continua imperterrita a mugolare e a carezzarmi.
Quando ho abbassato un po' la temperatura dell'acqua nel radiatore, provo a ripartire con le percussioni vere e proprie, ma impiego davvero poco ad andare di nuovo in ebollizione. Mi risollevo col busto, le faccio cenno che sto morendo dal caldo e Alexia amorevolmente mi alza maglione e camicia sino a metà tronco.
Così non è però ancora sufficiente: basta un altro minuto scarso di galoppata e sono di nuovo a fuoco. Pure i finestrini iniziano ad accorgersene, perchè il parabrezza e il vetro del passeggero sono già completamente appannati dal vapore che esce copioso da Oscar in formato caldaia a pellet. Per la brunetta di Timisoara non esiste però che venga alzata bandiera bianca: mi arrotola quasi sino al collo tutto quello avevo addosso e mi lascia a busto completamente nudo.
Mi lancio allora in un'ulteriore sessione di percussioni, che mi vedrà comunque uscire madido di sudore, come temevo. Ciò che però racconterò ai nipotini è il coniglio che Alexia tira fuori dal cilindro, per mettere un po' di pepe alla galoppata finale: si tira un po' avanti e verso sinistra con la testa, azzanna il mio capezzolo destro e inizia a succhiarlo e mordicchiarlo!
La mossa è davvero notevole, perchè al massimo ricordo pizzicotti ai capezzoli da parte di altre Otr, ma non basta a farmi varcare la linea del traguardo, prima che mi accasci su di lei, fradicio come se fossi appena uscito da un bagno turno. Mentre mi risollevo, guardo i finestrini e non sono più semplicemente appannati, ma proprio bagnati dalla condensa che si è formata.
IL SOLITO FINALE
Concludere l'incontro con una sessione federiciana dev'essere qualcosa di inconcepibile per Alexia, che mi osserva come se fossi un alieno dalla pelle verde, mentre cerco di spiegarle che tornerò sul sedile del conducente e affiderò il compare alle cure della sua fida amica.
Ripresa posizione al di qua del tunnel centrale, ha inizio l'opera di smanacciamento, durante la quale ne approfitto per carezzare le gambe della brunetta. Quanto sta accadendo deve essere fuori da tutte le regole di ingaggio di Alexia, che mi osserva sbalordita, senza fare nulla, a parte riprendere a canticchiare la playlist di Dani Mocanu, che nel frattempo è avanzata di un po' di brani.
Le note del suo cantante preferito non bastano però a distrarla del tutto: buttando un occhio all'orologio della vettura, si rende conto che siamo via da troppo tempo e allora mi richiama all'ordine, chiedendomi di concludere velocemente. Mi tocca allora mettere alla frusta Federica e, in un altro giro scarso di lancette, varco la linea del traguardo. Alla fine, il cronometraggio ufficiale rileverà 19 minuti da mattonella a mattonella, quindi il tempo netto al retrobottega potrebbe essere stato di circa 15-16 minuti, direi corretto per il trentello speso e quindi non tale da giustificare rimostranze da parte della fanciulla.
Alexia è lesta a passarmi le salviette, che in parte uso per detergermi dal sudore e in parte per lindare il compare e i Paesi Bassi. Ricomposta la pallottola dell'amore, la appoggio sul bracciolo centrale e finisco di rivestirmi. Quando sono pronto, mi volto di nuovo verso destra e faccio giusto in tempo a vedere Alexia che sta smaltendo la pallottola "alla rumena", cioè gettandola fuori dal finestrino: il mio "Ferma! Ferma!" arriva quando i ricordi dell'incontro sono già in volo e stanno per atterrare a qualche metro da noi.
La sgrido, vorrei raccontarle la storiella del retrobottega dell'Avis, chiuso con una sbarra perchè trasformato in un Immondezzaio di fazzolettini e profilattici, ma tanto non capirebbe ancora un aneddoto così lungo. Cerco almeno di spiegarle che lei, le comari e i clienti rischiano di trovarsi addosso Bianca e Rossella, se il parcheggio viene riempito di rifiuti, Alexia sembra intendere, ma dubito che le "bulgare" si muniranno di sacchettone della monnezza.
SCUOLA GUIDA
La parte più buffa dell'incontro, però, deve ancora venire: quando siamo ormai pronti a ripartire, Alexia deve rimanere ammaliata dalla leva del cambio manuale, forse perchè ormai se ne vedono quasi solo di automatici: la osserva e poi appoggia la mano sul pomello.
È quindi il momento di farle la prima lezione pratica di scuola guida: premo la frizione, mica che saltino per aria tutti gli ingranaggi nella scatola del cambio, e le faccio vedere come ingranare la retro, per allontanarci un po' dal muretto a cui ci eravamo accostati. Non sembra difficile (leva tutta a sinistra, sinchè non si sente lo scatto, e poi in avanti), ma Alexia riesce a mettermi la prima e la terza, prima di imbroccare la selezione giusta
Faccio qualche metro all'indietro, poi le mostro come ingranare la prima e stavolta ci riesce senza sbagliare, anche perchè era più facile. Ora non resta davvero che compiere un lungo arco nello sterrato in cui ci eravamo fermati e rientrare alla mattonella. Nel breve tragitto, cerco anzitutto di capire se abbia una macchina, ma pare di no, per carenza di fondi. A vedere sui social i bolidi parcheggiati nei garage delle altre Otr e/o dei loro boy, non è difficile immaginare che basteranno pochi mesi di lavoro, perchè anche nella rimessa di Alexia si levi alto il nitrito di almeno 300 cavalli purosangue tedeschi!
Tento anche lo scambio di gagliardetti, ma mi pare di capire che per ora non abbia ancora un'utenza italiana. Oppure le sono sembrato un lestofante e ha preferito non darmela. Ad ogni modo, siamo ormai all'altezza della mattonella: con la massima cautela faccio inversione e poi mi addentro nello sterrato, cercando di salvare per la seconda volta cerchioni e sospensioni. Un bacetto sulla guancia, tanti cari saluti ad Alexia e posso ripartire. Nell'andare a girare alla rotonda, vedo la matrona Giulia che esce dal boschetto e rientra a piedi alla mattonella, non so se reduce da un incontro fra le fresche frasche o da un pit stop per svuotare la vescica. Un ultimo saluto con la manina alla mia nuova amichetta e riprendo la strada di casa.