INCUBO DI UNA NOTTE DI TARDA ESTATE
SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Osio Sopra (BG)
ZONA: 45.623523, 9.598253
NOME: Alexandra
NAZIONALITA': Rumena di Bucarest e dintorni
ETA': 23 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + RAI1 (solo mission) + HJ
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 70
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 20-25' lordi
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, almeno una 3° di seno, fisico un po' sinuoso non più veliniforme, ma comunque sodo al tatto e molto levigato; viso carino con lineamenti armoniosi, occhi azzurri davvero molto belli; capelli biondi tirati indietro, con un ciuffo su un lato
ATTITUDINE: forse uno dei peggiori incontri OTR della mia carriera ; a domanda risponde
LA MIA RECENSIONE:
Come riportato nel thread principale:
Il mio girovagare da poco conclusosi potrebbe definirsi "Incubo di una notte di tarda estate". Anna effettivamente tornata, come da programmi, ma all'utb coda degna della salerno-reggio calabria! Ben tre macchine appostate per la fanciulla e tempo d'attesa stimato in 75-90 minuti, al punto che è lei stessa a lasciare elegantemente intendere che è meglio ripresentarsi un'altra sera!
l'assembramento di colleghi in attesa di
Anna (uno sotto il ponte, un altro poco dietro la vettura che dovrebbe essere di Simona, un altro ancora in un parcheggio leggermente più arretrato!) e l'assenza di
Luana & Co. (tranne
Anna/Elena) mi spingono a cercare maggiore fortuna (o sfortuna, col senno di poi ...) all'estremità opposta del Boulevard de l'Amour. Non vedendo in postazione nessuna delle ragazze che ho semi-fidelizzato (
Anna del Grana Padano, la cui postazione è stata usurpata addirittura da una
black;
Adriana;
Juliette le Perlettin, che per una sera ha ceduto lo showroom alla cugina
Alinette alias donna Mercedes;
Monny, che ha lasciato a
Michela l'ingrato compito di presidiare da sola il parcheggio del Benaglia), decido che si può riesumare l'ormai impolverato bloc notes e passare a trovare almeno una delle fanciulle il cui nome mi ero appuntato.
Di
Eva (e della sua macchina) nessuna traccia, per cui mi addentro nella riserva di caccia del Paninaro, che è una delle zone che ho meno esplorato durante le mie scorribande lungo la SS 525. Dopo un paio di vasche perlustrative, l'obiettivo sarebbe anche individuato: nella via a fondo cieco che precede lo slargo del Paninaro (lato sx, arrivando da Dalmine; per l'esattezza qui: 45.624725,9.599215) ci sono due fanciulle bionde che stanno scherzando tra di loro (dovrebbero essere
Georgia e collega, ma non saprei proprio chi sia l'una e chi l'altra). Quella che mi incuriosisce di più è la ragazza coi capelli a caschetto, quasi a palloncino, che sembra cimentarsi in una mossa di kung-fu o kickboxing, perché solleva ripetutamente una gamba all'altezza della testa della "amica", come se volesse sfidarla in una gara di agilità. Non se la cava male, ma non ha sicuramente i numeri per entrare nella squadra blu di Amici, perché non riesce a tenere l'arto perfettamente disteso, ma deve piegarlo leggermente all'altezza del ginocchio

Mentre sono intento in queste riflessioni alla Brian & Garrison e inizio a fantasticare su quali posizioni la fanciulla riesca a tenere sopra a un materasso, faccio il giro di boa alla rotonda successiva e mi avvicino a bassa velocità, pronto per l'intervista di rito. L'incontro, però, sfuma ancora prima di nascere, perché una vettura carica entrambe le ragazze e scompare con loro nell'oscurità della notte (di primo acchito, ho pensato che fosse il taxista giunto per ricondurle a casa, ma poi le ho riviste al mio ritorno e quindi dovrei concludere che si sia trattato di un collega).
ALEXANDRA, TRAVET DELLA NOTTE
A questo punto, scartata l'esile morettina
Sara (perché già incontrata), devo necessariamente ripiegare su
Alexandra (la protagonista di questo thread), che avevo intravisto seduta sul cordolo che delimita la carreggiata, intenta a consultare il suo smartphone. Solito giro di boa per controllare che la strada sia libera e mi affianco a lei. Già l'intervista avviene con difficoltà, perché lei neppure si solleva dalla sua posizione accovacciata, per cui ci vediamo a malapena e ci sentiamo ancor meno, durante il nostro breve colloquio. Capisco che non debba avere inteso un'acca di quello che le ho detto, perché alla mia domanda rompi-ghiacchio fa partire il consueto nastro pre-registrato ("trentabocccafiga"). Se non altro, quando invece le chiedo se disponga anche di un appartamento, sembra riuscire a leggere il mio labiale e mi conferma la disponibilità di tale opzione, che viene inizialmente quotata 80. Senza la benché minima resistenza, accetta di scendere a 70 e quindi è presto ospite della mia vettura. Di viso, la ragazza è proprio carina: ha i lineamenti dolci di una bambolina e mi folgora con due occhi azzurri come il cielo terso di settembre, che secondo me hanno pochi eguali lungo la SS 525.
Mentre mi indirizza al suo loft, cerco di avviare un minimo di conversazione con lei. Nonostante l'ottima padronanza dell'italiano, la fanciulla è però del genere "a domanda risponde" e quindi è quasi difficile carpirle anche solo le generalità necessarie alla corretta compilazione della scheda tecnica! In breve: Alexandra, proveniente dai dintorni di Bucarest, 23 anni, da 1 in Italia (solo a Bergamo) e da poco rientrata dalle ferie estive in Romania. Just Cavalli è invece il suo profumo, dalla cui penetrante fragranza resto quasi tramortito, nonostante si sia aspersa solo di "un paio di spruzzate". Buona parte del tragitto mi è familiare, perché transitiamo a non più di un centinaio di metri dal loft della Perlettina, ma poi ci addentriamo nel retroterra di Osio Sotto e da lì in avanti perdo completamente l'orientamento. A uno stop, svoltiamo a sinistra e, come per magia, mi sento quasi a casa: riconosco infatti il pavé che ho percorso innumerevoli volte con Katia e, quasi come un automa, sto per dirigermi al parcheggio dove avevo sempre lasciato la macchina, durante i nostri incontri. Mentre cerco di ricordare quale fosse il porticato da cui accedeva al cortile e poi allo scannatoio con le famose tendine da doccia, Alexandra mi precede e mi fa svoltare proprio
lì dentro. "Metti pure la macchina davanti a quel cancello", dice perentoria la ragazza. "Ma ne sei sicura? E' un passo carraio con tanto di rimozione forzata ...", esito un attimo. "Tranquillo, tanto non esce nessuno a quest'ora", fuga ogni dubbio Alex. Poiché ormai ci sono pochi dubbi che entreremo in quello che è stato "lo" scannatoio, mentre la seguo cerco di ricordare se la biondina che ho davanti a me possa essere la stessa ragazza che aveva consegnato le chiavi a
Nadia, durante il nostro incontro dello scorso marzo. Di viso potrebbero anche somigliarsi, ma quella di allora aveva detto di chiamarsi Adela.
IL DECLINO DI UN GLORIOSO SCANNATOIO
Quando varco la porta e, per la seconda volta dopo la dipartita di Katia, rimetto piede in quello che era stato il teatro dei nostri incontri carnali, mi rendo conto di non provare più alcuna emozione particolare. Il layout della poca mobilia presente non ricorda più nulla del glorioso (ma scomodo!) passato e trasmette piuttosto l'idea dell'abbandono più assoluto: un giaciglio singolo è posizionato di traverso lungo il muro frontale (davanti a una sorta di cassettone), il lavabo è ingombro di residui e anche il tavolino sotto la finestra è tutto sporco, al punto che sono quasi esitante ad appoggiarci il portafoglio e le chiavi della macchina! Oltretutto, il locale è anche sprovvisto di illuminazione (o la lampada non è mai stata riparata o, addirittura, non è stato neppure attivato il contatore elettrico), perché la nostra svestizione è appena rischiarata dalla fioca luce del display dello smartphone di Alexandra, che appoggia sopra una mensola. Se penso a quanto appariva ordinato e dignitoso, quando era abitato dalla "amica" di Nadia, solo qualche mese fa!
"Che atmosfera
dark!", le butto lì, per rimarcare la semi-oscurità che ci circonda. "In compenso, io sono tutta colorata!", replica Alexandra, che - in effetti - indossa degli sgargianti fuseaux e un bustino con una variopinta fanstasia floreale. "Ma non abiti qui, vero?", le domando un po' preoccupato che la fanciulla possa vivere in condizioni igieniche così precarie. Ricevuta conferma che la sua residenza è altrove (in una cittadina della cintura bergamasca), vengo allo scoperto e le rivelo di essere già stato in questo scannatoio, con una ragazza mora (ma non le faccio il nome di Nadia). "Si chiama forse
Alice? - mi domanda - E' l'unica ragazza con cui lavoro". "No, non credo si chiamasse così - faccio un po' lo gnorri, per cercare di raccogliere qualche informazione in più - Ma non è tanto che lo state affittando, giusto?". "Sono più o meno tre mesi", mi risponde, il che conferma la mia congettura che Adela abbia liberato questo bugigattolo tra la fine di aprile e maggio e che, successivamente, Alexandra e Alice siano subentrate come nuove inquiline.
LA RECE VERA E PROPRIA
Esaurita questa breve conversazione, siamo praticamente nudi (io indosso solo la folta peluria di cui mi ha dotato Madre Natura e lei il bustino, che non ha tolto ma abbassato sotto i seni) e posso guardarne meglio il fisico. E' alta più o meno 1,65 e, nonostante la giovane età, non ha più le sembianze di una velina ma comincia ad avere qualche sinuosità qua e là (nulla di grave, perché la
silhouette rimane comunque piacevole e nel complesso armoniosa). La zona della vulva è completamente depilata ma il suo pezzo forte sono sicuramente le mammelle, una terza taglia (almeno) che deborda da sopra il bustino. "Tutto naturale?", le domando, affascinato da tanta abbondanza (e dal fatto che il capezzolo sia circondato da un'areola estremamente ampia). "Tutto naturale!", mi tranquillizza orgogliosa Alexandra. Fugato anche quest'ultimo dubbio, mi sdraio accanto a lei e scopro che, se possibile, il giaciglio è anche più scomodo di quelli che usavano Katia e Denise: appena mi corico, devo risistemarmi con la delicatezza di un fachiro su un letto di chiodi, perché la mia schiena viene istantaneamente martoriata dalle molle di un materasso davvero un po' troppo spompo.
Alexandra, accovacciata di fianco a me, masturba il fratellino per il tempo strettamente necessario a fargli acquisire il minimo turgore operativo, lo incappuccia e si china su di lui, iniziando un BJ delicato. Davvero troppo delicato per i miei gusti, perché stenta a risvegliare dal sonno il mio compare del piano di sotto (ma sarà stata anche l'oscurità quasi totale della grotta in cui ci troviamo

. La lascio comunque lavorare e mi dedico a prendere confidenza col suo fisico: le scosto i capelli biondi su un lato e inizio a carezzarle la schiena, scendendo dalla nuca verso i glutei. Il tono è buono e la levigatezza della sua pelle è davvero piacevole, per cui mi dilungo un po'. Passo quindi al lato A, saggiando il volume e la consistenza della coppe e titillandole insistentemente i capezzoli. Mentre sto per scendere verso il basso, Alexandra si risolleva e mi domanda se vogliamo iniziare a scopare. Non sono trascorsi più di 2-3 minuti da quando abbiamo cominciato e il fratellino mi sembra tutt'altro che pronto per la copulazione, ma acconsento, sperando che sarà poi possibile alternare varie posizioni.
Ci risistemiamo sul precario giaciglio, lei supina e a gambe divaricate, io sopra di lei. Guida il mio pene nella sua vagina e poi lascia lì la sua manina. Oltretutto, si tiene sollevata col busto sui cuscini e ha la testa china in avanti, per seguire quello che accade all'altezza del suo basso ventre. Insomma, se c'era qualche dubbio che
non gradisse un contatto fisico troppo ravvicinato, la postura del suo corpo l'ha definitivamente fugato! Mestamente, mi puntello sugli avambracci e inizio a stantuffarla, muovendo le mie pelvi avanti e indietro. Si tratta di pura meccanica dei corpi oscillanti, perché manca tutto ciò che normalmente arricchisce un buon incontro carnale (il contatto epidermico, l'inebriarsi del profumo, il chiudere gli occhi e farsi cullare dal respiro dell'altra persona ...). Tra le cose che non mancano c'è invece la sua mano malandrina, che rimane sempre lì a schermare la sua vulva e che mi dà persino fastidio, a mo' di moderno cilicio, ogni volta che il mio pube cozza contro le nocche delle sue dita. Dopo un paio di minuti decido di fermarmi, sia perché è ben poco il piacere che cavo dalla situazione, sia per l'ormai eccessiva tensione dei miei addominali (l'avevo anche detto che non ho il fisico del giovane Val Kilmer di Top Gun

.
Le chiedo se possiamo provare a smorzacandela, ma Alexandra è tutt'altro che entusiasta e mi propone piuttosto di finire di mano. Poiché i miei 70 sono ormai stati buttati nella tazza del cesso, non mi resta che tirare l'acqua e darle il permesso di concludere così. Mentre stiamo per cominciare, squilla però il telefono e, per il principio di azione e reazione, il display si spegne del tutto, facendo calare l'oscurità più assoluta nel nostro cubicolo. Alexandra si fa però guidare dall'udito e, a tentoni, recupera il cellulare dalla mensola. Fa passare un dito sul monitor e, magicamente, lo riattiva ("fiat lux", credo si dica). Mentre lei è intenta a vedere chi la stia chiamando, riesco a buttare un occhio sul desktop e noto una foto di lei, sorridente e abbracciata a quello che immagino essere il suo ragazzo. La visione dura però un attimo, perché il telefono viene prontamente accostato all'orecchio e inizia una breve conversazione in rumeno (il cui contenuto mi sfugge ma che riuscirò poi a ricostruire, visti gli eventi successivi).
L'intermezzo telefonico, lo scarso entusiasmo con cui Alexandra si rimette all'opera (delicata come una ricamatrice, mentre mi sarebbe servito il vigore di un boscaiolo) e quel breve squarcio che mi si è aperto sulla sua vita dietro le quinte mi fanno perdere ogni velleità agonistica, cosicché - dopo un paio di minuti scarsi - le dico di fermarsi pure, in modo da porre fine a questo calvario.
LA CILIEGINA SULLA TORTA
Una volta sfilato il profilattico, le domando dove possa gettarlo. "Buttalo pure in bagno", mi indica Alexandra. Mi reco quindi nel locale accanto, convinto di darmi anche una sciacquata al basso ventre. L'acqua e il sapone ci sarebbero anche, ma manca il provvidenziale rotolone-Regina per potersi poi asciugare, per cui desisto. Sotto il lavabo trovo invece dove gettare il condom: anche qui, però, devo compiere un'operazione di fine equilibrismo, perché il secchio della spazzatura è pieno raso di fazzolettini di carta e profilattici, che si reggono a vicenda in un equilibrio precario. Appoggio delicatamente il mio, attendo col fiato sospeso che si assesti senza far crollare tutto il mucchio di immondizia varia, mi lavo le mani e abbandono rapidamente il bagno.
La ciliegina sulla torta di un incontro nato storto devo però ancora assaggiarla! Facciamo appena in tempo a varcare la porta dello scannatoio e incrociamo
Alice (che sia
quella recensita da cicciobg?), seguita a qualche metro da un nostro collega. Non che la cosa mi infastidisca eccessivamente, perché abito decisamente lontano da Bergamo e dunque è improbabile che possa incrociare qualcuno di mia conoscenza, ma siamo davvero lontani anni luce sia dalle buffe tendine di Denise e Katia che dalla teutonica gestione della privacy di Anna e Simona! Dato l'esito davvero negativo dell'incontro, è superfluo dire che io e Alexandra non ci scambieremo molte più parole della "buona notte" finale, durante il tragitto in macchina per riaccompagnarla al suo showroom...
Tenterò poi di salvare la nottata recandomi all'UTB:
Tornato all'Utb, Anna e Simo erano dapprima intente nelle consuete p.r. con la Ps e poi in fase di sbaraccamento, per cui ho deciso di chiudere lì la nottata.
ma le condizioni avverse mi spingeranno a tirare i remi in barca e a tornare mestamente a casa, del tutto insoddisfatto della mia spedizione bergamasca. Ma, come si dice,
c'est la vie ... e fortuna vuole che, dopo questo breve intermezzo punteristico, inizi la seconda metà delle mie vacanze agostane ...