DETTAGLIO DELLA OTR
Nome: Alina Snapchat
Nazionalità: albanese
Età apparente: 25, quasi 26 dichiarati
Descrizione fisica: ragazza alta ca. 1.65, bel fisico magro e tonico, lungo crine castano appena mosso, viso piacevole che ricorda un po' quello di Sandraccia, profilo del naso non impeccabile, occhi castani, labbra punturate, seno giovanile di una 2a taglia, vari tattoo
Attitudine: BJ di circa 30 secondi, passiva in RAI1, sublime nell'uso di Snapchat ; sembra padroneggiare bene l'italiano, ma è presa dal suo telefono
Reperibilità: difficile, perchè rimane via molto a lungo
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: 30
Compenso concordato: 30
Servizi offerti: BJ, RAI1
Servizi usufruiti: BJ (30+30 secondi), RAI1 (mission), lunghissima lezione sul campo sull'uso di Snapchat
Durata dell'incontro: 31' da Freudenberg a Freudenberg, 24-25' netti
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Zona di imbarco: Novedrate
Coordinate: accesso principale della Freudenberg
LA MIA RECENSIONE
Il serbatoio in riserva spianata mi obbliga a uscire a fare il pieno. Quando parto da casa, sta quantomeno piovendo, ma appeno varco il cancello di Arosio, l'asfalto torna perfettamente asciutto e la colonnina di mercurio risale velocemente sopra i 25 gradi.
Mentre passo da Novedrate, noto che c'è la bottiglietta di
Alina Freudenberg e, in quel preciso istante, decido che butterò nel cesso il trentello che ho nel portafoglio, ma d'altra parte mi capita raramente di avere decini spaiati, da immolare alla causa.
Vado a fare benzina su al Gigante, riesco a intravedere un'affaccendata
Bellydance mentre sale sull'auto di un collega e una
Oly meno impegnata del solito, in bikini nero e stivaletti stringato, ma ormai il dado è tratto.
Rientro a Novedrate e Alina è ancora assente, per cui allungo sino al ponte delle Badanti, per far passare qualche minuto. Transito di nuovo, ma la custode della Freudenberg è incredibilmente ancora assente, il che è quantomeno un indice che non metta fretta. Giro di boa al Carrefour e, nel risalire, finalmente intravedo una sagoma appollaiata davanti al cancello della Freudenberg. Come KITT, metto il turbo boost, faccio la rotonda del Blue a ruote fumanti e neppure un giro di lancette dopo metto la freccia a destra.
SLIDING DOORS
La brunetta è sempre accucciata a terra, nella tipica posizione di
Lucy, e sembra anche impegnata in una telefonata, ma ha un tempo di reazione da centometrista olimpico, si rialza e si affianca alla mia vettura. L'intervista di rito va come l'altra volta: pur sapendo già la risposta, fingo di chiederle se conceda il BJ e, al suo diniego, le domando allora quale sia il rate per "sex". Lei deve inizialmente scambiarmi per uno straniero, magari per un eschimese, perchè mi fa cenno di no e si allontana, come se non volesse salire. Qui avrei fatto ancora in tempo a salvarmi, ma volevo proprio buttare il trentello nel cesso, insisto e la convinco ad accomodarsi a bordo.
Mentre sale in macchina, mi accorgo che indossa una specie di salopette di colore arancione: dalla cintola in giù, non è diversa da quella di un ciclista, con pantaloncini elasticizzati a mezza coscia; sopra, somiglia piuttosto a una canottiera abbastanza lasca. Il fisico è snello, i lineamenti del volto somigliano vagamente a quelli di
Sandraccia, anche se il profilo del naso è meno regolare e gli occhi sono castani. Il crine è bruno, lungo e un po' mosso.
SEGRETO DI STATO
Neppure il tempo di rientrare sullo stradone e Alina mi ha già dato, in buon italiano, le indicazioni (che poi si riveleranno sbagliate) per raggiungere il retrobottega. Poi riprende la sua telefonata, che durerà per il paio di minuti di tragitto e sino allo spegnimento del motore.
Cerco di approfittare di una fase interlocutoria della telefonata e le domando la provenienza, così da compilare il secondo campo della scheda tecnica. "Non è importante da dove arrivo!", taglia corto la brunetta, ma basta ascoltare un po' la conversazione telefonica in corso, per giungere alla conclusione che non sia dacica ma schipetara.
"Almeno il nome, puoi dirmelo, oppure mi devi uccidere, se me lo riveli?
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", è l'unica domanda che mi azzardo a farle, appena siamo a destinazione e ho spento il motore. La brunetta si mette a ridere e mi conferma di chiamarsi Alina, come peraltro sapeva già mezza Brianza, quella che legge PF. Io mi presento col mio nome, ma lo dimenticherà pochi secondi dopo la stretta di mano, perchè poi verrò chiamato alternativamente Amore o Baby. Il meglio resta però il Bello dell'Ambasciatrice e l'Amò di Roxana di Roma
LA RECE VERA E PROPRIA
Il rapporto di simbiosi fra Alina e il suo smartphone non trova eguali neppure in una
Saretta Parini: la brunetta lo appoggia per poche decine di secondi sulla plancia, giusto il tempo di fagocitare l'obolo ed estrarre i ferri del mestiere, e poi lo recupera di nuovo, passando ora ad un'applicazione di messaggistica.
"Ora le toccherà metterlo da parte per qualche minuto ..", è la mia pia illusione, quando vedo che Alina libera le mani e inizia ad armeggiare col blister del condom, per procedere all'incappucciamento del compare. Quando è tutto pronto, si china in torsione sul mio basso ventre e dà inizio al BJ più corto e delicato che io ricordi: il fatto che il menù non includa solo l'antipasto era chiaro indizio che fosse pratica per lei fastidiosa, ma che le percussioni abbiano una profondità di 15-20 mm scarsi e che si concludano dopo sì e no trenta secondi, proprio non me lo aspettavo.
"Dai, fai tu con la mano!", mi esorta ad auto-ringalluzzire il compare ... e il motivo mi è chiaro cinque secondi dopo, quando recupera il cellulare e inizia a scorrere un po' di video, su una app che potrebbe essere Tik Tok. Lo schermo deve però essere impostato in modalità nottura e, come i gatti, pure le app diventano tutte grigie e non si riesce a distinguerle l'una dall'altra.
"Vabbè, la bella addormentata si risveglierà al momento di copulare ...", è la mia seconda pia illusione. Tentare una trattativa per riavere indietro almeno una parte dell'obolo e tornare alla mattonella con uno 0-0 senza morti nè feriti avrebbe meno probabilità di successo che trovare
Regina Mora in minigonna il 31 di gennaio, per cui affido Oscarino a Federica e mi metto in modalità osservatore dell'ONU, col caschetto blu in testa.
BABY, FA CALDO!
"Baby, fa caldo!", si lamenta poco dopo la principessa sul pisello (che, in realtà, lo ha visto sì e no per 30 secondi). Mi avesse chiamato Antò, anzichè Baby, sarei corso al supermercato più vicino, a prenderle il Nestea ghiacciato e la serata avrebbe preso tutt'altra piega, come nella pubblicità
Riguardo al caldo, non ha però tutti i torti: fuori ci sono 27 gradi e bastano due minuti a motore spento, per trasformare l'interno della vettura in una specie di fornetto. Ho quindi la malsana idea di abbassare entrambi i finestrini e, all'istante, entra una vampata di calore come la ricordavo solo quando ero sceso dalla vettura nel bel mezzo del deserto degli Emirati, per visitare un impianto petrolchimico in costruzione.
Il retrobottega è quello del Tank
Dilara, non più in territorio di Novedrate e lontano dalle rotte normalmente battute dalle navicelle aliene, per cui si può rischiare di riaccendere il motore, il che obbligherà a tenere accese anche le luci di posizione e quindi mi renderà visibile da 400 metri di distanza. Non appena l'aria fredda inizia ad affluire copiosa dalle bocchette, sigillo di nuovo i finestrini e mi raccomando con Alina di non toccare la leva del cambio, che ho messo in folle. Raccomandazione inutile, perchè la brunetta venuta dell'Albania è sempre concentrata sullo schermo dello smartphone.
GUARDARE, MA NON TOCCARE!
"Ma non faresti proprio nulla, per darmi una mano?", tento una timida ambasciata al di là del tunnel centrale. "E cosa vorresti che facessi?", mi domanda con sguardo interrogativo. "Non so, potresti magari carezzarmi un po' ... oppure spogliarti ... i seni sembrano belli
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", provo a convincerla almeno a sfilarsi la salopette. Alina mi accontenta, ma puntualizza subito che le sue tettine, a occhio di una seconda taglia, si possono solo guardare ma non toccare. "Se vuoi, però puoi toccare il sedere", mi concede il permesso di scendere sino al suo fondoschiena, ma non farà nulla per agevolare le mie esplorazioni, rimanendo seduta a busto eretto e quindi con le chiappe bene appoggiate al sedile. Se non altro, ora che è nuda dalla cintola in su, posso notare un angioletto tatuato sul bicipite sinistro e una lunga scritta che disegna tutta la S della colonna vertebrale.
Mentre la sua mano destra continua a scorrere video uno dietro l'altro, la sinistra accenna un paio di timide carezze alla mia coscia. Ma non è proprio vero che le donne siano multitasking, perchè Alina è troppo presa dallo smartphone e dieci secondi dopo si dimentica di andare avanti a massaggiarmi. Io cerco di srotolare il Tentacolo verso destra, ma la "no fly zone" sui seni e l'inaccessibilità delle chiappe mi daranno ben poche soddisfazioni.
Dato che Alina se ne sta sulle sue, Federica non si danna l'anima per accelerare i tempi e il compare guadagna turgore con gradualità. Pian piano, srotolo il condom sino in fondo e, dopo una decina di minuti, potrei anche essere pronto per la copulazione. La brunetta non mi degna però di uno sguardo e allora metto il motore al minimo dei giri, in attesa di un cenno da parte sua, che arriverà almeno due giri di lancette dopo, quando avrà finito di scorrere i video e gettarà una occhiata alla sua sinistra.
ANCORA UN PO' DI FLAUTO
Contravvenendo a tutte le sue regole di ingaggio, con mia somma sorpresa Alina decide di concedermi altri trenta secondi di BJ: si mette gattoni, si infila la punta dell'asta in bocca e compie una decina scarsa di percussioni. Dato che il compare partiva già bello turgido, le sensazioni che si alzano dal glande sono fugaci ma positive. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, la mano malandrina sta impugnando il telefono e quindi non può smanacciare anche la base del compare.
"Dai, vieni dalla mia parte!", mi esorta a raggiungerla alla missionaria, mentre si riaccomoda dalla sua parte e si dispone a ranocchia, col sedile reclinato non più di 30 gradi dalla verticale. Deve accorgersi che la osservo un po' perplesso e, infatti, un attimo dopo se ne esce con un "Che stupida! Se dobbiamo scopare, devo togliermi i pantaloni!
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". Dimenticanza madornale, che una Regina Mora, abituata ai jeans, non avrebbe mai commesso!
Alina si cimenta nell'epica impresa di sfilare i pantaloncini della salopette e le mutandine senza togliersi le scarpe coi tacchi, in cui inevitabilmente si impiglia il tessuto elasticizzato. Mentre lei ci prova, io scommetto in tempo reale su LiveBet che non ce la farà, ma incredibilmente ci riesce e perdo anche la posta, oltre al trentello del rate.
Ora che è del tutto nuda, balza all'occhio un lungo serpente, forse quello che ci valse la cacciata dal Paradiso Terrestre, tatuato sulla gamba destra. Mentre io tento l'infilamento nella sua vulva, circondata da labbra di un bel rosa e abbastanza prominenti, lei ha ovviamente il cellulare in mano. Ora che sono a una spanna dallo schermo, oltre a leggere un paio di suoi contatti, riesco finalmente a riconoscere la app: non era Tik Tok, neppure Instagram, ma nientemeno che la decaduta Snapchat, che però viene ancora un po' usata dalle Otr albanesi!
RAI1, FINALMENTE
Ora che la dovuta congiuntura astrale si è realizzata, con una mossa lesta impugno la leva dello schienale e lo inclino almeno a 45 gradi, per non beccarmi il colpo della strega dopo trenta secondi. Adesso è davvero tutto pronto, mi appoggio con gli avambracci a cuneo attorno alla sua testa e può avere inizio la mia danza pelvica. Di positivo, il fatto che Alina si sia posizionata con la vulva a filo del bordo anteriore del sedile, il che mi permette di lavorare ginocchioni, e la strettezza del canale di accesso, che non è di certo ampio come le grotte di Frasassi.
Di negativo, la sua partecipazione a zero: con la mano sinistra, si regge la gamba, con la destra fa altrettanto e in più riesce anche a tenere in mano lo smartphone e a continuare la consultazione di Snapchat! Se non altro, così raggomitolata sotto di me, riesce a tenere i suoi tacchi acuminati abbastanza lontani dalla mia plancia e ad evitare di lasciarmi un paio di stimmate nella plastica, a imperitura memoria dell'incontro.
Nonostante l'aria condizionata, i nostri corpi stretti l'uno contro l'altro raggiungono velocemente una temperatura folle e la copulazione si fa quasi subito un'impresa ai limiti dell'impossibile. Dopo un minuto, estendo le braccia e mi aggrappo ai fianchi del sedile, per lasciare più aria tra me e lei; dopo un altro giro di lancette, sto grondando sudore e alzo bandiera bianca.
"Che succede, Baby?", mi domanda un po' stupita Alina, staccando per un attimo gli occhi dallo smartphone. "Avevi ragione: fa troppo caldo!", consegno la mia resa incondizionata e le propongo di concludere con una nuova sessione federiciana, opzione che lei ovviamente accetta, dato che le permetterà di smanettare su Snapchat con più comodità.
NON METTE FRETTA, SE NON ALTRO
Mentre io torno dalla mia parte, Alina inizia già a ricomporsi, reindossando le mutandine e i pantaloncini della salopette. Evito di tediare i lettori con una cronaca dettagliata dei minuti successivi, che vede Federica armeggiare col compare, la mano sinistra di Alina appoggiata inerte sulla mia coscia, Tentacolo carezzare un po' la schiena della fanciulla e la sua mano destra compulsare senza sosta lo schermo dello smartphone.
Se vogliamo vedere un pregio in Alina, a parte l'estetica, è che non mette davvero fretta: dato che si fa i fatti suoi col telefono, i minuti volano e lei non batte ciglio. L'incontro durerà esattamente 31 minuti, da mattonella a mattonella, per cui dobbiamo essere rimasti al retrobottega 24-25 giri di lancette e il suo primo "Baby, cosa facciamo?" non è arrivato prima del ventesimo.
Visto che è stato sfiorato l'argomento time extension, indago sulle opzioni alternative e le domando se presti i suoi servizi anche fra le mura di casa. Con mia grande sorpresa, la risposta è un sì, ma poi scopro il malinteso: lei intendeva a casa mia, non sua. Non vorrei però che prendesse mie ulteriori domande per un serio interessamento a una gita sul materasso, per cui ometto di indagare sul rate in camera, che sarà il solito centone.
Essendo stata sollecitata la conclusione dell'incontro, ora si possono alzare i giri di Federica e, nel giro di un paio di minuti, io varco felice la linea del traguardo. Lo stato d'animo di Alina è invece un po' più combattuto: è sollevata perché l'incontro è volto al termine, è al contempo triste perché dovrà tornare al caldo, ma è soprattutto scocciata di dovere interrompere brevemente la sua sessione su Snapchat, per recuperare le salviette.
Dopo essermi lindato e rivestito, le domando se si occuperà lei della pallottola dell'amore. La risposta è affermativa e allora gliela allungo, perchè venga smaltita a destinazione. Vedo però che impugna la maniglia della portiera e cerco di fermarla, prima che il ricordino del nostro incontro (se tale può essere definito) venga gettato per terra. "Tranquillo! Volevo solo incastrarla nella maniglia!
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", ma nel dubbio me la faccio riconsegnare, la appoggio nel portaoggetti e gliela farò prelevare a fine viaggio.
25 ANNI, VERGINE
Si può quindi ripartire e, fra un video e l'altro, riesco con pazienza a compilare quasi tutta la scheda tecnica. Dandole 20 anni (comunque ne dimostrava 22-23 al massimo), ammette di averne già 25 e di essere in procinto di compierne 26 a breve. So che c'è un collega appassionato di astrologia e che usa lo studio delle stelle per studiare la sua affinità con le Otr: le Vergini hanno maggiori probabilità di sviluppare la propensione alla missilaggine?
Durante il tragitto di ritorno, continua a rivedere in loop sempre lo stesso video, di cui io posso cogliere solo la ripetizione a oltranza della colonna sonora. "È la tua canzone preferita? La prossima volta, agganciano io tuo telefono al Bluetooth, così la sentiamo a tutto volume!
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", è la mia inevitabile domanda, con proposta annessa. La brunetta non si sbilancia più di tanto, ma quantomeno ammette che è musica schipetara.
Giro di boa alla rotonda del Blue e resta solo da rotolare giù fino alla Freudenberg. "Ma, se torno a trovarti, ma la fai una promessa? Appena sali a bordo, metti il telefono nella portiera e lo riprendi alla fine!
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". Alina si mette a ridere, dice di sì ... ma arriviamo alla Freudenberg prima di potere suggellare il contratto con una stretta di mano, per cui le promessa deve essersi sciolta cinque secondi dopo.
Accosto, bye bye ad Alina, la seguo mentre va a smaltire la pallottola dell'amore e poi mi reimmetto sullo stradone, destinazione branda, perchè l'indomani c'è da andare a lavorare.