SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Lomazzo (CO)
ZONA: 45.693677,9.027175 (al distributore TotalErg)
NOME: Anna
NAZIONALITA': Albanese
ETA': 23 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 15' showroom-to-showroom
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,60, capelli castani scuri con riflessi rossicci, viso squadrato e con qualche residuo di acne giovanile ma tutto sommato carino, occhi scuri, fisico snello, seno n.p.
ATTITUDINE: tecnica basilare, ma senz'altro molto brava col cronometro ; dopo un po' di diffidenza iniziale, ci si può parlare
LA MIA RECENSIONE:
Vago per altri 15-20 minuti e, dopo una lunga ramanzina a un automobilista, i CC smontano il posto di blocco e si trasferiscono altrove, lasciando che siano solo i lampeggianti blu dei finti autovelox a incutere un po' di doveroso timore reverenziale alle vetture di passaggio. La situazione è ora più tranquilla e non dovrebbe esserci grosso rischio a concedersi una quarto d'ora di sollazzo tra le lamiere. Ripasso da via Cristallo, dove incrocio l'amica di Cristina (dovrebbe chiamarsi Julia, se non ho capito male dal racconto di fratello bionsen) che scende dalla vettura di un collega e attraversa la via per andare a depositare o a recuperare qualcosa dalla sua saccoccia. Anche lei sembra abbastanza carina, ma mi scoccia stare lì ad aspettare che risistemi le sue cose, per cui mi dirigo di nuovo verso il TotalErg, dove le tre benzinaie sono sempre appollaiate sotto le pompe di benzina. Una (Alina) indossa già dei fuseaux, per cui è forte il timore che stiano levando le tende. Ripeto comunque la manovra di prima e faccio di nuovo cenno alla terza incomoda di avvicinarsi. "Scusa se prima sono andato via, ma c'erano i CC fermi alla rotonda ... - esordisco - Ma stai ancora lavorando o adesso è troppo tardi?". "In albergo?", mi domanda la fanciulla. "No, no, in macchina. Adesso la situazione è tranquilla", ridimensiono le sue aspettative. "Tranquillo, ho tempo. Andiamo?", mi domanda. Le do il placet a salire, cosicché la fanciulla compie il periplo della mia vettura e si accomoda di fianco a me, indicandomi la strada (che ormai conosco a menadito ) verso la sede operativa.
Inizialmente non è loquacissima, tanto è vero che riesco a "estorcerle" solo le informazioni di base (Anna è il suo nome di battaglia, albanese la sua nazionalità e 23 sono le primavere che dichiara), poi si lascia andare un po' di più. In ogni caso, si mette sicuramente a suo agio durante il breve tragitto verso l'imbosco, perché si sistema come una diva sul sedile del passeggero, con le gambe accavallate. "Ho un mal di piedi terribile", mi confida. "Ma se ti ho visto sempre seduta ", le butto lì scherzosamente. "Ma sono lì dalle 9 ... E poi queste scarpe sono scomodissime", mi spiega Anna. "Ma hai anche mal di testa?", le domando, dato che tiene il capo reclinato su un lato, appoggiato sul palmo della mano. "No, no, solo mal di piedi", mi tranquillizza, mentre siamo praticamente arrivati al trombodromo di Lomazzo. Accostiamo dietro alla solita siepe, che è così alta che persino il tanto odiato (dagli studenti) Leopardi avrebbe dovuto concludere che "da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude", ed è finalmente il momento de...
LA RECE VERA E PROPRIA
Mentre Anna estrae i ferri del mestiere e li dispone sulla plancia, io inizio ad arretrare il sedile e a calarmi le braghe. Vedo che anche lei sta per sollevarsi l'abitino e abbassarsi collant e perizomino, per cui la avverto subito che è mia intenzione intrattenermi con un semplice BJ: "Però, in macchina, vorrei solo un lavoretto di bocca... Sono 20, giusto?". Senza neppure troppo esitare, la fanciulla accetta (il che è la conferma che non deve lavorare tantissimo), interrompe la propria svestizione e si procede invece a regolare le formalità burocratiche. "Vuoi che lasci un po' di musica in sottofondo", è il mio ultimo quesito, prima che abbiano inizio le operazioni. "No, va bene anche così", mi replica Anna (che immagina evidentemente di poter sbrigare la pratica negli 8 minuti che sono tuttora il record imbattuto della collega Alina) e si china sul mio fratellino col condom in mano.
E' un po' impacciata nell'infilamento (forse perché il fratellino è tutt'altro che turgido), per cui le do una mano, tenendolo ritto da sotto. Quando, finalmente, il mio membro è incappucciato, Anna lo avvolge con la sua calda bocca e comincia a solleticarlo con un BJ che non sarà sicuramente annoverato tra quelli più memorabili. E' infatti un semplice su e giù con la testa, supportato da un intenso lavoro di falegnameria alla base. Dato che sta lavorando in torsione e non si è neppure tolta il giubbetto di simil-pelle, non c'è granché che io possa fare. La tengo un po' stretta a me, cingendole la schiena, poi scendo verso il basso e le sollevo un po' l'abitino elasticizzato, in modo da portare allo scoperto i suoi glutei. Glieli manipolo un po', cerco di infilarmi nella piega tra le gambe ma l'operazione è tutt'altro che agevole, dato che non posseggo due tentacoli lunghi come quelli del polpo Paul, le cui predizioni accompagnarono l'Italia nella sua vittoria mondiale, nell'ormai lontano 2006.
Dopo un paio di minuti d'orologio, arriva la prima doccia scozzese, perché Anna si risolleva e mi domanda: "Ti manca tanto?". "Dài, abbiamo appena cominciato! - cerco di calmare la sua fretta - Ci vorrà ancora un po' ...". Al che, la fanciulla albanese inizia a massaggiare energicamente il fratellino, per agevolare il successivo lavoro orale. Dopo averlo smanacciato con vigore per un buon mezzo minuto (il che mi fa compiere un bel tratto nella direzione del traguardo ), si china di nuovo su di lui e riprende le operazioni come prima. L'immersione non deve durare più di un altro minuto, perché Anna si interrompe di nuovo, curiosa di sapere a che punto siano le operazioni: "Ci sei?". Non faccio in tempo a dirle che ora siamo a buon punto e ha già ripreso a piallare energicamente la mia asta. Queste attenzioni così intense stanno pericolosamente avvicinandomi all'eiaculazione, senza che sia realmente riuscito a godermi la situazione, per cui la distraggo con una domanda a casaccio, un po' come quei calciatori che simulano gli infortuni più improponibili a un paio di minuti dallo scadere del tempo, obbligando così l'arbitro a concedere un po' di recupero (il loro intento, a dire il vero, è l'opposto del mio, ma il risultato è lo stesso . Anna, infatti, si distrae a rispondermi e sospende momentaneamente il lavoretto di mano, evitando così una tracimazione quasi imminente. Si cala di nuovo sul fratellino e riprende per la terza volta a trastullarlo con la sua bocca, cosa che mi risulta assai meno stimolante. Insomma, è come trovarsi sulle montagne russe: quando Anna armeggia di mano, sono sempre sul punto di capitolare, quando passa al BJ, è così delicata che potrei quasi addormentarmi ...
Dopo un altro minuto scarso si risolleva di nuovo, stavolta perché la frenetica alternanza di fasi ha fatto scivolare il condom verso l'alto, lasciando buona parte dell'asta scoperta: "Ca..o, si è quasi sfilato il profilattico!", esclama Anna. "Facciamo così, te lo sfilo e finisco con la mano", è la sua proposta, che dà per scontato essere accettata, dato che ha già rimosso il cappuccio con una mano e sollevato un po' la mia camicia con l'altra. "Ma così rischiamo di fare un mezzo disastro ... Non hai almeno un fazzoletto da mettere lì?", è la domanda che avventatamente esce dalla mia bocca. Non perché sia particolarmente scomoda in sè, ma perché obbliga Anna a riprendersi un attimo dalla sua tranche agonistica, cosicché si rende conto che è già passato troppo tempo per i suoi standard (e il tentativo di infrangere il record del mondo di Alina è già miseramente naufragato). "Non posso rimanere qui tutta la vita ... - è la sua risposta, che ha ben poca attinenza con la mia domanda - Se vuoi che stiamo di più, mi paghi di più".
Anche se manca davvero poco al traguardo (credo altri 5 secondi, di mano ), piuttosto che lasciarle anche solo 10 in più, sono disposto a spenderne il doppio e far completare il lavoro a una sua collega (cosa che poi farò, passando a chiudere la nottata con la più paziente Irina di Lentate). "Se è così, fermati pure", le dico, senza apparentemente suscitare il benché minimo rimorso in lei, per aver lasciato il lavoro incompiuto. E' infatti lesta ad estrarre la scatoletta dei fazzolettini umidificati (che avevo chiesto poc'anzi) e a darsi una ripulita alle mani. Me ne faccio passare uno e do anch'io una lindata e una profumata al fratellino, lasciando che sia poi lei ad appallottolare il tutto e a conferirlo alla raccolta differenziata.
QUATTRO CHIACCHIERE FINALI
Durante il viaggio di ritorno, mi racconta di essere qui da pochi mesi (da quando il terzetto è apparso al TotalErg, non ci voleva uno scienziato per scoprirlo ) e che invece è in Italia da due anni, il che giustifica la sua buona padronanza della lingua. Scopro così che aveva lavorato come badante, per soli 450 al mese, all'estremo sud della nostra penisola, praticamente di fronte allo stretto che deve avere attraversato per raggiungerci. Il lavoro attuale è sicuramente più pesante (anche perché è impiegata 7 giorni su 7), ma gli introiti sono senz'altro di un altro ordine di grandezza. Sono abbastanza stupito che non si conceda almeno una serata di riposo, come previsto per i lavori usuranti, ma mi spiega che ha appena preso in affitto un proprio appartamento nel capoluogo e dunque ha bisogno di racimolare rapidamente denaro, cosa che non è così veloce in serate fiacche come quella che sta volgendo al termine. "Se poi sei sempre così frettolosa coi clienti ...", è quello che penso ma non le dico. Le domando invece come mai non lavori a Milano, curioso di sentire la sua risposta (dato che sinora ne ho sentite di cotte e di crude, da chi preferisce esercitare lontano da occhi indiscreti a chi asserisce che nel capoluogo si lavori solo scoperto ...). Anna mi spiega che lì è quasi obbligatorio avere un loft a disposizione e che lei, per il momento, non ha ancora una situazione finanziaria abbastanza rosea da potersi permettere un secondo appartamento da impiegare solo a scopo lavorativo.
Il tragitto è davvero breve e siamo di nuovo al TotalErg, dove vedo che le sue colleghe Alina e Jenny sono scomparse e c'è invece un'utilitaria parcheggiata davanti al distributore automatico, con quella che ha tutto l'aspetto di una OTR (o di una ragazza appena uscita dalla discoteca, per quanto sono discinti i suoi abiti) intenta a comprarsi qualcosa da bere o da mangiare. Poiché mi sembra che vi siano anche altre ragazze nella vettura, suppongo che sia il taxi che dovrà riaccompagnare anche Anna a Milano, per cui le domando se debba accostare là. "No, no, perché? Lasciami pure al mio posto", mi risponde la fanciulla albanese, al che devo concludere che si trattava della vettura-ammiraglia di un'altra squadra-corse. Ci congediamo col saluto della buona notte, lei si dirige verso le pompe di benzina (con l'abitino ancora sollevato sopra la linea della cintola ) e io mi indirizzo invece alla volta di Lentate, ove sono sicuro di poter avere un incontro eroticamente più appagante.
CITTA DELL'INCONTRO: Lomazzo (CO)
ZONA: 45.693677,9.027175 (al distributore TotalErg)
NOME: Anna
NAZIONALITA': Albanese
ETA': 23 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 15' showroom-to-showroom
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,60, capelli castani scuri con riflessi rossicci, viso squadrato e con qualche residuo di acne giovanile ma tutto sommato carino, occhi scuri, fisico snello, seno n.p.
ATTITUDINE: tecnica basilare, ma senz'altro molto brava col cronometro ; dopo un po' di diffidenza iniziale, ci si può parlare
LA MIA RECENSIONE:
SI PARLA DI NUOVO DI OTR
Spero di non fare cosa sgradita, interrompendo la pure interessante disquisizione sui finti autovelox di Lomazzo e riportando invece il discorso sulle fanciulle che vi stazionano a breve distanza Dopo che anche il collega bionsen, nella sua trasferta lombarda, ha scandagliato in lungo e in largo il lungomare di Lomazzo Beach, restava da conoscere solo la 3° benzinaia del TotalErg, per considerare completato il censimento delle bellezze da "spiaggia"
[...] Mio malgrado devo dunque salutarla (o provare a ripassare non appena i CC avranno liberato la scena lomazzese) e procedo verso il TotalErg, dove ho visto le tre benzinaie (Jenny, Alina che sino a qualche settimana fa passeggiava davanti al finto autovelox e la loro sconosciuta collega) più intente al chiacchiericcio e al cazzeggio su Facebook che non ad invogliare i turisti di passaggio a una breve sosta di relax.
[...] L'unica cosa certa è che, quando mi volta le spalle dopo il mio diniego, lo fa con fare alquanto scocciato, probabilmente rivolgendomi qualche improperio nella sua lingua, per averla fatta alzare per niente. Dal mio punto di vista, ne è invece valsa la pena, perché posso ammirare il lato posteriore del suo abitino, che presenta una lunga fascia verticale a rete (e quindi praticamente trasparente), che dalla piega anale risale verso l'alto. Sopra, come tutte le altre, indossa un giubbino di simil-pelle, per cui la sua schiena è completamente schermata, ma la visione delle suo perizomino e poi, a scendere, delle sue gambe snelle vale decisamente il prezzo del biglietto, anche perché - per ora - si è trattato di un tagliando-omaggio
Vago per altri 15-20 minuti e, dopo una lunga ramanzina a un automobilista, i CC smontano il posto di blocco e si trasferiscono altrove, lasciando che siano solo i lampeggianti blu dei finti autovelox a incutere un po' di doveroso timore reverenziale alle vetture di passaggio. La situazione è ora più tranquilla e non dovrebbe esserci grosso rischio a concedersi una quarto d'ora di sollazzo tra le lamiere. Ripasso da via Cristallo, dove incrocio l'amica di Cristina (dovrebbe chiamarsi Julia, se non ho capito male dal racconto di fratello bionsen) che scende dalla vettura di un collega e attraversa la via per andare a depositare o a recuperare qualcosa dalla sua saccoccia. Anche lei sembra abbastanza carina, ma mi scoccia stare lì ad aspettare che risistemi le sue cose, per cui mi dirigo di nuovo verso il TotalErg, dove le tre benzinaie sono sempre appollaiate sotto le pompe di benzina. Una (Alina) indossa già dei fuseaux, per cui è forte il timore che stiano levando le tende. Ripeto comunque la manovra di prima e faccio di nuovo cenno alla terza incomoda di avvicinarsi. "Scusa se prima sono andato via, ma c'erano i CC fermi alla rotonda ... - esordisco - Ma stai ancora lavorando o adesso è troppo tardi?". "In albergo?", mi domanda la fanciulla. "No, no, in macchina. Adesso la situazione è tranquilla", ridimensiono le sue aspettative. "Tranquillo, ho tempo. Andiamo?", mi domanda. Le do il placet a salire, cosicché la fanciulla compie il periplo della mia vettura e si accomoda di fianco a me, indicandomi la strada (che ormai conosco a menadito ) verso la sede operativa.
Inizialmente non è loquacissima, tanto è vero che riesco a "estorcerle" solo le informazioni di base (Anna è il suo nome di battaglia, albanese la sua nazionalità e 23 sono le primavere che dichiara), poi si lascia andare un po' di più. In ogni caso, si mette sicuramente a suo agio durante il breve tragitto verso l'imbosco, perché si sistema come una diva sul sedile del passeggero, con le gambe accavallate. "Ho un mal di piedi terribile", mi confida. "Ma se ti ho visto sempre seduta ", le butto lì scherzosamente. "Ma sono lì dalle 9 ... E poi queste scarpe sono scomodissime", mi spiega Anna. "Ma hai anche mal di testa?", le domando, dato che tiene il capo reclinato su un lato, appoggiato sul palmo della mano. "No, no, solo mal di piedi", mi tranquillizza, mentre siamo praticamente arrivati al trombodromo di Lomazzo. Accostiamo dietro alla solita siepe, che è così alta che persino il tanto odiato (dagli studenti) Leopardi avrebbe dovuto concludere che "da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude", ed è finalmente il momento de...
LA RECE VERA E PROPRIA
Mentre Anna estrae i ferri del mestiere e li dispone sulla plancia, io inizio ad arretrare il sedile e a calarmi le braghe. Vedo che anche lei sta per sollevarsi l'abitino e abbassarsi collant e perizomino, per cui la avverto subito che è mia intenzione intrattenermi con un semplice BJ: "Però, in macchina, vorrei solo un lavoretto di bocca... Sono 20, giusto?". Senza neppure troppo esitare, la fanciulla accetta (il che è la conferma che non deve lavorare tantissimo), interrompe la propria svestizione e si procede invece a regolare le formalità burocratiche. "Vuoi che lasci un po' di musica in sottofondo", è il mio ultimo quesito, prima che abbiano inizio le operazioni. "No, va bene anche così", mi replica Anna (che immagina evidentemente di poter sbrigare la pratica negli 8 minuti che sono tuttora il record imbattuto della collega Alina) e si china sul mio fratellino col condom in mano.
E' un po' impacciata nell'infilamento (forse perché il fratellino è tutt'altro che turgido), per cui le do una mano, tenendolo ritto da sotto. Quando, finalmente, il mio membro è incappucciato, Anna lo avvolge con la sua calda bocca e comincia a solleticarlo con un BJ che non sarà sicuramente annoverato tra quelli più memorabili. E' infatti un semplice su e giù con la testa, supportato da un intenso lavoro di falegnameria alla base. Dato che sta lavorando in torsione e non si è neppure tolta il giubbetto di simil-pelle, non c'è granché che io possa fare. La tengo un po' stretta a me, cingendole la schiena, poi scendo verso il basso e le sollevo un po' l'abitino elasticizzato, in modo da portare allo scoperto i suoi glutei. Glieli manipolo un po', cerco di infilarmi nella piega tra le gambe ma l'operazione è tutt'altro che agevole, dato che non posseggo due tentacoli lunghi come quelli del polpo Paul, le cui predizioni accompagnarono l'Italia nella sua vittoria mondiale, nell'ormai lontano 2006.
Dopo un paio di minuti d'orologio, arriva la prima doccia scozzese, perché Anna si risolleva e mi domanda: "Ti manca tanto?". "Dài, abbiamo appena cominciato! - cerco di calmare la sua fretta - Ci vorrà ancora un po' ...". Al che, la fanciulla albanese inizia a massaggiare energicamente il fratellino, per agevolare il successivo lavoro orale. Dopo averlo smanacciato con vigore per un buon mezzo minuto (il che mi fa compiere un bel tratto nella direzione del traguardo ), si china di nuovo su di lui e riprende le operazioni come prima. L'immersione non deve durare più di un altro minuto, perché Anna si interrompe di nuovo, curiosa di sapere a che punto siano le operazioni: "Ci sei?". Non faccio in tempo a dirle che ora siamo a buon punto e ha già ripreso a piallare energicamente la mia asta. Queste attenzioni così intense stanno pericolosamente avvicinandomi all'eiaculazione, senza che sia realmente riuscito a godermi la situazione, per cui la distraggo con una domanda a casaccio, un po' come quei calciatori che simulano gli infortuni più improponibili a un paio di minuti dallo scadere del tempo, obbligando così l'arbitro a concedere un po' di recupero (il loro intento, a dire il vero, è l'opposto del mio, ma il risultato è lo stesso . Anna, infatti, si distrae a rispondermi e sospende momentaneamente il lavoretto di mano, evitando così una tracimazione quasi imminente. Si cala di nuovo sul fratellino e riprende per la terza volta a trastullarlo con la sua bocca, cosa che mi risulta assai meno stimolante. Insomma, è come trovarsi sulle montagne russe: quando Anna armeggia di mano, sono sempre sul punto di capitolare, quando passa al BJ, è così delicata che potrei quasi addormentarmi ...
Dopo un altro minuto scarso si risolleva di nuovo, stavolta perché la frenetica alternanza di fasi ha fatto scivolare il condom verso l'alto, lasciando buona parte dell'asta scoperta: "Ca..o, si è quasi sfilato il profilattico!", esclama Anna. "Facciamo così, te lo sfilo e finisco con la mano", è la sua proposta, che dà per scontato essere accettata, dato che ha già rimosso il cappuccio con una mano e sollevato un po' la mia camicia con l'altra. "Ma così rischiamo di fare un mezzo disastro ... Non hai almeno un fazzoletto da mettere lì?", è la domanda che avventatamente esce dalla mia bocca. Non perché sia particolarmente scomoda in sè, ma perché obbliga Anna a riprendersi un attimo dalla sua tranche agonistica, cosicché si rende conto che è già passato troppo tempo per i suoi standard (e il tentativo di infrangere il record del mondo di Alina è già miseramente naufragato). "Non posso rimanere qui tutta la vita ... - è la sua risposta, che ha ben poca attinenza con la mia domanda - Se vuoi che stiamo di più, mi paghi di più".
Anche se manca davvero poco al traguardo (credo altri 5 secondi, di mano ), piuttosto che lasciarle anche solo 10 in più, sono disposto a spenderne il doppio e far completare il lavoro a una sua collega (cosa che poi farò, passando a chiudere la nottata con la più paziente Irina di Lentate). "Se è così, fermati pure", le dico, senza apparentemente suscitare il benché minimo rimorso in lei, per aver lasciato il lavoro incompiuto. E' infatti lesta ad estrarre la scatoletta dei fazzolettini umidificati (che avevo chiesto poc'anzi) e a darsi una ripulita alle mani. Me ne faccio passare uno e do anch'io una lindata e una profumata al fratellino, lasciando che sia poi lei ad appallottolare il tutto e a conferirlo alla raccolta differenziata.
QUATTRO CHIACCHIERE FINALI
Durante il viaggio di ritorno, mi racconta di essere qui da pochi mesi (da quando il terzetto è apparso al TotalErg, non ci voleva uno scienziato per scoprirlo ) e che invece è in Italia da due anni, il che giustifica la sua buona padronanza della lingua. Scopro così che aveva lavorato come badante, per soli 450 al mese, all'estremo sud della nostra penisola, praticamente di fronte allo stretto che deve avere attraversato per raggiungerci. Il lavoro attuale è sicuramente più pesante (anche perché è impiegata 7 giorni su 7), ma gli introiti sono senz'altro di un altro ordine di grandezza. Sono abbastanza stupito che non si conceda almeno una serata di riposo, come previsto per i lavori usuranti, ma mi spiega che ha appena preso in affitto un proprio appartamento nel capoluogo e dunque ha bisogno di racimolare rapidamente denaro, cosa che non è così veloce in serate fiacche come quella che sta volgendo al termine. "Se poi sei sempre così frettolosa coi clienti ...", è quello che penso ma non le dico. Le domando invece come mai non lavori a Milano, curioso di sentire la sua risposta (dato che sinora ne ho sentite di cotte e di crude, da chi preferisce esercitare lontano da occhi indiscreti a chi asserisce che nel capoluogo si lavori solo scoperto ...). Anna mi spiega che lì è quasi obbligatorio avere un loft a disposizione e che lei, per il momento, non ha ancora una situazione finanziaria abbastanza rosea da potersi permettere un secondo appartamento da impiegare solo a scopo lavorativo.
Il tragitto è davvero breve e siamo di nuovo al TotalErg, dove vedo che le sue colleghe Alina e Jenny sono scomparse e c'è invece un'utilitaria parcheggiata davanti al distributore automatico, con quella che ha tutto l'aspetto di una OTR (o di una ragazza appena uscita dalla discoteca, per quanto sono discinti i suoi abiti) intenta a comprarsi qualcosa da bere o da mangiare. Poiché mi sembra che vi siano anche altre ragazze nella vettura, suppongo che sia il taxi che dovrà riaccompagnare anche Anna a Milano, per cui le domando se debba accostare là. "No, no, perché? Lasciami pure al mio posto", mi risponde la fanciulla albanese, al che devo concludere che si trattava della vettura-ammiraglia di un'altra squadra-corse. Ci congediamo col saluto della buona notte, lei si dirige verso le pompe di benzina (con l'abitino ancora sollevato sopra la linea della cintola ) e io mi indirizzo invece alla volta di Lentate, ove sono sicuro di poter avere un incontro eroticamente più appagante.