[RECE] Anna "la ballerina spagnola" - OTR notturna - Lentate sul Seveso (MI)
SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Lentate sul Seveso (MI)
ZONA: 45.688784, 9.108234 (allo stop di via Trieste)
NOME: Anna
NAZIONALITA': Rumena di Constanta, ma cresciuta in Spagna
ETA': 24 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 15'
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli schiariti acconciati in una sorta di caschetto lungo, viso carino, occhi castani(?), fisico snello, tonico e davvero ben proporzionato, seno n.v.
ATTITUDINE: tecnica basilare nel BJ ; socievole
LA MIA RECENSIONE:
Dopo numerose vasche di studio, in cui Irina deve avermi riconosciuto e che servono anche per attendere che il traffico si diradi un po', alla fine decido di giocare il rischiatutto con una delle graziose fanciulle del parcheggio sterrato, che sembrano comunque discretamente gettonate, perché raramente sono presenti entrambe sulla mattonella. Quella più alta (che immagino essere la Elena di cui hanno parlato i colleghi) ha un fisico davvero magro e potrebbe essere giustamente definita la "cugina Daisy", perché indossa sempre un paio di hot pants minimali e una canottierina annodata sopra la vita, a lasciare scoperto l'addome e l'ombelico. Se le si passa accanto a bassa velocità, ondeggia in modo sensuale e lancia sguardi che lasciano ben pochi dubbi su cosa sia lì a fare. L'altra ragazza (quella coi capelli sempre schiariti ma acconciati in una sorta di caschetto lungo) è un po' più bassa ma, secondo me, ha un fisico ancora più proporzionato, essendo snella e tonica ma non eccessivamente magra. Oltretutto, è vestita in modo più raffinato (indossa un bell'abitino che, per quanto corto, non sfigurerebbe in un cocktail semi-mondano) e, incrociandone un paio di volte lo sguardo, mi dà più l'impressione di essere una "brava" ragazza, di quelle che non ti rifilerebbero un missile per il solo piacere di farlo.
Arrivo dalle retrovie, mi fermo allo stop, attendo che vi sia un attimo di quiete nel traffico e finalmente abbasso il finestrino. Si avvicina e le domando quale sia il rate per un BJ conoscitivo, che scopro con piacere essere quello di base. "Ma, il posto, è tranquillo? Non è che mi porti nel parcheggino qua di fianco?", cerco rassicurazioni, indicando lo sterrato che le sta dietro le spalle. "No, non è questo, stai tranquillo", mi risponde l'oste, dopo che le ho chiesto se il vino sia buono. Mi volto di nuovo verso la strada principale, perché con la coda dell'occhio vedo arrivare un trenino di macchine dal Bennet. Attendo che l'orizzonte sia di nuovo libero e infine vinco le ultime esitazioni, invitandola a salire a bordo. Si gira per un attimo di spalle, permettendomi di ammirarne di nuovo la bella silhouette, si china per recuperare la borsetta e infine si accomoda nella mia vettura.
"Brrr, ma qui si gela! Non puoi alzare un po' la temperatura?", esclama la fanciulla. "Non è qui che fa freddo, è fuori che fa caldo ", le rispondo (in effetti il termometro segna 23°C, nonostante sia già notte inoltrata), ma esaudisco comunque il suo desiderio, alzando di qualche grado il climatizzatore. "Dove andiamo?", è tempo perché sia io a porre la prima domanda. "Devi tornare indietro", mi obbliga a fare una pericolosa inversione proprio nel bel mezzo dell'incrocio, cosicché - in un altro attimo di calma del traffico - mi tocca fingere di prendere la direzione del Bennet e poi svoltare immediatamente nella sua stessa via. Il tragitto verso la sede operativa è davvero molto breve e quindi c'è giusto il tempo per scambiare i primi convenevoli. "Ciao, come ti chiami?", le domando. "Anna", si presenta la fanciulla. Non la solita Alina, insomma, ma comincio a pensare che i primi nomi dell'elenco alfabetico siano quelli più gettonati, in modo da occupare una posizione migliore nei meandri della nostra mente o, più prosaicamente, nel nostro elenco telefonico. "Tu, invece, come ti chiami?", mi sorprende nel bel mezzo di queste riflessioni. "Io sono XXX. Piacere di conoscerti ...", le rispondo, mentre le porgo la mano e la osservo meglio in volto. Ha un visetto carino, coronato da capelli schiariti che scendono sin sopra le spalle, in una sorta di caschetto lungo. Se non fosse per il colore degli occhi, che dovrebbero essere castani (ma non sono riuscito a vederne esattamente la sfumatura, data la semi-oscurità), potrebbe vagamente ricordare la giovane Tara Reid di American Pie.
Faccio in tempo a scoprire che è rumena (il che, stavolta, mi stupisce, perché avrei scommesso che appartenesse alla squadra-corse albanese) e che, per l'esattezza, è originaria di Constanta ed è già il momento di parcheggiare la macchina. "Ma sei sicura che qui sia tranquillo?", sono un po' scettico, perché non ci siamo allontanati di moltissimo dalla SS dei Giovi. "Non preoccuparti, qui ci sono solo le altre ragazze", cerca di rassicurarmi e, in effetti, nella stessa area di sosta sono già parcheggiate altre due macchine. Pur giurando e spergiurando che lì i CC non siano mai arrivati a dare una curiosata, mi suggerisce di accostare nel primo angolino, "perché, da qui, possiamo anche guardare se arrivino macchine dalla strada".
LA RECE VERA E PROPRIA
Trattandosi di un semplice BJ conoscitivo, i preparativi sono abbastanza rapidi. Mentre io arretro il sedile, Anna estrae il necessaire e poi appoggia la borsetta tra i piedi. Non si spoglia dell'abitino né lo solleva, ma la cosa può essere accettabile, considerato quello che dovremo fare e che la location non ha esattamente il grado di sicurezza di un bunker atomico. Regolati anche gli aspetti burocratici, le domando se gradisca un po' di musica di sottofondo, ma risponde che va bene anche così. In effetti, non ce ne sarà bisogno, perché deve avere lasciato acceso il suo lettore mp3 nella borsetta e una soffusa melodia arabeggiante ci farà compagnia per tutta la durata dell'incontro.
Ormai non ricordo più quando ho ricevuto l'ultimo BJ memorabile e neppure questo, purtroppo, farà eccezione. Calzato il fratellino con il classico gommone rosso della Serena, Anna si china su di lui e inizia il classico su e giù con la testa, che non prevede squilli di tromba degni di particolare menzione. Se qualcosa merita di essere sottolineato, piuttosto, è che quasi da subito si aiuta con un po' di azione manuale alla base. Per i puristi dell'ortodossia, ciò sarebbe un reato da codice penale; per me, che sono sempre lungo a varcare la linea del traguardo, è una prassi a cui ormai non faccio quasi più caso.
Mentre lei è intenta a prendersi cura del mio fratellino, inizio a carezzarle la schiena. Risalendo verso l'alto, mi accorgo che l'abitino, oltre a essere completamente smanicato, ha solo due sottili spalline a sostenerlo, che lasciano la parte alta della schiena completamente scoperta. In realtà, sopra indossa uno di quei maglioncini molto corti (credo che si chiami coprispalla, perché le arriva appena sotto le scapole) e quindi non c'è nessuna difficoltà a infilare la mia mano lì sotto e a stabilire il contatto con la sua pelle levigata di ventenne. La massaggio un po' lì e sulla nuca, poi mi sfilo e le carezzo per qualche secondo i suoi capelli schiariti. Ridiscendo quindi lungo la schiena e saggio la consistenza dei suoi glutei, che sono davvero compatti e tonici. Le sollevo leggermente il lembo inferiore del suo abitino e cerco di spingermi ancora più giù lungo le sue gambe, ma oltre non riesco a procedere, perché ormai sono quasi più in torsione di lei e la mia schiena sta per fare crac
Credo che siano passati un paio di minuti scarsi e Anna si risolleva, già in affanno. Mi pone la solita domanda di rito, impreziosita però da un'inflessione spagnola: "Ti falta ancora tanto?". Con la massima diplomazia, devo purtroppo deluderla e spiegarle che siamo davvero all'inizio della corsa. Ripreso un attimo fiato, si rimette di nuovo all'opera, più o meno con le stesse modalità di prima. Anch'io faccio lo stesso, distribuendo le mie attenzioni tra tutte le parti del suo corpo che sono rivolte a me. Dubito che la seconda sessione di immersione abbia superato in durata la prima e Anna appare già stremata: "Non ce la faccio proprio più! Ce l'hai davvero grosso e mi fa male la bocca ". "Alla seconda posso crederci, ma alla prima no ", le rispondo ridendo. "No, te lo giuro, è davvero grosso", continua a blandirmi la fanciulla. "Ti va di finire con la mano?", le propongo, perché non è assolutamente mia intenzione obbligarla a un BJ a oltranza (il tempo normalmente concesso per i preliminari pre-copulazione è più o meno trascorso, anche se ho conosciuto ragazze ben più resistenti nel lavoro orale).
Anna non se lo fa ripetere due volte e inizia a smanacciare abbastanza energicamente il mio fratellino. Dato che si appoggia con la testa sul mio petto (posizione che, ricordo, assumeva ogni tanto anche Yuliya), ne approfitto per carezzarle delicatamente i capelli e poi per saggiare la consistenza del suo addome, che è tonica come mi ero immaginato. Risalgo verso l'alto e devo purtroppo lasciare in sospeso il giudizio sui suoi seni, perché sono sorretti dalle coppe rigide di un reggiseno a balconcino. "Ma sei davvero lunghissimo!", mi interrompe Anna, risollevandosi da questa posizione semicoricata e proseguendo il lavoro con l'altra mano. Quando sente la mia asta pulsare durante l'eiaculazione e intravede il mio seme riempire la punta del profilattico, la vedo tirare un sospiro di sollievo. "Sei stata brava Scusa se ti ho fatto penare così a lungo ...", cerco di blandirla, nella speranza di evitare un rialzo del rate in occasione di un nostro eventuale secondo incontro.
E' UNA RUMO-SPAGNOLA
Mentre recupera i fazzolettini umidificati per le operazioni di pulizia (nota negativa: mi chiederà che provveda io allo smaltimento), proseguo nell'operazione-piaggeria, complimentandomi per il suo fisico così tonico (ero comunque del tutto sincero ) e domandandole se per caso sia un'assidua frequentatrice di corsi di ballo. Il mio quesito le dà il la per avviare un discorso più articolato, nel quale mi spiega che è sì rumena ma che è cresciuta in Spagna (a Madrid), dove si è effettivamente appassionata ai balli latino-americani. Le chiedo poi della musica appena percepibile che, per tutto il tempo, si levava dalla sua borsetta. Ridendo, Anna si china verso il basso ed estrae un lettore mp3 (o era un cellulare? ... ora non ricordo con esattezza), porgendomi uno degli auricolari e infilandosi l'altro nel suo orecchio. E' lo stesso genere di musica un po' arabeggiante che avevo sentito l'altra settimana a casa di Monica di Osio. Il testo dev'essere in rumeno, perché non ci capisco davvero un'acca. "E cosa sta cantando?", devo necessariamente chiedere a lei. Fa molta fatica a esprimere il concetto in italiano, ma pare che l'interprete non sia intenzionata a soffrire ancora a lungo per il suo amato.
Venendo a questioni più spicce, mi racconta poi di avere 24 anni e di essere qui a Lentate da poco meno di 4 mesi. Pare che sia la prima volta che esercita il meretricio e la cosa potrebbe essere anche veritiera, perché non l'ho certo vista espertissima nell'arte amatoria. "E quanto ti fermerai qui?", è la mia domanda successiva. "No lo so. Vediamo se il lavoro continua bene così ...", mi risponde. "Insomma, finché non avrai messo da parte un po' di soldi ...", è la mia inevitabile conclusione. "Sì", replica Anna sorridendo e, nel frattempo, siamo di nuovo al suo showroom. Ci salutiamo cordialmente ed è per me tempo di tornare alla branda, perché l'ora si è fatta tarda e l'indomani devo svegliarmi abbastanza presto. Anna non deve invece avere di questi problemi, perché si risistema un attimo e, mentre mi allontano, è di nuovo pronta ad accogliere un altro cliente tra le sue braccia. Se solo avesse un loft nelle vicinanze e non il solito oneroso motel, sarebbe un fiorellino da coltivare con pazienza ...
SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Lentate sul Seveso (MI)
ZONA: 45.688784, 9.108234 (allo stop di via Trieste)
NOME: Anna
NAZIONALITA': Rumena di Constanta, ma cresciuta in Spagna
ETA': 24 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 15'
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli schiariti acconciati in una sorta di caschetto lungo, viso carino, occhi castani(?), fisico snello, tonico e davvero ben proporzionato, seno n.v.
ATTITUDINE: tecnica basilare nel BJ ; socievole
LA MIA RECENSIONE:
Erano già diverse settimane che avevo notato il nuovo duo che ha fatto la sua comparsa al parcheggino sterrato di via Trieste, praticamente di fronte alla postazione storica della squadra-corse albanese. Non so perché, ma a pelle mi ero fatto l'impressione che le fanciulle avessero una certa propensione missilistica e dunque non avevo mai accostato per tentare l'abboccamento. Per questo, anche stasera vago lungamente tra il Bennet e la rotonda dei CC, indeciso sul da farsi. Le postazioni sono tutte regolarmente occupate e mi pare anche che ci sia qualche novità: a parte la rossa Alina (che avevo incontrato a Mariano Comense e che ora sembra essere diventata stanziale al Bennet) e la sua amica il cui nome mi è ignoto (che staziona invece sul lato opposto, tra la Shell e la rotonda dove riprende la Novedratese verso Arosio), mi pare che sia comparsa una nuova bionda in via del Popolo e che Inna abbia un'altra ragazza a farle compagnia, non lontano dal semaforo di via Garibaldi [...]
Dopo numerose vasche di studio, in cui Irina deve avermi riconosciuto e che servono anche per attendere che il traffico si diradi un po', alla fine decido di giocare il rischiatutto con una delle graziose fanciulle del parcheggio sterrato, che sembrano comunque discretamente gettonate, perché raramente sono presenti entrambe sulla mattonella. Quella più alta (che immagino essere la Elena di cui hanno parlato i colleghi) ha un fisico davvero magro e potrebbe essere giustamente definita la "cugina Daisy", perché indossa sempre un paio di hot pants minimali e una canottierina annodata sopra la vita, a lasciare scoperto l'addome e l'ombelico. Se le si passa accanto a bassa velocità, ondeggia in modo sensuale e lancia sguardi che lasciano ben pochi dubbi su cosa sia lì a fare. L'altra ragazza (quella coi capelli sempre schiariti ma acconciati in una sorta di caschetto lungo) è un po' più bassa ma, secondo me, ha un fisico ancora più proporzionato, essendo snella e tonica ma non eccessivamente magra. Oltretutto, è vestita in modo più raffinato (indossa un bell'abitino che, per quanto corto, non sfigurerebbe in un cocktail semi-mondano) e, incrociandone un paio di volte lo sguardo, mi dà più l'impressione di essere una "brava" ragazza, di quelle che non ti rifilerebbero un missile per il solo piacere di farlo.
Arrivo dalle retrovie, mi fermo allo stop, attendo che vi sia un attimo di quiete nel traffico e finalmente abbasso il finestrino. Si avvicina e le domando quale sia il rate per un BJ conoscitivo, che scopro con piacere essere quello di base. "Ma, il posto, è tranquillo? Non è che mi porti nel parcheggino qua di fianco?", cerco rassicurazioni, indicando lo sterrato che le sta dietro le spalle. "No, non è questo, stai tranquillo", mi risponde l'oste, dopo che le ho chiesto se il vino sia buono. Mi volto di nuovo verso la strada principale, perché con la coda dell'occhio vedo arrivare un trenino di macchine dal Bennet. Attendo che l'orizzonte sia di nuovo libero e infine vinco le ultime esitazioni, invitandola a salire a bordo. Si gira per un attimo di spalle, permettendomi di ammirarne di nuovo la bella silhouette, si china per recuperare la borsetta e infine si accomoda nella mia vettura.
"Brrr, ma qui si gela! Non puoi alzare un po' la temperatura?", esclama la fanciulla. "Non è qui che fa freddo, è fuori che fa caldo ", le rispondo (in effetti il termometro segna 23°C, nonostante sia già notte inoltrata), ma esaudisco comunque il suo desiderio, alzando di qualche grado il climatizzatore. "Dove andiamo?", è tempo perché sia io a porre la prima domanda. "Devi tornare indietro", mi obbliga a fare una pericolosa inversione proprio nel bel mezzo dell'incrocio, cosicché - in un altro attimo di calma del traffico - mi tocca fingere di prendere la direzione del Bennet e poi svoltare immediatamente nella sua stessa via. Il tragitto verso la sede operativa è davvero molto breve e quindi c'è giusto il tempo per scambiare i primi convenevoli. "Ciao, come ti chiami?", le domando. "Anna", si presenta la fanciulla. Non la solita Alina, insomma, ma comincio a pensare che i primi nomi dell'elenco alfabetico siano quelli più gettonati, in modo da occupare una posizione migliore nei meandri della nostra mente o, più prosaicamente, nel nostro elenco telefonico. "Tu, invece, come ti chiami?", mi sorprende nel bel mezzo di queste riflessioni. "Io sono XXX. Piacere di conoscerti ...", le rispondo, mentre le porgo la mano e la osservo meglio in volto. Ha un visetto carino, coronato da capelli schiariti che scendono sin sopra le spalle, in una sorta di caschetto lungo. Se non fosse per il colore degli occhi, che dovrebbero essere castani (ma non sono riuscito a vederne esattamente la sfumatura, data la semi-oscurità), potrebbe vagamente ricordare la giovane Tara Reid di American Pie.
Faccio in tempo a scoprire che è rumena (il che, stavolta, mi stupisce, perché avrei scommesso che appartenesse alla squadra-corse albanese) e che, per l'esattezza, è originaria di Constanta ed è già il momento di parcheggiare la macchina. "Ma sei sicura che qui sia tranquillo?", sono un po' scettico, perché non ci siamo allontanati di moltissimo dalla SS dei Giovi. "Non preoccuparti, qui ci sono solo le altre ragazze", cerca di rassicurarmi e, in effetti, nella stessa area di sosta sono già parcheggiate altre due macchine. Pur giurando e spergiurando che lì i CC non siano mai arrivati a dare una curiosata, mi suggerisce di accostare nel primo angolino, "perché, da qui, possiamo anche guardare se arrivino macchine dalla strada".
LA RECE VERA E PROPRIA
Trattandosi di un semplice BJ conoscitivo, i preparativi sono abbastanza rapidi. Mentre io arretro il sedile, Anna estrae il necessaire e poi appoggia la borsetta tra i piedi. Non si spoglia dell'abitino né lo solleva, ma la cosa può essere accettabile, considerato quello che dovremo fare e che la location non ha esattamente il grado di sicurezza di un bunker atomico. Regolati anche gli aspetti burocratici, le domando se gradisca un po' di musica di sottofondo, ma risponde che va bene anche così. In effetti, non ce ne sarà bisogno, perché deve avere lasciato acceso il suo lettore mp3 nella borsetta e una soffusa melodia arabeggiante ci farà compagnia per tutta la durata dell'incontro.
Ormai non ricordo più quando ho ricevuto l'ultimo BJ memorabile e neppure questo, purtroppo, farà eccezione. Calzato il fratellino con il classico gommone rosso della Serena, Anna si china su di lui e inizia il classico su e giù con la testa, che non prevede squilli di tromba degni di particolare menzione. Se qualcosa merita di essere sottolineato, piuttosto, è che quasi da subito si aiuta con un po' di azione manuale alla base. Per i puristi dell'ortodossia, ciò sarebbe un reato da codice penale; per me, che sono sempre lungo a varcare la linea del traguardo, è una prassi a cui ormai non faccio quasi più caso.
Mentre lei è intenta a prendersi cura del mio fratellino, inizio a carezzarle la schiena. Risalendo verso l'alto, mi accorgo che l'abitino, oltre a essere completamente smanicato, ha solo due sottili spalline a sostenerlo, che lasciano la parte alta della schiena completamente scoperta. In realtà, sopra indossa uno di quei maglioncini molto corti (credo che si chiami coprispalla, perché le arriva appena sotto le scapole) e quindi non c'è nessuna difficoltà a infilare la mia mano lì sotto e a stabilire il contatto con la sua pelle levigata di ventenne. La massaggio un po' lì e sulla nuca, poi mi sfilo e le carezzo per qualche secondo i suoi capelli schiariti. Ridiscendo quindi lungo la schiena e saggio la consistenza dei suoi glutei, che sono davvero compatti e tonici. Le sollevo leggermente il lembo inferiore del suo abitino e cerco di spingermi ancora più giù lungo le sue gambe, ma oltre non riesco a procedere, perché ormai sono quasi più in torsione di lei e la mia schiena sta per fare crac
Credo che siano passati un paio di minuti scarsi e Anna si risolleva, già in affanno. Mi pone la solita domanda di rito, impreziosita però da un'inflessione spagnola: "Ti falta ancora tanto?". Con la massima diplomazia, devo purtroppo deluderla e spiegarle che siamo davvero all'inizio della corsa. Ripreso un attimo fiato, si rimette di nuovo all'opera, più o meno con le stesse modalità di prima. Anch'io faccio lo stesso, distribuendo le mie attenzioni tra tutte le parti del suo corpo che sono rivolte a me. Dubito che la seconda sessione di immersione abbia superato in durata la prima e Anna appare già stremata: "Non ce la faccio proprio più! Ce l'hai davvero grosso e mi fa male la bocca ". "Alla seconda posso crederci, ma alla prima no ", le rispondo ridendo. "No, te lo giuro, è davvero grosso", continua a blandirmi la fanciulla. "Ti va di finire con la mano?", le propongo, perché non è assolutamente mia intenzione obbligarla a un BJ a oltranza (il tempo normalmente concesso per i preliminari pre-copulazione è più o meno trascorso, anche se ho conosciuto ragazze ben più resistenti nel lavoro orale).
Anna non se lo fa ripetere due volte e inizia a smanacciare abbastanza energicamente il mio fratellino. Dato che si appoggia con la testa sul mio petto (posizione che, ricordo, assumeva ogni tanto anche Yuliya), ne approfitto per carezzarle delicatamente i capelli e poi per saggiare la consistenza del suo addome, che è tonica come mi ero immaginato. Risalgo verso l'alto e devo purtroppo lasciare in sospeso il giudizio sui suoi seni, perché sono sorretti dalle coppe rigide di un reggiseno a balconcino. "Ma sei davvero lunghissimo!", mi interrompe Anna, risollevandosi da questa posizione semicoricata e proseguendo il lavoro con l'altra mano. Quando sente la mia asta pulsare durante l'eiaculazione e intravede il mio seme riempire la punta del profilattico, la vedo tirare un sospiro di sollievo. "Sei stata brava Scusa se ti ho fatto penare così a lungo ...", cerco di blandirla, nella speranza di evitare un rialzo del rate in occasione di un nostro eventuale secondo incontro.
E' UNA RUMO-SPAGNOLA
Mentre recupera i fazzolettini umidificati per le operazioni di pulizia (nota negativa: mi chiederà che provveda io allo smaltimento), proseguo nell'operazione-piaggeria, complimentandomi per il suo fisico così tonico (ero comunque del tutto sincero ) e domandandole se per caso sia un'assidua frequentatrice di corsi di ballo. Il mio quesito le dà il la per avviare un discorso più articolato, nel quale mi spiega che è sì rumena ma che è cresciuta in Spagna (a Madrid), dove si è effettivamente appassionata ai balli latino-americani. Le chiedo poi della musica appena percepibile che, per tutto il tempo, si levava dalla sua borsetta. Ridendo, Anna si china verso il basso ed estrae un lettore mp3 (o era un cellulare? ... ora non ricordo con esattezza), porgendomi uno degli auricolari e infilandosi l'altro nel suo orecchio. E' lo stesso genere di musica un po' arabeggiante che avevo sentito l'altra settimana a casa di Monica di Osio. Il testo dev'essere in rumeno, perché non ci capisco davvero un'acca. "E cosa sta cantando?", devo necessariamente chiedere a lei. Fa molta fatica a esprimere il concetto in italiano, ma pare che l'interprete non sia intenzionata a soffrire ancora a lungo per il suo amato.
Venendo a questioni più spicce, mi racconta poi di avere 24 anni e di essere qui a Lentate da poco meno di 4 mesi. Pare che sia la prima volta che esercita il meretricio e la cosa potrebbe essere anche veritiera, perché non l'ho certo vista espertissima nell'arte amatoria. "E quanto ti fermerai qui?", è la mia domanda successiva. "No lo so. Vediamo se il lavoro continua bene così ...", mi risponde. "Insomma, finché non avrai messo da parte un po' di soldi ...", è la mia inevitabile conclusione. "Sì", replica Anna sorridendo e, nel frattempo, siamo di nuovo al suo showroom. Ci salutiamo cordialmente ed è per me tempo di tornare alla branda, perché l'ora si è fatta tarda e l'indomani devo svegliarmi abbastanza presto. Anna non deve invece avere di questi problemi, perché si risistema un attimo e, mentre mi allontano, è di nuovo pronta ad accogliere un altro cliente tra le sue braccia. Se solo avesse un loft nelle vicinanze e non il solito oneroso motel, sarebbe un fiorellino da coltivare con pazienza ...