SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Bergamo (BG)
ZONA: 45.671811,9.641516
NOME: Corinne (o forse Corine)
NAZIONALITA': Rumena, inevitabilmente
ETA': 23 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission), HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 80
COMPENSO CONCORDATO: 80
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 40' showroom-to-showroom
DESCRIZIONE FISICA: alta 1,82 m s.l.m., capelli scuri di media lunghezza e tenuti vaporosi attorno al volto, viso carino, occhi scuri, fisico robusto e discretamente in carne, seno di taglia tra la 2°-3° (quanto a superficie, sicuramente imbattibile

)
ATTITUDINE: buona tecnica (succhiotti, strizzate di glutei, etc ...), deve però piacere il genere "corazziera"; simpatica e socievole, cadenza della parlata un po' da contadinella delle campagne
LA MIA RECENSIONE:
Impegni vari nel week-end mi obbligano ad anticipare a una serata infrasettimanale la mia consueta peregrinazione lungo il BdA. La mia prediletta non risponde però al solito messaggino con cui preannuncio la mia comparsa all'ombra delle Orobie e neppure la sua vettura è parcheggiata dove mi aspetterei di trovarla. Per temporeggiare un po', inizio a bighellonare lungo il BdA, spingendomi sino alla lontana rotonda di Boltiere.
Michela, che è un po' che sto trascurando, ci sarebbe anche al Benaglia, ma la sua rigidezza sul rate mi scoraggia dall'accostare. Strada facendo, individuo nella nuova Perlettina - seppure non pienamente all'altezza di colei che l'ha preceduta - il soggetto che più mi incuriosisce. Anche se tutto tace dal cellulare, la speranza è l'ultima a morire e dunque mi spingo un'ultima volta sino all'UTB, ove mancano anche tutte le esponenti della fuckfamily (sarebbe stata un'ottima occasione per passare a trovare la rediviva
Luana, che non incontro dalla scorsa estate). Dato che le lancette dell'orologio cominciano ad avvicinarsi pericolosamente alla "ora X" che mi ero imposto come termine ultimo per un rientro a casa in orario decente, inverto nuovamente la rotta e mi fiondo verso il Perletti, ove però trovo il deserto.
A questo punto, risalgo lentamente verso BG, indeciso sul da farsi (tornare da
Adriana, che pure sto trascurando da diverso tempo, o da una delle Cheeseleaders? Oppure provare a incontrare una, per me, "new entry"?). Mentre la mia mente è immersa in queste riflessioni, sono di nuovo quasi arrivato all'UTB e noto che, in una delle traverse sulla destra, Corina è sempre lì in attesa che qualcuno si fermi da lei. Ennesimo giro di boa e decido che, per stanotte, sarò io il buon samaritano che la toglierà per una mezz'oretta dal freddo della strada. Entro nella sua stradina, compio l'ennesima inversione e mi affianco per l'intervista. Avuta conferma (ma non ne avevo dubbio), che dispone di un proprio loft e che il rate è il consueto di quei paraggi (80), la invito ad accomodarsi a bordo.
CORINNE DE LA ROUMANIE
Salita in macchina, ci presentiamo subito a vicenda (lei come Corinne, alla francese), scambiandoci anche una stretta di mano. Il suo accento, però, la tradisce immediatamente, perché non ci metto molto a capire che non è abituata a pasteggiare ad escargots, fois gras e champagne, ma più probabilmente a ciorbă e sarmali. Il tempo di passare la prima rotonda verso Lallio e mi conferma di essere rumena, orginaria dei dintorni di Bucarest (un po' come la maggior parte delle connazionali, prima che si entri un po' in confidenza con loro). Sorprendentemente, è una delle poche che non abita a Milano ma nel capoluogo orobico, ovviamente in un appartamento diverso da quello lavorativo. Mi dice anche di avere 23 anni (o così mi pare di ricordare), anche se - vedendola da vicino - l'avrei piuttosto collocata nella fascia appena sopra i 25.
Arrivati a un semaforo a me ben noto, dobbiamo fermarci un attimo, in attesa che diventi verde. "Dove giro, a sinistra?", le domando. "Sì, come facevi a saperlo?", mi domanda stupita la fanciulla. Non le rivelo che la mia era più una speranza che una certezza (perché la strada di destra mi avrebbe condotto verso l'appartamento della mia prediletta) e mi salvo in corner, dicendo che mi sono letteralmente affidato al caso, un po' come quando si punta sul rosso o sul nero della roulette ...
I PRIMI ACCENNI DI ALZHEIMER
Arrivati al parcheggio, non ho neppure il tempo di spegnere il motore e Corinne provvede a sollevare il freno a mano e a scanciare la cintura di sicurezza (la mia e non la sua, che non aveva ovviamente allacciato ...)

Questo gesto inatteso mi strappa un sorriso e - mentre recupero portafoglio, cellulare e giaccone sparsi in giro per la macchina - cerco di individuare la spiegazione più plausibile: si tratterà di una cortesia innata della fanciulla, di una sottile tecnica di fidelizzazione di un nuovo cliente o - più mestamente - di un tentativo di ottimizzare i tempi, risicando una manciata di secondi qua e là? O ancora, ho guidato peggio di un neopatentato alle prime armi (nonostante il mio documento di guida cominci già ad avere le prime rughe ...) e Corina ha pensato bene di provvedere lei, prima che tentassi di scendere dalla vettura senza nemmeno slacciarmi la cintura

"Dopo le chiedo di controllarmi il livello dell'olio ...", penso mentre chiudo la portiera e mi accingo a seguirla verso il loft. Cerco le chiavi della macchina nella tasca del giubbotto, per comandare la chiusura centralizzata, ma non le trovo. Devo quindi riavvicinarmi alla fiancata della vettura, per dare una sbirciata dentro e controllare se le abbia appoggiate su uno dei sedili. Lì non ci sono, per cui riapro la portiera del conducente e, cercando meglio, le trovo nell'unico posto dove potevano essere rimaste, cioè ancora infilate nel blocchetto d'accensione
LA GUARDIOLA DEL CUSTODE
"Cos'avevi dimenticato, le chiavi della macchina?", mi domanda ridendo Corinne. Arrossendo un po' per la vergogna, devo ammettere la mia sbadataggine e mi accodo a lei, nel breve tragitto sino al loft. Quattro passi lungo la via pedonale e, qualche decina di metri prima dell'appartamento della
fuckfamily, Corinne svolta in uno dei vialetti a destra e si dirige verso una delle porte di quell'anonima schiera. Girata la chiave nella toppa, siamo dentro: getto un primo sguardo all'interno e, rispetto alla reggia di Luana e Co., questa potrebbe essere la guardiola del custode. L'ambiente in cui accediamo sembra una sorta di anticamera, ma una sottile tenda che corre per tutta la lunghezza (e che evidentemente cela uno scannatoio d'emergenza) lo rende ancora più angusto, facendolo sembrare uno stretto corridoio. Non è però qui che Corinne mi ospiterà, perché si dirige spedita verso la porta di fronte. Varchiamo anche questa soglia ed entriamo invece in una camera più spaziosa, con le pareti tinteggiate di rosa e decorate da numerose stampe (proprio di fronte ce n'è una che ritrae Marilyn Monroe in stile pop art e sui lati diverse che raffigurano felini domestici di varie razze). "Ti piacciono i gatti?", le domando. "Avrei voluto mettere delle stampe della Tour Eiffel, ma non le ho trovate, per cui alla fine ho appeso queste", mi spiega Corinne, il che mi dà anche modo di scoprire che la fanciulla è già stata nella ville lumière, ma non ha avuto modo di salire in cima al suo più famoso monumento.
Richiusa la porta dietro di noi, non posso non sorridere alla vista del perentorio foglio manoscritto, che è stato incollato sulla stessa: "Vietato fumare!". Sinora, credo di avere incontrato un centinaio scarso di ragazze che esercitano il suo stesso mestiere e Corinne è decisamente la prima a non ammazzare la noia dell'attesa (ma probabilmente anche i propri polmoni ...) con una sigaretta in mano. Mi conferma di non essere fumatrice e di essere giunta a questo compromesso con la sua collega (che sia
Camelia?), dopo che la camera da letto è stata ritinteggiata di fresco, per evitare che le pareti si anneriscano e che ristagni l'odore di fumo.
HA GIOCATO ANCHE LEI A PALLAMANO
"Ma quanto sei alta!", esclamo, mentra la osservo sfilarsi gli stivaletti e incamminarsi verso una sorta di pouf/divanetto, messo nell'angolo accanto alla porta (mi si perdoni l'imprecisione, ma non faccio di mestiere l'architetto d'interni

). "Sono alta 1 metro e 82", puntualizza Corinne con un certo orgoglio. Non era difficile immaginare che ci avesse messo lo zampino soprattutto la genetica, dato che suo padre è alto 1,85 e sua madre 1,75. E' invece più sorprendente scoprire che non ha giocato a basket (dove, probabilmente, avrebbe potuto toccare il canestro sollevandosi sulla punta dei piedi), ma a pallamano. Non so con esattezza quante giocatrici servano per mettere assieme una squadra (anzi: 7, me l'ha appena detto Wikipedia

), ma è già la seconda OTR a riferirmi di avere praticato questo sport e sono abbastanza convinto che non dovrebbe essere troppo difficile mettere assieme una rappresentativa del BdA, da iscrivere al campionato provinciale bergamasco. Il problema è che, se le partite si giocano in notturna, perderemmo tutti gli incontri a tavolino, per mancanza di giocatrici
Completate le rispettive svestizioni, ci dirigiamo verso il piccolo bagno, che è accessibile dall'angolo apposto dello scannatoio. E' in realtà diviso in un locale-lavabo e nel WC vero e proprio. Resto un attimo imbambolato, dapprima per l'ennesimo cartello manoscritto che campeggia sulla porta ("Non buttare la carta dei rotoloni nel WC!") e poi perché cerco, senza trovarlo, il bidet. Corinne intuisce le ragioni della mia esitazione e mi spiega che il lavandino deve essere usato all'uopo ("... se vuoi metterti più comodo, c'è anche uno sgabello sotto"). Così, mentre mi sciacquo le parti basse, osservo Corinne che fa altrettanto sopra la tazza del WC, usando un piccolo doccino, simile a quelli che si è soliti vedere nei bagni dei paesi arabi, ma che da noi sono abbastanza inconsueti.
LA RECE VERA E PROPRIA
Dopo avervi tediato con questi dettagli di contorno, è finalmente il momento delle luci rosse

Corinne, più rapida di me a lavarsi, mi aspetta già sul lettone, coricata supina. Mi affianco a lei e, mentre scambiamo le ultime chiacchiere prima di dare inizio alle danze, le carezzo un po' le gambe e l'addome. Il suo fisico è davvero imponente: a parte la statura da corazziere, sembra avere una corporatura intrinsecamente robusta ed è anche discretamente in carne (insomma, quasi l'opposto della mia prediletta
Anna, che - pur essendo tutt'altro che bassa - ha una costituzione che si potrebbe definire esile). Dato che io non appartengo certo alla categoria dei watussi, per la prima volta mi sento quasi in imbarazzo a giacere accanto a una donna!
Dopo questo breve preliminare (non appartengo neppure alla categoria dei grandi lappatori

), mi sdraio accanto a lei, che si risolleva ginocchioni, per dare inizio al BJ. In realtà, prima di cominciare col lavoro orale, masturba un po' il fratellino con la mano e si china sul mio petto, deliziandolo con qualche bacio e con un breve succhiotto a uno dei capezzoli. La fase di riscaldamento non è ancora finita, perché si sposta verso la mia testa e, ansimando in modo un po' coreografico, mi concede anche qualche bacio sul collo. Talvolta spiace dover riportare alcuni dettagli, ma ho avuto l'impressione che i suoi capelli (nel frattempo raccolti sopra la testa) non fossero proprio freschissimi di shampoo ...
Destato da queste inattese attenzioni, il mio fratellino è pronto per esser accolto nelle fauci di Corinne, che lo incappuccia e inizia un pregevole e insistito lavoro orale. Mentre la fanciulla si prende cura del mio compare del piano di sotto, le carezzo un po' la schiena e il seno, che non è turgidissimo (ma forse io mi sono abituato alla consistenza talvolta sin troppo marmorea di quelli rinforzati col silicone

) ma di dimensioni senz'altro proporzionate alla taglia della ragazza.
Dopo qualche minuto di BJ, in cui non è mancata anche un po' di stimolazione della sacca scrotale, Corinne si interrompe e propone di passare alla sintonia di RAI1. "Come lo facciamo?", le domando. "Come vuoi tu", mi risponde la fanciulla, lasciando intendere di non avere preferenze al riguardo. Sarei tentato di riprovare con lo smorzacandela (che non sto più sperimentando da una vita, dato che la mia prediletta non gradisce granché questa posizione), ma sono davvero preoccupato dalla taglia da corazziere di Corinne e quindi le propongo una più anonima missionaria.
Mentre mi risollevo dalla posizione supina, Corinne recupera un po' di lubrificante e unge l'ingresso dell'orifizio del piacere. Infiliamo assieme l'asta nella sua vagina e mi calo completamente su di lei, cingendola da dietro e iniziando il mio avanti-indietro con le pelvi. Anche in questa fase, la fanciulla ci mette del mestiere, perché riprende ad ansimare e a farmi dei succhiotti sul collo, mentre con le mani dapprima mi carezza la schiena e poi inizia a strizzarmi vigorosamente i glutei, nel tentativo di accelerare la mia eiaculazione. Senza voler nulla togliere alla femmminilità della ragazza (e credo che l'impressione di un collega alto 1,85-1,90 potrebbe essere del tutto differente), ho come l'impressione di essere abbracciato a un uomo, esperienza che - peraltro - puntualizzo di non avere mai provato

Oltretutto, come già sperimentato con altre OTR che ne fanno uso, la presenza del lubrificante riduce davvero ai minimi termini le sensazioni le sensazioni piacevoli che salgono dal mio basso ventre. Per questo, dopo una manciata di minuti di stantuffamento non molto appagante, mi fermo, mi sfilo, e mi metto ginocchioni in mezzo alle sue gambe. "Ti va di finire con la mano?", le domando.
L'HJ FINALE
Nessun problema, ovviamente, per cui Corinne si risistema meglio sui cuscini e, col tronco appena sollevato dal giaciglio, inizia a masturbare il mio fratellino ancora incappucciato, alternando entrambe le mani. Nel mentre, visto che le gambe aperte "a rombo" sono la parte del suo corpo più vicina a me, ne approfitto per carezzargliele lungamente, dapprima sull'interno delle cosce e poi, più brevemente, sui polpacci e sulla pianta dei piedi. Per agevolare il mio compito, Corinne distende le gambe e le appoggia sulle mie spalle, mettendosi praticamente "a squadra". In questa nuova posizione, noto che ha delle vistose escoriazioni sul ginocchio destro, che stanno cicatrizzando. "Cosa ti è successo?", le domando e Corinne mi spiega che qualche giorno prima ha avuto una colluttazione con un trans (o era solo un trav?), che aveva cercato di rubarle la postazione. In qualche maniera sarebbe riuscita a liberarsi del pericoloso rivale lavorativo ma si sarebbe sbucciata il ginocchio, protetto solo da delle sottili calze, contro l'asfalto.
Successivamente, riabbassa le gambe e anch'io mi chino di più verso di lei, per prendere maggiore confidenza col suo tronco. L'addome è praticamente irraggiunbile, in quanto schermato dalle sue braccia protese verso il mio fratellino, per cui mi diletto un po' a manipolarle gli ampi seni e a titillarle i capezzoli. Quando ormai anche le vigorose braccia di Corinne stanno per andare in crisi, giunge l'agognato momento dell'eiaculazione. "Mi sono quasi distrutta le braccia, per farti venire!", esclama quasi sfinita la fanciulla. "Purtroppo sono sempre così lungo ...", cerco di confortarla.
BREVE DISCETTAZIONE DI SESSUOLOGIA
Mentre ci laviamo e ci rivestiamo, scambiamo altre quattro chiacchiere, che inizialmente sono di natura strettamente tecnica. Anche Corinne si è ovviamente accorta che non sono rimasto entusiasta della sintonia di RAI1, per cui discettiamo brevemente di lubrificanti e dell'importanza o meno che si crei il giusto attrito tra il pene e le pareti della vagina, perché l'uomo provi pieno piacere. Anche se l'argomento meriterebbe almeno un'intera puntata di qualche pruriginoso talk-show (possibilmente in fascia protetta, come pare consuetudine al giorno d'oggi, e non più in seconda serata, come si faceva una volta ...), posso brevemente sintetizzare che le nostre posizioni sono antitetiche: io propendo maggiormente per l'importanza della stimolazione delle zone erogene, primarie e secondarie; Corinne è più dell'idea che "sia tutta una questione di testa".
Non c'è però il tempo (e, soprattutto, il denaro nel mio portafoglio) per approfondire nuovamente la questione sul campo, per cui giunge il momento di abbandonare il locale-scannatoio. Percorriamo in punta dei piedi il corridoio, perché la sua "amica" e un collega stanno sfondando il materasso che si cela dietro la lunga tendina, e siamo di nuovo all'aperto. Raggiunta la macchina, ci dirigiamo rapidamente verso la sua piazzola, non prima di avere approfondito le differenti procedure che portano al conseguimento della patente, in Italia e in Roumanie (Corinne ha praticamente iniziato a guidare a 16-17 anni, per cui immagino che la Politia locale sia solita controllare le strade meno di quanto faccia la PL di Bergamo

)
LUANA, PER CHIUDERE LA NOTTATA
Raggiunta la sua postazione, Corinne si scusa di avere dovuto completare le operazioni con un HJ, la perdono dicendole che la prossima volta andrà sicuramente meglio e infine ci congediamo con due bacetti sulla guancia. Rapido passaggio all'UTB, dove la vettura della mia prediletta non ha fatto la sua comparsa, e mi dirigo infine a casa, per godermi le poche ore di meritato riposo che mi aspettano fino al suono della sveglia. In realtà, prima di abbandonare definitivamente il suolo bergamasco, ho persino l'onore di essere affiancato dalla
fuckmobile, mentre sono fermo al semaforo dopo l'UTB. Dapprima getto un'occhiata distratta alla vettura che mi sta accanto; quando poi riconosco la piccola utilitaria francese che avevo visto parcheggiata poco prima vicino al loft di Corinne, scruto più attentamente i lineamenti della conducente, che ha i capelli raccolti in uno chignon. Anche lei si gira brevemente verso di me e mi sorride, facendomi esclamare: "Ma è proprio Luana!". Poi il semaforo diventa verde e le nostre strade si separano, ma il suo sorriso aiuterà ad allietare il mio breve sonno.