Valutazione sintetica della mia esperienza:
(5/5) ★★★★★
NOME INSERZIONISTA: Federica
RIFERIMENTO INTERNET:
CITTÀ DELL' INCONTRO: Licola
ETÀ: 25 circa
CONFORMITÀ DELL' ANNUNCIO: fotografie amatoriali rispondenti al vero. Al netto di filtri vari.
NAZIONALITÀ: italiana - napoletana
SERVIZI OFFERTI: GFE, DFK, HJ, TJ, BBJ, BL, DT, 69, AR, FACESITTING, FINGERING, ANAL SEX(att&pass), COT, CID, EXTRABALL
COMPENSO RICHIESTO:
50 per quickie
70 calma e versatile
COMPENSO CONCORDATO: 150 chiamo banco, con finale pirotecnico ed extraball. Mi ha invitato a riporre il cadeau e a regolare solo alla fine.
DURATA DELL' INCONTRO: 60+ min
DESCRIZIONE FISICA: alta, imponente e giunonica, una gran manza. Federica ha un paio di meloni enormi, simmetrici e con capezzoli che si inturgidiscono appena sfiorati. Le cosce e il culo sono generose così come qualche rotolino traspare sull’addome. Ma tutto è aggraziato ed armonico, forse anche grazie al notevole slancio della struttura. Tutto quel ben di Dio è un piacere per le mani. Tatuata un po’ in ogni dove. Il suo viso è femminile e dai lineamenti decisi, il naso aquilino che per qualcuno può essere un difetto, per me è un valore aggiunto. Gli occhi chiari sono ipnotici, le labbra carnose ma morbide e mobili. La sua espressione è dolce e serena.
DOTAZIONE: nessuna delle foto ritrae l’attrezzatura in maniera fedele, appare sminuito invece è un importante XL, glabro, grosso e di rara bellezza.
ATTITUDINE: GFE dolce e alla mano. Camuffa tutta la vivacità e il folklore tipicamente napoletani con toni garbati e gentili. Versatilità a 360 gradi. Si dedica al rapporto con impegno e iniziativa. Carattere cordiale, conversazione piacevole. Ho la presunzione di poter dire che è proprio una bella persona e non penso ci sia altro da aggiungere.
REPERIBILITÀ: difficile, perennemente in overbooking. Mi ha “assicurato” che tendenzialmente rispetta gli appuntamenti ma mi è toccata mezz’ora di attesa per una circostanza particolare.
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: rampa di scale strette e ripide.
NUMERO DI TELEFONO: 3662265169
INDEX: 36622651xx
Le sue ultime parole famose sono state: “Fai piano, oggi sei il primo...”
Mi ha sempre affascinato questo concetto della verginità anale giornaliera. Non so voi, ma sono sempre stato abituato a non dare troppo credito. Magari stavolta avrò sbagliato, ma qualche istante dopo le sue natiche, a pecora, emettevano schiocchi osceni e io tuonavo dalle sue terga:
“Dove ce l’hai il cazzo?”
E lei, con reticenza : “Nel...CULO!”
Percossa ancora più forte:
“Dove te lo sei messo il cazzo?”
Col rancore in volto: “NEL CULO!”
E così via a suonare quel suo tamburo spingendo in maniera compulsiva ad un ritmo ditirambico.
C’è chi si chiede perché il sesso anale faccia tanto gola. La spiegazione è tutta nella mimica facciale di chi lo riceve, nei suoni gutturali della voce quando interpellata, nell’affanno, negli spasmi, nelle vibrazioni del corpo ad ogni piè sospinto. “Il linguaggio non è la nostra prima lingua”. Federica mi offriva uno spettacolo plenario di ogni minimo più arrapante dettaglio. Basta saperli cogliere.
Qualcuno dice che soltanto nel porno la parte verbosa sia appropriata come incipit, ma “l’azione è di per sé autorevole”, a maggior ragione quando c’è da raccontare la chiavata del secolo.
Me ne stavo comodamente seduto sul sedile della mia autovettura, nel parcheggio di un “bar parigino”, appena qualche metro dopo l’uscita di Licola. Merde che siete, il bar lo conoscete un po’ tutti...
Ero lì ad aspettare in salmodiante umiltà i trenta minuti che lei aveva deciso di lasciarmi sui carboni ardenti. Niente e nessuno avrebbero potuto farmi desistere dall’ingropparmi Federica, che negli anni ho visto crescere, spiandola sui social come uno voyeur timido e discreto. Non mi ha scoraggiato nemmeno quello stronzo del cliente di prima che magari è qui che legge e non recensisce. Ti possa cascare il cazzo! Sì, perché questo è un caso clamorosamente grave, una simile perla ve la siete tenuta segreta, tutta per voi. E non vi nascondo che ero tentato di emulare, di farmi i fatti miei. Per una volta. Ma io scrivo lo stesso. Me la gioco. Perché io so io, e voi non condividete un cazzo!
Ricevute le istruzioni dettagliate, mi sono fiondato alla sua porta. Mi ha lasciato l’uscio aperto e quando sono entrato, me la sono ritrovata al centro del living, inguainata in un body a fishnet nero, alta e manza in tutta la sua bontà. La casa era accogliente e in ordine, la camera da letto un po’ meno ma stikazzi (il cestino pieno e a vista), a Federica si perdonerebbe di tutto. Quegli occhi di ghiaccio in quella sua cornice dolce, di una struggente malinconia, mi hanno stregato subito. Dopo essere passato in bagno, tra una battuta e un complimento ho provato a baciarla e sdeng...
“Tesoro io faccio tutto tranne i baci”
Vabbè, chiaro. Ho incassato il palo e ho tirato dritto. Quei suoi grossi meloni non si riesce ad agguantarli. Mi sono attaccato al collo come un vampiro, mentre lei mi segava il cazzo che era in tiro. L’ho fatta stendere comoda per gustarmi quello che a riposo sembrava già un bel fardello da dover sopportare. Dopo pochi minuti dal suo inguine si ergeva la torre di babele, in tutta la sua magnificenza. Mi ha invitato a girarmi, a 69 e stando di sopra ho lasciato che familiarizzasse un po’, per poi cominciare a fotterle la bocca mentre io mi strozzavo con il suo sesso tutto insalivato e scivoloso. Si dedicava al mio piacere in maniera incondizionata, un trattamento all inclusive che riguardava cappella, asta, scroto, interno cosce, perineo e ogni anfratto che poteva essere bersaglio delle sue saettate. La passione che ci metteva mi faceva sobbalzare di piacere, non riuscivo a sottrarmi alla sua lingua benché consapevole che stavo rischiando di raggiungere l’orgasmo anzitempo. Per fortuna San Cazzo è stato clemente e non sono venuto. Forse per una circostanza fortuita o forse perché lei sa spostare le attenzioni alternandole a tutte le zone erogene, sa dosare gli stimoli per fare in modo che la lussuria duri e perduri. Federica è avvezza al cazzo e ti trasporta come un turbine in un uragano di piacere. Ti tiene in sua balia con la maestria di chi ha ricevuto un raro dono divino.
Quando eravamo passati ai giochi di mano, entrambi con le dita affondate nell’orifizio altrui e le cappelle piantate nelle rispettive ugole, ha preso un condom di impeto, mi ha schiacciato sul letto e ha cominciato a baciarmi in bocca da dietro, tenendomi quella pesante verga tra le chiappe. Un bacio colmo di passione, una sorta di premio prima della punizione:
“Ma tu non eri quella che non baciava?” le ho detto tronfio di autostima.
“Io faccio quello che voglio con chi voglio!”. Volevo sentirmelo dire.
E così ha fatto. Ha fatto tutto quello che cazzo le pareva col mio culo. Me lo ha veramente martoriato. Non è stata dolce, era in preda ad una sorta di smania. Genuina euforia. Era anche questo aspetto che rendeva il rapporto così coinvolgente. Federica è una gran porca e in quello che fa, ci mette anima e corpo. Non si risparmia in niente, nemmeno un centimetro...lo ha affondato tutto fino alla radice facendomi sentire veramente impalato. Continuava a baciarmi, talvolta penetrandomi anche le labbra con la sua lingua umida, talvolta lasciando che si accarezzassero esposte fuori dalla bocca. Mi torturava l’orecchio e il collo. Mi accarezzava la nuca. Se necessario, quando protestavo, mi teneva bloccato e fermo con le mani. I movimenti da felpati e ondeggianti erano passati a vere e proprie martellate impietose. La mole mi fracassava su quel letto, sentivo la mia cappella pulsare ad ogni affondo e la sua raggiungere profondità inesplorate. Ha cominciato a sbattermi schiacciandomi con il peso del suo corpo. I grossi seni si comprimevano sulla mia schiena mentre lei sfogava la sua furia tirandomi prima carponi, poi alla missionaria in cui alternava brevi seghe, e specifico brevi perché stava attenta a NON farmi venire. Voleva scoparmi ancora. Mi ha girato e rigirato come un calzino, in piedi faceva un male cane, di fianco era più dolce mentre le lingue si intrecciavano e le mani e le gambe disegnavano un groviglio intricato. Esaurita la furia, si è stesa e le sono montato addosso. Abbiamo iniziato a dirci porcate, a parlare, ad incitarci a vicenda in un affiatamento reciproco verso un comune traguardo. Lo sentivo nello stomaco e ce la mettevo tutta per portarla al capolinea. Tale sforzo però mi è costato caro, nonostante l’assuefazione, continuavo a sentire lo spessore di quel bestione dilaniarmi il posteriore. Dopo un po’ era pronta, annuiva, mi faceva capire che la meta era vicina. Mi sono liberato di quel palo in culo, le ho tolto il guanto e ho continuato a segarlo mentre con l’indice le torturavo il suo punto G. Sentivo chiaramente la sua anatomia sotto al dito e la sinfonia del suo respiro affannato:
“Vai, vai, continua, non ti fermare...”
Pochi altri colpi di mano e ha cominciato a spruzzare il suo seme a mezz’aria in parabole che si ricongiungevano al suo corpo tra le tette e l’addome. Ha fatto un macello, c’era il suo piacere ovunque a renderle lucida la pelle. Intanto la sua mano aveva preso a shakerare il mio che alla vista di tale spettacolo non ha tardato ad aggiungere altro sperma sul suo corpo.
Durante il social time mi ha riversato addosso la sua potente carica di umanità, abbiamo chiacchierato come due amanti collaudati. Penso sia questa la sensazione che lei riesce in qualche modo a trasmettere e che la rende un’esperienza degna di nota. Mi ha poi confidato che quando incontra le coppie, riesce a far impazzire le dame. Il benessere che provavo con lei era palpabile ma l’appetito non era sopito. Quella confessione aveva acceso in me le più torbide fantasie e al proferir dell’ultima parola ero di nuovo a cazzo dritto senza che nemmeno me lo avesse toccato. Non si è fatta pregare. Si è accorta che avevo guardato l’orario e mi ha detto serafica:
“Stai tranquillo, prenditi il tuo tempo”
Prenditi il tuo tempo. È un concetto sul quale ci sarebbe tanto da dire. Penso di averla adorata in quel momento. Tutto ciò che posso dire sul secondo amplesso sarebbe all’ombra del precedente. Dopo essere venuta era meno reattiva, quindi si è concessa totalmente a me. Si è dedicata con devozione al mio piacere, in maniera esclusiva. Attiva o passiva è rimasta protagonista del quadrilatero.
Dopo lunghi e pazienti preliminari di dita e di bocca, dopo le raccomandazioni di cui al principio, l’ho presa alla missionaria perchè “devo guardarti in faccia!”. A scosciagallina eravamo in diagonale rispetto al letto e nel tentativo di sottrarsi un po’ alle botte aveva cominciato ad incedere gradualmente verso l’angolo. Solo che aveva il capo in rotta di collisione con il comodino. Me ne sono stato zitto ed imperterrito. “Massiiii tiragliela una capocciata se tanto ci tieni, almeno potrai dire di aver preso una botta per bene!”, pensavo mentre si avvicinava ad ogni perticata allo spigolo.
“Ohhhh ma che ti è venuto? Me la stai facendo pagare eh?”
Eccerto! Con lei a pancia sotto, stavolta ero io a baciarla da dietro. Poi a pecora la incitavo verbalmente: con una ragazza trans, parliamoci chiaro, cade quel guanto di velluto che solitamente si riserva al gentil sesso. E il rapporto diventa a tratti bestiale.
“Vieni qui, vicino allo specchio, scopami in piedi!” mi ha poi detto con quel suo tono da fidanzatina arrapata.
Quando l’ho presa per la coda di cavallo non ha battuto ciglio, poi quando le ho messo le mani al collo mentre la possedevo, ha esitato un attimo. Ha guardato noi due riflessi nello specchio come Paolo e Francesca e deve essersi rasserenata vedendomi innocuo con un sorriso estasiato. Quando siamo tornati sul letto, lei era a cosce aperte in posizione ginecologica sulla sponda. Mi ha portato i piedi sulle guance, tenere carezze, le tette assecondavano le mie spinte, lei, un po’ teatrale forse, ansimava come una troia. Il secondo shot è partito spontaneo, senza dovermi sforzare in alcun modo di venire. Mi ha fatto godere come un riccio, dentro di lei, nel suo budello caldo. Un lungo ed intenso orgasmo. Siamo rimasti attaccati teneramente finché ogni sussulto era sopito.
Con calma sono andato al bagno a liberarmi del condom e a darmi una regolata. Ero sudato e con il fiatone, sul bidet avevo ancora il cuore in gola dalla tachicardia.
PS: a me di tessere le lodi di un’operatrice che mi ha erogato un incontro memorabile non me ne entra niente. Ho sempre pagato il dovuto e spesso anche più del dovuto e di mia spontanea iniziativa. Così come me ne sbatto le balle se devo dipingere come mediocre un servizio indecente. Se ho scritto qualcosa che può essere reputata dubbia, strumentale o inverosimile, vi prego di non esitare ad obiettare, qui nelle repliche. Tanto la conoscete bene... Però parli solo chi ha avuto il mio stesso piacere, chi sa per esperienza vissuta di chi e di cosa si sta parlando. E magari recensisca pure. Sarebbe ora.
PPS: vi prego di non inserire il suo cognome per nessun motivo. Rispettate la privacy altrui.
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