DETTAGLIO DELLA OTR
Nome: Trentaboccafi.a, quando gliel'ho chiesto; Ylenia, a leggere le schede precedenti
Nazionalità: albanese, si suppone
Età apparente: fra i 30-35
Descrizione fisica: ragazza piccola di statura (1.60 max), corporatura magra ma con fianchi larghi, crine scuro lungo, viso carino, occhi castani, seno di una 2a taglia sodo
Attitudine: BJ con risucchio, ma attenzione maniacale al cronometro; glaciale e completamente assorbita da WA
Reperibilità: media, ma la serata doveva ancora scaldarsi
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: 20
Compenso concordato: 20
Servizi offerti: BJ
Servizi usufruiti: BJ
Durata dell'incontro: 10' esatti dalla salita a bordo alla sua discesa
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Zona di imbarco: Lacchiarella
Coordinate: distributore Esso direzione Binasco
LA MIA RECENSIONE
Accodo qui la rece, dopo che i colleghi mi hanno aiutato a dare un nome alla fanciulla (Ilenia o Ylenia): la lunghezza quasi nulla del tragitto e la sua dedizione assoluta a WA non mi avevano infatti permesso di condurre neppure un'intervista basilare e di scoprirne il nome.
GALEOTTA FU LA CODA
Come raccontavo nel thread generale, settimana scorsa ero di rientro serale dall'A1 e mi trovo l'autostrada completamente bloccata, appena dopo la barriera di Melegnano. Rapido ricalcolo del percorso e il navigatore mi fa sgusciare fuori all'uscita della Binasca, per rientrare in tange a Rozzano, località il cui nome mi è familiare, perchè lì millantava di abitarci la celeberrima
Nokovid.
Qua e là vedo qualche presenza nei distributori, non è male la bionda super tatuata sotto al cavalcavia della val Tidone, ma è solo quando arrivo a Lacchiarella, che vedo un po' più di presenze, ammassate nel giro di un paio di km: non sono male la moretta dell'Esso sulla destra e la pilotessa skinny di una Toyotina blu sulla sinistra. Curiosamente, sono tutte munite di seggiole, anche quelle automunite, come se fossero abituate a rotazioni abbastanza lente, rispetto al Luna Park.
L'idea iniziale sarebbe quella di fare il bravo, ma quando arrivo alla rotonda del Mac, dove la Binasca termina sui Giovi, mi rendo conto che mancano solo 5 km alla tange e quindi può starci il blitz fuori programma, sperando che basti il ventello che ho nel portafoglio.
Faccio allora un 180 e torno indietro: la velina mora della Toyotina è impegnata in un'intervista e proseguo quindi sino all'Esso, dove l'altra mora è sempre lì sul suo scranno, posizionato davante a una sorta di tendone che copre l'autolavaggio retrostante. Non è semplice svoltare a sinistra, perchè arrivano un po' di macchine nella direzione opposta, ma faccio attendere una decina di secondi quelle che si accodano dietro di me e infine riesco a infilarmi nell'Esso.
COME TI CHIAMI? TRENTA BOCCAF..A
La moretta attende impassibile sulla sua seggiola, con un corto vestitino addosso e le gambe accavallate. Abbasso il finestrino e la sua mimica facciale non cambia di una virgola: non accenna neppure un sorriso, tanto che inizio a pensare che sia una statua di cera di Madame Tussauds. Le domando il nome e, per tutta risposta, ottengo il classico "Trenta Boccaf..a". Non insisto oltre per averne le generalità e mi faccio solo confermare il rate per il BJ, che per fortuna è il tanto caro ventello: qui non sembra ancora essere arrivata l'inflazione galoppante del Luna Park!
Le domando se il retrobottega sia sicuro, lei mi spiega di andare "qua dietro" e spergiura che sia tranquillo: la sua glacialità nell'intervista mi ha lasciato qualche perplessità, ma la fanciulla è indubbiamente carina di fisico e di lineamenti e quindi decido di invitarla a bordo.
Il tragitto per il retrobottega dura meno di quello di
Iris per raggiungere il Kilometro Zero e quindi non c'è il tempo per provare a domandarle una seconda volta il nome, anche perchè la moretta ha da fare su WA, dove probabilmente sta organizzandosi per ricevere qualche cliente fidelizzato. Di lineamenti, potebbe dimostrare poco piu di 30 anni e mi ricorda un po' l'
Anna Riomare di Cermenate: speriamo che non le somigli anche per la fretta
LA RECE VERA E PROPRIA
Mentre io recupero e le allungo l'omaggio della casa, lei estrae dalla borsetta i ferri del mestiere, si sfila le scarpe dai tacchi vertiginosi e si arrotola l'abitino a mo' di ciambella attorno all'addome, scoprendo sia i seni, sia le chiappe. Per quanto sia magra e piccola di statura, la moretta non è la classica velina skinny: ha discreti seni che potrebbero essere di una seconda taglia abbondante e fianchi abbastanza larghi, forse per via della struttura ossea delle sue pelvi.
Entrambi siamo pronti e, illuminate dal potente faro dell'autolavaggio, possono avere inizio le danze, che spero non vengano troppo immortalate dalla videocamera di sorveglianza che si vede una decina di metri più avanti. La moretta si dispone gattoni sul sedile del passeggero, incappuccia compare Oscarino, si china su di lui e comincia a trastullarlo. Il BJ è condotto in maniera abbastanza normale, con movimenti prettamente verticali lungo l'asta, ma la fanciulla applica molto risucchio durante le risalite: grazie all'illuminazione da San Siro, posso appunto notare come le sue guance si svuotino e poi si rigonfino, a ogni percussione della sua testa. Non ricordo l'uso della mano malandrina, nè il ricorso al Dolby Surround. Ogni tanto, deve invece risistemarsi il crine moro, che le scivola sulla spalla sinistra e ne intralcia un po' le operazioni.
Come sempre, srotolo il mio tentacolo verso destra e inizio a massaggiarle le chiappe: nonostante siano formose, appaiono sode al tatto e quindi è piacevole carezzarle. Idem per la schiena, per lo meno dove non è coperta dal suo abitino-ciambella, che è a sua volta tonica e liscia.
Vista la statura compatta e il fisico stagno, la custode dell'Esso potrebbe essere una buona smorzista, ma il ventello che le ho consegnato è tutto ciò che avevo nel portafoglio e quindi devo accontentarmi di lasciarle completare il BJ, senza potere proporre integrazioni in corso d'opera.
Le immersioni durano un paio di minuti e sono inframezzate da brevi pause per rifiatare, durante le quali la fanciulla ne approfitta per smanacciare il compare. Dopo che sono trascorsi a occhio cinque giri di lancette, la moretta inizia a fare presente che non potremo restare ancora molto a lungo, per il ventello che le ho consegnato.
Si rituffa comunque sul mio basso ventre e si riparte come prima, con lei che trastulla il compare con abili risucchi, senza però condire l'azione orale con qualche massaggio o grattino ai gioielli di famiglia, e io che mi concentro sul suo lato B.
Saranno trascorsi sì e no 7-8 minuti, quando la custode dell'Esso alza bandiera bianca, si risolleva e mi fa presente che il tempo a disposizione è praticamente scaduto. Le strappo ancora un paio di giri di lancette di operazioni Federiciane, durante le quali lei rimane lì inerte, ma quantomeno ho i suoi graziosi seni a portata di mano. Il mio tentacolo si posa lì in tempo zero, sono sodi al tatto e quindi li massaggio con piacere, mentre il compare viene accudito dalla sua fida amica.
La pazienza della fanciulla è davvero al limite, perchè mi ricorda che stavolta il tempo è proprio finito, e allora mi tocca concentrarmi, mando quasi a fuoco compare Oscarino e in qualche modo riesco a varcare la linea del traguardo.
WA, IL SUO MIGLIORE AMICO
La moretta è lesta a recuperare e ad allungarmi un paio di salviette umidificate e poi si immerge di nuovo nello schermo del cellulare, dove riprende a massaggiare su WA. Vedendola così concentrata, evito di disturbarla e le consegno la pallottola dell'amore, perchè la smaltisca presso il suo scranno. Quando è chiaro che stia per scendere dalla vettura, le auguro la buona serata, ricambia e una manciata di secondi dopo è già scomparsa dietro al tendone, per riprendere il posto di combattimento. Guardo l'orologio e sono trascorsi 10 minuti esatti, da quando mi ero affiancato per l'intervista.
Non so se io abbia avuto la sfortuna di beccarla nell'imminenza dell'arrivo di un cliente munito di portafoglio a fisarmonica, ma ricordo davvero pochi incontri in cui ho riacceso il motore con la stessa sensazione di essere passato da catena di montaggio. La somiglianza con Anna Riomare, che speravo essere solo fisica, si è purtroppo rivelate tale anche nel carattere poco espansivo e nel controllo certosino dei tempi.
Non mi resta allora che compiere il periplo della casetta del distributore, le passo davanti per un'ultima volta, china come prima sul cellulare, e riprendo a seguire il navigatore, direzione tangenziale ovest. Per fortuna, appena dopo avere superato un massiccio posto di blocco di Bianca Verdi alla periferia di Rozzano, mi arriva il "Ce faci?" di convocazione per un caffè, da parte di una delle mie amichette del Luna Park. Imposto allora la destinazione su Cermenate, le dico che fra mezz'oretta sono da lei, raccolgo il suo "Bine" e vado a farmi consolare.