SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Lurago Marinone (CO)
ZONA: 45.698987, 8.983361 (all'ambasciata albanese)
NOME: Ioanna (o Iohanna?)
NAZIONALITA': Albanese
ETA': 25 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + RAI1 (smorzacandela)
COMPENSO RICHIESTO: 20+10
COMPENSO CONCORDATO: 20+10
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 15'
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli mori appena sotto il collo, viso caruccio, occhi castani e con leggero strabismo di Venere, fisico nella media, seno n.v.
ATTITUDINE: tecnica del BJ nella media, smorzacandela fatto con buona dedizione ; tanto dolce e paziente quanto a digiuno con la lingua italiana
LA MIA RECENSIONE:
Accosto, mi faccio confermare il rate per prendere confidenza con la sua arte orale e la invito ad accomodarsi a bordo. Il leggero strabismo di Venere, che è abbastanza evidente quando ti osserva passare da lontano con la macchina, mi sembra decisamente meno marcato (se non addirittura assente) nel dialogo ravvicinato. Il suo modo di fare è molto gentile, ma padroneggia davvero poco l'italiano, per cui mi tocca sudare le proverbiali sette camicie, per riuscire a compilare la scheda tecnica. Comunque, prima di raggiungere l'imbosco (lo stesso dove l'amico Bionsen si era visto recapitare una scatola di profilattici dal noto corriere espresso, mentre era lì con Laura/Lola ), raccolgo quanto segue dalla mia faticosa mietitura: il suo nome è Ioanna (o Iohanna?), ha 25 anni, è albanese di Durazzo ed è in Italia da circa 5 mesi, con residenza nei paraggi di Milano e contratto a tempo determinato presso l'ambasciata albanese di Lurago. Con non poca difficoltà, riesco perfino a scoprire che il suo profumo, intenso ma piacevole, è Lady Million di Paco Rabanne. Impresa non da poco, perché usa più i gesti che le parole, per spiegarmi le differenza di forma e di colore, tra la versione femminile e quella maschile della fragranza.
Parcheggiata la macchina in una posizione abbastanza riparata alla vista (ma che, per contro, non permetterebbe di controllare l'arrivo di minacce aliene), procediamo a regolare le formalità burocratiche e a prepararci per l'intrattenimento erotico. Calandomi le braghe, mi spoglio sicuramente più io della fanciulla, che si limita a togliersi le scarpe (per stare più comoda), a rimuovere il giubbotto (per non collassare dal caldo, dato che ho alzato a tradimento la temperatura del climatizzatore a quasi 30°C, nella speranza di farla denudare un po' di più ) e a fissarsi i capelli scuri con un mollettone sopra la testa.
LA RECE VERA E PROPRIA
Il tempo di scartare il profilattico e la fragranza di Paco Rabanne è rapidamente sovrastata dal ben noto Eau de Fraise, che si sprigiona dal gommino. Ioanna incappuccia il fratellino quasi a crudo (di nuovo molto gentile, perché mi domanda se mi stia facendo male, pur essendo dotata di unghie assolutamente innocue rispetto agli artigli di alcune sue colleghe, per le quali servirebbe invece il porto d'armi ) e poi si mette all'opera. Il BJ è nella media, svolto con il consueto pendolamento della testa e con un po' di supporto manuale alla base. Lavorando in torsione, posso solo carezzarle un po' la schiena (soprattutto la parte alta, che è già scoperta dal taglio scollato della maglia che indossa) e tentare di allungare i miei tentacoli verso le sue gambe. Ostacolato dal bracciolo centrale, non riesco però ad arrivare molto lontano, anche perché Ioanna indossa un paio di shorts, sotto i quali è tutt'altro che facile cimentarsi in attività esplorative.
Dopo 2-3 minuti, si ferma un po' affaticata. "Sei stanca?", le domando. "Sì, la bocca", mi risponde, facendomi capire che l'affaticamento non è generale (anche perché l'ho vista ben poco lontana dalla piazzola, nella mezz'oretta precedente) ma localizzato. Si rimette comunque pazientemente all'opera e posso così godermi il suo BJ per un altro paio di giri della lancetta dei secondi. Poi si ferma ancora e "Dài, però!" sono le successive parole che escono dalla sua bocca. Fatte sempre con un certo garbo, come si conviene alla segretaria di un ambasciatore, ma le sue sono evidenti rimostranze per il protrarsi delle operazioni. Con una piccola bugia (ossia che il traguardo sia vicino), la convinco a rigirare la clessidra un'altra volta e guadagno un'ulteriore sessione d'immersione.
UN PICCOLO EXTRA
Quando si rialza di nuovo e le stesse parole giungono al mio orecchio, è evidente che il tempo a disposizione è ormai agli sgoccioli e che la situazione può essere sbloccata solo con un HJ risolutivo o con un cambio di programma a sorpresa. Dato che il fratellino è decisamente bello arzillo e la fanciulla non mi dispiace (né fisicamente, né per il savoir faire gentile), le propongo allora di estendere il rate, chiedendole in cambio una galoppata sul mio basso ventre. Anche qui la trattativa è ostacolata dalla lingua, poiché Ioanna è inizialmente convinta che voglia strapparle l'extra gratis ed è dunque categorica al riguardo: "Per 20, non faccio figa". Dopo una breve quanto semplice lezione di matematica ("20 + 10 = 30"), si fa convincere, per cui ci prepariamo alla seconda fase del nostro incontro. Procedo subito a versare il conguaglio (per inciso, non aveva questa grande quantità di banconote nel borsellino, quando ha cercato il resto) e, mentre reclino il mio sedile, lei si toglie gli shorts e si sfila i collant scuri da una delle gambe. Breve inumidita alla vulva ed è pronta a valicare il bracciolo centrale e a salirmi in groppa, per dare il via alla più classica delle cowgirls (frontale e non reverse, come ho visto talvolta fare in macchina, ma sul sedile del passeggero). Si puntella coi piedi alla bell'e meglio, inizialmente appoggia le mani sull'impugnatura della portiera e sul bracciolo, procede all'infilamento e dà infine inizio alla galoppata.
Il ritmo è abbastanza sostenuto, ma la posizione con le gambe rannicchiate è sicuramente molto scomoda per lei, per cui non credo che resista più di un minuto, prima di fermarsi a rifiatare. Poi trova il modo di distribuire meglio il suo peso, portando le braccia dietro la sua schiena e aggrappandosi al volante. Avendo ora non uno ma ben quattro punti su cui fare perno, potrebbe addirittura sollevare il mondo, con la giusta leva a disposizione. Non ho ovviamente tale pretesa e mi basta che sollevi e abbassi se stessa lungo la mia asta, cosa che le riesce più che egregiamente, come confermato dalle piacevoli sensazioni che salgono dal mio basso ventro. Da parte mia, le carezzo soprattutto le gambe, che sono quanto di più nudo ho a portata di mano, dato che sopra non si è spogliata della sua maglia. Come si diceva una volta, per i suoi seni vale la vecchia regola del guardare (attraverso il decolleté, oltretutto) ma non toccare. Ogni tanto la guardo in volto, ma tiene gli occhi chiusi e i nostri sguardi non si incrociano, per cui non riesco a capire se stia pensando al tassista che deve chiamare per tornare a casa o al prossimo colore di cui tingersi le unghie. La cosa certa è che, qualunque cosa frulli nella sua testa, sia in albanese non sottotitolato in italiano, data la padronanza veramente scarsa della nostra lingua Le uniche parole che escono dalla sua bocca sono un paio di "Ooh", che il mio fratellino avrebbe anche potuto interpretare come atto di ammirazione nei suoi confronti, ma che sono subito smentite da una manciata di "Uff!" successivi e dall'immancabile "Dàì, però! Non ce la faccio più!" finale.
IL TRAGUARDO E POI LO STRETCHING FINALE
Sempre con la promessa che il giudice con la bandiera a scacchi è proprio dietro la curva (ma stavolta è vero), le strappo un'altra dozzina di colpi e - cosa rarissima per me in questi incontri della regular season del campionato OTR - sento l'asta pulsare in preda all'orgasmo e il mio seme riempire il profilattico. Anche Ioanna è decisamente più scafata di altre sue colleghe, perché si accorge immediatamente che il traguardo è stato varcato e accoglie l'evento con un sorriso liberatorio. Veloce come un fulmine, si riporta sul lato del passeggero, reclina completamente il sedile e si sdraia con le gambe appoggiate sulla plancia, come un calciatore in preda ai crampi. Mi spiega che ormai le facevano malissimo le cosce, data la posizione compressa, per cui le do una mano a fare un po' di stretching.
Rapida ripulita con i fazzoletti di carta ed è il tempo di rivestirsi. Ioanna sembra davvero metodica in questa attività, perché ad alta voce elenca le varie cose che rimette in ordine ("allora: i fazzoletti, i profilattici, ..."), per essere sicura di non dimenticare nulla. Tornato a casa, ho controllato se avesse abbandonato qualche foglietto filigranato viola, ma purtroppo non ho trovato nulla d'interessante a bordo Per un attimo ho persino sospettato che fosse svizzera o tedesca, ma la sua anima albanese riesce allo scoperto quando i collant non vogliono saperne di reinfilarsi sulle sue gambe. Dato che lo spazio a bordo è un po' angusto (d'altra parte, per arrivare primi allo striscione del traguardo, bisogna girare con una vettura di F1 ), deve cimentarsi in un po' di fine contorsionismo, prima di riuscire a reindossare questo capo del suo abbigliamento. Probabilmente nella sua testa sta rimbombando qualche bestemmia, ma i sottotitoli in italiano che escono dalla sua bocca sono molto più pacati (un paio di "Mamma mia!", di cui anche Laura/Lola era prodiga), come si addice a una segretaria d'ambasciata.
C'E' ANCHE LA MORALE DELLA FAVOLA
Quando è finalmente pronta (si è data anche una rapida controllata anche al make up), possiamo ripartire alla volta della sua mattonella. Il social time è di nuovo abbastanza difficoltoso ma, con una mia certa sopresa (data l'età non proprio da teen ager), scopro che non è coniugata, né lo è mai stata, né ha prole a carico. Probabilmente solo un "fidanzato" registrato sul suo stato di famiglia, ma si tratta di dettaglio che non è stato approfondito nella nostra breve conversazione. "Mai (potrei) stare (sul)la strada, se (avessi) marito o bambini!", è la sua chiosa finale, prima di giungere di nuovo all'ambasciata albanese (i verbi e le preposizioni sono ovviamente farina del mio sacco, per rendere il suo pensiero più intellegibile). Ci auguriamo la buona notte, lei rimane lì e io riprendo la strada di casa, tutto sommato soddisfatto della conclusione e dunque ben poco motivato a cercare altra compagnia.
CITTA DELL'INCONTRO: Lurago Marinone (CO)
ZONA: 45.698987, 8.983361 (all'ambasciata albanese)
NOME: Ioanna (o Iohanna?)
NAZIONALITA': Albanese
ETA': 25 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + RAI1 (smorzacandela)
COMPENSO RICHIESTO: 20+10
COMPENSO CONCORDATO: 20+10
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 15'
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli mori appena sotto il collo, viso caruccio, occhi castani e con leggero strabismo di Venere, fisico nella media, seno n.v.
ATTITUDINE: tecnica del BJ nella media, smorzacandela fatto con buona dedizione ; tanto dolce e paziente quanto a digiuno con la lingua italiana
LA MIA RECENSIONE:
Esco dalla superstrada a Lentate Sud e, al primo distributore, ho subito la visione della bionda Anna, che sta conversando col conducente di un grosso SUV. Se ne fosse appena scesa, l'occasione per l'abboccamento sarebbe davvero d'oro, ma - come mio solito - preferisco prima andare a scoprire cosa rischierei di perdermi altrove e, solo dopo, cosa troverei sotto le insegne del distributore franco/genovese. Col consueto risultato finale di non trovare più nulla, né da una parte né dall'altra [...]
Proseguo allora sino a Lurago e, non essendo nel frattempo cambiata la situazione alla sede diplomatica albanese (l'ambasciatore deve avere dato una giornata libera alle sue ragazze), stanotte sarà proprio quella in cui farò finalmente la conoscenza dell'ultima delle segretarie, colei la cui scrivania si trova lungo lo spicchio sud-est della rotonda. [...] Non è di una bellezza folgorante, ma è comunque caruccia (direi sul livello di Sara), rivolge sempre un sorriso timido alle vetture di passaggio ed è persino abbigliata con una certa sobrietà, per il genere puttanesco che si trova a dovere interpretare.
Accosto, mi faccio confermare il rate per prendere confidenza con la sua arte orale e la invito ad accomodarsi a bordo. Il leggero strabismo di Venere, che è abbastanza evidente quando ti osserva passare da lontano con la macchina, mi sembra decisamente meno marcato (se non addirittura assente) nel dialogo ravvicinato. Il suo modo di fare è molto gentile, ma padroneggia davvero poco l'italiano, per cui mi tocca sudare le proverbiali sette camicie, per riuscire a compilare la scheda tecnica. Comunque, prima di raggiungere l'imbosco (lo stesso dove l'amico Bionsen si era visto recapitare una scatola di profilattici dal noto corriere espresso, mentre era lì con Laura/Lola ), raccolgo quanto segue dalla mia faticosa mietitura: il suo nome è Ioanna (o Iohanna?), ha 25 anni, è albanese di Durazzo ed è in Italia da circa 5 mesi, con residenza nei paraggi di Milano e contratto a tempo determinato presso l'ambasciata albanese di Lurago. Con non poca difficoltà, riesco perfino a scoprire che il suo profumo, intenso ma piacevole, è Lady Million di Paco Rabanne. Impresa non da poco, perché usa più i gesti che le parole, per spiegarmi le differenza di forma e di colore, tra la versione femminile e quella maschile della fragranza.
Parcheggiata la macchina in una posizione abbastanza riparata alla vista (ma che, per contro, non permetterebbe di controllare l'arrivo di minacce aliene), procediamo a regolare le formalità burocratiche e a prepararci per l'intrattenimento erotico. Calandomi le braghe, mi spoglio sicuramente più io della fanciulla, che si limita a togliersi le scarpe (per stare più comoda), a rimuovere il giubbotto (per non collassare dal caldo, dato che ho alzato a tradimento la temperatura del climatizzatore a quasi 30°C, nella speranza di farla denudare un po' di più ) e a fissarsi i capelli scuri con un mollettone sopra la testa.
LA RECE VERA E PROPRIA
Il tempo di scartare il profilattico e la fragranza di Paco Rabanne è rapidamente sovrastata dal ben noto Eau de Fraise, che si sprigiona dal gommino. Ioanna incappuccia il fratellino quasi a crudo (di nuovo molto gentile, perché mi domanda se mi stia facendo male, pur essendo dotata di unghie assolutamente innocue rispetto agli artigli di alcune sue colleghe, per le quali servirebbe invece il porto d'armi ) e poi si mette all'opera. Il BJ è nella media, svolto con il consueto pendolamento della testa e con un po' di supporto manuale alla base. Lavorando in torsione, posso solo carezzarle un po' la schiena (soprattutto la parte alta, che è già scoperta dal taglio scollato della maglia che indossa) e tentare di allungare i miei tentacoli verso le sue gambe. Ostacolato dal bracciolo centrale, non riesco però ad arrivare molto lontano, anche perché Ioanna indossa un paio di shorts, sotto i quali è tutt'altro che facile cimentarsi in attività esplorative.
Dopo 2-3 minuti, si ferma un po' affaticata. "Sei stanca?", le domando. "Sì, la bocca", mi risponde, facendomi capire che l'affaticamento non è generale (anche perché l'ho vista ben poco lontana dalla piazzola, nella mezz'oretta precedente) ma localizzato. Si rimette comunque pazientemente all'opera e posso così godermi il suo BJ per un altro paio di giri della lancetta dei secondi. Poi si ferma ancora e "Dài, però!" sono le successive parole che escono dalla sua bocca. Fatte sempre con un certo garbo, come si conviene alla segretaria di un ambasciatore, ma le sue sono evidenti rimostranze per il protrarsi delle operazioni. Con una piccola bugia (ossia che il traguardo sia vicino), la convinco a rigirare la clessidra un'altra volta e guadagno un'ulteriore sessione d'immersione.
UN PICCOLO EXTRA
Quando si rialza di nuovo e le stesse parole giungono al mio orecchio, è evidente che il tempo a disposizione è ormai agli sgoccioli e che la situazione può essere sbloccata solo con un HJ risolutivo o con un cambio di programma a sorpresa. Dato che il fratellino è decisamente bello arzillo e la fanciulla non mi dispiace (né fisicamente, né per il savoir faire gentile), le propongo allora di estendere il rate, chiedendole in cambio una galoppata sul mio basso ventre. Anche qui la trattativa è ostacolata dalla lingua, poiché Ioanna è inizialmente convinta che voglia strapparle l'extra gratis ed è dunque categorica al riguardo: "Per 20, non faccio figa". Dopo una breve quanto semplice lezione di matematica ("20 + 10 = 30"), si fa convincere, per cui ci prepariamo alla seconda fase del nostro incontro. Procedo subito a versare il conguaglio (per inciso, non aveva questa grande quantità di banconote nel borsellino, quando ha cercato il resto) e, mentre reclino il mio sedile, lei si toglie gli shorts e si sfila i collant scuri da una delle gambe. Breve inumidita alla vulva ed è pronta a valicare il bracciolo centrale e a salirmi in groppa, per dare il via alla più classica delle cowgirls (frontale e non reverse, come ho visto talvolta fare in macchina, ma sul sedile del passeggero). Si puntella coi piedi alla bell'e meglio, inizialmente appoggia le mani sull'impugnatura della portiera e sul bracciolo, procede all'infilamento e dà infine inizio alla galoppata.
Il ritmo è abbastanza sostenuto, ma la posizione con le gambe rannicchiate è sicuramente molto scomoda per lei, per cui non credo che resista più di un minuto, prima di fermarsi a rifiatare. Poi trova il modo di distribuire meglio il suo peso, portando le braccia dietro la sua schiena e aggrappandosi al volante. Avendo ora non uno ma ben quattro punti su cui fare perno, potrebbe addirittura sollevare il mondo, con la giusta leva a disposizione. Non ho ovviamente tale pretesa e mi basta che sollevi e abbassi se stessa lungo la mia asta, cosa che le riesce più che egregiamente, come confermato dalle piacevoli sensazioni che salgono dal mio basso ventro. Da parte mia, le carezzo soprattutto le gambe, che sono quanto di più nudo ho a portata di mano, dato che sopra non si è spogliata della sua maglia. Come si diceva una volta, per i suoi seni vale la vecchia regola del guardare (attraverso il decolleté, oltretutto) ma non toccare. Ogni tanto la guardo in volto, ma tiene gli occhi chiusi e i nostri sguardi non si incrociano, per cui non riesco a capire se stia pensando al tassista che deve chiamare per tornare a casa o al prossimo colore di cui tingersi le unghie. La cosa certa è che, qualunque cosa frulli nella sua testa, sia in albanese non sottotitolato in italiano, data la padronanza veramente scarsa della nostra lingua Le uniche parole che escono dalla sua bocca sono un paio di "Ooh", che il mio fratellino avrebbe anche potuto interpretare come atto di ammirazione nei suoi confronti, ma che sono subito smentite da una manciata di "Uff!" successivi e dall'immancabile "Dàì, però! Non ce la faccio più!" finale.
IL TRAGUARDO E POI LO STRETCHING FINALE
Sempre con la promessa che il giudice con la bandiera a scacchi è proprio dietro la curva (ma stavolta è vero), le strappo un'altra dozzina di colpi e - cosa rarissima per me in questi incontri della regular season del campionato OTR - sento l'asta pulsare in preda all'orgasmo e il mio seme riempire il profilattico. Anche Ioanna è decisamente più scafata di altre sue colleghe, perché si accorge immediatamente che il traguardo è stato varcato e accoglie l'evento con un sorriso liberatorio. Veloce come un fulmine, si riporta sul lato del passeggero, reclina completamente il sedile e si sdraia con le gambe appoggiate sulla plancia, come un calciatore in preda ai crampi. Mi spiega che ormai le facevano malissimo le cosce, data la posizione compressa, per cui le do una mano a fare un po' di stretching.
Rapida ripulita con i fazzoletti di carta ed è il tempo di rivestirsi. Ioanna sembra davvero metodica in questa attività, perché ad alta voce elenca le varie cose che rimette in ordine ("allora: i fazzoletti, i profilattici, ..."), per essere sicura di non dimenticare nulla. Tornato a casa, ho controllato se avesse abbandonato qualche foglietto filigranato viola, ma purtroppo non ho trovato nulla d'interessante a bordo Per un attimo ho persino sospettato che fosse svizzera o tedesca, ma la sua anima albanese riesce allo scoperto quando i collant non vogliono saperne di reinfilarsi sulle sue gambe. Dato che lo spazio a bordo è un po' angusto (d'altra parte, per arrivare primi allo striscione del traguardo, bisogna girare con una vettura di F1 ), deve cimentarsi in un po' di fine contorsionismo, prima di riuscire a reindossare questo capo del suo abbigliamento. Probabilmente nella sua testa sta rimbombando qualche bestemmia, ma i sottotitoli in italiano che escono dalla sua bocca sono molto più pacati (un paio di "Mamma mia!", di cui anche Laura/Lola era prodiga), come si addice a una segretaria d'ambasciata.
C'E' ANCHE LA MORALE DELLA FAVOLA
Quando è finalmente pronta (si è data anche una rapida controllata anche al make up), possiamo ripartire alla volta della sua mattonella. Il social time è di nuovo abbastanza difficoltoso ma, con una mia certa sopresa (data l'età non proprio da teen ager), scopro che non è coniugata, né lo è mai stata, né ha prole a carico. Probabilmente solo un "fidanzato" registrato sul suo stato di famiglia, ma si tratta di dettaglio che non è stato approfondito nella nostra breve conversazione. "Mai (potrei) stare (sul)la strada, se (avessi) marito o bambini!", è la sua chiosa finale, prima di giungere di nuovo all'ambasciata albanese (i verbi e le preposizioni sono ovviamente farina del mio sacco, per rendere il suo pensiero più intellegibile). Ci auguriamo la buona notte, lei rimane lì e io riprendo la strada di casa, tutto sommato soddisfatto della conclusione e dunque ben poco motivato a cercare altra compagnia.