SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Osio sotto (BG)
ZONA: 45.610122, 9.588154 (proprio davanti all'Eden)
NOME: Irina
NAZIONALITA': Rumena
ETA': 20/21 dichiarati, se non ricordo male
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, HJ
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 15' showroom-to-showroom
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli mori raccolti in una coda, volto abbastanza carino ma che reca evidenti segni di acne giovanile, begli occhi chiari, corporatura nella media, seno n.v.
ATTITUDINE: discreta, con qualche mossa fuori dalla solita routine ; molto sospettosa e diffidente all'inizio, poi mi ha scroccato un panettone
LA MIA RECENSIONE:
Quando, infine, ho campo libero, entro per sbaglio nel parcheggio dell'Eden e poi ne riesco, accostando di fianco alla fanciulla. Vista da vicino, è decisamente meno carina di quanto mi fosse sembrata da lontano: non tanto per i lineamenti, che sono anche gradevoli, ma per i residui di acne giovanile che funestano le sue gote, seppure mascherati da un'abbondante dose di fard. Ormai sono in ballo e, visto che il rate conoscitivo è quello di base e la sede operativa non è - come temevo - lì di fronte, mi tocca ballare.
BEI RICORDI
La signorina è così ospite a bordo e inizia a farmi strada verso il suo retrobottega. Si presenta come Irina e, senza troppo sorprendermi, si dichiara di nazionalità rumena. Deve anche avermi detto l'età (credo 20 o 21 anni), ma io ne ho qualcuno più di lei e la memoria comincia a fare cilecca Mentre con la macchina ricalchiamo orme che sono anche mie (credo che si dica proprio 'urmări', nella lingua delle OTR), riesco finalmente a capire perché le fanciulle ogni tanto domandino lo stato civile del loro cliente. Come mi spiega Irina, l'equazione è abbastanza semplice: "Sposato = tranquillo; Non sposato = testa calda = preparare lo spray al peperoncino". Io, per metterla in difficoltà, mi dichiaro divorziato, per cui mi scruta come farebbe un agente del KGB e infine sentenzia che sono comunque tranquillo. Al termine di questo interrogatorio, in cui una volta tanto sono stato l'inquisito, siamo finalmente arrivati alla sede operativa. Erano almeno due anni che non ci venivo e l'ultima volta era stata con la leggendaria Katia, un paio di settimane prima che ci lasciasse (lavorativamente parlando, s'intende ...). Mi basta dare un'occhiata intorno e, come se fosse ieri, ricordo la rossa dell'Eden completamente nuda accanto a me (anzi, con la sola cintura indosso ), nonché la gag della finta borsa di Gucci, del cui furto venni successivamente accusato, durante l'ultimissimo incontro.
MEGLIO IL PANETTONE DEL COZONAC?
La ragazza che mi sta accanto stavolta non è sicuramente bella come Katia, non è rossa di capelli, non ha una borsa di Gucci (neppure finta) e, soprattutto, non si denuda proprio per niente. In compenso, come Katia, ha dei begli occhi chiari e vuole i soldi prima Regolati gli aspetti burocratici, cerco inutilmente di arretrare il sedile, in modo che lei possa cimentarsi più comoda nelle sue arti amatorie. Stranamente, la poltrona non riesce a scorrere lungo il binario e, voltandomi, mi rendo conto del motivo: una forma di panettone se ne sta lì, proprio dietro le mie spalle. Mentre cerco di spostare la scatola di troppo, devo tranquillizzare Irina, che già pensava alla presenza di un complice-contorsionista travestito da Babbo Natale della Bistefani. Non faccio in tempo a rassicurarla, che la fanciulla si è già innamorata all'istante, non del sottoscritto ma della confezione del panettone. "Ah, è buonissimo! L'ho già assaggiato l'anno scorso!", esclama entusiasta. Da lì all'inevitabile conclusione, il passo è breve: "Dopo me lo regali?". "Lo sapevo!", esclamo tra me e me, mentre mi maledico per non avere messo la scatola nel bagagliaio prima di ripartire dalla birrata. "Poi vediamo ...", prendo tempo, sperando che la fanciulla se ne dimentichi.
LA RECE VERA E PROPRIA
Interrotta questa breve digressione gastronomica, è il momento di dare inizio alle danze. Dopo avermi chiesto di bloccare le portiere con la sicura, Irina smanaccia brevemente il fratellino, lo incappuccia e infine si china su di lui. Pur essendo apparentemente giovane, la moretta tradisce già una discreta maestria nell'arte orale, imparata chissà dove. Non è di quelle che partono a oscillare su e giù con la testa con la frequenza di un metronomo, ma si cimenta piuttosto in un movimento più avvolgente, che prevede anche delle torsioni attorno all'asta. E' ovviamente questione di gusti, ma un po' di varietà rispetto al consueto modus operandi non mi dispiace. Ciò che invece rientra più nella normalità è l'assillo con cui la ragazza s'informa sull'avanzamento dei lavori, forse perché è ancora un po' inesperta e non ha del tutto il polso della situazione. "Sei già a buon punto?", mi domanda dopo neppure un paio di minuti. "Ti piace?", dopo altri due. "Ti manca ancora molto?", non molto tempo dopo. Ogni volta la incoraggio a non desistere e, speranzosa di incamerare anche un panettone quale mancia per una prestazione sopra le righe, Irina si rimette volenterosa al lavoro.
Seppure relativamente inesperta, Irina dev'essere stata già scottata da qualche evento spiacevole. Mentre è china su di me, mi accorgo che avevo posizionato male il portafoglio e che, nell'arretrare il sedile, l'avevo fatto cadere sul pavimento della vettura. Non faccio quasi in tempo a raccoglierlo e a posizionarlo momentaneamente in una delle tasche laterali della portiera, che Irina si arresta di scatto e mi domanda un po' allarmata: "Ma non è che hai una pistola?". "Stai tranquilla! Era solo il portafoglio! - devo calmarla, visto che l'unica cosa che potrebbe lontanamente somigliare a una pistola sta in mezzo alle mie gambe, è caricata a salve ed è per di più incappucciata in una spessa fodera rossa.
Come sempre, con l'avanzare dei minuti, il BJ cede progressivamente il campo a un HJ, che permette alla ragazza di turno di accelerare drasticamente la corsa verso la linea del traguardo. Quando è trascorsa una decina di minuti scarsi dall'inizio delle operazioni, un ultimo sapiente colpo di mano mi fa vedere la bandiera a scacchi. Uno dei motivi per cui i famigerati gommoni rossi meriterebbero di essere riabilitati (se non addirittura beatificati) è che, molto spesso, le fanciulle non si accorgono di quanto è accaduto sotto la spessa coltre del colore della fragola e proseguono indefesse le operazioni. Irina non fa eccezione alla regola e si rituffa sul mio fratellino, concedendomi un po' di ulteriore e inatteso sollazzo orale. La lascio andare avanti una trentina di secondi, visto che l'asta impiega sempre un po' prima di perdere il pieno turgore, ma poi mi sembra davvero sleale approfittare del fatto che San Fragolone abbia intercesso per me. Allora, cercando di imitare l'arte che il maestro cippolappo aveva messo in atto con una pessima intrattenitrice del boulevard, simulo un orgasmo che ponga fine ai tempi supplementari: serro la fanciulla più stretta, ansimo un po' (giuro però di non avere gridato "Sì, dài, amore, continua così!" ), contraggo la muscolatura e infine compio un paio di percussioni pelviche, che possano vagamente replicare le pulsazioni che percorrono l'asta nel momento dell'eiaculazione. Devo però essere un pessimo attore (il maestro mi perdoni ...), perché Irina prosegue come se nulla fosse accaduto, continuando a prendersi cura del mio fratellino. Ripeto il tutto una seconda volta, accompagnandolo con un prolungato "Aaaaah" di soddisfazione e, stavolta, la moretta capisce che non ho solo varcato la linea del traguardo ma anche già compiuto la passerella d'onore davanti agli spettatori.
L'INEVITABILE CONCLUSIONE
Esaurita la missione affidatale, Irina mi porge i fazzoletti per procedere alle consuete operazioni di pulizia. "Ho solo quelli bagnati. Vanno bene lo stesso?", mi domanda. "Meglio ancora!", la rassicuro. Mentre io lindo il fratellino, lei si rimira nello specchietto di cortesia e riapplica il rossetto sulle labbra. Riconsegnata la pallottola dei rifiuti, sarebbe il momento di ripartire e quindi sono ormai convinto di averla fatta franca. Però, come scrivevo sopra, Irina ha memoria ben migliore della mia e parte alla carica: "Allora, me lo regali? " (lo smiley non rende l'idea di quanti denti sia riuscito a vedere simultaneamente nel suo sorriso). Mentre ci penso un attimo, la fanciulla si fa ancora più persuasiva: appoggia i palmi delle mani l'uno contro l'altro, come se fosse davanti alla statua di Padre Pio, e inizia a supplicarmi: "Dài, ti prego!". Alla fine, è solo un panettone da pochi Euro e mi sentirei inutilmente crudele a dirle di no: "Va bene ... Ma, se te lo do, dove lo lasceresti? Non vedi com'è ingombrante la scatola?". "Tranquillo - ha già la risposta pronta Irina - Tanto stavo per andare a casa e non devo lasciarlo là". "Ok, se non c'è il rischio che te lo rubino ...", le dico, mentre le porgo la confezione del panettone. "Grazie! Grazie!", esclama la moretta, felice come una Pasqua. E, nel dubbio di non avere esternato a sufficienza il suo entusiasmo, mi schiocca anche due baci sulla guancia. "Ma non ti eri appena messa il rossetto? ", devo sgridarla. "Tranquillo, tanto non si vede", mi risponde Irina, che comunque rimuove con le sue dita ogni traccia dal mio volto.
Mentre la sento parlare, la sua cadenza è troppo simile a quella della mia ex-kebabbara preferita (Adriana), che avevo sempre pensato essere di Timisoara ma che l'ultima volta si era spacciata per una Constantina. E' allora naturale chiederle di quale città sia originaria e, con una mia certa sorpresa, mi sento rispondere: "Di Iasi. Sai dov'è?". Come no! Mezza promenade arriva da lì e, se non mi sbrigo a riportare Irina alla mattonella, c'è anche il rischio che il monovolume bordeaux dell'A-Team passi a ritirarla a domicilio, perché ormai sono le 2 passate Anche se si tratta della seconda città più popolosa del Paese, dopo la capitale Bucarest, dissimulo una conoscenza assai più vaga della geografia rumena: "Sì, l'ho già sentita, ma non so esattamente dove sia. Non è forse vicina alla Moldovia?". "Sì, sì! Giusto! Però si dice Moldova", mi corregge la moretta.
Quando ormai alla mia vettura stavano iniziando a spuntare radici al posto delle ruote, si può finalmente ripartire. Nel tragitto relativamente breve verso il suo showroom, mi racconta di abitare nei paraggi e che, incredibilmente, non ha ancora avuto modo di visitare Bergamo Alta, cosa che desidererebbe ardentemente. A parte il fatto che avrà sicuramente un "fidanzato" che possa occuparsi di tale incombenza, la lampada magica di Aladino ha già svolto più che egregiamente il suo lavoro per stanotte ed è stata già riposta nel suo antro. Oltretutto, la nebbia è così fitta che è quasi un'impresa ritrovare l'Eden, figurarsi le mura di Bergamo Alta. Per cui, mi limito a confermarle che ne vale certamente la pena e le raccomando di andarci appena potrà.
Al momento del congedo, Irina è quasi euforica per avere incamerato una forma di panettone da inzuppare nel latte la mattina di Natale: "Allora ci rivediamo!". "... magari", si corregge lei stessa. E' stato un quarto d'ora tutto sommato divertente, ma - se ad ogni incontro dovessi portarle una specialità gastronomica da assaggiare, cominciando con lo zampone di Capodanno e continuando con le frittelle di Carnevale - per Pasqua rischieremmo di trovarci la donna-cannone, quale inattesa attrazione davanti all'Eden. E mi sentirei un po' in colpa di essere stato il principale artefice di tale lievitazione, per cui devo purtroppo deluderla, rivelandole che è stato davvero un caso che transitassi da questi paraggi. Però, se dovessi ricapitare in zona Eden, non è escluso che possa tornare a prestarle visita, magari quando avrò sul sedile posteriore la colomba pasquale. Baci e abbracci e posso finalmente dirigermi verso casa, impresa che si rivelerà tutt'altro che facile, nella densa nebbia sotto cui ormai dorme la val Padana.
CITTA DELL'INCONTRO: Osio sotto (BG)
ZONA: 45.610122, 9.588154 (proprio davanti all'Eden)
NOME: Irina
NAZIONALITA': Rumena
ETA': 20/21 dichiarati, se non ricordo male
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, HJ
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 15' showroom-to-showroom
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli mori raccolti in una coda, volto abbastanza carino ma che reca evidenti segni di acne giovanile, begli occhi chiari, corporatura nella media, seno n.v.
ATTITUDINE: discreta, con qualche mossa fuori dalla solita routine ; molto sospettosa e diffidente all'inizio, poi mi ha scroccato un panettone
LA MIA RECENSIONE:
Nonostante qualche giustificata defezione dell'ultimo minuto (c'è chi adduce 38 validi motivi per non esserci e chi sarebbe disposto a rinunciare a un BJ della Continentale pur di abbracciare il proprio divano ), anche quest'anno si è tenuta la consueta birrata natalizia dei 525ers, presso l'ormai storica sede del club. Essendo una serata infrasettimanale, giunge abbastanza presto (ma neanche troppo) l'ora di congedarsi dai colleghi e di ritornare all'ovile. La strada sino alla rotonda di Boltiere è tutta dritta e in discesa, per cui sarebbe quasi un crimine non dare un'occhiata in giro, anche se la razionalità direbbe di filare dritti in branda. [...]
Non essendoci Michela, stanotte ho campo libero per incontrare qualcuna delle sue vicine di piazzola, senza che ciò scateni un incidente diplomatico. Alla fine, sono incuriosito dalla mora con la coda dell'Eden, che inizialmente avevo scambiato per Alina la Perlettina dei poveri, ma che lei non è. E' infatti l'unica che, nel mio quarto d'ora abbondante di peregrinazioni, vedo prima eclissarsi con un collega e poi trattenersi a lungo a parlare con un altro (che voleva scusarsi, scoprirò poi, di averla quasi travolta nella nebbia).
Quando, infine, ho campo libero, entro per sbaglio nel parcheggio dell'Eden e poi ne riesco, accostando di fianco alla fanciulla. Vista da vicino, è decisamente meno carina di quanto mi fosse sembrata da lontano: non tanto per i lineamenti, che sono anche gradevoli, ma per i residui di acne giovanile che funestano le sue gote, seppure mascherati da un'abbondante dose di fard. Ormai sono in ballo e, visto che il rate conoscitivo è quello di base e la sede operativa non è - come temevo - lì di fronte, mi tocca ballare.
BEI RICORDI
La signorina è così ospite a bordo e inizia a farmi strada verso il suo retrobottega. Si presenta come Irina e, senza troppo sorprendermi, si dichiara di nazionalità rumena. Deve anche avermi detto l'età (credo 20 o 21 anni), ma io ne ho qualcuno più di lei e la memoria comincia a fare cilecca Mentre con la macchina ricalchiamo orme che sono anche mie (credo che si dica proprio 'urmări', nella lingua delle OTR), riesco finalmente a capire perché le fanciulle ogni tanto domandino lo stato civile del loro cliente. Come mi spiega Irina, l'equazione è abbastanza semplice: "Sposato = tranquillo; Non sposato = testa calda = preparare lo spray al peperoncino". Io, per metterla in difficoltà, mi dichiaro divorziato, per cui mi scruta come farebbe un agente del KGB e infine sentenzia che sono comunque tranquillo. Al termine di questo interrogatorio, in cui una volta tanto sono stato l'inquisito, siamo finalmente arrivati alla sede operativa. Erano almeno due anni che non ci venivo e l'ultima volta era stata con la leggendaria Katia, un paio di settimane prima che ci lasciasse (lavorativamente parlando, s'intende ...). Mi basta dare un'occhiata intorno e, come se fosse ieri, ricordo la rossa dell'Eden completamente nuda accanto a me (anzi, con la sola cintura indosso ), nonché la gag della finta borsa di Gucci, del cui furto venni successivamente accusato, durante l'ultimissimo incontro.
MEGLIO IL PANETTONE DEL COZONAC?
La ragazza che mi sta accanto stavolta non è sicuramente bella come Katia, non è rossa di capelli, non ha una borsa di Gucci (neppure finta) e, soprattutto, non si denuda proprio per niente. In compenso, come Katia, ha dei begli occhi chiari e vuole i soldi prima Regolati gli aspetti burocratici, cerco inutilmente di arretrare il sedile, in modo che lei possa cimentarsi più comoda nelle sue arti amatorie. Stranamente, la poltrona non riesce a scorrere lungo il binario e, voltandomi, mi rendo conto del motivo: una forma di panettone se ne sta lì, proprio dietro le mie spalle. Mentre cerco di spostare la scatola di troppo, devo tranquillizzare Irina, che già pensava alla presenza di un complice-contorsionista travestito da Babbo Natale della Bistefani. Non faccio in tempo a rassicurarla, che la fanciulla si è già innamorata all'istante, non del sottoscritto ma della confezione del panettone. "Ah, è buonissimo! L'ho già assaggiato l'anno scorso!", esclama entusiasta. Da lì all'inevitabile conclusione, il passo è breve: "Dopo me lo regali?". "Lo sapevo!", esclamo tra me e me, mentre mi maledico per non avere messo la scatola nel bagagliaio prima di ripartire dalla birrata. "Poi vediamo ...", prendo tempo, sperando che la fanciulla se ne dimentichi.
LA RECE VERA E PROPRIA
Interrotta questa breve digressione gastronomica, è il momento di dare inizio alle danze. Dopo avermi chiesto di bloccare le portiere con la sicura, Irina smanaccia brevemente il fratellino, lo incappuccia e infine si china su di lui. Pur essendo apparentemente giovane, la moretta tradisce già una discreta maestria nell'arte orale, imparata chissà dove. Non è di quelle che partono a oscillare su e giù con la testa con la frequenza di un metronomo, ma si cimenta piuttosto in un movimento più avvolgente, che prevede anche delle torsioni attorno all'asta. E' ovviamente questione di gusti, ma un po' di varietà rispetto al consueto modus operandi non mi dispiace. Ciò che invece rientra più nella normalità è l'assillo con cui la ragazza s'informa sull'avanzamento dei lavori, forse perché è ancora un po' inesperta e non ha del tutto il polso della situazione. "Sei già a buon punto?", mi domanda dopo neppure un paio di minuti. "Ti piace?", dopo altri due. "Ti manca ancora molto?", non molto tempo dopo. Ogni volta la incoraggio a non desistere e, speranzosa di incamerare anche un panettone quale mancia per una prestazione sopra le righe, Irina si rimette volenterosa al lavoro.
Seppure relativamente inesperta, Irina dev'essere stata già scottata da qualche evento spiacevole. Mentre è china su di me, mi accorgo che avevo posizionato male il portafoglio e che, nell'arretrare il sedile, l'avevo fatto cadere sul pavimento della vettura. Non faccio quasi in tempo a raccoglierlo e a posizionarlo momentaneamente in una delle tasche laterali della portiera, che Irina si arresta di scatto e mi domanda un po' allarmata: "Ma non è che hai una pistola?". "Stai tranquilla! Era solo il portafoglio! - devo calmarla, visto che l'unica cosa che potrebbe lontanamente somigliare a una pistola sta in mezzo alle mie gambe, è caricata a salve ed è per di più incappucciata in una spessa fodera rossa.
Come sempre, con l'avanzare dei minuti, il BJ cede progressivamente il campo a un HJ, che permette alla ragazza di turno di accelerare drasticamente la corsa verso la linea del traguardo. Quando è trascorsa una decina di minuti scarsi dall'inizio delle operazioni, un ultimo sapiente colpo di mano mi fa vedere la bandiera a scacchi. Uno dei motivi per cui i famigerati gommoni rossi meriterebbero di essere riabilitati (se non addirittura beatificati) è che, molto spesso, le fanciulle non si accorgono di quanto è accaduto sotto la spessa coltre del colore della fragola e proseguono indefesse le operazioni. Irina non fa eccezione alla regola e si rituffa sul mio fratellino, concedendomi un po' di ulteriore e inatteso sollazzo orale. La lascio andare avanti una trentina di secondi, visto che l'asta impiega sempre un po' prima di perdere il pieno turgore, ma poi mi sembra davvero sleale approfittare del fatto che San Fragolone abbia intercesso per me. Allora, cercando di imitare l'arte che il maestro cippolappo aveva messo in atto con una pessima intrattenitrice del boulevard, simulo un orgasmo che ponga fine ai tempi supplementari: serro la fanciulla più stretta, ansimo un po' (giuro però di non avere gridato "Sì, dài, amore, continua così!" ), contraggo la muscolatura e infine compio un paio di percussioni pelviche, che possano vagamente replicare le pulsazioni che percorrono l'asta nel momento dell'eiaculazione. Devo però essere un pessimo attore (il maestro mi perdoni ...), perché Irina prosegue come se nulla fosse accaduto, continuando a prendersi cura del mio fratellino. Ripeto il tutto una seconda volta, accompagnandolo con un prolungato "Aaaaah" di soddisfazione e, stavolta, la moretta capisce che non ho solo varcato la linea del traguardo ma anche già compiuto la passerella d'onore davanti agli spettatori.
L'INEVITABILE CONCLUSIONE
Esaurita la missione affidatale, Irina mi porge i fazzoletti per procedere alle consuete operazioni di pulizia. "Ho solo quelli bagnati. Vanno bene lo stesso?", mi domanda. "Meglio ancora!", la rassicuro. Mentre io lindo il fratellino, lei si rimira nello specchietto di cortesia e riapplica il rossetto sulle labbra. Riconsegnata la pallottola dei rifiuti, sarebbe il momento di ripartire e quindi sono ormai convinto di averla fatta franca. Però, come scrivevo sopra, Irina ha memoria ben migliore della mia e parte alla carica: "Allora, me lo regali? " (lo smiley non rende l'idea di quanti denti sia riuscito a vedere simultaneamente nel suo sorriso). Mentre ci penso un attimo, la fanciulla si fa ancora più persuasiva: appoggia i palmi delle mani l'uno contro l'altro, come se fosse davanti alla statua di Padre Pio, e inizia a supplicarmi: "Dài, ti prego!". Alla fine, è solo un panettone da pochi Euro e mi sentirei inutilmente crudele a dirle di no: "Va bene ... Ma, se te lo do, dove lo lasceresti? Non vedi com'è ingombrante la scatola?". "Tranquillo - ha già la risposta pronta Irina - Tanto stavo per andare a casa e non devo lasciarlo là". "Ok, se non c'è il rischio che te lo rubino ...", le dico, mentre le porgo la confezione del panettone. "Grazie! Grazie!", esclama la moretta, felice come una Pasqua. E, nel dubbio di non avere esternato a sufficienza il suo entusiasmo, mi schiocca anche due baci sulla guancia. "Ma non ti eri appena messa il rossetto? ", devo sgridarla. "Tranquillo, tanto non si vede", mi risponde Irina, che comunque rimuove con le sue dita ogni traccia dal mio volto.
Mentre la sento parlare, la sua cadenza è troppo simile a quella della mia ex-kebabbara preferita (Adriana), che avevo sempre pensato essere di Timisoara ma che l'ultima volta si era spacciata per una Constantina. E' allora naturale chiederle di quale città sia originaria e, con una mia certa sorpresa, mi sento rispondere: "Di Iasi. Sai dov'è?". Come no! Mezza promenade arriva da lì e, se non mi sbrigo a riportare Irina alla mattonella, c'è anche il rischio che il monovolume bordeaux dell'A-Team passi a ritirarla a domicilio, perché ormai sono le 2 passate Anche se si tratta della seconda città più popolosa del Paese, dopo la capitale Bucarest, dissimulo una conoscenza assai più vaga della geografia rumena: "Sì, l'ho già sentita, ma non so esattamente dove sia. Non è forse vicina alla Moldovia?". "Sì, sì! Giusto! Però si dice Moldova", mi corregge la moretta.
Quando ormai alla mia vettura stavano iniziando a spuntare radici al posto delle ruote, si può finalmente ripartire. Nel tragitto relativamente breve verso il suo showroom, mi racconta di abitare nei paraggi e che, incredibilmente, non ha ancora avuto modo di visitare Bergamo Alta, cosa che desidererebbe ardentemente. A parte il fatto che avrà sicuramente un "fidanzato" che possa occuparsi di tale incombenza, la lampada magica di Aladino ha già svolto più che egregiamente il suo lavoro per stanotte ed è stata già riposta nel suo antro. Oltretutto, la nebbia è così fitta che è quasi un'impresa ritrovare l'Eden, figurarsi le mura di Bergamo Alta. Per cui, mi limito a confermarle che ne vale certamente la pena e le raccomando di andarci appena potrà.
Al momento del congedo, Irina è quasi euforica per avere incamerato una forma di panettone da inzuppare nel latte la mattina di Natale: "Allora ci rivediamo!". "... magari", si corregge lei stessa. E' stato un quarto d'ora tutto sommato divertente, ma - se ad ogni incontro dovessi portarle una specialità gastronomica da assaggiare, cominciando con lo zampone di Capodanno e continuando con le frittelle di Carnevale - per Pasqua rischieremmo di trovarci la donna-cannone, quale inattesa attrazione davanti all'Eden. E mi sentirei un po' in colpa di essere stato il principale artefice di tale lievitazione, per cui devo purtroppo deluderla, rivelandole che è stato davvero un caso che transitassi da questi paraggi. Però, se dovessi ricapitare in zona Eden, non è escluso che possa tornare a prestarle visita, magari quando avrò sul sedile posteriore la colomba pasquale. Baci e abbracci e posso finalmente dirigermi verso casa, impresa che si rivelerà tutt'altro che facile, nella densa nebbia sotto cui ormai dorme la val Padana.