SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Cermenate (CO)
ZONA: 45.707080, 9.087865 (in uno slargo lungo la SS dei Giovi)
NOME: Katia o Katya
NAZIONALITA': rumena di non ricordo più dove
ETA': 25 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: 20 minuti abbondanti, da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: alta attorno all'1,65, fisico magro e slanciato con belle gambe, capelli biondi corti (di solito raccolti in un codino), lineamenti carini, occhi castani(?), seno n.v.
ATTITUDINE: onesta lavoratrice del sedile ribaltabile, senza numeri pirotecnici ; quando inizia a chiacchierare, non c'è il pulsante dello Stop per fermarla ...
LA MIA RECENSIONE:
Non ho ben capito se la sezione della SP32 sia semplicemente in letargo invernale o se sia ormai in stato di coma irreversibile ... Proviamo a farle un po' di solletico con questa nuova rece e vediamo se dà qualche segno di risveglio ...
Anche se il racconto è al presente, si riferisce a fatti di qualche settimana fa, quando la provinciale dell'amore sonnecchiava sotto una cappa di gelo polare. Nei miei innumerevoli transiti degli ultimi mesi, avevo già notato questa biondina snella e caruccia, più o meno 200 metri dopo Lory, scendendo verso Cermenate e Lentate dalla collina di Montesordo. Il suo tasso di carico non è ai livelli di quello dell'albanesina di Tirana, ma spesso l'ho vista assentarsi per lungo tempo, il che generalmente è una buona credenziale da inserire nel curriculum della fanciulla. Stasera indossa un giubbottino non troppo gonfio e le sue gambe lunghe e affusolate sono messe bene in risalto da un paio di liquid leggings neri e aderentissimi. Ma il vero colpo di teatro sono un paio di high heels brillantinate, che scintillano più di una palla da discoteca sotto le luci stroboscopiche.
Se però non mi sono mai fermato sinora è perché ho sempre visto i colleghi accostare da lei alla sperandio, con mezza vettura sulla banchina e mezza ancora nella carreggiata. Praticamente un invito a farsi impallinare dalla prima macchina azzurra o nera (o, peggio ancora, bianco-verde) di passaggio lungo il vialone. Anche stasera, per almeno un quarto d'ora la biondina è in postazione, ma ogni volta che le passo davanti mi arrovello, pensando a come fare ad accostare senza fare la fine della lepre che viene adocchiata dall'aquila o dal condor di turno. Quando sono quasi sul punto di fermarmi alla meno peggio, sul genere "o la va, o la spacca", un collega mi precede e rapisce la biondina per un bel po'.
I GRANDI PREPARATIVI, SOTTO LO SGUARDO ATTENTO DI LORY
La lunga assenza della fanciulla è quantomeno l'occasione per studiare come fermarsi in un modo che non dia troppo nell'occhio. Con un paio di passaggi a bassa velocità, riesco a farmi un'idea più precisa di quanto spazio ci sia disposizione e, come nel caso dello slargo di Klaudia a Lentate, mi rendo conto che mi ero fasciato la testa prima di rompermela: il passo carraio è molto più largo di una macchina e, subito adiacente, c'è un piccolo parcheggio di ghiaia. Al terzo giro di giostra, simulo le grandi manovre per affiancarmi alla biondina: fingo di entrare nel vialetto asfaltato, quasi sino al cancello, e poi faccio inversione. Come prevedevo, l'accesso non è abbastanza largo per girare la vettura in un colpo solo, ma basta sfruttare il parcheggino per fare una manovra in più e sono di nuovo affacciato sulla statale dei Giovi, col muso rivolto verso la strada e con la visuale perfetta del traffico.
In tutto ciò, devo essere passato un po' troppe volte davanti alla piccola Lory, che mi ha riconosciuto e che non sa più cosa fare per farmi fermare Le prime volte mi ha sorriso, poi ha iniziato a farmi "ciao ciao" con la manina. Quando manca solo che si getti in mezzo alla carreggiata per obbligarmi ad arrestare la vettura, finalmente la biondina scende dalla vettura del collega che l'ha monopolizzata per mezz'ora abbondante e riprende possesso della sua piazzola. Giro di boa a ruote fumanti alla prima rotonda utile e non resta che mettere in pratica quanto sperimentato dieci minuti prima. Mentre entro nel vialetto e faccio manovra, la bionda mi guarda un po' perplessa, con la faccia di chi sta pensando "Ma che sta a fare, questo qua ?!?". Ma tant'è, e un attimo dopo le sono a fianco. Non abbasso subito il finestrino, ma aspetto prima che si diradi un po' il traffico lungo il vialone e che, né da una parte né dall'altra, appaiano all'orizzonte vetture di colori strani.
IL MIO MOMENTO
Quando la situazione è finalmente tranquilla, abbasso il finestrino e la biondina può avvicinarsi. Oltre che carina di viso, ha anche una voce simpatica e in un attimo risponde alle mie domande. I rate sono i soliti e, come sempre, il retrobottega è a prova di testata nucleare, per cui non mi resta che invitarla a bordo. La fanciulla è anche alquanto chiacchierona, perché nel tragitto dalla mattonella all'imbosco (in quei paraggi mi aveva condotto anche Lory, una delle prime volte) riesce a raccontarmi più o meno la prima metà della sua vita.
Per quanto può essere d'interesse per i colleghi, dice di chiamarsi Katia (o Katya?), di avere 25 anni, di essere rumena (il che mi ha sorpreso non poco, essendo piazzata nel bel mezzo di viale Albania a Cermenate) e di essere in Italia già da un po'. Come la maggior parte delle rumene molto chiacchierone, è arrivata in Italia come badante, poi il badato (o la badata, ora non ricordo più) dev'essere passato/a a miglior vita e la signorina è passata a miglior mestiere (per lo meno come guadagni ...). Durante l'amplesso, non chiedetele posizioni da contorsionista, perché deve avere fatto un capitombolo con un doppio carpiato rovesciato che le sarebbe valso l'oro nel trampolino da un metro e da allora un ginocchio è più ballerino di quello di Marchisio ...
Arrivati al retrobottega (che è un parcheggio molto lontano dallo showroom ma mediamente illuminato), si regolano gli aspetti burocratici e ci si prepara per le danze, che in realtà prevederanno un semplice BJ conoscitivo. Come di consueto, le appoggio il foglietto azzurrino sul portaoggetti davanti alla leva del cambio e Katia lo preleva subito, dicendo che altrimenti rischia di dimenticarselo, come le è già accaduto qualche volta. La serata è una di quelle in cui può capitare di vedere in giro anche i pinguini e la mia richiesta del solo BJ è un'ottimo pretesto perché la biondina non si tolga alcunché di dosso, tranne il giubbotto imbottito e le high heels brillantinate. Quando si accinge a chinarsi sul mio basso ventre ha indosso un body molto aderente (rosso, se la memoria non mi inganna) e i liquid leggings che le fasciavano le gambe.
LA RECE VERA E PROPRIA
Visto il tempo trascorso, la parte erotica è quella di cui ricordo meno dettagli. Katia è un'onesta lavoratrice del sedile ribaltabile e si cimenta in un BJ abbastanza insistito, ma senza numeri da circo da potere raccontare fra 30 o 40 anni ai miei nipotini. Il suo movimento è il classico su e giù, ma esercitato con buona pressione sull'asta e con la necessaria pazienza. Il dettaglio che invece ricordo bene è che mi sono fatto un appunto di non tornare da lei prima che le rondini abbiano riportato la primavera: il body è tutto sommato sottile e quindi, massaggiandole la schiena, si riesce a percepire bene la sua silhouette slanciata e dall'ottimo tono muscolare. I liquid leggings sono altrettanto aderenti, ma sono davvero molto spessi (e magari la fanciulla ha sotto anche due paia di collant di lana, per ripararsi dal freddo ...), per cui neppure la fantasia mi aiuta a immaginare come possano essere le gambe della biondina, oltre che lunghe e slanciate. Poteva andarmi peggio solo se Katia avesse avuto addosso i pantaloni di una tuta da sci ...
Dopo 7-8 minuti di lavorio china in torsione sul mio basso ventre, la biondina deve iniziare ad avere male alla schiena e allora si ridispone gattoni sul sedile del passeggero. La posizione è la mia preferita, perché consente di prendere confidenza anche col lato A della fanciulla, ma stasera Katia è davvero troppo intabarrata per potere godere della situazione. Le carezzo un po' le cosce snelle e poi risalgo verso la fessura, ma se avesse indossato la cintura di castità avrei potuto percepire meglio la sagoma del monte di Venere e delle labbra della vulva
Se non altro, Katia prosegue con buona dedizione, aiutandosi sempre più con la mano. A un certo punto, come accade quasi sempre, le labbra si staccano dal flauto e l'unico modo per continuare a sentire la musica sarebbe quello di riaccendere l'autoradio della macchina. Un altro paio di minuti di energico smanacciamento e varco finalmente la linea del traguardo, tutto sommato soddisfatto del tempo che la biondina mi ha dedicato.
Durante le operazioni di rivestizione, la osservo incuriosito mentre calza di nuovo le sue high heels brillantinate e chiedo maggiori lumi. Pare che un suo cliente sia appassionato del genere (chiamiamolo pure un feticista delle scarpe) e che da un po' di tempo le procuri su Internet i modelli più strampalati. Quelle di stasera hanno davanti una zeppa da far paura e il tacco deve avvicinarsi ai 20 cm, ma il prossimo acquisto dovrebbero essere un paio di stivaloni alla Pretty Woman, per stare più al caldo nelle gelide notti invernali.
SCAMPATO PERICOLO
Il viaggio di ritorno è l'occasione per raccontarmi l'altra metà della sua vita. Come la maggior parte delle rumene della sua età, Katia ha fatto in tempo a registrare tutti i possibili stati civili sulla carta d'identità, a sfornare un erede e a concedersi persino una breve trasferta nel Regno Unito, prima di venire nel Bel Paese. Quando ormai le rimane solo da raccontarmi dove ha comprato il giubbotto imbottito che la tiene tanto calda, siamo finalmente alla sua mattonella ... anzi, allo stop di Lory, perché Katia ha pensato bene di mostrarmi una scorciatoia che passa dalle retrovie.
Prima di fare l'ultima curva a gomito che porta alla mattonella dell'albanesina, recito alla velocità della luce un paio di rosari e le mie preghiere vengono fortunatamente ascoltate da qualcuno su nell'alto dei cieli, perché di Lory non ci sono fortunatamente tracce, se non la bottiglietta d'acqua. Vedermi passare per almeno dieci volte ignorando i suoi sorrisi e saluti con la manina poteva anche starci, vedermi caricare la sua rivale ancora ancora, ma farle un passaggio radente con Katia a bordo sarebbe stato davvero troppo anche per lei e non mi avrebbe più rivolto la parola per almeno 1 anno ... o almeno sino al prossimo rientro da Tirana
Scampato il pericolo, c'è solo da evitare di riconsegnare la biondina mentre sta transitando qualche astronave aliena. Stessa manovra dell'andata, stessi occhi strabuzzati da parte di Katia, ma solo quando sono riaffacciato sul vialone e mi sono assicurato che la situazione sia tranquilla, le do l'OK a scendere. "Allora ci rivediamo?", mi domanda, prima di congedarsi. "Senz'altro ...", le prometto ad alta voce. Ma "... poate primavara" (forse a primavera) è quello che invece penso. In effetti, quando sono ripassato velocemente qualche sera fa, era già in minigonna (o shorts?), calze di rete e parigine di lana. Non resta che aspettare che San Benedetto riporti la rondine sotto il tetto e dovrei ritrovarla in costume da bagno ...
CITTA DELL'INCONTRO: Cermenate (CO)
ZONA: 45.707080, 9.087865 (in uno slargo lungo la SS dei Giovi)
NOME: Katia o Katya
NAZIONALITA': rumena di non ricordo più dove
ETA': 25 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: 20 minuti abbondanti, da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: alta attorno all'1,65, fisico magro e slanciato con belle gambe, capelli biondi corti (di solito raccolti in un codino), lineamenti carini, occhi castani(?), seno n.v.
ATTITUDINE: onesta lavoratrice del sedile ribaltabile, senza numeri pirotecnici ; quando inizia a chiacchierare, non c'è il pulsante dello Stop per fermarla ...
LA MIA RECENSIONE:
Non ho ben capito se la sezione della SP32 sia semplicemente in letargo invernale o se sia ormai in stato di coma irreversibile ... Proviamo a farle un po' di solletico con questa nuova rece e vediamo se dà qualche segno di risveglio ...
Anche se il racconto è al presente, si riferisce a fatti di qualche settimana fa, quando la provinciale dell'amore sonnecchiava sotto una cappa di gelo polare. Nei miei innumerevoli transiti degli ultimi mesi, avevo già notato questa biondina snella e caruccia, più o meno 200 metri dopo Lory, scendendo verso Cermenate e Lentate dalla collina di Montesordo. Il suo tasso di carico non è ai livelli di quello dell'albanesina di Tirana, ma spesso l'ho vista assentarsi per lungo tempo, il che generalmente è una buona credenziale da inserire nel curriculum della fanciulla. Stasera indossa un giubbottino non troppo gonfio e le sue gambe lunghe e affusolate sono messe bene in risalto da un paio di liquid leggings neri e aderentissimi. Ma il vero colpo di teatro sono un paio di high heels brillantinate, che scintillano più di una palla da discoteca sotto le luci stroboscopiche.
Se però non mi sono mai fermato sinora è perché ho sempre visto i colleghi accostare da lei alla sperandio, con mezza vettura sulla banchina e mezza ancora nella carreggiata. Praticamente un invito a farsi impallinare dalla prima macchina azzurra o nera (o, peggio ancora, bianco-verde) di passaggio lungo il vialone. Anche stasera, per almeno un quarto d'ora la biondina è in postazione, ma ogni volta che le passo davanti mi arrovello, pensando a come fare ad accostare senza fare la fine della lepre che viene adocchiata dall'aquila o dal condor di turno. Quando sono quasi sul punto di fermarmi alla meno peggio, sul genere "o la va, o la spacca", un collega mi precede e rapisce la biondina per un bel po'.
I GRANDI PREPARATIVI, SOTTO LO SGUARDO ATTENTO DI LORY
La lunga assenza della fanciulla è quantomeno l'occasione per studiare come fermarsi in un modo che non dia troppo nell'occhio. Con un paio di passaggi a bassa velocità, riesco a farmi un'idea più precisa di quanto spazio ci sia disposizione e, come nel caso dello slargo di Klaudia a Lentate, mi rendo conto che mi ero fasciato la testa prima di rompermela: il passo carraio è molto più largo di una macchina e, subito adiacente, c'è un piccolo parcheggio di ghiaia. Al terzo giro di giostra, simulo le grandi manovre per affiancarmi alla biondina: fingo di entrare nel vialetto asfaltato, quasi sino al cancello, e poi faccio inversione. Come prevedevo, l'accesso non è abbastanza largo per girare la vettura in un colpo solo, ma basta sfruttare il parcheggino per fare una manovra in più e sono di nuovo affacciato sulla statale dei Giovi, col muso rivolto verso la strada e con la visuale perfetta del traffico.
In tutto ciò, devo essere passato un po' troppe volte davanti alla piccola Lory, che mi ha riconosciuto e che non sa più cosa fare per farmi fermare Le prime volte mi ha sorriso, poi ha iniziato a farmi "ciao ciao" con la manina. Quando manca solo che si getti in mezzo alla carreggiata per obbligarmi ad arrestare la vettura, finalmente la biondina scende dalla vettura del collega che l'ha monopolizzata per mezz'ora abbondante e riprende possesso della sua piazzola. Giro di boa a ruote fumanti alla prima rotonda utile e non resta che mettere in pratica quanto sperimentato dieci minuti prima. Mentre entro nel vialetto e faccio manovra, la bionda mi guarda un po' perplessa, con la faccia di chi sta pensando "Ma che sta a fare, questo qua ?!?". Ma tant'è, e un attimo dopo le sono a fianco. Non abbasso subito il finestrino, ma aspetto prima che si diradi un po' il traffico lungo il vialone e che, né da una parte né dall'altra, appaiano all'orizzonte vetture di colori strani.
IL MIO MOMENTO
Quando la situazione è finalmente tranquilla, abbasso il finestrino e la biondina può avvicinarsi. Oltre che carina di viso, ha anche una voce simpatica e in un attimo risponde alle mie domande. I rate sono i soliti e, come sempre, il retrobottega è a prova di testata nucleare, per cui non mi resta che invitarla a bordo. La fanciulla è anche alquanto chiacchierona, perché nel tragitto dalla mattonella all'imbosco (in quei paraggi mi aveva condotto anche Lory, una delle prime volte) riesce a raccontarmi più o meno la prima metà della sua vita.
Per quanto può essere d'interesse per i colleghi, dice di chiamarsi Katia (o Katya?), di avere 25 anni, di essere rumena (il che mi ha sorpreso non poco, essendo piazzata nel bel mezzo di viale Albania a Cermenate) e di essere in Italia già da un po'. Come la maggior parte delle rumene molto chiacchierone, è arrivata in Italia come badante, poi il badato (o la badata, ora non ricordo più) dev'essere passato/a a miglior vita e la signorina è passata a miglior mestiere (per lo meno come guadagni ...). Durante l'amplesso, non chiedetele posizioni da contorsionista, perché deve avere fatto un capitombolo con un doppio carpiato rovesciato che le sarebbe valso l'oro nel trampolino da un metro e da allora un ginocchio è più ballerino di quello di Marchisio ...
Arrivati al retrobottega (che è un parcheggio molto lontano dallo showroom ma mediamente illuminato), si regolano gli aspetti burocratici e ci si prepara per le danze, che in realtà prevederanno un semplice BJ conoscitivo. Come di consueto, le appoggio il foglietto azzurrino sul portaoggetti davanti alla leva del cambio e Katia lo preleva subito, dicendo che altrimenti rischia di dimenticarselo, come le è già accaduto qualche volta. La serata è una di quelle in cui può capitare di vedere in giro anche i pinguini e la mia richiesta del solo BJ è un'ottimo pretesto perché la biondina non si tolga alcunché di dosso, tranne il giubbotto imbottito e le high heels brillantinate. Quando si accinge a chinarsi sul mio basso ventre ha indosso un body molto aderente (rosso, se la memoria non mi inganna) e i liquid leggings che le fasciavano le gambe.
LA RECE VERA E PROPRIA
Visto il tempo trascorso, la parte erotica è quella di cui ricordo meno dettagli. Katia è un'onesta lavoratrice del sedile ribaltabile e si cimenta in un BJ abbastanza insistito, ma senza numeri da circo da potere raccontare fra 30 o 40 anni ai miei nipotini. Il suo movimento è il classico su e giù, ma esercitato con buona pressione sull'asta e con la necessaria pazienza. Il dettaglio che invece ricordo bene è che mi sono fatto un appunto di non tornare da lei prima che le rondini abbiano riportato la primavera: il body è tutto sommato sottile e quindi, massaggiandole la schiena, si riesce a percepire bene la sua silhouette slanciata e dall'ottimo tono muscolare. I liquid leggings sono altrettanto aderenti, ma sono davvero molto spessi (e magari la fanciulla ha sotto anche due paia di collant di lana, per ripararsi dal freddo ...), per cui neppure la fantasia mi aiuta a immaginare come possano essere le gambe della biondina, oltre che lunghe e slanciate. Poteva andarmi peggio solo se Katia avesse avuto addosso i pantaloni di una tuta da sci ...
Dopo 7-8 minuti di lavorio china in torsione sul mio basso ventre, la biondina deve iniziare ad avere male alla schiena e allora si ridispone gattoni sul sedile del passeggero. La posizione è la mia preferita, perché consente di prendere confidenza anche col lato A della fanciulla, ma stasera Katia è davvero troppo intabarrata per potere godere della situazione. Le carezzo un po' le cosce snelle e poi risalgo verso la fessura, ma se avesse indossato la cintura di castità avrei potuto percepire meglio la sagoma del monte di Venere e delle labbra della vulva
Se non altro, Katia prosegue con buona dedizione, aiutandosi sempre più con la mano. A un certo punto, come accade quasi sempre, le labbra si staccano dal flauto e l'unico modo per continuare a sentire la musica sarebbe quello di riaccendere l'autoradio della macchina. Un altro paio di minuti di energico smanacciamento e varco finalmente la linea del traguardo, tutto sommato soddisfatto del tempo che la biondina mi ha dedicato.
Durante le operazioni di rivestizione, la osservo incuriosito mentre calza di nuovo le sue high heels brillantinate e chiedo maggiori lumi. Pare che un suo cliente sia appassionato del genere (chiamiamolo pure un feticista delle scarpe) e che da un po' di tempo le procuri su Internet i modelli più strampalati. Quelle di stasera hanno davanti una zeppa da far paura e il tacco deve avvicinarsi ai 20 cm, ma il prossimo acquisto dovrebbero essere un paio di stivaloni alla Pretty Woman, per stare più al caldo nelle gelide notti invernali.
SCAMPATO PERICOLO
Il viaggio di ritorno è l'occasione per raccontarmi l'altra metà della sua vita. Come la maggior parte delle rumene della sua età, Katia ha fatto in tempo a registrare tutti i possibili stati civili sulla carta d'identità, a sfornare un erede e a concedersi persino una breve trasferta nel Regno Unito, prima di venire nel Bel Paese. Quando ormai le rimane solo da raccontarmi dove ha comprato il giubbotto imbottito che la tiene tanto calda, siamo finalmente alla sua mattonella ... anzi, allo stop di Lory, perché Katia ha pensato bene di mostrarmi una scorciatoia che passa dalle retrovie.
Prima di fare l'ultima curva a gomito che porta alla mattonella dell'albanesina, recito alla velocità della luce un paio di rosari e le mie preghiere vengono fortunatamente ascoltate da qualcuno su nell'alto dei cieli, perché di Lory non ci sono fortunatamente tracce, se non la bottiglietta d'acqua. Vedermi passare per almeno dieci volte ignorando i suoi sorrisi e saluti con la manina poteva anche starci, vedermi caricare la sua rivale ancora ancora, ma farle un passaggio radente con Katia a bordo sarebbe stato davvero troppo anche per lei e non mi avrebbe più rivolto la parola per almeno 1 anno ... o almeno sino al prossimo rientro da Tirana
Scampato il pericolo, c'è solo da evitare di riconsegnare la biondina mentre sta transitando qualche astronave aliena. Stessa manovra dell'andata, stessi occhi strabuzzati da parte di Katia, ma solo quando sono riaffacciato sul vialone e mi sono assicurato che la situazione sia tranquilla, le do l'OK a scendere. "Allora ci rivediamo?", mi domanda, prima di congedarsi. "Senz'altro ...", le prometto ad alta voce. Ma "... poate primavara" (forse a primavera) è quello che invece penso. In effetti, quando sono ripassato velocemente qualche sera fa, era già in minigonna (o shorts?), calze di rete e parigine di lana. Non resta che aspettare che San Benedetto riporti la rondine sotto il tetto e dovrei ritrovarla in costume da bagno ...