SCHEDA TECNICA
NOME: Katrina, Katia
CITTA DELL'INCONTRO: Mariano Comense (CO)
ZONA: 45.703702, 9.162099 (alla rotonda Cattabrega, lato sud)
NAZIONALITA': sedicente russa, più probabilmente moldava
ETA': 30 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: circa 15 minuti al retrobottega
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli biondi lisci e di media lunghezza, occhi chiari, viso carino e un po' paffutello, corporatura normale, seno n.v.,
ATTITUDINE: BJ svolto con buona perizia e dedizione ; è amichevole e si destreggia abbastanza bene con l'italiano
LA MIA RECENSIONE:
L'ATALANTA DELLA BUNDESFIGA
Come gli osservatori più attenti avevano sicuramente notato ancor prima del lock down, la Marianese è un po' l'Atalanta della nostra Bundesfiga: tutti gli anni nuovi talenti vengono pescati nei campionati minori e nelle giovanili dell'ex impero sovietico, vengono gettati nella mischia per essere valorizzati e infine vengono rivenduti al termine di ogni stagione, generando ricche plusvalenze per il presidente.
Il modulo di gioco è peraltro molto semplice: due giocatrici schierate rigorosamente a zona e a presidiare le retrovie della rotonda Cattabrega, Gianna a fare da veterano dello spogliatoio e a smistare palloni in mezzo al campo, una punta - che di solito predilige partire dalla destra - a svariare sotto il cavalcavia. La formazione-tipo è poi completata da un paio di mediane di colore, che si preoccupano di spezzare le trame di gioco avversarie, diciamo alla Matuidi.
Nelle annate in cui Gianna era stata affiancata dalla più giovane Nicole e dalla più esperta Natalie, la Marianese aveva fatto faville ed era quasi riuscita a soffiare lo scudetto alla corazzata dell'FC Cermenate. La scorsa stagione è stata invece un po' scialba: Frangy ha mostrato numeri promettenti nelle prime uscite, ma non si è mai ambientata bene e alla fine è stata ceduta per un tozzo di pane alla Lentatese, dove pure ha giocato solo scampoli di partita, nonostante la panchina perennemente corta delle monzesi. Il coach ha tentato di puntellare un'impalcatura un po' traballante con la vecchia gloria albanese Alba/Arba, che però si è mostrata tatticamente indisciplinata: spesso ha abbandonato la sua posizione nelle retrovie della rotonda Cattabrega, spingendosi pericolosamente (per gli equilibri difensivi) sino alla bandierina del corner di via Radizzone. Per almeno un mesetto ha persino finto di essere infortunata, andando invece a giocare con la sua amichetta Angela per il Lurago d'Erba. Pure la ragazzona triste, schierata di punta, è sembrata soffrire di saudade e ha reso ben al di sotto delle aspettative.
Dopo un'annata così disastrosa, il presidente è dovuto correre ai ripari e ha ricostruito completamente la rosa, attorno alla veterana Gianna. Poco prima che il Covid fermasse il campionato, i nuovi acquisti arrivati dall'ex URSS - tutte rigorosamente bionde e con gli occhi chiari - erano già schierate alle solite posizioni: alla Cattabrega verso Lentate, una ricciola piccoletta e niente di che (almeno per i miei gusti); di fronte a lei una ragazza dai capelli lisci e che si potrebbe definire un'Anouschka la lituana un po' più paffuta; al cavalcavia, un'altra biondina abbastanza caruccia e coi capelli di solito raccolti in un codino.
STA GIA' ASPETTANDO IL TAXI
Fatta questa premessa per inquadrare l'organico della formazione, vengo al dunque. Non avendo visto nulla di nuovo e di interessante a Lentate/Cermenate, mi spingo sino a Mariano, sicuro che le signorine ci saranno almeno sino alle 2 e mezza di notte. Al mio arrivo, alla Cattabrega ci sono solo un paio di bottigliette, di Gianna si vede null'altro che la macchina e l'unica in attesa è la biondina del cavalcavia, che mi fa un paio di bei sorrisoni, non appena le dedico altrettanti inchini. Quella che però mi aveva incuriosito di più è la bionda che ha preso il posto che fu di Nicole, che qualche sera prima avevo visto abbigliata sexy, in minigonna e autoreggenti scure.
Devo pazientare una decina di minuti e, finalmente, la signorina scende dalla vettura di un collega e si riappoggia alla staccionata della rotonda Cattabrega. La fanciulla somiglia un sacco a un'Anouschka di Novedrate un po' appesantita dal lockdown (il che la porterebbe dal quasi-anoressico a una corporatura normale ), tanto è vero che faccio un primo passaggio radente per assicurarmi che non sia la mia vecchia conoscenza. Se così fosse stato, non avrei neppure tentato un'intervista che si sarebbe conclusa con: "Lo sai che per 20 con te non vengo ... Vai con una delle mie amiche!"
La biondina è invece un po' più paffuta in volto e non è di certo Anouschka la lituana. Al secondo passaggio, accosto di fianco a lei e abbasso il finestrino. Le chiedo se sono arrivato troppo tardi e mi dice che, in effetti, sta già aspettando il passaggio per tornare a casa. "Fra quanto passa?", le domando, sperando che ci sia lo spiraglio per infilarci un BJ conoscitivo. "Più un meno 10-15 minuti", mi risponde la bionda dagli occhi di ghiaccio. "Be', allora un pompino ci sta dentro alla grande ", cerco di convincerla. La ragazza ci pensa giusto un paio di secondi e la sua risposta alla mia proposta indecente è un bel "Massì, si può fare!".
KATRINA KATABREGYINA
Si accomoda a bordo, rigorosamente senza mascherina (ma io l'ho addosso), e si può subito passare alla reciproca conoscenza. La bionda si presenta come Katrina, che immagino uno dei mille possibili vezzeggiativi di Ekaterina (Katia, Katiuscia, etc ...). "Sembra un nome russo ...", le butto lì, anche perché l'accento è quello di Ivan Drago e non verrei venire spiezzato in due. "Sì, sono russa", mi risponde Katia esitando un attimo, per cui registro sul taccuino che è quasi certamente della Moldova, al massimo dell'Ucraina. Il tragitto verso il retrobottega è abbastanza corto e dunque c'è solo il tempo di chiederle l'età, che è di 30 anni. "Non ci credo! Te ne davo 25 al massimo!", la blandisco, comunque abbastanza convinto di quello che le sto dicendo. "Grazie!", arrossisce la mia nuova amichetta moldava e mi spiega che è arrivata in Italia un attimo prima del Covid. "Basta che non ce l'hai portato tu! ", la redarguisco scherzosamente, chiudendo così il breve social time iniziale, in cui la ragazza ha già mostrato una padronanza dell'italiano più che discreta e si è rivelata tutt'altro che musona.
LA RECE VERA E PROPRIA
Si ripete anche stavolta il rituale di dover cambiare un foglietto arancione. Celato dietro alla mascherina, devo avere le sembianze di un pericoloso terrorista mediorientale, perché pure Katrina scambia la mia banconota per una di quelle del Monopoli e inizia a traguardarla, dapprima contro la luce della luna quasi piena e poi - in modo senz'altro più utile - contro quella di cortesia della mia macchina. Il foglietto filigranato supera l'accurato esame di autenticità e allora la biondina estrae un rotolo di banconote spiegazzate degno di un oligarca russo. "Ti devo dare 30, giusto?", mi domanda e poi mi passa correttamente il resto.
Il tempo ché io mi cali le braghe e lei estragga i ferri del mestiere, e si può dare inizio come al solito alle danze. Una volta incappucciato col mio aiuto il fratellino, Katrina si dispone gattoni sul sedile del passeggero (si era tolta le high heels quasi subito, probabilmente per il male ai piedi) e si cala sul mio basso ventre, cominciando a trastullare il compare.
Il BJ è decisamente più energico di quello ricevuto un paio di sere prima da Vanessa D., perché Katia applica molta più pressione sul fratellino, si muove con frequenza maggiore e si aiuta sin dall'inizio con la mano alla base dell'asta. In realtà, il movimento non è un semplice su e giù con la testa, dato che la fanciulla flette anche il collo in modo sincronizzato e ogni tanto compie pure qualche torsione, per cui il glande viene premuto contro il palato e le operazioni ne risultano più piacevoli (almeno per i miei gusti).
Mentre lei mi mostra la sua arte orale, io parto alla scoperta del suo corpo. Il suo abitino nero è fatto di un tessuto abbastanza spesso e quindi ho qualche difficoltà a scostarlo. Mi spingo allora dalle chiappe in giù e scopro con piacere che la ragazza non indossava i classici collant d'ordinanza, ma un paio di più sexy autoreggenti. Sento infatti il contatto della pelle nuda e poi la banda decorata a pizzo dell'elastico. Katrina si rende conto che i miei tentacoli non hanno le solite praterie dove sbizzarrirsi e allora si ferma un attimo, si rimette in posizione eretta e arrotola l'estremità dell'abito sin sopra la cintola, mostrando un bel perizomino semi-trasparente di pizzo nero.
IL PERIZOMA E' FRADICIO
Vorrei darle un bacio per ringraziarla, ma la mascherina me lo impedisce e allora lo faccio solo a parole. Credo che Katrina non abbia neppure sentito il mio "Grazie!", perché nel frattempo si è già rituffata a bomba sui Paesi Bassi. La sua azione è sempre energica, pur mostrando ogni tanto qualche cambio di ritmo, suppongo per riprendere fiato. Da parte mia, mi diverto a carezzare tutto il ben di Dio che ha esposto alla pallida luce della luna, apprezzando la sua pelle liscia e il suo tono più che discreto (non dà comunque l'impressione di essere palestrata, perché non è certo un fascio di muscoli come una Emy). Quando insinuo le mie dita nella fessura in mezzo alle gambe, il perizoma è già umidissimo, quasi bagnato. Non so se fosse venuta con il cliente precedente, se abbia esagerato con le salviettine umidificate o se invece se la sia fatta addosso
Il suo cellulare trilla con una certa insistenza e, memore dell'esperienza super-missilistica avuta con Natalie la scorsa stagione, inizio a preoccuparmi che i miei minuti siano davvero contati. Con mia somma sorpresa (e gaudio), Katrina si disinteressa completamente del suo smartphone e continua invece indefessa il suo lavoro. L'unica lamentela è un'esclamazione tipo "Babouchka!" che esce dalla sua bocca, durante una breve interruzione per riprendere fiato. Quando lo ripete per la seconda volta, le domando se sia un insulto in russo, ma Katrina mi spiega che vuole solo dire che le fa male la bocca. Magari qualche collega tipo l'amico Dark potrà spiegarci meglio cosa la biondina possa avere detto, perché GT traduce in tutt'altro modo il mal di bocca ("у меня болит рот", che dovrebbe pronunciarsi "i menia bolit rot")
KATRINA NON SI ARRENDE
Nonostante alla fine si registreranno almeno 5-6 "Babouchka!", Katrina non molla davvero il colpo: dopo 6-7 minuti interrompe il BJ e inizia a piallare intensamente la mia asta, in quello che immagino essere il suo tentativo di infliggermi il colpo di grazia. Dopo avere insistito così per 1 minuto, mi stupisce di nuovo e si rituffa sul mio basso ventre, ripartendo come se l'arbitro avesse appena fischiato l'inizio del match ... e come se il suo taxista (o Gianna?) non l'avesse già chiamata 5 volte negli ultimi 5 minuti ... spero solo che la sua dedizione alla causa non le sia valsa una sonora lavata di capo negli spogliatoi!
Segue una seconda sessione ad alta intensità di altri 5-6 minuti, impreziosita anche da un po' di mugolii, dopo la quale Katrina alza definitivamente bandiera bianca, pronunciando l'ultimo "Babouchka!". "Scusa, ma mi fa troppo male la bocca!", sembra davvero desolata la biondina venuta dal freddo. "Se vuoi finisco io con la mano, così puoi iniziare a rivestirti ...", premio l'ottima dedizione con cui ha intrattenuto sinora il mio compare. Katia non sembra minimamente interessata a prepararsi per il viaggio in taxi, perché osserva incuriosita il modo con cui Federica si prende cura dell'asta. "Ah, dovevo andare più piano!", esclama la fanciulla, che peraltro non si limita a guardare ciò che accade. Mentre è in corso una lezione di alta falegnameria brianzola, allunga infatti la sua mano malandrina e inizia a carezzarmi le cosce e i gioielli di famiglia.
Le danze saranno iniziate da almeno una dozzina di minuti e ormai mi restano due sole possibilità: o varco la linea del traguardo, oppure le faccio da centralinista e rispondo io alla grandinata di chiamate perse che sta abbattendosi sul suo telefonino. Scelgo la prima e, con un paio di piallate più energiche, vedo sventolare la bandiera a scacchi. "Finalmente!", esclama Katrina, sul cui volto si apre un sorriso di soddisfazione. "Scusa se non sono riuscita a farti venire!", sono le parole successive che escono dalla sua bocca, prima ancora di passarmi un paio di salviette umidificate.
LE SOLITE CHIACCHIERE FINALI
Mentre ci rivestiamo, riesce finalmente a rispondere alla lunga lista di chiamate perse. Prima l'autista del pullmino della marianese le dà appuntamento "al solito posto", poi segue una conversazione più lunga in una lingua che potrebbe essere il russo, ma che comunque non ha toni concitati.
Sbrigate queste formalità, Katrina è di nuovo tutta per me, per scambiare le solite quattro chiacchiere conclusive. Sono davvero stupito che mastichi già così bene l'italiano e allora mi spiega che è rimasta con le chiappe incollate al divano per tre mesi e, fra televisione e GT, è riuscita a impratichirsi più che bene col nostro idioma, che comunque non giudica semplice da imparare. Come la maggior parte delle sue colleghe, dovrebbe abitare dalle parti di Milano e quindi non dispone di un loft di servizio nei pressi di Mariano, il che limita alle solite due opzioni (le lamiere della macchina o le quattro mura del vicino motel) la possibilità di fruire dei suoi servigi.
Mi chiede la cortesia di accompagnarla dalla sua collega ricciolina, che sta già camminando in scarpe da tennis verso le coordinate del rendez vous. Senza i tacchi, la sua comare sarà alta attorno all'1.55, mentre Katrina dovrebbe essere circa 10 cm più alta.
Il tempo di fare inversione a U per tornare sullo stradone principale e di vedere pure Katia in scarpe da tennis, e anche su questa notte cala il sipario, sia per me, sia per le due fanciulle venute dall'Est.
NOME: Katrina, Katia
CITTA DELL'INCONTRO: Mariano Comense (CO)
ZONA: 45.703702, 9.162099 (alla rotonda Cattabrega, lato sud)
NAZIONALITA': sedicente russa, più probabilmente moldava
ETA': 30 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: circa 15 minuti al retrobottega
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli biondi lisci e di media lunghezza, occhi chiari, viso carino e un po' paffutello, corporatura normale, seno n.v.,
ATTITUDINE: BJ svolto con buona perizia e dedizione ; è amichevole e si destreggia abbastanza bene con l'italiano
LA MIA RECENSIONE:
L'ATALANTA DELLA BUNDESFIGA
Come gli osservatori più attenti avevano sicuramente notato ancor prima del lock down, la Marianese è un po' l'Atalanta della nostra Bundesfiga: tutti gli anni nuovi talenti vengono pescati nei campionati minori e nelle giovanili dell'ex impero sovietico, vengono gettati nella mischia per essere valorizzati e infine vengono rivenduti al termine di ogni stagione, generando ricche plusvalenze per il presidente.
Il modulo di gioco è peraltro molto semplice: due giocatrici schierate rigorosamente a zona e a presidiare le retrovie della rotonda Cattabrega, Gianna a fare da veterano dello spogliatoio e a smistare palloni in mezzo al campo, una punta - che di solito predilige partire dalla destra - a svariare sotto il cavalcavia. La formazione-tipo è poi completata da un paio di mediane di colore, che si preoccupano di spezzare le trame di gioco avversarie, diciamo alla Matuidi.
Nelle annate in cui Gianna era stata affiancata dalla più giovane Nicole e dalla più esperta Natalie, la Marianese aveva fatto faville ed era quasi riuscita a soffiare lo scudetto alla corazzata dell'FC Cermenate. La scorsa stagione è stata invece un po' scialba: Frangy ha mostrato numeri promettenti nelle prime uscite, ma non si è mai ambientata bene e alla fine è stata ceduta per un tozzo di pane alla Lentatese, dove pure ha giocato solo scampoli di partita, nonostante la panchina perennemente corta delle monzesi. Il coach ha tentato di puntellare un'impalcatura un po' traballante con la vecchia gloria albanese Alba/Arba, che però si è mostrata tatticamente indisciplinata: spesso ha abbandonato la sua posizione nelle retrovie della rotonda Cattabrega, spingendosi pericolosamente (per gli equilibri difensivi) sino alla bandierina del corner di via Radizzone. Per almeno un mesetto ha persino finto di essere infortunata, andando invece a giocare con la sua amichetta Angela per il Lurago d'Erba. Pure la ragazzona triste, schierata di punta, è sembrata soffrire di saudade e ha reso ben al di sotto delle aspettative.
Dopo un'annata così disastrosa, il presidente è dovuto correre ai ripari e ha ricostruito completamente la rosa, attorno alla veterana Gianna. Poco prima che il Covid fermasse il campionato, i nuovi acquisti arrivati dall'ex URSS - tutte rigorosamente bionde e con gli occhi chiari - erano già schierate alle solite posizioni: alla Cattabrega verso Lentate, una ricciola piccoletta e niente di che (almeno per i miei gusti); di fronte a lei una ragazza dai capelli lisci e che si potrebbe definire un'Anouschka la lituana un po' più paffuta; al cavalcavia, un'altra biondina abbastanza caruccia e coi capelli di solito raccolti in un codino.
STA GIA' ASPETTANDO IL TAXI
Fatta questa premessa per inquadrare l'organico della formazione, vengo al dunque. Non avendo visto nulla di nuovo e di interessante a Lentate/Cermenate, mi spingo sino a Mariano, sicuro che le signorine ci saranno almeno sino alle 2 e mezza di notte. Al mio arrivo, alla Cattabrega ci sono solo un paio di bottigliette, di Gianna si vede null'altro che la macchina e l'unica in attesa è la biondina del cavalcavia, che mi fa un paio di bei sorrisoni, non appena le dedico altrettanti inchini. Quella che però mi aveva incuriosito di più è la bionda che ha preso il posto che fu di Nicole, che qualche sera prima avevo visto abbigliata sexy, in minigonna e autoreggenti scure.
Devo pazientare una decina di minuti e, finalmente, la signorina scende dalla vettura di un collega e si riappoggia alla staccionata della rotonda Cattabrega. La fanciulla somiglia un sacco a un'Anouschka di Novedrate un po' appesantita dal lockdown (il che la porterebbe dal quasi-anoressico a una corporatura normale ), tanto è vero che faccio un primo passaggio radente per assicurarmi che non sia la mia vecchia conoscenza. Se così fosse stato, non avrei neppure tentato un'intervista che si sarebbe conclusa con: "Lo sai che per 20 con te non vengo ... Vai con una delle mie amiche!"
La biondina è invece un po' più paffuta in volto e non è di certo Anouschka la lituana. Al secondo passaggio, accosto di fianco a lei e abbasso il finestrino. Le chiedo se sono arrivato troppo tardi e mi dice che, in effetti, sta già aspettando il passaggio per tornare a casa. "Fra quanto passa?", le domando, sperando che ci sia lo spiraglio per infilarci un BJ conoscitivo. "Più un meno 10-15 minuti", mi risponde la bionda dagli occhi di ghiaccio. "Be', allora un pompino ci sta dentro alla grande ", cerco di convincerla. La ragazza ci pensa giusto un paio di secondi e la sua risposta alla mia proposta indecente è un bel "Massì, si può fare!".
KATRINA KATABREGYINA
Si accomoda a bordo, rigorosamente senza mascherina (ma io l'ho addosso), e si può subito passare alla reciproca conoscenza. La bionda si presenta come Katrina, che immagino uno dei mille possibili vezzeggiativi di Ekaterina (Katia, Katiuscia, etc ...). "Sembra un nome russo ...", le butto lì, anche perché l'accento è quello di Ivan Drago e non verrei venire spiezzato in due. "Sì, sono russa", mi risponde Katia esitando un attimo, per cui registro sul taccuino che è quasi certamente della Moldova, al massimo dell'Ucraina. Il tragitto verso il retrobottega è abbastanza corto e dunque c'è solo il tempo di chiederle l'età, che è di 30 anni. "Non ci credo! Te ne davo 25 al massimo!", la blandisco, comunque abbastanza convinto di quello che le sto dicendo. "Grazie!", arrossisce la mia nuova amichetta moldava e mi spiega che è arrivata in Italia un attimo prima del Covid. "Basta che non ce l'hai portato tu! ", la redarguisco scherzosamente, chiudendo così il breve social time iniziale, in cui la ragazza ha già mostrato una padronanza dell'italiano più che discreta e si è rivelata tutt'altro che musona.
LA RECE VERA E PROPRIA
Si ripete anche stavolta il rituale di dover cambiare un foglietto arancione. Celato dietro alla mascherina, devo avere le sembianze di un pericoloso terrorista mediorientale, perché pure Katrina scambia la mia banconota per una di quelle del Monopoli e inizia a traguardarla, dapprima contro la luce della luna quasi piena e poi - in modo senz'altro più utile - contro quella di cortesia della mia macchina. Il foglietto filigranato supera l'accurato esame di autenticità e allora la biondina estrae un rotolo di banconote spiegazzate degno di un oligarca russo. "Ti devo dare 30, giusto?", mi domanda e poi mi passa correttamente il resto.
Il tempo ché io mi cali le braghe e lei estragga i ferri del mestiere, e si può dare inizio come al solito alle danze. Una volta incappucciato col mio aiuto il fratellino, Katrina si dispone gattoni sul sedile del passeggero (si era tolta le high heels quasi subito, probabilmente per il male ai piedi) e si cala sul mio basso ventre, cominciando a trastullare il compare.
Il BJ è decisamente più energico di quello ricevuto un paio di sere prima da Vanessa D., perché Katia applica molta più pressione sul fratellino, si muove con frequenza maggiore e si aiuta sin dall'inizio con la mano alla base dell'asta. In realtà, il movimento non è un semplice su e giù con la testa, dato che la fanciulla flette anche il collo in modo sincronizzato e ogni tanto compie pure qualche torsione, per cui il glande viene premuto contro il palato e le operazioni ne risultano più piacevoli (almeno per i miei gusti).
Mentre lei mi mostra la sua arte orale, io parto alla scoperta del suo corpo. Il suo abitino nero è fatto di un tessuto abbastanza spesso e quindi ho qualche difficoltà a scostarlo. Mi spingo allora dalle chiappe in giù e scopro con piacere che la ragazza non indossava i classici collant d'ordinanza, ma un paio di più sexy autoreggenti. Sento infatti il contatto della pelle nuda e poi la banda decorata a pizzo dell'elastico. Katrina si rende conto che i miei tentacoli non hanno le solite praterie dove sbizzarrirsi e allora si ferma un attimo, si rimette in posizione eretta e arrotola l'estremità dell'abito sin sopra la cintola, mostrando un bel perizomino semi-trasparente di pizzo nero.
IL PERIZOMA E' FRADICIO
Vorrei darle un bacio per ringraziarla, ma la mascherina me lo impedisce e allora lo faccio solo a parole. Credo che Katrina non abbia neppure sentito il mio "Grazie!", perché nel frattempo si è già rituffata a bomba sui Paesi Bassi. La sua azione è sempre energica, pur mostrando ogni tanto qualche cambio di ritmo, suppongo per riprendere fiato. Da parte mia, mi diverto a carezzare tutto il ben di Dio che ha esposto alla pallida luce della luna, apprezzando la sua pelle liscia e il suo tono più che discreto (non dà comunque l'impressione di essere palestrata, perché non è certo un fascio di muscoli come una Emy). Quando insinuo le mie dita nella fessura in mezzo alle gambe, il perizoma è già umidissimo, quasi bagnato. Non so se fosse venuta con il cliente precedente, se abbia esagerato con le salviettine umidificate o se invece se la sia fatta addosso
Il suo cellulare trilla con una certa insistenza e, memore dell'esperienza super-missilistica avuta con Natalie la scorsa stagione, inizio a preoccuparmi che i miei minuti siano davvero contati. Con mia somma sorpresa (e gaudio), Katrina si disinteressa completamente del suo smartphone e continua invece indefessa il suo lavoro. L'unica lamentela è un'esclamazione tipo "Babouchka!" che esce dalla sua bocca, durante una breve interruzione per riprendere fiato. Quando lo ripete per la seconda volta, le domando se sia un insulto in russo, ma Katrina mi spiega che vuole solo dire che le fa male la bocca. Magari qualche collega tipo l'amico Dark potrà spiegarci meglio cosa la biondina possa avere detto, perché GT traduce in tutt'altro modo il mal di bocca ("у меня болит рот", che dovrebbe pronunciarsi "i menia bolit rot")
KATRINA NON SI ARRENDE
Nonostante alla fine si registreranno almeno 5-6 "Babouchka!", Katrina non molla davvero il colpo: dopo 6-7 minuti interrompe il BJ e inizia a piallare intensamente la mia asta, in quello che immagino essere il suo tentativo di infliggermi il colpo di grazia. Dopo avere insistito così per 1 minuto, mi stupisce di nuovo e si rituffa sul mio basso ventre, ripartendo come se l'arbitro avesse appena fischiato l'inizio del match ... e come se il suo taxista (o Gianna?) non l'avesse già chiamata 5 volte negli ultimi 5 minuti ... spero solo che la sua dedizione alla causa non le sia valsa una sonora lavata di capo negli spogliatoi!
Segue una seconda sessione ad alta intensità di altri 5-6 minuti, impreziosita anche da un po' di mugolii, dopo la quale Katrina alza definitivamente bandiera bianca, pronunciando l'ultimo "Babouchka!". "Scusa, ma mi fa troppo male la bocca!", sembra davvero desolata la biondina venuta dal freddo. "Se vuoi finisco io con la mano, così puoi iniziare a rivestirti ...", premio l'ottima dedizione con cui ha intrattenuto sinora il mio compare. Katia non sembra minimamente interessata a prepararsi per il viaggio in taxi, perché osserva incuriosita il modo con cui Federica si prende cura dell'asta. "Ah, dovevo andare più piano!", esclama la fanciulla, che peraltro non si limita a guardare ciò che accade. Mentre è in corso una lezione di alta falegnameria brianzola, allunga infatti la sua mano malandrina e inizia a carezzarmi le cosce e i gioielli di famiglia.
Le danze saranno iniziate da almeno una dozzina di minuti e ormai mi restano due sole possibilità: o varco la linea del traguardo, oppure le faccio da centralinista e rispondo io alla grandinata di chiamate perse che sta abbattendosi sul suo telefonino. Scelgo la prima e, con un paio di piallate più energiche, vedo sventolare la bandiera a scacchi. "Finalmente!", esclama Katrina, sul cui volto si apre un sorriso di soddisfazione. "Scusa se non sono riuscita a farti venire!", sono le parole successive che escono dalla sua bocca, prima ancora di passarmi un paio di salviette umidificate.
LE SOLITE CHIACCHIERE FINALI
Mentre ci rivestiamo, riesce finalmente a rispondere alla lunga lista di chiamate perse. Prima l'autista del pullmino della marianese le dà appuntamento "al solito posto", poi segue una conversazione più lunga in una lingua che potrebbe essere il russo, ma che comunque non ha toni concitati.
Sbrigate queste formalità, Katrina è di nuovo tutta per me, per scambiare le solite quattro chiacchiere conclusive. Sono davvero stupito che mastichi già così bene l'italiano e allora mi spiega che è rimasta con le chiappe incollate al divano per tre mesi e, fra televisione e GT, è riuscita a impratichirsi più che bene col nostro idioma, che comunque non giudica semplice da imparare. Come la maggior parte delle sue colleghe, dovrebbe abitare dalle parti di Milano e quindi non dispone di un loft di servizio nei pressi di Mariano, il che limita alle solite due opzioni (le lamiere della macchina o le quattro mura del vicino motel) la possibilità di fruire dei suoi servigi.
Mi chiede la cortesia di accompagnarla dalla sua collega ricciolina, che sta già camminando in scarpe da tennis verso le coordinate del rendez vous. Senza i tacchi, la sua comare sarà alta attorno all'1.55, mentre Katrina dovrebbe essere circa 10 cm più alta.
Il tempo di fare inversione a U per tornare sullo stradone principale e di vedere pure Katia in scarpe da tennis, e anche su questa notte cala il sipario, sia per me, sia per le due fanciulle venute dall'Est.