DETTAGLIO DELLA OTR
Nome: Melina
Nazionalità: albanese
Età apparente: 21 dichiarati, io avrei detto 25
Descrizione fisica: ragazza alta poco più di 1.60, capelli lisci bruni sino alle spalle, fisico normolineo e sodo, viso onesto ma non memorabile con naso un po' adunco, occhi castani, seno n/v
Attitudine: BJ condotto in modalità corale ; italiano embrionale, ma sembra una brava ragazza
Reperibilità: medio/facile, per i rate kitiani
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: 30
Compenso concordato: 30
Servizi offerti: BJ
Servizi usufruiti: BJ
Durata dell'incontro: una 15ina di minuti al retrobottega
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Zona di imbarco: Cermenate
Coordinate: stop di via Diaz
LA MIA RECENSIONE
Come riferivo nel thread generale, qualche sera fa sono di rientro da lontano e, sulla strada verso la branda, decido comunque di fare un paio di vasche a Cermenate, per vedere chi ci sia e per dare una curiosata a cosa sia accaduto all'auto di Alexandrona.
Una decina di nostre amichette è regolarmente in postazione, faccio il giro di boa alla rotonda di Anissina e, nello scendere verso Lentate, mi accorgo che la nuova Melina è stata lasciata momentaneamente incustodita dalla Badante. Immediata freccia a destra, il tempo di fare il giro di boa nel parcheggino lì vicino e mi viene soffiata da un collega che si infila addirittura in contromano, pur di non farsi sfuggire la preda.
Un paio di porconi e mi reimmetto su viale Tirana, poco fiducioso che l'incredibile congiuntura astrale si ripresenti. Passa più o meno un quarto d'ora, le altre ragazze pian piano si dileguano, ricompare Anna e poi Melina accanto a lei. Tento un'ultima vasca e, con una botta di cu.o clamorosa, la Badante si dilegua di nuovo e Melina è lì tutta per me.
Altra manovra nella sua vietta e sono da lei. L'intervista è più di rito che di sostanza, perchè i rate kitiani erano già noti dal thread generale (30 per il solo antipasto, 50 per le due portate) e avevo comunque deciso di farne la conoscenza e dunque la invito ad accomodarsi accanto a me.
MELINA DA TIRANA
Dobbiamo andare dove immaginavo e quindi mi faccio i primi 20 metri in retromarcia, per poi fare inversione dentro a un passo carraio e dirigermi verso il bacino di carenaggio usato anche dalla marina rumena.
Il tragitto è breve, ma c'è comunque il tempo di presentarsi: la brunetta si chiama Melina, come già sapeva mezza Brianza, dice di essere albanese di Tirana e di avere 21 anni. Per fortuna non ha lasciato a me l'incombenza di indovinare l'età, sennò ne avrei sparati 25, facendo l'ennesima figura di palta. Come si poteva intuire anche dall'italiano molto incespicante, Melina sarebbe nel Bel Paese da circa un mese. Non è una fotomodella, ma ha comunque un fare gentile e curioso allo stesso tempo, perchè sta rivolta verso di me, per cercare di conversare.
Si mette a ridere per la mia pessima pronuncia di "djathtas" (a destra) e "majtas" (a sinistra), ma bastano davvero due sterzate del volante per arrivare alla banchina e ormeggiare in mezzo a navi ben più grosse della mia. Melina cerca poi di spiegarmi qualcosa di incomprensibile, che neppure GT riesce a tradurre, ma immagino volesse dirmi di attivare la modalità "coprifuoco", per non dare nell'occhio.
LA RECE VERA E PROPRIA
Non ho ventelli nel portafoglio, le domando se abbia il resto di un cinquantone, lei cerca di sponsorizzare anche l'accensione di RAI1, ma il rate è già abbastanza fuori mercato così e preferisco farmi consegnare un ventello, che tornerà di sicuro utile una delle prossime sere.
Mentre io mi preparo, lei estrae dalla borsetta i ferri del mestiere e in un baleno siamo pronti a iniziare le danze. Sarà in Italia da un solo mese e in via Diaz da meno di una settimana, ma Melina sembra sapere il fatto suo, perchè non procede subito a incappucciare il compare, ma lo smanaccia per un buon minuto, così da rianimarlo e facilitare il successivo lavoretto orale.
Quando le sembra pronto, lo incappuccia senza palesare le difficoltà della novizia e poi si china in torsione sul mio basso ventre, per mostrarmi la sua arte orale. Non ci sono numeri da circo, i movimenti sono solo verticali, ma la dedizione è buona e sembra esserci anche un po' di risucchio, quando risale lungo l'asta. Quasi subito, Melina accende il dolby surround e inizia ad accompagnare il su e giù con un mugolio abbastanza intenso, che sembra quasi il miagolio di una gattina in calore.
Io srotolo subito i miei tentacoli verso destra, ma all'inizio non ne traggo grande soddisfazione, essendo lei sigillata dentro al suo abitino rosso. Le chiappette mi sembrano però belle toniche e allora le domando se possa alzarle l'orlo del vestitino. Non c'era che da chiedere ed è lei stessa a rigirarselo all'insù sino alla cintola, permettendomi così di riprendere più piacevolmente le mie operazioni di massaggio shiatsu.
Con mia grande sorpresa, a un certo punto la manina di Melina di allunga alla ricerca della mia e la tira verso il compare, invocando così un concerto a due: mentre Federica smanaccerà la base dell'asta, la boccuccia della brunetta venuta da Tirana si occuperà del glande. Avendo sperimentato questo lavoro di squadra in un altro paio di occasioni, so già che non potrà funzionare granché e quindi mi limito a impugnare il mio compare, per evitare di prendere la povera Melina a pugnette in faccia.
Forse perchè ero fermo da 3-4 giorni, ma il gioco a due si rivela ben più efficace del previsto: pur essendo concentrata davvero solo sulla punta, l'azione di Melina ha molto risucchio (un paio di volte sento proprio schioccare le sue labbra, quando sale troppo e si sfila), il glande ne risulta ben stimolato, continuano i mugolii di contorno e l'asta si inturgidisce ben più in fretta di quanto mi sarei aspettato.
Ogni tanto Melina si ferma a prendere fiato e a controllare quanto manchi alla conclusione delle operazioni. Infatti, quando sono trascorsi 6-7 minuti, un'altra auto lascia il retrobottega e poco dopo trilla il suo telefonino, probabilmente per ricordarle che il radiotaxi passerà di lì a poco.
Da quel momento, ogni pausa diventa per Melina l'occasione buona per chiedermi "Finito?" e per brontolare qualcosa in albanese, alla mia risposta negativa. Forse perchè la sua limitata padronanza dell'italiano non le permette di inoltrare una protesta più vibrante, ma non dà segno di spazientirsi troppo e ogni volta si rituffa sul mio compare, per riprendere il concerto a due.
Alla fine, il cronometraggio ufficiale Tissot misurerà 20 minuti da mattonella a mattonella, per cui deve essere trascorsa una dozzina di minuti, quando mi dà il penultimatum e, per tutta risposta, rilancio con la proposta di restituirle il ventello che mi aveva allungato all'inizio delle danze e di passare alla sintonia di Rai 1.
Il telefono continua a trillare, non perdere il radiotaxi è in questo momento più importante che arrotondare il già corposo rate e allora concordiamo un rapido finale alla brianzola, affidato direttamente alle sapienti cure di Federica. Per il primo minuto, Melina mi fa compagnia con un po' di carezze sulle gambe, poi si rende conto che il tempo sta davvero stringendo e allora mi lascia finire da solo, così da avere il tempo per risistemarsi l'abitino.
Un altro giro di lancette, capitolo e le chiedo di passarmi un paio di salviette, per le pulizie di rito. Quando mi sono ricomposto, da brava ragazza Melina si fa consegnare la pallottola dell'amore e possiamo ripartire alla volta della mattonella.
MISSION IMPOSSIBLE
Ora resta da compiere la Mission Impossible: scaricare Melina senza farsi sgamare dalla Badante, ammesso che non l'abbia già fatto uscendo dal retrobottega, dove però io e il collega eravamo parcheggiati agli estremi, separati da vari mezzi pesanti
Più mi avvicino allo stop di via Diaz, più la mia velocità si riduce, come se fosse un asintoto che non devo mai toccare. Quando sono a una quindicina di metri, vedo che Anna mi dà le spalle ed è china a raccogliere il sacco della monnezza e l'ombrello e allora mi fermo all'istante.
Senza neppure lamentarsi per la ventina di passi da fare a piedi, Melina ricambia il mio "naten e mire" e si congeda, incamminandosi verso la comare.
A me non resta che ripetere la stessa manovra dell'andata: retromarcia lungo via Diaz, sinchè non sono fuori dal campo visuale delle fanciulle, inversione e poi giro dell'isolato, per sbucare alla rotondina della Esso. Attendo anche che arrivi la prima macchina da Montesordo, per accodarmi e non dare troppo nell'occhio, ma non ce ne sarà bisogno: quando ripasso davanti a via Diaz, anche le ultime due mohicane hanno abbandonato la mattonella, viale Tirana è completamente deserto e non resta che rientrare alla branda. Prima di infilarmi sotto le lenzuola, ci sarà però il tempo di vedere Alice, ultima sentinella della notte a mollare i posti di combattimento.
Nome: Melina
Nazionalità: albanese
Età apparente: 21 dichiarati, io avrei detto 25
Descrizione fisica: ragazza alta poco più di 1.60, capelli lisci bruni sino alle spalle, fisico normolineo e sodo, viso onesto ma non memorabile con naso un po' adunco, occhi castani, seno n/v
Attitudine: BJ condotto in modalità corale ; italiano embrionale, ma sembra una brava ragazza
Reperibilità: medio/facile, per i rate kitiani
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: 30
Compenso concordato: 30
Servizi offerti: BJ
Servizi usufruiti: BJ
Durata dell'incontro: una 15ina di minuti al retrobottega
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Zona di imbarco: Cermenate
Coordinate: stop di via Diaz
LA MIA RECENSIONE
Come riferivo nel thread generale, qualche sera fa sono di rientro da lontano e, sulla strada verso la branda, decido comunque di fare un paio di vasche a Cermenate, per vedere chi ci sia e per dare una curiosata a cosa sia accaduto all'auto di Alexandrona.
Una decina di nostre amichette è regolarmente in postazione, faccio il giro di boa alla rotonda di Anissina e, nello scendere verso Lentate, mi accorgo che la nuova Melina è stata lasciata momentaneamente incustodita dalla Badante. Immediata freccia a destra, il tempo di fare il giro di boa nel parcheggino lì vicino e mi viene soffiata da un collega che si infila addirittura in contromano, pur di non farsi sfuggire la preda.
Un paio di porconi e mi reimmetto su viale Tirana, poco fiducioso che l'incredibile congiuntura astrale si ripresenti. Passa più o meno un quarto d'ora, le altre ragazze pian piano si dileguano, ricompare Anna e poi Melina accanto a lei. Tento un'ultima vasca e, con una botta di cu.o clamorosa, la Badante si dilegua di nuovo e Melina è lì tutta per me.
Altra manovra nella sua vietta e sono da lei. L'intervista è più di rito che di sostanza, perchè i rate kitiani erano già noti dal thread generale (30 per il solo antipasto, 50 per le due portate) e avevo comunque deciso di farne la conoscenza e dunque la invito ad accomodarsi accanto a me.
MELINA DA TIRANA
Dobbiamo andare dove immaginavo e quindi mi faccio i primi 20 metri in retromarcia, per poi fare inversione dentro a un passo carraio e dirigermi verso il bacino di carenaggio usato anche dalla marina rumena.
Il tragitto è breve, ma c'è comunque il tempo di presentarsi: la brunetta si chiama Melina, come già sapeva mezza Brianza, dice di essere albanese di Tirana e di avere 21 anni. Per fortuna non ha lasciato a me l'incombenza di indovinare l'età, sennò ne avrei sparati 25, facendo l'ennesima figura di palta. Come si poteva intuire anche dall'italiano molto incespicante, Melina sarebbe nel Bel Paese da circa un mese. Non è una fotomodella, ma ha comunque un fare gentile e curioso allo stesso tempo, perchè sta rivolta verso di me, per cercare di conversare.
Si mette a ridere per la mia pessima pronuncia di "djathtas" (a destra) e "majtas" (a sinistra), ma bastano davvero due sterzate del volante per arrivare alla banchina e ormeggiare in mezzo a navi ben più grosse della mia. Melina cerca poi di spiegarmi qualcosa di incomprensibile, che neppure GT riesce a tradurre, ma immagino volesse dirmi di attivare la modalità "coprifuoco", per non dare nell'occhio.
LA RECE VERA E PROPRIA
Non ho ventelli nel portafoglio, le domando se abbia il resto di un cinquantone, lei cerca di sponsorizzare anche l'accensione di RAI1, ma il rate è già abbastanza fuori mercato così e preferisco farmi consegnare un ventello, che tornerà di sicuro utile una delle prossime sere.
Mentre io mi preparo, lei estrae dalla borsetta i ferri del mestiere e in un baleno siamo pronti a iniziare le danze. Sarà in Italia da un solo mese e in via Diaz da meno di una settimana, ma Melina sembra sapere il fatto suo, perchè non procede subito a incappucciare il compare, ma lo smanaccia per un buon minuto, così da rianimarlo e facilitare il successivo lavoretto orale.
Quando le sembra pronto, lo incappuccia senza palesare le difficoltà della novizia e poi si china in torsione sul mio basso ventre, per mostrarmi la sua arte orale. Non ci sono numeri da circo, i movimenti sono solo verticali, ma la dedizione è buona e sembra esserci anche un po' di risucchio, quando risale lungo l'asta. Quasi subito, Melina accende il dolby surround e inizia ad accompagnare il su e giù con un mugolio abbastanza intenso, che sembra quasi il miagolio di una gattina in calore.
Io srotolo subito i miei tentacoli verso destra, ma all'inizio non ne traggo grande soddisfazione, essendo lei sigillata dentro al suo abitino rosso. Le chiappette mi sembrano però belle toniche e allora le domando se possa alzarle l'orlo del vestitino. Non c'era che da chiedere ed è lei stessa a rigirarselo all'insù sino alla cintola, permettendomi così di riprendere più piacevolmente le mie operazioni di massaggio shiatsu.
Con mia grande sorpresa, a un certo punto la manina di Melina di allunga alla ricerca della mia e la tira verso il compare, invocando così un concerto a due: mentre Federica smanaccerà la base dell'asta, la boccuccia della brunetta venuta da Tirana si occuperà del glande. Avendo sperimentato questo lavoro di squadra in un altro paio di occasioni, so già che non potrà funzionare granché e quindi mi limito a impugnare il mio compare, per evitare di prendere la povera Melina a pugnette in faccia.
Forse perchè ero fermo da 3-4 giorni, ma il gioco a due si rivela ben più efficace del previsto: pur essendo concentrata davvero solo sulla punta, l'azione di Melina ha molto risucchio (un paio di volte sento proprio schioccare le sue labbra, quando sale troppo e si sfila), il glande ne risulta ben stimolato, continuano i mugolii di contorno e l'asta si inturgidisce ben più in fretta di quanto mi sarei aspettato.
Ogni tanto Melina si ferma a prendere fiato e a controllare quanto manchi alla conclusione delle operazioni. Infatti, quando sono trascorsi 6-7 minuti, un'altra auto lascia il retrobottega e poco dopo trilla il suo telefonino, probabilmente per ricordarle che il radiotaxi passerà di lì a poco.
Da quel momento, ogni pausa diventa per Melina l'occasione buona per chiedermi "Finito?" e per brontolare qualcosa in albanese, alla mia risposta negativa. Forse perchè la sua limitata padronanza dell'italiano non le permette di inoltrare una protesta più vibrante, ma non dà segno di spazientirsi troppo e ogni volta si rituffa sul mio compare, per riprendere il concerto a due.
Alla fine, il cronometraggio ufficiale Tissot misurerà 20 minuti da mattonella a mattonella, per cui deve essere trascorsa una dozzina di minuti, quando mi dà il penultimatum e, per tutta risposta, rilancio con la proposta di restituirle il ventello che mi aveva allungato all'inizio delle danze e di passare alla sintonia di Rai 1.
Il telefono continua a trillare, non perdere il radiotaxi è in questo momento più importante che arrotondare il già corposo rate e allora concordiamo un rapido finale alla brianzola, affidato direttamente alle sapienti cure di Federica. Per il primo minuto, Melina mi fa compagnia con un po' di carezze sulle gambe, poi si rende conto che il tempo sta davvero stringendo e allora mi lascia finire da solo, così da avere il tempo per risistemarsi l'abitino.
Un altro giro di lancette, capitolo e le chiedo di passarmi un paio di salviette, per le pulizie di rito. Quando mi sono ricomposto, da brava ragazza Melina si fa consegnare la pallottola dell'amore e possiamo ripartire alla volta della mattonella.
MISSION IMPOSSIBLE
Ora resta da compiere la Mission Impossible: scaricare Melina senza farsi sgamare dalla Badante, ammesso che non l'abbia già fatto uscendo dal retrobottega, dove però io e il collega eravamo parcheggiati agli estremi, separati da vari mezzi pesanti
Più mi avvicino allo stop di via Diaz, più la mia velocità si riduce, come se fosse un asintoto che non devo mai toccare. Quando sono a una quindicina di metri, vedo che Anna mi dà le spalle ed è china a raccogliere il sacco della monnezza e l'ombrello e allora mi fermo all'istante.
Senza neppure lamentarsi per la ventina di passi da fare a piedi, Melina ricambia il mio "naten e mire" e si congeda, incamminandosi verso la comare.
A me non resta che ripetere la stessa manovra dell'andata: retromarcia lungo via Diaz, sinchè non sono fuori dal campo visuale delle fanciulle, inversione e poi giro dell'isolato, per sbucare alla rotondina della Esso. Attendo anche che arrivi la prima macchina da Montesordo, per accodarmi e non dare troppo nell'occhio, ma non ce ne sarà bisogno: quando ripasso davanti a via Diaz, anche le ultime due mohicane hanno abbandonato la mattonella, viale Tirana è completamente deserto e non resta che rientrare alla branda. Prima di infilarmi sotto le lenzuola, ci sarà però il tempo di vedere Alice, ultima sentinella della notte a mollare i posti di combattimento.
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