Torno a parlarvi della famigerata Anna! Vado per ordine.
Oggi mi trovavo per lavoro in quel quadrante della città e decido, avendo poco meno di due ore libere, di fare un salto a Santa Palomba per i soliti motivi. Cercavo una ragazza italiana (!), più precisamente ciociara, si chiama Cristal, e di solito si trovava in Via Cancelliera, incrocio con via di Valle Caia, (41.694945, 12.601562) molto bella e simpatica. Dice di avere 19 anni, magari ne ha qualcuno di più, ma non tanti di più. A proposito, se aveste notizie…
Comunque, dopo essere passato più volte senza trovarla, decido di rinunciare, e noto un furgone per panini proprio alla stazione degli autobus alla fine di via Cancelliera ad inizio dell’Ardeatina. Prendo il mio triste panino e la birra e mi siedo ad un tavolino, giusto accanto ad una coppia di signori impegnati in una discussione. Quello che raccontava avrà avuto un 52-55 anni, un po’ fuori forma, stava descrivendo un “fattaccio” che gli era capitato a giugno, un’aggressione vera e propria, diceva. Incuriosito, ma con discrezione mi metto a fare domande anch’io. Il “tipo” che chiameremo Franco (ovviamente non è il suo nome), dopo avermi soppesato, decide di potersi fidare e ricomincia a raccontare tutto daccapo felice di potersi sfogare, un po’ come faceva Pazzaglia con la storia del cavallino rosso nel film di De Crescenzo . Esordisce dicendo “Io in vita mia non sono mai andato a mignotte e mai ci andrò”! Io faccio finta di credergli e lo incoraggio a proseguire. Mi racconta che quel giorno, con la sua utilitaria, si trovava poco distante dalla stazione di Santa Palomba, quando vede una ragazza praticamente nuda che si metteva a pecorina al passare delle macchine. Dice (dice!) che giusto per guardarla meglio e per non intralciare il traffico, decide di entrare nella stradina alle sue spalle. Fatti una trentina di metri, rigira la macchina e si ferma a guardarla. La ragazza però lo vede e gli va incontro mentre parla col cellulare. A quel punto lui abbassa il finestrino per fare due chiacchiere ma senza nessuna intenzione di combinare niente.
La ragazza non ci pensa un attimo ed entra! Lui lì per lì non se ne preoccupa. Pensa, “tanto che mi può fare, è una ragazzetta tanto minuta”. Lei comincia a sciorinare il menù, proponendogli pure offerte speciali. Lui la ringrazia e le dice che in quel momento non poteva, che aveva fretta, che lo aspettavano, e altre scuse del genere. Lei cambia atteggiamento, gli dice che ormai le aveva fatto perdere tempo, aveva perso clienti per colpa sua e che ormai qualcosa la dovevano fare, e mentre lo dice continua a giocherellare col cellulare. Lo mette in viva voce e gli fa sentire la voce di uno straniero, presumibilmente un rumeno, che gli dice “Non si trattano così le ragazze”. A quel punto lei gli strappa le chiavi dal cruscotto e dice di non volergliele restituire senza i soldi e che se avesse continuato con quel comportamento avrebbe fatto venire il suo amico. Lui cerca di riprendersi le chiavi ma sostiene che le stringeva tanto forte da non riuscire a riaprirle la mano. Dopo un tira e molla prolungato lui riesce a riprendersele e a mettere in moto, ora sì che si era spaventato, cerca di partire ma lei gli tira il freno a mano, gli toglie la marcia, insomma un incubo! A un certo punto riesce addirittura a riprendere le chiavi! Io gli ho chiesto, “ma uno schiaffo non potevi darglielo?” E lui mi risponde che prima di tutto era sempre una donna (vabbè) e che poi aveva paura arrivasse davvero quel tipo. Continuano a contendersi le chiavi e a un certo punto la ragazza grida al telefono al suo amico di raggiungerla. Non passa un minuto e arriva su un macchinone tipico da pappone, il suddetto amico rumeno. Lo affianca sul lato destro, quello a lato al passeggero, e scende dalla macchina. Franco lo descrive come alto intorno ad un metro e 70, completamente calvo e ben piazzato. Una specie di Zingaretti, insomma.
E mentre cercava di far aprire la mano alla ragazza il rumeno gli scaglia un calcio in piena faccia!
Dice Franco che era così terrorizzato e pieno di adrenalina da non accorgersi del calcio che partiva e da non sentire dolore né il sangue che aveva in bocca.
Proprio in quel momento, provvidenziale, gli arriva una telefonata al cellulare, e con la mano sinistra lo prende dalla tasca mentre con la destra tiene fermo il polso della ragazza e comincia a gridare al telefono di chiamare la polizia che lo stavano aggredendo, spiegando dove si trovava.
Forse per la telefonata, forse perché si era resa conto di non poter ricavare altro da Franco, o perché aveva voglia di fare altri danni, insomma, per un motivo o per l’altro molla le chiavi. Franco era sconvolto e non riusciva più a rimettere in moto. Nel frattempo la signorina era già fuori dalla macchina e cercava di divellere lo specchietto girandolo da una parte all’altra per poi passare a prendergli a calci la fiancata mentre il pappone osservava placido, soddisfatto del danno già procurato. Franco finalmente riesce a partire pensando di essere uscito dall’incubo ma dallo specchietto si accorge che il rumeno lo seguiva a 50 cm dal paraurti. A quel punto chiama i carabinieri e si gira più volte per guardare in modo plateale la targa della macchina dietro, in modo che l’inseguitore se ne accorga. Dice Franco che era in stato di confusione totale e non riusciva a memorizzare quattro numeri e due lettere. Non sa neanche che targa ha comunicato al carabiniere. Il teatro fatto girando la testa più volte è bastato, però, per far mangiare la foglia al rumeno che, alla prima curva utile, molla l’osso e se ne va.
A quel punto ho chiesto a Franco perché non denunciasse l’accaduto e lui ha risposto che era inutile, che non gli avrebbero fatto niente e che soprattutto si vergognava della figura che avrebbe fatto.
Giusto per essere sicuro ho preso lo smartphone e gli ho mostrato la foto della ragazza che qualcuno ha postato sulla pagina. Corrispondeva.