SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Lentate sul Seveso (MB)
ZONA: 45.691992, 9.103561 (allo sbocco della vietta senza nome tra il nuovo Burger King e il Bennet)
NOME: Regina
NAZIONALITA': Rumena di Craiova
ETA': 21 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: non più di 15', showroom-to-showroom
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, lunghissimi capelli biondi tinti, viso carino da bambolina, occhi azzurri, corporatura proporzionata, seno n.v.
ATTITUDINE: tecnica nella norma, ma con buona intensità e frequenza d'azione ; molto cordiale e spigliata nella conversazione
LA MIA RECENSIONE:
Approfitto della giornata uggiosa per recuperare qualche arretrato
Dopo diverse vasche avanti e indietro, nell'inutile tentativo di sincronizzarmi con la gettonatissima Mila di via Aureggi, decido di ripiegare sul quadrante nord di Lentate. Il nuovo Burger King ha sicuramente complicato la vita alle ragazze, perché c'è un continuo via vai di avventori del fast food, che non permette di accostare con la dovuta discrezione. L'ora è comunque tarda e, con un po' di pazienza, riesco a trovare lo slot favorevole: entro nella vietta, mi spingo fino in fondo per studiare le retrovie (dove immagino che la fanciulla mi accompagnerà), lascio uscire un paio di clienti del BK e infine accosto alla biondina dalla lunga chioma, che sta chiacchierando amabilmente con la sua collega dai capelli mori. Sono anzi così prese dal discorso che, pur avendo abbassato il finestrino, nessuna delle due si avvicina. Solo quando le faccio un cenno con la mano, la fanciulla dal crine dorato interrompe la sua conversazione e si affianca alla mia macchina.
Ha un bel viso da bambolina e due occhi chiari particolarmente vispi, ma ciò che più colpisce è la sua simpatia e spigliatezza. Non ci vuole molto per farsi confermare il rate e per farsi (sper)giurare che la sede operativa sia tranquilla, per cui la invito quasi subito ad accomodarsi a bordo. Ha già chiuso la portiera dietro di sé e devo purtroppo farle notare che a bordo della mia vettura vige il rigoroso divieto di fumo: "Se vuoi, puoi prestarla alla tua amica, che te la ridarà quando torniamo ". La biondina passa la sigaretta alla collega e possiamo partire. La prima cosa che mi balza all'occhio, mentre si siede accanto a me, è che sulle gambe ha una pelle d'oca spessa così. "Ma fa così freddo fuori?", le domando, dato che il termometro della macchina segna la bellezza di 16°C. "Eh, insomma, non è che faccia caldissimo ...", risponde la ragazza. Prendiamo inizialmente la direzione sud, anche perché le corsie sono separate da uno spartitraffico e non si può fare diversamente, ma il suo retrobottega sta in realtà dall'altra parte.
La graziosa biondina si chiama Regina, ha 21 anni, è originaria di Craiova (nel sud della Romania), è qui dallo scorso ottobre (ma con una lunga sosta nel Paese natio, nel mezzo) e parla un italiano già sufficientemente sciolto. Poi mi dirà che non l'ha realmente studiato ma che l'ha imparato sul campo e che ora è anche capace di scriverlo un po'. "Ma non posso credere che ti chiami davvero Regina! E' un nome di fantasia, giusto?", le domando. "Ma no, guarda che mi chiamo davvero così!", giura la biondina. "E in rumeno ha lo stesso significato che in italiano: è la moglie del re?", è il mio successivo quesito. "Sì, sì", risponde la ragazzina, divertita dalla demenzialità delle mie domande. Magari non è davvero una regina (REGÍNĂ, regine, s. f. 1. Suverana unui regat), ma quella specie di fede nuziale o di fidanzamento che porta su uno degli anulari è decisamente degna di una principessa.
Dopo un tragitto abbastanza breve, siamo a destinazione. Con l'aiuto del camionista, carichiamo anche la mia vettura su una delle bisarche che sono parcheggiate lì nei pressi, giusto per non dare troppo nell'occhio , e si può finalmente dare inizio alle danze.
LA RECE VERA E PROPRIA
Si regolano gli aspetti burocratici, Regina si dispone gattoni sul sedile del passeggero e, dopo una breve masturbatina del fratellino, si può partire. La sua azione non prevede particolari squilli di tromba dal punto di vista tecnico, ma il suo e giù con la testa è fatto con buona frequenza e intensità. All'inizio, è anche abbastanza parca nell'usare le mani, che vengono usate solo per puntellarsi e stare in equilibrio. Da parte mia, non ho granchè da poter fare, perché non si è minimamente spogliata, se non delle scarpe (dettaglio essenziale, per evitare di distruggere le modanature della portiera ). Le carezzo delicatamente i suoi capelli di seta, poi cerco di insinuarmi nello spazio tra il giubbotto di simil-pelle e i pantaloncini, ma sotto ha una maglia e dunque non riesco a stabilire il contatto con la sua pelle, che mi sarei immaginata ben levigata, data la sua giovane età. Manipolare un fondoschiena da sopra un paio di shorts non è il massimo della soddisfazione tattile, per cui posso solo allungare i tentacoli verso il basso e carezzarle un po' la gamba sinistra (l'unica che mi è agevolmente accessibile), che ora non è più gelata e dalla quale è scomparsa la pelle d'oca.
Più che le mani, stavolta devono lavorare (e anche di fantasia) gli occhi. Il suo crine biondo è davvero lunghissimo e, arrivandole quasi sino alla linea della cintola, la intralcia non poco nelle operazioni: almeno un paio di volte deve interrompersi per risistemarsi i capelli, che le sono scivolati sopra le spalle e si sono appoggiati sulle mie gambe e sul mio basso ventre. Ha una sorta di curioso elastico che le cinge la testa, a mo' di aureola, ma stranamente non ha raccolto il lungo crine in una treccia o quantomeno in una coda di cavallo, che sarebbero state molto più pratiche.
Man mano che la sabbia scorre nella clessidra, l'aiuto della mano si fa sempre più evidente, anche se l'intensità delle percussioni orali si mantiene su un livello sostenuto, come all'inizio. Quando Regina mi fa capire che il tempo è agli sgoccioli, le concedo di concludere con un HJ. Stasera sono abbastanza refrattario persino alla falegnameria e quindi occorre un altro buon paio di minuti, prima che Regina riesca a farmi varcare la linea del traguardo. Come certi gregari che si sfiancano per trascinare il finisseur sino all'inizio della volata finale, anche la biondina ce la mette davvero tutta, alternando entrambe le mani e concludendo visibilmente affaticata.
HA UN LOFT
Durante le pulizie finali, raccolgo quella che è l'informazione per me più interessante, dato che sono rimasto bene impressionato dall'approccio amichevole della fanciulla. Con una mia certa sopresa, Regina non viene da Milano ma abita a pochi km da Lentate. Le domando allora se l'appartamento sia impiegato per fini lavorativi e, dopo averci pensato un attimo, mi conferma che, saltuariamente, è usato anche per questa finalità. Le domando allora il rate per un incontro tra le quattro mura, mettendola in evidente imbarazzo commerciale, trattandosi probabilmente di uno scenario che non deve gestire così di frequente. "Ma in albergo o a casa?", prende tempo. "No, a casa. Eviterei volentieri di pagare la stanza del motel ...", le rispondo. Regina fa due conti (probabilmente aggiunge al suo rate quello dell'albergatore ) e dopo qualche secondo se ne esce con la sentenza: "Sono 100 euro". Deve vedermi impallidire all'istante, per cui completa la proposta: "... per un'ora". Considerato che i motel nei paraggi non sono esattamente a buon mercato, ne prendo buona nota e magari prossimamente tenterò una spedizione oltre le colonne d'Ercole ...
QUATTRO CHIACCHIERE FINALI
Il viaggio di ritorno è decisamente più breve di quello d'andata, perché il vento ci è favorevole e non c'è più da risalire la corrente. Anche se la tinta dei suoi capelli ha un aspetto abbastanza naturale, a un occhio attento non poteva sfuggire che la stessa stonava un po' con quella molto più scura delle sopracciglia (visto che non si è spogliata, non sono riuscito a controllare quella della foresta pubica, che immagino essere stata comunque disboscata, come quella amazzonica ). Come immaginavo, la fanciulla mi conferma che il suo colore naturale è in realtà castano, ma devo dire che anche così ha un aspetto abbastanza naturale, rispetto ad altre finte-bionde che, per carnagione o lineamenti, appaiono poco credibili.
Come lascerebbe intendere anche il suo savoir faire, Regina probabilmente proviene da una famiglia abbastanza benestante, perché - cosa del tutto eccezionale per le fanciulle rumene - avrebbe vissuto a casa con i suoi genitori, per il paio d'anni trascorsi tra il suo diploma di scuola superiore e la definitiva partenza verso l'Italia. Come un'altra OTR che ho conosciuto altrove, anche lei ha iniziato a studiare da infermiera, ma poi ha scoperto che la sua vera vocazione era curare i malati di sesso e così ce la siamo ritrovata tra il Bennet e il Burger King di Lentate ...
CITTA DELL'INCONTRO: Lentate sul Seveso (MB)
ZONA: 45.691992, 9.103561 (allo sbocco della vietta senza nome tra il nuovo Burger King e il Bennet)
NOME: Regina
NAZIONALITA': Rumena di Craiova
ETA': 21 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: non più di 15', showroom-to-showroom
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, lunghissimi capelli biondi tinti, viso carino da bambolina, occhi azzurri, corporatura proporzionata, seno n.v.
ATTITUDINE: tecnica nella norma, ma con buona intensità e frequenza d'azione ; molto cordiale e spigliata nella conversazione
LA MIA RECENSIONE:
Approfitto della giornata uggiosa per recuperare qualche arretrato
Dopo diverse vasche avanti e indietro, nell'inutile tentativo di sincronizzarmi con la gettonatissima Mila di via Aureggi, decido di ripiegare sul quadrante nord di Lentate. Il nuovo Burger King ha sicuramente complicato la vita alle ragazze, perché c'è un continuo via vai di avventori del fast food, che non permette di accostare con la dovuta discrezione. L'ora è comunque tarda e, con un po' di pazienza, riesco a trovare lo slot favorevole: entro nella vietta, mi spingo fino in fondo per studiare le retrovie (dove immagino che la fanciulla mi accompagnerà), lascio uscire un paio di clienti del BK e infine accosto alla biondina dalla lunga chioma, che sta chiacchierando amabilmente con la sua collega dai capelli mori. Sono anzi così prese dal discorso che, pur avendo abbassato il finestrino, nessuna delle due si avvicina. Solo quando le faccio un cenno con la mano, la fanciulla dal crine dorato interrompe la sua conversazione e si affianca alla mia macchina.
Ha un bel viso da bambolina e due occhi chiari particolarmente vispi, ma ciò che più colpisce è la sua simpatia e spigliatezza. Non ci vuole molto per farsi confermare il rate e per farsi (sper)giurare che la sede operativa sia tranquilla, per cui la invito quasi subito ad accomodarsi a bordo. Ha già chiuso la portiera dietro di sé e devo purtroppo farle notare che a bordo della mia vettura vige il rigoroso divieto di fumo: "Se vuoi, puoi prestarla alla tua amica, che te la ridarà quando torniamo ". La biondina passa la sigaretta alla collega e possiamo partire. La prima cosa che mi balza all'occhio, mentre si siede accanto a me, è che sulle gambe ha una pelle d'oca spessa così. "Ma fa così freddo fuori?", le domando, dato che il termometro della macchina segna la bellezza di 16°C. "Eh, insomma, non è che faccia caldissimo ...", risponde la ragazza. Prendiamo inizialmente la direzione sud, anche perché le corsie sono separate da uno spartitraffico e non si può fare diversamente, ma il suo retrobottega sta in realtà dall'altra parte.
La graziosa biondina si chiama Regina, ha 21 anni, è originaria di Craiova (nel sud della Romania), è qui dallo scorso ottobre (ma con una lunga sosta nel Paese natio, nel mezzo) e parla un italiano già sufficientemente sciolto. Poi mi dirà che non l'ha realmente studiato ma che l'ha imparato sul campo e che ora è anche capace di scriverlo un po'. "Ma non posso credere che ti chiami davvero Regina! E' un nome di fantasia, giusto?", le domando. "Ma no, guarda che mi chiamo davvero così!", giura la biondina. "E in rumeno ha lo stesso significato che in italiano: è la moglie del re?", è il mio successivo quesito. "Sì, sì", risponde la ragazzina, divertita dalla demenzialità delle mie domande. Magari non è davvero una regina (REGÍNĂ, regine, s. f. 1. Suverana unui regat), ma quella specie di fede nuziale o di fidanzamento che porta su uno degli anulari è decisamente degna di una principessa.
Dopo un tragitto abbastanza breve, siamo a destinazione. Con l'aiuto del camionista, carichiamo anche la mia vettura su una delle bisarche che sono parcheggiate lì nei pressi, giusto per non dare troppo nell'occhio , e si può finalmente dare inizio alle danze.
LA RECE VERA E PROPRIA
Si regolano gli aspetti burocratici, Regina si dispone gattoni sul sedile del passeggero e, dopo una breve masturbatina del fratellino, si può partire. La sua azione non prevede particolari squilli di tromba dal punto di vista tecnico, ma il suo e giù con la testa è fatto con buona frequenza e intensità. All'inizio, è anche abbastanza parca nell'usare le mani, che vengono usate solo per puntellarsi e stare in equilibrio. Da parte mia, non ho granchè da poter fare, perché non si è minimamente spogliata, se non delle scarpe (dettaglio essenziale, per evitare di distruggere le modanature della portiera ). Le carezzo delicatamente i suoi capelli di seta, poi cerco di insinuarmi nello spazio tra il giubbotto di simil-pelle e i pantaloncini, ma sotto ha una maglia e dunque non riesco a stabilire il contatto con la sua pelle, che mi sarei immaginata ben levigata, data la sua giovane età. Manipolare un fondoschiena da sopra un paio di shorts non è il massimo della soddisfazione tattile, per cui posso solo allungare i tentacoli verso il basso e carezzarle un po' la gamba sinistra (l'unica che mi è agevolmente accessibile), che ora non è più gelata e dalla quale è scomparsa la pelle d'oca.
Più che le mani, stavolta devono lavorare (e anche di fantasia) gli occhi. Il suo crine biondo è davvero lunghissimo e, arrivandole quasi sino alla linea della cintola, la intralcia non poco nelle operazioni: almeno un paio di volte deve interrompersi per risistemarsi i capelli, che le sono scivolati sopra le spalle e si sono appoggiati sulle mie gambe e sul mio basso ventre. Ha una sorta di curioso elastico che le cinge la testa, a mo' di aureola, ma stranamente non ha raccolto il lungo crine in una treccia o quantomeno in una coda di cavallo, che sarebbero state molto più pratiche.
Man mano che la sabbia scorre nella clessidra, l'aiuto della mano si fa sempre più evidente, anche se l'intensità delle percussioni orali si mantiene su un livello sostenuto, come all'inizio. Quando Regina mi fa capire che il tempo è agli sgoccioli, le concedo di concludere con un HJ. Stasera sono abbastanza refrattario persino alla falegnameria e quindi occorre un altro buon paio di minuti, prima che Regina riesca a farmi varcare la linea del traguardo. Come certi gregari che si sfiancano per trascinare il finisseur sino all'inizio della volata finale, anche la biondina ce la mette davvero tutta, alternando entrambe le mani e concludendo visibilmente affaticata.
HA UN LOFT
Durante le pulizie finali, raccolgo quella che è l'informazione per me più interessante, dato che sono rimasto bene impressionato dall'approccio amichevole della fanciulla. Con una mia certa sopresa, Regina non viene da Milano ma abita a pochi km da Lentate. Le domando allora se l'appartamento sia impiegato per fini lavorativi e, dopo averci pensato un attimo, mi conferma che, saltuariamente, è usato anche per questa finalità. Le domando allora il rate per un incontro tra le quattro mura, mettendola in evidente imbarazzo commerciale, trattandosi probabilmente di uno scenario che non deve gestire così di frequente. "Ma in albergo o a casa?", prende tempo. "No, a casa. Eviterei volentieri di pagare la stanza del motel ...", le rispondo. Regina fa due conti (probabilmente aggiunge al suo rate quello dell'albergatore ) e dopo qualche secondo se ne esce con la sentenza: "Sono 100 euro". Deve vedermi impallidire all'istante, per cui completa la proposta: "... per un'ora". Considerato che i motel nei paraggi non sono esattamente a buon mercato, ne prendo buona nota e magari prossimamente tenterò una spedizione oltre le colonne d'Ercole ...
QUATTRO CHIACCHIERE FINALI
Il viaggio di ritorno è decisamente più breve di quello d'andata, perché il vento ci è favorevole e non c'è più da risalire la corrente. Anche se la tinta dei suoi capelli ha un aspetto abbastanza naturale, a un occhio attento non poteva sfuggire che la stessa stonava un po' con quella molto più scura delle sopracciglia (visto che non si è spogliata, non sono riuscito a controllare quella della foresta pubica, che immagino essere stata comunque disboscata, come quella amazzonica ). Come immaginavo, la fanciulla mi conferma che il suo colore naturale è in realtà castano, ma devo dire che anche così ha un aspetto abbastanza naturale, rispetto ad altre finte-bionde che, per carnagione o lineamenti, appaiono poco credibili.
Come lascerebbe intendere anche il suo savoir faire, Regina probabilmente proviene da una famiglia abbastanza benestante, perché - cosa del tutto eccezionale per le fanciulle rumene - avrebbe vissuto a casa con i suoi genitori, per il paio d'anni trascorsi tra il suo diploma di scuola superiore e la definitiva partenza verso l'Italia. Come un'altra OTR che ho conosciuto altrove, anche lei ha iniziato a studiare da infermiera, ma poi ha scoperto che la sua vera vocazione era curare i malati di sesso e così ce la siamo ritrovata tra il Bennet e il Burger King di Lentate ...