Scopare una 70enne

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Bhe se 88 nel tuo nick sta per l’anno di nascita ne hai di pelo sullo stomaco… ad ogni modo è una fantasia che viene anche a me… ma non penso di poter gestire più di 20/anni di differenza da me ( ne ho 47)…oggi pero ci sono donne di 60/65 anni che vestire fanno la loro porca figura , più qualche leggero ritocco se fatto bene allora ci sta …
 
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Mamma mia no!
Scoparmi un'anziana proprio no!
Provo fastidio a pelle quando mi capitano 60enni già con la pelle consunta, figuriamoci una 70enne.
Problema mio, lo ammetto, ma a me la ciccia piace giovane.
 
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Venti anni addietro città capoluogo del Veneto, dove ero responsabile della locale sede della società per cui lavoravo.
Palazzo nuovo con architettura elegante e futuristica,
Quasi completamente occupato da uffici, ma anche con eleganti loft e appartamenti.
Per fortuna esiste l'ascensore.
Aiuto con tre borse della spesa enormi, ingombranti e pesanti, una graziosa signora sui 65 (come saprò dopo) in evidente difficoltà.
Capelli neri corti, occhialini da prof figa e stronza, viso severo ma occhi dolci.
Inizio estate, con un tailleur, di lino pesante e gonna longuette.
A completare per me feticista podalico, un paio di chanel open toe.
Smalto scuro sulle mani e sui piedi che sulla pelle molto abbronzata risaltava.
La accompagno fino al suo appartamento all'ultimo piano, e sulla soglia visto il caldo mi invita ad entrare per offrirmi qualcosa di fresco da bere.
E' una specie di attico molto carino, non grandissimo, sui 60 mq circa, ma con una terrazza enorme a contornarne tutte le finestre e porte finestra e molto fruibile.
Sorseggiando la bibita, seduti in terrazza mi complimento per l'abbronzatura.
Poca fatica mi dice, essendo all'ultimo piano, non ha problemi di sguardi indiscreti, ed essendo l'appartamento in completa battuta dal sole nel corso giornata, non ha problemi a prenderlo integrale.
La tipa è carinissima per l'età, molto ironica e per nulla stupida, e vengo a sapere che è proprietaria di un negozio di tessuti.
Resto li per quasi un oretta ma avendo un importante riunione devo salutarla.
Nel congedo vengo a conoscenza che è amante dell'arte e la invito, quando avrà tempo a vedere le locandine 70x100 delle mostre che cerco di vedere ovunque sia, e con cui avevo tappezzato le pareti dell'ufficio.
Un "ci conti!" mentre esco sul pianerottolo e prendo l'ascensore mi insegue.
 
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Dopo quell'incontro il tran tran del lavoro riprende come al solito e non ho più occasione di incontrare Luisa (il nome me l'ha detto).
Un sabato comunque mi capita di venire in ufficio per un urgenza.
siamo quasi a fine luglio peraltro e nell'approssimarsi delle ferie, gli impegni si accavallano.
Entro nell'atrio e me la trovo che sta correndo; con un abito prendisole, lungo ma con un generoso spacco ed un paio di mule aperti con un tacco perlomeno 12, alte così perchè probabilmente incentivata dal fatto che sarà 160 o poco più.
Le chiedo dove sta andando cosi di corsa e mi risponde che un amica la aspetta per andare al mare.
Proseguo, e lei però prima di prendere la porta, mi dice che è in credito di un caffè e della gita culturale per le mie stampe.
Non dico me ne fossi dimenticato, ma dopo il primo incontro non ci avevo più pensato.
A qualsiasi età una donna che ti presta attenzione, a meno che non sia un mostro della palude, ti sfizia come maschietto, quindi mi soffermo un attimo chiedendole quando le potrebbe andare bene, " beh! alla fine dell'orario di lavoro immagino? Può andarti bene lunedì, questo? Dopodomani?", rispondo si un tantino soffocato, e lei ridendo imbocca la porta e sparisce nel sole.
Il lunedì, non posso negare di pensare solo all'incontro che mi attende dopo le diciotto. Per tutto il giorno sono un misto come sensazioni, tra lo svagato ed eccitato.
Arrivato l'orario, e usciti poco alla volta tutti i miei colleghi, non la vedo arrivare.
Sono quasi le diciannove quando suona la porta, con me un pochino rassegnato nel non vederla, ed invece e li.
Camicetta bianca, jeans neri elasticizzati e sandalo con laccetto alla caviglia.
Inghiotto alla vista le porgo la mano e la faccio entrare.
Ho visto veramente tante mostre , ed ogni volta che è stata stampata mi sono comperato la locandina.
Ne ho molte, disseminate per l'ufficio, e lei guardandole e commentandole ogni volta si rivela intelligente arguta se non addirittura maliziosa. Ci capita di soffermarci davanti quella di una mostra di Boldini, pittore della Belle Epoque noto per le sue donne eteree, meravigliose ed eleganti; "vorrei essere come loro, mi dice, ma mi mancano almeno 10 cm!". "io non trovo" le rispondo "...adoro le donne non altissime, così non hanno remore a mettere i tacchi. Adoro le scarpe, e se posso permettermi, a te stanno proprio bene!!".
Lei ridacchia, dandomi dell'adulatore non sincero. "cosa vuoi , ormai sono gli ultimi anni che posso permettermi di vestirmi così".
Comunque, per ricambiare la gita turistica, mi chiede se voglio vedere la sua collezione di scarpe.
Dio, penso io fra me e me, se abita qui ed ha come ho visto, la possibilità di comperarsi le celebri scarpe con la suola rossa, deve avere dei pezzi ragguardevoli oltre ad avere un tenore di vita in linea.
Purtroppo l'indomani ho già un impegno, quindi ci mettiamo d'accordo per il mercoledì.
Le offro il caffè di marca della macchinetta dell'ufficio, e lei mi dice che probabilmente è l'unica cosa non all'altezza li dentro.
Accompagnandola e aprendole la porta, guardandomi sorniona da sotto la montatura dei suoi occhiali severi , neri di cellulosa mi da si la mano dalle unghie nere , ma non per stringerla, ma per trattenermi ed alzatasi un minimo sulle punte mi bacia sulle guance, dandomi appuntamento a due giorni dopo.
 
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Dopo quell'incontro il tran tran del lavoro riprende come al solito e non ho più occasione di incontrare Luisa (il nome me l'ha detto).
Un sabato comunque mi capita di venire in ufficio per un urgenza.
siamo quasi a fine luglio peraltro e nell'approssimarsi delle ferie, gli impegni si accavallano.
Entro nell'atrio e me la trovo che sta correndo; con un abito prendisole, lungo ma con un generoso spacco ed un paio di mule aperti con un tacco perlomeno 12, alte così perchè probabilmente incentivata dal fatto che sarà 160 o poco più.
Le chiedo dove sta andando cosi di corsa e mi risponde che un amica la aspetta per andare al mare.
Proseguo, e lei però prima di prendere la porta, mi dice che è in credito di un caffè e della gita culturale per le mie stampe.
Non dico me ne fossi dimenticato, ma dopo il primo incontro non ci avevo più pensato.
A qualsiasi età una donna che ti presta attenzione, a meno che non sia un mostro della palude, ti sfizia come maschietto, quindi mi soffermo un attimo chiedendole quando le potrebbe andare bene, " beh! alla fine dell'orario di lavoro immagino? Può andarti bene lunedì, questo? Dopodomani?", rispondo si un tantino soffocato, e lei ridendo imbocca la porta e sparisce nel sole.
Il lunedì, non posso negare di pensare solo all'incontro che mi attende dopo le diciotto. Per tutto il giorno sono un misto come sensazioni, tra lo svagato ed eccitato.
Arrivato l'orario, e usciti poco alla volta tutti i miei colleghi, non la vedo arrivare.
Sono quasi le diciannove quando suona la porta, con me un pochino rassegnato nel non vederla, ed invece e li.
Camicetta bianca, jeans neri elasticizzati e sandalo con laccetto alla caviglia.
Inghiotto alla vista le porgo la mano e la faccio entrare.
Ho visto veramente tante mostre , ed ogni volta che è stata stampata mi sono comperato la locandina.
Ne ho molte, disseminate per l'ufficio, e lei guardandole e commentandole ogni volta si rivela intelligente arguta se non addirittura maliziosa. Ci capita di soffermarci davanti quella di una mostra di Boldini, pittore della Belle Epoque noto per le sue donne eteree, meravigliose ed eleganti; "vorrei essere come loro, mi dice, ma mi mancano almeno 10 cm!". "io non trovo" le rispondo "...adoro le donne non altissime, così non hanno remore a mettere i tacchi. Adoro le scarpe, e se posso permettermi, a te stanno proprio bene!!".
Lei ridacchia, dandomi dell'adulatore non sincero. "cosa vuoi , ormai sono gli ultimi anni che posso permettermi di vestirmi così".
Comunque, per ricambiare la gita turistica, mi chiede se voglio vedere la sua collezione di scarpe.
Dio, penso io fra me e me, se abita qui ed ha come ho visto, la possibilità di comperarsi le celebri scarpe con la suola rossa, deve avere dei pezzi ragguardevoli oltre ad avere un tenore di vita in linea.
Purtroppo l'indomani ho già un impegno, quindi ci mettiamo d'accordo per il mercoledì.
Le offro il caffè di marca della macchinetta dell'ufficio, e lei mi dice che probabilmente è l'unica cosa non all'altezza li dentro.
Accompagnandola e aprendole la porta, guardandomi sorniona da sotto la montatura dei suoi occhiali severi , neri di cellulosa mi da si la mano dalle unghie nere , ma non per stringerla, ma per trattenermi ed alzatasi un minimo sulle punte mi bacia sulle guance, dandomi appuntamento a due giorni dopo.
Continuo, continuo, continuo... 😉
 
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Il bacio di commiato mi ha turbato. In primo luogo perchè a meno che non abbia una storia con qualcuna già in atto, non sono uno che schiocca le dita ed ha la possibilità di conquistare girls.
Ed inoltre non ho l'abitudine di considerarmi un "tombeur de femmes", che con poco sforzo ottiene risultati, anzi.
Sono carino si, piacente, alto, occhi azzurri, per lavoro mi vesto in maniera adeguata, parlo bene e non sono stupido.
Ma in quanto all'epoca (oggi diremmo Brad Pitt, e siamo già fuori tempo, ma allora avrei detto Richard Gere) a meno di un impegno personale serio teso alla conquista o perlomeno all'approfondimento di una conoscenza, dovrei veramente darmi da fare.
In realtà una compagna, in realtà due, le ho già e per fortuna in altre due città! Quindi l'apertura di un possibile nuovo fronte, il che mi lusingherebbe ma allo stesso tempo mi acuirebbe i problemi di gestione; temporali, logistici e sicuramente economici.
Ho solo voglia di mangiare adesso; confort food anche se trash food.
Vado a prendermi un menù in una catena, insalubre più che mai; tutto in versione extra size e riccamente dotato di patate.
Arrivo a casa ed innaffiato da un paio di birre, mi scofano il tutto per poi esausto, più mentalmente che fisicamente, stendermi sul divano guardando un qualcosa alla televisione.
Sono comunque stravolto e mi addormento, ma nel cuore della notte verso le quattro mi sveglio di botto, con chiaro nella mente cosa devo fare.
Estraggo dal taschino della giacca la Montblanc di servizio mi prendo dalla risma della stampante del PC una decina di fogli ed attacco a scrivere.
Ed in questo caso più col cuore che col mio secondo in mano.
Ovviamente l'argomento è inerente Luisa e la destinataria la stessa persona.
Scrivo di getto per un paio d'ore, e riesco dopo almeno 3 caffè ad essere lucido da avere finito la mia "opera letteraria" correggere errori di grammatica e riscrivere tutto nella calligrafia migliore che mi riesce.
Vado in ufficio non come al solito, ma con grilli alla bocca dello stomaco pensando che sono vicino a qualcosa di intrigante e forse in prospettiva non male.
Tutto il giorno come in trance e all'ora di uscire, che mai come oggi mi viene da pensare, non arriva mai, scendo in atrio e imbuco la missiva che ho prodotto ed imbustato nella buca delle lettere di Luisa in maniera prima titubante ma poi con un affondo deciso.
Vada come vada.
 
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La granny va provata, la pay più anziana mai provata, aveva 55 anni circa, una porcona assurda e la cosa interessante di quell'incontro era che lei mi disse, che si portava una collega non professionista per giochi in trio e piss, età della collega...70.
Intrigato ma non ho provato, le granny hanno una cosa, per me, molto eccitante ovvero spesso non sono rasate.
 
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La giornata sembra non passare mai. Lavoro come in trance pensando unicamente a dove mi recherò finito l'orario di ufficio.

E finalmente alle 18;15 termina l’agonia, esco, prendo l'ascensore e schiaccio il pulsante dell'ultimo piano con un sospiro di sollievo.

Mi sono rinfrescato nei punti strategici nel bagno dell'ufficio e quindi sono più che decente per qualsiasi eventualità.

Suono alla porta, inghiotto la saliva, e mi apre.

Accappatoio chiaro, capelli bagnati, niente trucco ed infradito, comunque pur senza l'ausilio del maquillage, la situazione non è pregiudicata, anzi è un bel vedere.

Verrebbe da dire, peccato! Ti abbia scoperta solo ora, perchè vent'anni fa dovevi essere la prova finale dell'esistenza divina!

Sono comunque rimasto sorpreso, la pelle abbronzata imperlata di goccioline, sulla coscia che fuoriesce dallo spacco e sul dorso del piede al sottoscritto adoratore dei piedi rilascia l'effetto della muleta rossa per il toro della corrida.

Tant'è che ironica mi dice "Entri o restiamo sulla porta?" Entro!... entro e la seguo.

C'è un profumo di incenso, spezie orientali profumate intenso e penetrante.

"mi accompagni che mi cambio o ti servi qualcosa da bere?" Per una volta riesco ad essere pronto, e le ribatto che potrebbe magari avere bisogno di aiuto e sarebbe meglio fossi pronto ad aiutarla.

La seguo come i topi seguivano il pifferaio nella fiaba, e nel mentre mi dice che, meglio ancora se la seguo, mi potrà mostrare l'armadio guardaroba delle scarpe.

Entriamo in camera da letto e lei si avvicina ad un pesante mobile estraendo quel che mi sembra un vestitino prendisole lillipuziano.

"mi dai una mano?" e scosta dalle spalle l'accappatoio scoprendo il solco dei seni.

E' completamente abbronzata senza tracce di spalline o quant'altro, segno che il sole lo prende in maniera integrale.

Prosegue nella svestizione calando ulteriormente l’accappatoio lungo le braccia e scoprendo l'addome piatto.

Glielo sto tenendo, ma alla vista delle labbra rigonfie del sesso depilato, lo lascio cadere, prendo un suo seno piccolo ma pieno e piegandomi metto la mia bocca sulla sua.

Vuoi vedere che non ci stà? Penso. Ed invece è lei che infila una lingua impazzita nella mia bocca.

Interminabile mi sembra il bacio, ma una volta staccati “mi guarda sarcastica e mi dice”…ero curiosa di vedere quanto avresti resistito? E dopo avere letto la tua lettera, sono stata contenta di vedere che oltre ad essere porco, come pensavo, sei pure sentimentale!”

Mi trascina sul letto, pesanti lenzuola di seta , tra me e me penso roba figa che vende in negozio, e mi dice “sbattimi…è quello che volevi da me no? Ed è quello che voglio anch’io!”

Non esisteva ancora ai tempi la possibilità di darsi un aiuto mirato, con qualche pastiglietta come ora, ma con venti anni di meno allora ero in grado di prestazioni decisamente encomiabili.

La scopo per almeno tre volte, prima di, verso le dieci di sera, stendermi sul letto che è divenuto umido in superficie del nostro sudore e dei nostri umori.

I miei sgocciolati dalla sua vagina, che pur avendo della labbra molto grandi, ho scoperto essere stretta seppur deliziosamente ricettiva grazie una lubrificazione molto copiosa.

Il fatto che poi lei non sia sicuramente più in grado di riprodursi, mi ha incentivato a lasciarmi andare, ogni volta che ho raggiunto un orgasmo pieno, senza problemi ad irrorarla in profondità col mio seme.

Si è rimessa gli occhiali, e mi guarda beffarda come a dire ti ho stupito! Mi hai scopato ma anch’io mi sono presa uno di vent’anni più giovane senza sforzo, anzi!

Ma anch’io ora la sto guardando con attenzione; ha qualche piega , ma dovuta più alle abbondanti bagni di solo, di cui scoprirò va pazza, e due zampette di galline appena visibili. Ma al lato della bocca niente rughe, segni o tagli. Ed anche il culo e soprattutto l’addome sono tenuti bene, senza ne grasso superfluo ne segni visibili di cedimento.
E tette una seconda piena, però sue, oltre ad essere completamente depilata, definitivamente come mi dirà in seguito.

“Hai fame?” mi dice, “vorrai mangiare qualcosa dopo tutta questa ginnastica!?”.

“Si ho un buco nello stomaco” le rispondo, “vuoi che ci facciamo una pasta, ne hai”?

“Certo! Mangio come scopo, cosa pensi. Mi va bene, cosi la digerisci subito, e possiamo continuare!”

Indossa un sottile copricostume di lino o qualcosa di simile e sotto nuda ed io riesco solo a mettermi i boxer.

Le faccio una pasta al tonno e alici, non c’era molto in dispensa e non è che sia un gran cuoco, ma è comunque soddisfatta come una gatta alla fine.

“Spero che mi vizierai un pochino, se ti va?”.

“Ma non dovevi mostrarmi le scarpe scusa? Non ero qui per questo?”

Hai ragione vieni e presomi per mano mi porta al suo armadio guardaroba in cui dentro troneggia una monumentale scarpiera.

“Meriti un premio, aspettami a letto” mi sussurra.

Penso, Dio sta porca pazza cosa mi prepara?

Mi stendo e dopo cinque minuti, la vedo arrivare nuda con un paio di sandali alla schiava , tacco dodici, Sergio Rossi o Casadei, o che cazzo me ne frega, talmente guardandola mi è venuto duro.

“Se riesci ti faccio venire coi piedi e mi sborri sulle dita!”

Alle due, col cazzo anestetizzato, alzo anzi abbasso bandiera bianca.

Ci mettiamo a dormire, comunque abbracciati e così termina il mio primo incontro con Luisa.
 
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