TEMPO DI BILANCI...

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Se avessi lontanamente immaginato a cosa avrebbe portato il raccontare quello che mi stava accadendo, me ne sarei guardato bene dal farlo.
Roberta non la sento ne la vedo da circa una settimana e questo mi fa sperare che se anche non le è passata, per lo meno si sia messa il cuore in pace.

Ora, inevitabilmente, è tempo di bilanci.

Tutto quello che è capitato nelle ultime tre settimane mi ha letteralmente devastato, sia sul piano mentale che su quello fisico, considerato che non riuscivo a dormire più di due ore per notte... ora molto lentamente sto recuperando.
Dopo l'ultima decisamente accesa discussione con la mia compagna, ho iniziato a portar via le mie cose, deciso a dare un taglio anche a questa capitolo della mia vita e, guarda caso, da quando ho iniziato questo "trasloco" lei ha iniziato a diventare "stranamente" carina, gentile... sta lanciando segnali di avvicinamento, lasciando intendere che potrebbe tornare ad essere "sessualmente disponibile".
La considerazione mi sorge spontanea: ma quanto sanno essere puttane certe donne?
Eh si, perché non necessariamente per essere putfane bisogna praticare il mestiere più antico del mondo... anzi...
Per esperienza diretta posso dire che molte escort, accompagnatrici, pay o come altro si vuol definirle, pur esercitando il meretricio, tutto sono tranne che puttane!

Devo fare un po' di ordine ritrovare una sorta di equlibrio, in mezzo ad un oceano di difficoltà e problemi.

Da un anno a questa parte ero riuscito a mettere in una specie "stand-by" la mia vita sessuale, traguardo raggiunto con grande fatica, ma sempre in bilico.
Con una compagna che è una sorella, la mancanza di tempo da dedicare ad eventuali relazioni free e l'impossibilità per motivi economici di frequentare pay anche solo sporadicamente, non mi restava che cercare di "addormentare" quelle che sono le naturali pulsioni umane. L'ho fatto evitando accuratamente letture, immagini e quant'altro potesse essere comunque uno stimolo, ma non puoi impedire di vedere e spesso è sufficiente essere in giro, vedere le donne e ragazze che passeggiano per riaccendere i desideri... mi sono, in un certo senso, "violentato", ma alla fine ero riuscito ad entrare in qualcosa di simile ad un "limbo"... finché non è arrivata Roberta, che con i suoi 18 anni, la sua bellezza, l'allegria ed anche la sensualità, come uno tsunami ha frantumato le "mura" che faticosamente mi ero costruito attorno.

Con grande fatica, facendo appello ai miei principi, non dimenticando mai la bambina conosciuta tanti anni prima, ho resistito, anche se sono stato molto vicino a cedere.

Oggi mi ritrovo nel marasma totale, con tutti i problemi di prima, lavoro, soldi, debiti, tra un po' senza una casa che possa chiamarsi tale (perché quando me ne andrò da questa non so ancora dove finirò), e in più senza le difese che mi ero faticosamente e lungamente costruito.
Vorrei spiegare come ci si sente, ma non è facile... noi uomini siamo più indifesi e più "sottomessi" per quanto riguarda il lato sessuale, a meno che non si sia giovani, belli ed aitanti... una donna comunque sia, qualsiasi età abbia se ha bisogno semplicemente di sesso, se lo decide, un uomo lo trova quando vuole... non è così per noi, almeno non per me in questo momento.

Seguendo il consiglio di molti di voi mi sono deciso e ho iniziato a scrivere.
Da tempo avevo iniziato una specie di romanzo, anzi sarebbe più corretto chiamarla novella. Era una prima stesura, abbastanza di getto, lasciata da tempo nela memoria del PC.
L'ho ripresa e ho iniziato a lavorarci sopra, cambiando alcune parti, approfondendo alcuni passaggi, modificandone a tratti la trama... proverò a pubblicarlo (cosa non semplice) con la speranza che possa incontrare il favore di più lettori possibile e permettendomi così di guadagnare qualcosa e magari riuscire a "respirare" un poco.
Questo mi aiuta anche a distrarmi dai pensieri che affollano la mia emnte e le mie notti, ma non può annullare completamente il desiderio di abbracciare una donna, di sentire per qualche ora quel calore che solo un corpo femminile sa trasmettere, di perdermi negli abbracci, nei baci, di sentirmi comunque ancora vivo...

Mentalmente ho fatto un bilancio di questi miei 55 anni e non mi piace per niente... non lo metto nero su bianco perché una volta lì, parole davanti agli occhi, sarebbe come trovarsi una pistola puntata contro, quindi almeno per ora meglio lasciarlo ancora per un pò nella forma embrionale.

Scrivo qui, perché qui ho sempre scritto tutto di me, perché diversante non saprei a chi raccontare, con chi parlare, confidarmi, confrontarmi... quaLcuno potrà ritenerla una forma di autoanalisi, ma non è così... io non devo capire, quello l'ho già fatto, devo "solo" riuscire ad andare avanti, trovare soluzioni.

Non so se queste parole siano uno sfogo - non credo perché mi sento esattamente come prima di scriverle - o cos'altro, mi sono solo sentito di scriverle e metterle qui, niente di più...

A tutti voi un sereno week-end...!

ACE
 

Shrike

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io non devo capire, quello l'ho già fatto

La parte sociale dell'uomo tende a condividere i picchi della propria esistenza, così come a ricordarli, come fosse una traccia luminescente del proprio passaggio.
Mi fa piacere leggere che non hai raccontato per capire, perchè, del resto, solo tu potevi farlo.
 
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tra il Tevere e i loft.
Non c'è molto da dire, solo coraggio Ace...

Dispiace certo per la risoluzione che stai prendendo con la tua compagna, ma evidentemente i tempi sono maturi.

Se può consolarti anche io nel bilancio dei miei 37 anni, non è che sia molto soddisfatto.

Ma poi mi guardo intorno qui sopra, e vedo tanti padri di famiglia, con mogli e figli, anche loro a pay..a cercare quello che non sanno nemmeno loro, pieni di rotture di coglioni, di grane, con mogli esurite, figli a cui devi dimostrare sempre forza ed esempio..anche quando quella forza basta a mala pena per loro.

E allora viene da domandarti che cosa sia realmente la felicità..

Non lo so nemmeno io..:unknw:

Ancora coraggio ed un abbraccio.
 
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Se avessi lontanamente immaginato a cosa avrebbe portato il raccontare quello che mi stava accadendo, me ne sarei guardato bene dal farlo.

Però adesso lo sai ma non rinunci a farlo.
Si è riparato il giocattolo rotto.
Non so quanto il fatto che adesso non è off topic possa far piacere a TBG .. staremo a vedere.
 
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  • #5
Però adesso lo sai ma non rinunci a farlo.
Si è riparato il giocattolo rotto.
Non so quanto il fatto che adesso non è off topic possa far piacere a TBG .. staremo a vedere.

Non mi pare di aver fatto nulla e men che meno di aver riparato giacattoli rotti...
Secondo me qualche problemino devi averlo, diversamente non mi spiego questo tuo continuo "punzecchiare" e cercare inutili polemiche!
Ho fatto solo un cenno, ma ho parlato di tutt'altro, come dice il titolo del 3d, ma probabilmente non sei andato oltre le prime righe...
 
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Secondo me qualche problemino devi averlo..

Diversi in realtà.
Se vuoi apro un thread così li spiattello tutti.

Ho fatto solo un cenno

Due in realtà.
E il primo non è un semplice cenno.
Saprai benissimo cos'è l'incipit e quanto sia abbondantemente più importante del titolo.
Per quelli che non lo sanno è "il biglietto da visita" che serve a presentare il testo al lettore, determinante per convincerlo a proseguire nella lettura.

Scrivi, subito dopo la doverosa premessa:

Roberta non la sento ne la vedo da circa una settimana e questo mi fa sperare che se anche non le è passata, per lo meno si sia messa il cuore in pace.

per me è una paraculata.

Poi, forse è vero quello che dici tu.
Devo avere qualche problemino in più di quello che penso.
 
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Solo due considerazioni, di cui una non ti farà piacere.

Parto da questa, così cerco di "togliere il dente" subito.

E provare a riallacciare il rapporto con la tua compagna?
Ovvio che non è facile, ancor più ovvio che non ne avrai affatto voglia ma, prenderla seriamente da parte un giorno e dirle "Io e te dobbiamo seriamente parlare e immagini anche di cosa. Non raccontiamoci storie, è innegabile che da un anno a questa parte il nostro rapporto è cambiato ed è diventato qualcosa che non va bene. Io penso di volerti ancor bene e vorrei volertene anche per il futuro ma dobbiamo cambiare qualcosa. Dirci anche e ammettere cosa che non va, ma farlo, se vogliamo ritornare ad essere una coppia come eravamo prima"
Chiaro che se ancora nicchia o risponde picche, beh allora, ciao...arrivederci e buona vita.

La seconda considerazione è più innocua.
Le donne, per loro stessa ammissione, hanno un grosso vantaggio rispetto a noi maschietti: semplicemente hanno una specie di interruttore on/off per quanto riguarda il sesso (e forse anche l'amore). Lo posso spegnere quasi a comando e lasciarlo spento anche per tutta la vita se vogliono (e riattivarlo in qualsiasi momento).
Noi maschietti no, noi purtroppo abbiamo invece il loop: ogni tot volte al giorno pensiamo al sesso (e all'amore).
E' questo che ci frega.
 
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Prevedo che comporterebbe di preparare la valigia ogni volta che vuol scopare.
Il tempo di accorgersi dei problemi glielo ha dato. Ovvio che adesso nell'emergenza le soluzioni diventano facili ma sono forse credibili?

Il mio era un eventuale suggerimento.
Ho anche premesso che infatti probabilmente non ne avrebbe affatto voglia (intendo Ace, di valutare tale ipotesi).

"Perdonare" non è da tutti, anzi forse per pochi.
Ma se si riesce a farlo e a farlo veramente e in modo costruttivo, è meglio che la mera fine di un rapporto.
 
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Io parlavo in termini pratici. Io non mi fiderei della ripresa di un rapporto nata sotto la minaccia della separazione perché penserei che i cambiamenti siano soltanto una finta per cambiare tutto affinchè nulla cambi.
Ci sarebbe anche la versione psicologica, la scrivo in fondo così Ace può saltarla ed evitare di innervosirsi :wink:
La coppia sta attraversando una ricontrattazione del rapporto. Si parla di contrattazione quando ci si conosce e si stabiliscono delle convenzioni e regole comuni di comportamento; ad esempio quella della fedeltà è una regola contrattata comune alla maggior parte delle coppie ma ci sono anche quelle aperte. Ci si aspetta che la coppia condivida tutti i propositi e le aspettative ma in realtà la maggior parte dei fatti comuni sono frutto di un compromesso che è agevolmente accettato perchè il beneficio di soddisfare la persona amata supera di gran lunga il sacrificio. Si ha una ricontrattazione quando un componente della coppia esplicita che un fatto finora accettato non è più di suo gradimento. Se ne esce una nuova regola di comportamento bisogna fare anche una nuova concessione di fiducia e considerati i pregressi questo può essere difficile.
 
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...mi guardo intorno qui sopra, e vedo tanti padri di famiglia, con mogli e figli, anche loro a pay..a cercare quello che non sanno nemmeno loro, pieni di rotture di coglioni, di grane, con mogli esurite, figli a cui devi dimostrare sempre forza ed esempio..anche quando quella forza basta a mala pena per loro.

E allora viene da domandarti che cosa sia realmente la felicità...

Perfetta analisi, ma vedi cosa sia la felicità, mio malgrado l'ho capito... non pretendo di avere la verità assoluta in tasca, chiaro che parlo per quello che mi riguarda.

La felicità non è mai qualcosa di duraturo, non è una condizione raggiungibike e che puoi mantenere costante, sono attimi, momenti di emozioni fortissime, come quando diamo il primo bacio o come quando superi l'esame di maturità o ti laurei, come quando hai fatto l'amore la prima volta, o quando la ragazza che hai corteggiato per tanto ti dice si, e ancora come il giorno delle tue nozze o il primo giorno di convivenza.
La felicità è quando ti dicono che diventerai padre e quando lo diventi, quando terrai in braccio tuo figlio oer la prima volta e quando lo sentirai chiamarti "papà".
Sono attimi, momenti, più o meno lunghi, emozioni fortissime che non spariscono ma si affievoliscono.

Io ho sempre ambito invece alla serenità, qualcosa di meno "esplosivo" ma di duraturo... Per me significava il raggiungimento di obiettivi tutto sommato normali, "abbordabili", un lavoro da fare con passione e che ti permette di mantenere la tua famiglia dignitosamente, una famiglia da amare e che ti ama e ti apprezza, un figlio per il quale essere un esempio, una guida, una moglie o una compagna che ti desideri e da desiderare, da amare e "proteggere"...
Quello che moltissimi hanno, probabilmente la vita di molti iscritti a questo forum ai quali magari va stretta, che hanno desideri ed ambizioni più alte...
Ma che a me sarebbe stata benissimo, sarebbe stata la mia "serenità"... e l'avevo anche raggiunta, però molte donne non riescono a rivestire più ruoli e gestirli come momenti distinti della loro vita e cisì te le ritrovi figlie che diventano mogli e non riescono ad essere entrambe le cose e mogli che diventano madri e nin sanno essere nient'altro che questo perché finiscono con il mettere l'amore per il compagno/marito e quello per il figlio/figli sui piatti di una stessa bilancia... e regolarmente i piatti non stanno mai in equilibrio, ma pensono sempre verso i figli.
Non si accorgono di compiere l'errore più grande del mondo: pesare forme di amore diverse tra loro e non paragonabili: l'amore per il figlio o per il marito non lo puoi confrontare, non c'è ne è uno più garnde dell'altro, sono diversi, non può esserci un confronto...

A me è capitato tutto questo e alla fine di rimanere solo (la storia con la mia compagna è tutt'altra cosa) oggi con l'unica possibilità di cercare ed accontentarmi di brevi attimi di felicità ormai quasi impossibili da trovare...
 
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Solo due considerazioni, di cui una non ti farà piacere.

Parto da questa, così cerco di "togliere il dente" subito.

E provare a riallacciare il rapporto con la tua compagna?
Ovvio che non è facile, ancor più ovvio che non ne avrai affatto voglia ma, prenderla seriamente da parte un giorno e dirle "Io e te dobbiamo seriamente parlare e immagini anche di cosa. Non raccontiamoci storie, è innegabile che da un anno a questa parte il nostro rapporto è cambiato ed è diventato qualcosa che non va bene. Io penso di volerti ancor bene e vorrei volertene anche per il futuro ma dobbiamo cambiare qualcosa. Dirci anche e ammettere cosa che non va, ma farlo, se vogliamo ritornare ad essere una coppia come eravamo prima"
Chiaro che se ancora nicchia o risponde picche, beh allora, ciao...arrivederci e buona vita...

E perché mai non dovebbe farmi piacere ascoltare un tuo suggerimento?
Ci mancherebbbe altro...

Riallacciare il rapporto sarebbe la cosa migliore, visto che comunque, al di la di tutto, siamo legati da un grande affetto, ma l'affetto da solo non basta, almeno a me...
Oltretutto questa situazione non dura da una anno come dici tu, ma va avanti da ben 8 anni e per parlare bisogna essere in due a volerlo, ma soprattutto bisogna essere entrambi consapevoli di avere un problema... probabilmente anch'io avrò una parte di responsabilità nel suo "blocco", ma se lei non ammette l'esistenza "del problema ", se rifiuta un confronto, io non ho nessuna possibilità di capire e neppure di cambiare, se ho sbagliato in qualcosa...

Comunque prima di mettere la parola fine, tenterò ancora una volta di confrontarmi con lei.
 
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"Perdonare" non è da tutti, anzi forse per pochi.
Ma se si riesce a farlo e a farlo veramente e in modo costruttivo, è meglio che la mera fine di un rapporto.

Se lei ammettesse l'esistenza del problema, se capisse la sofferenza che mi ha causato in questi anni, e ancora se fosse disposta a parlarmi, se ancora, più semplicemente mi dicesse:

"Amore aiutami..."

ti assicuro che non ci sarebbe proprio nulla da perdonare, basterebbe abbracciarsi, scambiarsi un bacio e ricominciare insieme...

Ma questo è un sogno... e i sogni sono un'altra storia...
 
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Originariamente Scritto da AceCooper
Ho fatto solo un cenno



Due in realtà.
E il primo non è un semplice cenno.
Saprai benissimo cos'è l'incipit e quanto sia abbondantemente più importante del titolo.
Per quelli che non lo sanno è "il biglietto da visita" che serve a presentare il testo al lettore, determinante per convincerlo a proseguire nella lettura.

So benissimo cos'è un "incipit" e il mio non era questo, ma un cenno e basta, considerato che quello di cui ho parlato di seguito nulla ha a che vedere con il "biglietto da visita" tanto per usare le tue parole...
Che faccio? Presento il testo e parlo d'altro? Mah...!

Mi pare che tu non abbia molti argomenti di conversazione...
 
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Sempre in tema di bilanci,che non devono per forza riguardare solo il passato, ma che in quanto riflessi della quotidianità, ti tocca fare anche man mano che gli eventi si susseguono...

Visto il lungo periodo di astinenza e la mancanza di risorse per ovviare nel più tradizionale dei modi, ho iniziato a girovagare sui vari social con la speranza di concludere qualcosa e, giusto un paio di giorni fa, su Baddo, che da tempo avevo messo nel dimenticatoio, incontro Silvy, quarantenne, single, con la quale inizio amabilmente a chattare,anche invogliato dalle belle foto che aveva postato... le prime sicuramente datate dove veniva ritratta giovane e con un atteggiamento da modella professionista, bel corpo, bel viso e belle espressioni, le ultime due mostravano invece il viso di una donna per l'appunto sulla quarantina, con qualche segno dell'età, ma sempre decisamente una bella donna.
Fatto le verifiche del caso stabilisco che le foto non sono "rubate" da internet, stesso controllo faccio anche con il numero di cellulare che mi da poco dopo... fortunatamente non rimanda a niente, nessun sito o annunci di alcun genere.
La cosa sembra promettere bene, per cui sabato pomeriggio la chiamo... ha una bella voce, bassa non tanto di tono, ma proprio di volume, da l'idea di una persona pacata, tranquilla, molto socievole ed a tratti spiritosa.
Le conversazioni in chat erano state decisamente esplicite, quindi sapevamo benissimo se avessimo combinato un incontro, quale sarebbe stato lo scopo, l'ggetto dello stesso.
Lei mi intriga ed evidentemente faccio lo stesso effetto a lei, tanto che deciiamo di vederci lunedì mattina, ovvero oggi alle 9.30 a casa sua zona Mac Mahon.
Io sono di riposo quindi mi va benissimo.
Mi dice se mi va di portare delle brioches alla marmellata così facciamo colazione insieme... la trovo una richiesta originale, ma simpatica, quindi accetto con piacere.
Stamattina verso le 8 mi metto in macchina e una mezzora dopo mi arriva un suo sms.

"Ciao... scusami per il disturbo, ma non è che riusciresti a portare anche un pacchetto di caffè e il latte? Mi sono accorta che sono rimasta senza..."

Di incontri ne ha fatti tanti e di richieste strane ne ho ricevute, ma questa le supera tutte, comunque le rispondo di non preoccuparsi che ci penso io.
Arrivo e posteggio, entro nel cancello dove c'è il suo stabile, un bel palazzo elegante devo dire, percorro il vialetto con 'sto sacchetto della spesa in mano e quando entro nel portone mi ferma il portinaio che mi chiede dove stessi andando.

"Al quinto piano dalla signorina Silvy..."

"E ti pareva - commenta l'uomo - vada... vada pure..."

Quando la porta dell'appartamento si apre la vedo... capelli biondi, abito azzurro lungo e trasparente molto scollato, con due spacchi laterali che partono dai fianchi e arrivano fino alla fine dell'abito.
E' lei, quella delle foto, ma sciupata e con almeno dieci anni di più... una donna di 50 anni portati male...
Mi saluta dandomi mollemente la mano, entro e mi chiedi perché l'ho fatto... le do il sacchetto e lei mi ringrazia con un sorriso spento, quasi triste e un bacio sulla guancia, mi inviata a seguirla... la vedo più che camminare... "caracollare", come se dovesse cadere dai tacchi da un momento all'altro, mi fa accomodare in salotto.
La casa è spoglia, da l'impressione di un trasloco appena ultimato e infatti si scusa dicendo che è poco che si è trasferita in questo appartamento e non ha ancora finito di sistemarlo.
Più che disordine direi che è pieno di cose non in ordine... o con un ordine sbagliato... tipo un paio di scarpe femminili davvero belle su un ripiano della libreria.
Mi siedo su una poltrona e lei quasi di fronte.
Lo spacco si apre e come avevo immaginato non porta niente sotto e vedo sul suo lato sinistro, sopra l'inguine, una ferita di vecchia data, piuttosto lunga e profonda... si copre subito e si accende una sigaretta dicendo che va a preparare il caffè... le dico di farlo solo per lei, che io sono a posto e ho già fatto colazione...
Sul tavolo rotondo del salotto vedo un piatto pulito con delle posate e un calice per il vino usato, opaco e con del liquido residuo sul fondo, in un vano di un'altra libreria bassa una quantità di scatole di medicinali.

Silvy ha lo sguardo spento, la voce un po' impastata, come se stesse ancora dormendo o se fosse appena "caduta" dal letto.
Purtroppo è un atteggiamento che conosco fin troppo bene, è la fotocopia della mia carissima amica Milena, per me la sorella che non avevo mai avuto, morta 4 anni fa alcolizzata...
Silvy è un'alcolizzata, di quelle che non scherzano... infatti vedo nascoste dietro le tende una fila di bottiglie vuote.
La seguo in cucina, apre il frigo per riporre il latte... ed è completamente vuoto... nel lavandino un paio di piatti, delle posate e dei bicchieri sporchi... il bidoncino della spazzatura semi aperto da cui si intravedono le confezioni del take-away cinese...
Prepara a fatica la caffettiera che mi aveva chiesto di aprirle e poi di chiudere, perché da sola non ne aveva la forza.
Prende una tazza da un armadietto... la tazza è opaca, come di qualcosa non utilizzato da tanto... tutto è opaco in quella casa... lei è opaca... è un'ombra! L'ombra di quella che un tempo era stata sicuramente una donna molto bella e ancora prima una ragazza stupenda, oggi imbruttita dall'alcool.

L'aiuto a portare la tazza con il caffè e il latte in salotto mentre lei si è letteralmente avventata sulla prima delle quattro brioches che ho portato e che mangerà una dopo l'altra avidamente.
Mentre mangia e beve dalla tazza ho il tempo di guardarmi attorno: i farmaci che avevo visto prima sono quasi tutti psicofarmaci e tranquillanti e su uno sgabello vicino al tavolo che prima non avevo notato, una bottiglia di vodka vuota... ecco spiegato perché quando si è avvicinata non ho sentito odore d'alcool!
Mi siedo sulla poltrona, la guardo e le chiedo cosa fosse la ferita che avevo visto prima.

"Non volevo che la vedessi, non è l'unica... ne ho un'atra sopra il pube ancora più grande e brutta... io non mi spoglio mai quando faccio sesso, e lo faccio di spalle per non farle vedere perché sono brutte e mi vergogno..."

Le chiedo cosa sono, che interventi ha subito.
E lei mi spiega che risalgono a quindici anni prima quando venne picchiata dal suo compagno e in seguito alle percosse dovettero prima asportarle la milza e in seguito l'utero e le ovaie.
Non traspare nessuna emozione nel suo volto mentre racconta, continua a mangiare, come se quello che le è capitato fosse la cosa più normale del mondo.
Io non dico nulla, non riesco a dire niente... cosa potrei dirle?
Finisce l'ultima briosches e il caffé e si accende l'ennesima sigaretta...

"Tu non hai voglia di fare l'amore con me... vero?" mi chiede a bruciapelo.

La guardo, che dico? Non posso mentire, che senso avrebbe?

"No Silvy... non mi va... non credo sia una buona idea... scusa, ma non mi sembra tu stia benissimo..."

E' in pieno post-sbronza, sicuramente è passata dall'ubriacatura al sonno e dal sonno alla "sveglia", per quanto si possa definire sveglia una persona nel suo stato.

"Va bene... se non vuoi... magari la prossima volta che vieni... grazie per le cose che mi hai portato..."

Le dico di non preoccuparsi e mi avvio verso l'uscita.
Guardo i farmaci e le bottiglie vuote... le accreazzo il viso...

"Non esagerare, ne con queste, ne con quelle... soprattutto non prenderle insieme... ok?"

Lei annuisce abbassando lo sguardo... apro la porta ed esco dopo averla salutata.

"Grazie..." la sento dire mentre chiude.

Prendo l'ascensore e un minuto dopo sono fuori, finalmente un po' d'aria, mi sentivo soffocare.
Mentre guido per rientrare mi sento prendere da un misto di tristezza e disagio... non importa aver fatto la strada a vuoto, non aver "consumato"... non importano le oltre due ore buttate.
Provo una gran pena per quella donna sola in quella casa con le sue medicine e le sue bottiglie.
Non saprò mai se ha cercato questo incontro e sicuramente altri prima del mio, perché offuscata dai farmaci e dall'alcool, o perché in cerca di un po' di affetto, di una sorta d'amore per combattere il dolore, la solitudine e la disperazione.
Spero che non abbia preso il mio no come un rifiuto, ma come un gesto di rispetto e che questo le possa servire per non bere...

Almeno oggi...

ACE
 
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Ace.
Quando non vuoi tromba' le trovi giovani e belle.
Quando vuoi tromba' trovi dei troiai.
Non è che qualcuno ti ha fatto qualche macumba?:lol::lol:
 
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Ace.
Quando non vuoi tromba' le trovi giovani e belle.
Quando vuoi tromba' trovi dei troiai.
Non è che qualcuno ti ha fatto qualche macumba?:lol::lol:

Non è che non voglio trombare... è che quella giovane e bella non potevo proprio...! :mega_shok:

Sono assolutamente certo che qualcuno mi abbia fatto qualche macumba, sennò non si spiega tutto quello che mi sta capitando d quattro anni a questa parte...!
:unknw:
 
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Io ho una brutta teoria: quando mi capita qualcosa di "male" penso che sia perchè io stesso, molto spesso involontariamente, ho fatto male a qualcuno.
E' il male che torna indietro.
La consolazione è che, chi mi sta facendo male, a sua volta lo riceverà.
 
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Spero che non abbia preso il mio no come un rifiuto, ma come un gesto di rispetto e che questo le possa servire per non bere...
Un'altra storia di incapacità, probabilmente più reale dell'altra (l'incapacità, intendo) ed un altro eccesso di rispetto.
Spero che queste righe possano essere lette non come un giudizio ma come una interpretazione.
Il tuo no è stato un rifiuto e lei berrà di più perché non ha altro da fare. Lei cercava affetto, forse quello della breve parentesi di un'avventura sessuale poteva bastarle ma non l'ha avuto. Forse meriterebbe tanto ma non ha nemmeno il poco, pari al mendicante che tenta di entrare nel ristorante di lusso, forse alla salumeria di periferia avrebbe maggior successo.
Come l'altra volta condivido il tuo modo di agire e non le motivazioni che hai espresso. Una persona così sola non ha bisogno di due ore, avrei dovuto dedicarle tutta la vita e non me la sarei sentita. E' il motivo per cui non ho un animale da compagnia anche se mi piacciono e ne sento il bisogno: temo che non gli dedicherei le cure necessarie. E così lascio che il cane resti nel canile, a disposizione di qualcuno più adatto di me; così lascio Silvy alle sue bottiglie, sperando che qualcuno le offra il coraggio che né io né lei abbiamo avuto mai. Ma quel qualcuno non arriverà e lo sappiamo. E allora forse avremmo potuto leggere che non te la sei sentita di immergerti nel suo squallore, che quando pensi ad una donna pensi ad una persona che si ama e che sappia offrirti per quel tempo quello stesso amore di cui ha una precisa nozione. Una persona diversa da lei, una persona che non chiede, che non è tristemente costretta a chiedere.
Un'altra storia di sesso non consumato. Siamo portati a dare troppa importanza al sesso quando non ne ha, e troppo poca quando ne ha. Rappresenta quel rapporto tormentato che la nostra società ha con il sesso, quando nega che sia importante averlo e all'opposto ci insegna che farlo sia un evento importante.
Un'altra occasione in cui mi sarei probabilmente comportato come Ace, un'altra donna con la quale mi sarei sentito in colpa, per non averle saputo dare quel poco che mi aveva domandato.
 
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