ALLA RICERCA DI MARIA
Dopo il telegramma, segue il racconto completo ...
L'ennesima dipartita della mia prediletta (che, a sentire lei prima che si volatilizzasse, si protrarrà almeno sino al prossimo mese di agosto) mi obbliga a riaffacciarmi sul BdA con occhi nuovi, alla ricerca di qualche alternativa con cui riempire il vuoto creatosi. Uscito a Dalmine dall'autostrada, non entro subito nel parco giochi, ma mi dirigo piuttosto su per la Val Brembana, per vedere se la fortuna mi darà almeno la possibilità di vedere la Maria bulgara che dovrebbe prestare servizio notturno al Tamoil di Valbrembo, il cui nome avevo annotato nel mio taccuino già lo scorso inverno. Appena passato il cartello che annuncia l'inizio del paese, vedo un'OTR sul lato destro di una rotonda e un'altra più o meno a metà del successivo lungo rettilineo; quando finalmente sono al distributore dall'insegna rosso-blu, aguzzo la vista e mi si sembra di intravedere una fanciulla accovacciata nell'angusto spazio tra il pilastro che sostiene la pensilina e uno degli erogatori, apparentemente intenta a telefonare. Non mi pare bionda ma mora, per cui è più probabile che si tratti della sua amica Monica (così si diceva altrove in internet). Giro di boa alla successiva rotonda, ma mi ritrovo dietro una vetturetta dei CC con accese le luci blu fisse, per cui non posso subito svoltare nell'area di servizio e mi tocca invece ripetere il lungo rettilineo in direzione sud, sino all'altro giro di boa. La manovra mi fa evidentemente perdere troppo tempo, perché quando ripasso dal Tamoil non c'è più nessuna ragazza e l'unica nota positiva è che il prezzo del gasolio è tra i più bassi della zona, escludendo le "pompe bianche"
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Controllo l'orologio ed, essendo abbondantemente passata la mezzanotte e mezza, mi rendo conto che è ormai troppo tardi per le abitudini poco antelucane di quella coppia, per cui rientro mestamente sui miei passi, riprendendo la direzione di Dalmine.
Appena incrocio la tangenziale di Bergamo, la imbocco nella direzione del capoluogo e, come ho fatto innumerevoli volte, esco a Lallio. Stasera, però, sarà inutile infilare il muso della vettura nella stradina "di Anna" e passo invece sotto il cavalcavia, per immettermi sul BdA praticamente all'inizio, un centinaio di metri prima dell'UTB. Al semaforo, il pullman che ho davanti a me sembra quasi un segno del Cielo e mi strappa un sorriso: sul retro si legge un'enorme insegna "Perletti viaggi" e per un attimo mi immagino che Juliette abbia diversificato gli investimenti dell'enorme capitale accumulato in questi ultimi anni, acquistando anche una società di autotrasporti
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. Dopo avere bestemmiato all'indirizzo del conducente, perché ha a lungo esitato a ripartire e ha fatto perdere il verde alle macchine che erano accodate dietro di lui, e avere pazientato per un altro buon mezzo minuto, è finalmente giunto il momento di percorrere il BdA.
UN PAIO DI VASCHE LUNGO IL BdA
Svolto a destra e, cento metri più avanti, c'è già la prima OTR. Le passo accanto molto piano (anche perché, arrivando dalla stradina laterale, non ho nessuno dietro di me) e la scruto attentamente, per capire se sia
Luana o invece la sua rediviva sorellina: nonostante i classici stivali da OTR la innalzino decisamente da terra, mi sembra comunque più bassa della
fuckstar e quindi sarei quasi sicuro che si tratti di
Claudia, che era sparita dalla circolazione con l'arrivo della brutta stagione (se così possiamo definirla, per come è poi andata quest'anno ...). L'occasione è d'oro, perché sarebbe proprio lei la n°1 nella mia lista dei desideri, ma il dovere (morale) mi impone comunque di percorrere un'intera vasca sino alla rotonda di Boltiere, più che altro per controllare se la vice-prediletta Michela sia già rientrata dalle lunghe ferie che si era presa per Pasqua.
Vedo così la presunta Claudia dissolversi nello specchietto retrovisore e mi dirigo verso Lallio, per iniziare la cernita delle assenze e delle presenze. La prima delle piazzole vuote (quella di
Anna) non è certo una sorpresa: sarebbe stato forse più grave vederla già occupata da un'altra ragazza, perché sarebbe stato un segnale inequivocabile di una sua dipartita definitiva. Però, anche precedendo verso sud, sono parecchie le ragazze che non rispondono al contrappello di mezzanotte: la giunonica
Corinne, le Cheeseleaders
Elena ed
Emma (ma vedo parcheggiata la loro Punto), l'intera truppa del
KeBab, le Siadine
Maria e
Denisa, tutte le Paninare, le commesse della Socaf, le famose
ginnaste della Polisportiva Osiense e anche le
portinaie del motel Eden. Non ricordavo una desolazione simile da tempo immemore, ma probabilmente le fanciulle sono impegnate a sfondare le molle delle rispettive brande, perché il BdA è invece trafficatissimo e passo anche diverso tempo in coda ai vari semafori, che sono ancora in funzione. Tra le scarne presenze, si possono invece citare due fanciulle sulla destra al semaforo tra Bergamo e Lallio (
Cristina e Daniela, se non ricordo male i loro nomi), un'altra poco più avanti sulla sinistra, la peperina dal bel fondoschiena al primo Agip di Dalmine, una biondina carina al Trony,
Maria Bonita, la "nuova" Ginascore (un bionda assai più magra e piacente di chi l'ha preceduta e che credo di avere già visto altrove lungo il BdA) agli antipodi rispetto a quella che fu la postazione di
Eva Peugeot, la magrissima
Diana dalla chioma rosso-nera, la bionda
Corina alla successiva pensilina dell'autobus, due OTR dalla chioma mora (di cui una dai lunghi capelli raccolti un due codini alla Pippi Calzelunghe
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) alla rotonda di Osio Sopra, la pilotessa di una BMW Serie 1 (decisamente la
cuginha e non la
Perlettinha 
) nel parcheggio del famoso mobilificio, la solita presenza non memorabile alla prima rotonda di Osio Sotto, una ragazza dalla silhouette esile nella penombra sulla destra, una benzinaia al TotalErg, una ragazza in autoreggenti davanti all'edicola (che sia la rediviva Cristina?), la sempre graziosa
Mariana con i capelli agghindati in curiosi boccoli attorno al viso e la rossa
Sara di fronte a lei. Rincuorato dal ritorno di
Michela al Benaglia (che è affiancata dalla sua collega mora più piccola, la pilotessa della Mini dorata, e da un'altra bionda, che però non mi pare la leggendaria "polacca"
Monica), compio il giro di boa allo svincolo delle black (che è decisamente sovraccarico di presenze) e risalgo alla volta di Bergamo.
Le mie preoccupazioni erano sicuramente infondate, perché - tra questa risalita alla ricerca di Claudia e la discesa finale per tornare a casa - rivedrò tutte le fanciulle regolarmente in postazione, dalle ginnaste di Osio sino alla Corina di Bergamo
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. Per inciso, a notte ormai fonda, vedrò anche la piccola Denisa della Siad scendere brevemente e in abiti civili da un vecchia Lancia Ypsilon scura. Quando varco di nuovo la soglia dell'UTB, la
fucksister e lì e quindi, confidente nella quiete della tarda ora, mi concedo un comodo giro di boa al successivo semaforo. Mal m'incolga, perché l'utilitaria che è davanti a me ha esattamente le mie stesse intenzioni e mi precede nell'accostare di fronte alla morettina, obbligandomi così ad attendere almeno una mezz'oretta! Compio un po' di vasche più strette sino alla rotonda dell'autostrada di Dalmine (la cheeseleader Elena deve avermi persino riconosciuto, perché mi ha fatto palesemente cenno con il capo di fermarmi da lei, mentre transitavo a velocità ridotta davanti al Grana Padano
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) e dopo quindici-venti di minuti sono di nuovo all'UTB, nella speranza che il collega sia stato di gusti frugali e si sia accontentato di un incontro fugace tra le lamiere. Stavolta, per non rischiare di perdere il treno una seconda volta, percorro il sottopasso laterale che mi ha insegnato il mio amico cicciobg
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e sbuco sul BdA proprio di fronte alla Bergamo Isolanti. La postazione è desolatamente vuota, ma - mentre sto per ripartire - mi accorgo che una ragazza in
total black sta arrivando a piedi dalla mia destra. La galanteria, oltre che il rispetto del codice della strada, mi obbligano a cederle il passo e posso così osservarla meglio mentre mi passeggia davanti e poi attraversa lo stradone, per prendere posto: anche se ha un'abbronzatura che la rende quasi irriconoscibile, è decisamente la
fuckstar Luana! A questo punto, lascio che sia il destino a decidere quale delle
fucksisters incontrerò: mi bendo il volto (figurativamente, s'intende ...), mi dirigo verso Bergamo per far trascorrere qualche minuto e sperare che anche Claudia sia rientrata nel frattempo, compio il giro di boa e trepidante mi avvicino all'UTB, scoprendo di nuovo gli occhi ...
PER RICASCARE TRA LE BRACCIA DELLA FUCKSTAR, LA MIA VENERE DI TERRACOTTA
Il bicchiere, come recita il proverbio, è però solo mezzo pieno (o mezzo vuoto, a seconda dei gusti), perché c'è una sola ragazza davanti alla Bergamo Isolanti ed è propria quella cui avevo ceduto il passo qualche minuto prima. Non ho nessuno dietro e quindi posso accostare con calma. Non ho neppure il tempo di abbassare il finestrino e, senza troppi convenevoli, la mora mi sciorina il menu della casa, rassicurandomi anche sull'estrema vicinanza del suo
loft (anche se la mia domanda era del tutto retorica, perché ne conoscevo assai bene la localizzazione
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). Mentre mi parla la osservo meglio in volto e, non so se sia per l'abbronzatura di un marinaio cotto dal sole o per la nuova acconciatura che le copre parzialmente la fronte, la trovo meno "spigola" di quanto la ricordassi, al punto che per un attimo ho persino esitato sulla sua identità. Non è esattamente il primo nome che avevo annotato sul mio taccuino, ma si tratta pur sempre della celeberrima e pressoché introvabile
fuckstar, per cui la invito ad accomodarsi a bordo.
Mentre si siede anche lei mi osserva meglio in volto e noto subito che anche il suo si illumina improvvisamente, come se avesse riconosciuto qualcuno. "Ma noi ci conosciamo già, vero?", mi domanda a bruciapelo. "Non credo ... perché?", mi fingo scettico, bluffando un po' per sostenere la conversazione iniziale. "Quegli occhi ... sono sicura di averli già visti!", pare certa la mora. "Boh, vediamo ... Se riesco ad arrivare al tuo appartamento senza che tu mi dia alcuna indicazione, vuol dire ci ci siamo già conosciuti
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", la prendo in giro ancora un po'. Ho già varcato bello spedito l'UTB e sto procedendo diritto verso la Lallio, quando la fanciulla quasi mi grida nell'orecchio: "Rallenta! Rallenta! Qui devi girare a destra ...". Inchiodo e, proprio davanti a quella che era la mattonella di Anna, imbocco la vietta che costeggia la tangenziale di Bergamo. "Credo che allora non ci siamo conosciuti, perché io sarei andato diritto
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", le dico, mentre mi interrogo su chi diavolo sia la fanciulla che ho appena caricato. "Che abbia capito male e voglia condurmi alla sua sede operativa
outdoor?", mi interrogo un po' perplesso. Non c'è però bisogno di arrovellarsi troppo, perché la ragazza mi porge la mano e, col suo inconfondibile accento (e non solo) spagnolo, si presenta: "Piacere, io sono
Luana. Tu come ti chiami?". "Ma allora noi ci conosciamo
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Io sono XXX, ma tu hai decisamente cambiato appartamento
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", le rispondo, partendo così alla scoperta delle cose che le sono accadute negli ultimi 9 mesi (non ha avuto un altro figlio, devo subito deludere chi sperava in qualche
gossip dirompente ...)
Evito a questo punto di riportare un nuovo racconto completo, citando solo qualche fatto saliente. Come forse già noto a qualcuno, alla fine della scorsa estate aveva abbandonato la scena bergamasca, per trasferirsi in una località balneare spagnola e tentare di avviare un altro tipo di attività commerciale. Purtroppo (per lei), l'esperimento non ha avuto successo e quindi già alla fine dell'autunno era ricomparsa all'UTB, per poi concedersi una lunga sosta natalizia e riprendere il servizio permanente effettivo da gennaio. Ammetto di averla vista ben poche volte in postazione, un po' perché mi sono quasi sempre presentato a Bergamo nelle serate infrasettimanali (quando lei smonta sul presto, verso l'1) e un po' perché ero quasi sempre andato a colpo sicuro al loft di Anna. Anche ora, per motivi che chi la conosce un po' può facilmente immaginare (ma che mi sembra corretto omettere, per il rispetto della sua privacy), alterna 3-4 settimane di lavoro a 1 di pausa nel suo Paese d'origine.
Mentre transitiamo di fronte al suo nuovo loft, me lo mostra ma poi mi fa parcheggiare la macchina in un'area di sosta pubblica, per non recare disturbo ai vicini di casa. Indossato il gonnellone d'ordinanza ("da zingara", come lo definì lei stessa
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), mi fa strada verso il suo appartamento, che è un
pied-a-terre in una vecchia corte ed è sicuramente meno lussuoso di quello precedente. Varcata la soglia, ci mettiamo entrambi a ridere, perché la sorellina Claudia dev'essere impegnata con un watusso, i cui piedi si vedono sporgere per 30 centimetri buoni dal lettone che dev'essere stato posizionato nel soggiorno. In alternativa, le sta praticando un cunnilingus completamente disteso sul materasso ... Io e Luana svoltiamo invece a sinistra e ci accomodiamo in una piccola camera da letto, ove una branda matrimoniale molto spartana (una via di mezzo tra il giaciglio di Katia e Denise e un vero letto) sarà la nostra alcova d'amore.
"Ma, Luana! - esclamo mentre la osservo denudarsi - Dove sei stata per essere così abbronzata? Alle Maldive?
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". "Magari! - mi risponde la fuckstar - Sono appena stata a fare una lampada sul lettino e mi sono mezza ustionata". In effetti, se si eccettua il segno delle mutandine, tutto il suo corpo ha un'impressionante
color terracotta, che è alquanto innaturale in questo periodo dell'anno e che credo di avere visto ben poche volte in vita mia. Quando anch'io sono nudo come mamma mi ha fatto (e decisamente più pallido di lei ...), mi accomodo a mia volta sul lettone e la consueta declaratoria di Luana ("Come sta il tuo amichetto? Vieni qua, ché te lo divoro!") dà inizio alle danze. E' sicuramente un po' meno
fuckstar di come me la ricordavo nel primo - leggendario - incontro, ma il menu rimane uno dei più completi che si possano gustare lungo il BdA: carezze e succhiotti sul petto, un BJ effettuato con buona perizia, una breve "spagnola" con il mio fratellino avvolto dai suoi seni (rifatti), di nuovo un po' di stimolazione orale e poi la copulazione. Stavolta ci siamo limitati a due posizioni, partendo con la missionaria ("normale", nel gergo di Luana) e passando poi alla pecorina, con lei decisamente partecipativa (mi ha persino sgraffignato un po' la schiena con le sue unghie, mentre la abbracciavo da sopra) e sempre molto coreografica nel gemere e nell'incitare (ma sicuramente non ai livelli di Anna la cheeseleader, che nel frattempo ho reincontrato anche a Milano). Normale (per me) conclusione con HJ.
Durante la rivestizione e il viaggio di ritorno alla sua piazzola, è decisamente ciarliera e mi racconta i suoi progetti futuri, al punto che rimaniamo anche qualche minuto al parcheggio del
loft, mentre lei con calma si sfila il gonnellone e indossa nuovamente le high heels "da battaglia". Omettendo di nuovo i dettagli, può essere interessante riferire che dovrebbe rimanere sulla strada per un altro annetto abbondante, sino ad accumulare il capitale che le sarà necessario per poter vivere sostanzialmente di rendita, seppure senza particolari lussi, nel suo Paese d'origine. Poi, finalmente, potrà "finire con questa vita di m.", per citare le sue testuali parole.