[RECE] Alina "la passeggiatrice dell'autovelox" (ALB) - OTR notturna - Lomazzo (CO)
SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Lomazzo (CO)
ZONA: 45.693626,9.028768, ma io l'ho trovata al distributore TotalErg (45.693677,9.027175)
NOME: Alina
NAZIONALITA': Albanese
ETA': 21-22 stimati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: non più di una dozzina di minuti, showroom-to-showroom
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli castani di media lunghezza, viso grazioso e pulito, occhioni castani molto espressivi, fisico leggermente in carne ma non grasso, seno celato sotto un reggipetto a balconcino
ATTITUDINE: alle prime armi e troppo affezionata al suo cronometro ; caratterialmente e per savoir faire è invece una delle migliori OTR che abbia mai incontrato
LA MIA RECENSIONE:
Quando avevo incontrato Jenny, la "passeggiatrice dell'autovelox" era quella che mi aveva incuriosito di più. Pur non essendo una velina, il suo fisico un po' più in carne ma non grasso e il suo viso grazioso e pulito me l'avevano fatta annotare nella prima riga del mio taccuino. Le circostanze (ossia la maggiore rapidità dei colleghi) mi avevano però impedito di incontrarla e, non riuscendo mai a trovare in postazione la gettonatissima Cristina, avevo alla fine ripiegato sulla sua compagna di scuderia.
Una di queste ultime sere, di passaggio da Lomazzo, do un'occhiata alla fauna presente. Come al solito, Cristina è assente e lo stop di via Cristallo è occupato dalla sua amica mora più bassa. Purtroppo, anche lo scatolotto dell'autovelox - pur emanando bagliori blu nella notte - è desolatamente abbandonato a se stesso. Nell'area di servizio c'è solo la collega di Jenny (quella che non vedo lavorare praticamente mai e che è sempre in attesa di un principe azzurro che la porti via con sè, poverina) e più avanti, seduta sui "new jersey" di plastica colorata, c'è un'altra bionda/castana chiara, i cui lineamenti mi sembrano però abbastanza anonimi. L'obiettivo è però la ragazza dell'autovelox e quindi temporeggio un po', spingendomi sino al Q8 di Fenegrò da un lato (dove, come al solito, c'è la vetturetta di Sara ma non la sua pilotessa) e sino all'Eni di Lomazzo est dall'altro (dove la situazione è desolante, perché non intravedo neppure la coupé che ho associato alla presenza di Elena la finta russa).
FUORI IN 8 MINUTI
Trascorso un buon quarto d'ora di peregrinazioni, la ragazza finalmente ricompare alla postazione del finto autovelox, ma io sono ormai passato oltre e quindi mi tocca fare un giro dalle retrovie. Dopo un paio di minuti sono allo stop di via Cristallo, attendo con pazienza che la strada sia completamente libera (con l'amica mora della bella Cristina che mi scruta con fare un po' perplesso) e mi dirigo di nuovo verso il benzinaio. Una delle macchine appena passate ha però la mia stessa idea e accosta nello slargo sulla destra, una ventina di metri prima della fanciulla. Le sue intenzioni possono essere immaginate, ma non è del tutto chiaro perché non l'abbia affiancata direttamente, per l'intervista. In teoria ci sarebbe lo spazio per scavalcarlo e parcheggiargli davanti, proprio accanto alla ragazza dalla chioma castana, ma l'operazione equivarrebbe a un sorpasso con le bandiere gialle e quindi compio nuovamente il periplo dell'isolato, sperando che il presunto collega non abbia gradito la custode dell'autovelox e che non sia neppure il suo tassista, giunto per riaccompagnarla a casa (anche perché è già l'1:55). Quando ripasso, lo spiazzo è desolatamente vuoto e quindi mi concedo un mini-tour sino alle ambasciate bulgara e albanese, per temporeggiare una decina di minuti. Alle 2:03 (la precisione è indispensabile, per inquadrare la celerità della ragazza) sono di rientro a Lomazzo, vedo solo la morettina più piccola sotto la pensilina del distributore e svolto subito nella vietta successiva, per prepararmi all'ennesimo giro dell'isolato. Mentre mi sto addentrando nel cuore di quel quartiere residenziale, incrocio una vettura che procede nel verso opposto. A bordo ci sono un uomo e una ragazza, ma non riesco a identificarla, perché il contatto visivo è davvero fugace. Riesco però a leggere le iniziali della targa e mi sembrano proprio le stesse della vettura che aveva accostato non più di dieci minuti prima. Riguardo l'orologio della mia macchina e segna sempre le 2:03: "Otto minuti! Ammazza, quanto è stata veloce!", penso tra me e me, a questo punto un po' dubbioso se valga davvero la pena togliersi lo sfizio di incontrarla.
Di tutta la nuova combriccola di albanesi, mi è sembrata però la più carina e meno grezza, per cui decido di sfidare la sorte. Completato l'ennesimo periplo delle retrovie (ormai potrei quasi percorrere quelle stradine bendato ) e assicuratomi di nuovo di avere le spalle coperte, mi avvicino ad andatura moderata all'autovelox (e non perché tema di prendere una multa ). La postazione è sguarnita, ma è impossibile che la castana sia già salita sulla vettura di un collega: per questo, scruto con attenzione la piazzola del TotalErg e vedo che è lì, accovacciata di fianco alla morettina e probabilmente intenta a mettere al sicuro l'incasso delle ultime prestazioni. Metto la freccia ed entro a passo d'uomo, infilandomi nella corsia più interna e riparata alla vista. La ragazza si è nel frattempo rialzata e sta parlando con la collega della Jenny che avevo incontrato qualche settimana fa. Abbasso il finestrino ed entrambe si girano verso di me: la morettina è senz'altro la meno graziosa del gruppetto, mentre la castana ha proprio un bel visetto acqua e sapone, da brava ragazza. Se non fosse per la microscopica coulotte che indossa, anche l'abbigliamento è quasi da collegiale, con una canottiera rosa sgargiante e un golfino bianco abbottonato sopra, per ripararsi dal freddo. Insomma, un bel fiorellino che spero di poter cogliere in tutta tranquilità, visto che l'ora è tarda, la situazione è ormai calma e anche lei non dovrebbe essere più così assillata dall'esigenza di fatturare a tutto spiano.
SEMBRA DAVVERO UNA BRAVA RAGAZZA
"Ciao, sei ancora al lavoro o sono passato troppo tardi?", le domando, visto che sono quasi le due e un quarto della notte e altre volte avevo visto il gruppetto volatilizzarsi anche prima. Mi rassicura, con un tono e un modo di approcciarsi molto educato e gentile, per cui le domando se 20 sia il rate per il consueto BJ conoscitivo. Ricevutane la conferma, passa veramente un attimo prima che io pronunci il fatidico "Andiamo!" e che la ragazza sia a bordo della mia vettura. Come prevedibile, ci indirizziamo verso il trombodromo di quel settore di Lomazzo, usato praticamente da tutte le OTR operative in loco. Nel frattempo, inizio a fare la conoscenza della fanciulla, che si presenta come Alina e si dichiara di nazionalità albanese. "Alina? Ma non è un nome rumeno?", le domando. "Ovviamente è solo il mio nome professionale, quello vero è un altro", mi spiega. "Sì, questo l'avevo immaginato. Però mi soprende che tu abbia scelto un nome straniero (oltretutto quello più inflazionato ...) - commento - Magari avresti potuto sceglierne uno albanese, che sarebbe stato anche più esotico ". "Alina" mi spiega quindi come è arrivata a scegliere il suo nom de plume, dicendo di essersi ispirata a quello di una parente della sua collega di lavoro. Il modo in cui padroneggia la nostra lingua è davvero notevole e anche la parlata è praticamente priva di inflessioni, per cui le domando se abbia studiato l'idioma di Dante a scuola. "No, l'imparato guardando i cartoni animati in televisione" e inizia a elencarmi alcuni personaggi come Lupo Alberto e Topolino. Resto un attimo interdetto, perché io ero bambino e, probabilmente, quei cartoni erano già passati in televisione! O Alina è meno giovane di quei 21-22 anni che le attribuirei o la TV albanese è a corto di fondi e non può permettersi di pagare i diritti per programmi più recenti Mi sarei piuttosto aspettato che appartenesse alla generazione cresciuta a pane e Winx!
Al termine di questo piacevole chiacchierare, siamo finalmente nell'unico slot disponibile del trombodromo. Un'altra macchina è parcheggiata, con i fari accesi, lungo il muro perimetrale e quello che sembra un ns. collega sta chiacchierando amabilmente e sotto le stelle con la sua OTR preferita. "Che scema ... - commenta ridendo Alina - Sarà un quarto d'ora che è lì a parlare con il suo cliente! Nel frattempo, io sono già stata con un altro e sono arrivata qui con te!". Nel sentire queste parole, seppure pronunciate col sorriso sulle labbra, un brivido freddo inizia a scendere lungo la mia schiena ed è come se davanti a me comparisse un tabellone luminoso con scritto "8 minuti". Quanti probabilmente ne avrò a disposizione per poter varcare il traguardo (e, per il momento, non sono neppure in tenuta ginnica per iniziare la mia corsa a perdifiato ...).
Alina è sempre gentilissima ed educatissima, perché chiede il permesso per fare qualunque cosa: "Posso appoggiartelo qui? poi lo butto via io...", mi domanda, riferendosi al cartoccio di alluminio che conteneva il condom. "Puoi accendere la luce, almeno finché te l'ho infilato?", mi chiede, per facilitare l'operazione di incappucciamento. "Dimmi se ti sto facendo male ...", è sempre più premurosa, mentre aggiusta il profilattico sul fratellino ancora semiaddormentato. "Ok, se vuoi adesso puoi spegnere la luce", sono le penultime parole che pronuncia prima di dare inizio al BJ. Perché, in realtà, le ultime sono: "Se ti piace, puoi toccarmi anche le tette". E, nel mentre, si allarga un po' il golfino e si abbassa le spalline della canottiera, senza però scoprire realmente il seno, perché sotto indossa un reggipetto a balconcino. Ammaliato dal sorriso con cui mi guarda da non più di una spanna, accetto il suo invito e carezzo brevemente il suo decolletè, ma non riesco a toccare nulla più del suo sterno, perché i seni sono praticamente blindati e le coppe dell'impalcatura che li sorregge non sono neppure di tessuto elasticizzato ma del tipo rigido. Dovrei compiere una pericolosa torsione del polso, per riuscire a insinuare lì dentro i miei tentacoli... Oltretutto, non appena si chinerà se di me, non saprei proprio come continuare l'operazione senza slogarmi tutte le articolazioni del braccio.
TRE VOLTE "CI SIAMO?", CANTO' LA GAL(L)INA
Lascio quindi che Alina dia inizio al BJ e, approfittando del fatto che si è messa gattoni sul sedile del passeggero, mi accontento di carezzarle un po' la schiena e le gambe. Non c'è però contatto epidermico, perché il golfino, la canottiera e la coulotte sono state sapientemente incastrati l'uno nell'altro e, nel poco tempo a disposizione, non riesco a risolvere quello che sembra un rompicapo più complesso del cubo di Rubik. Anche le gambe non sono ancora nude (nonostante le temperature notturne stiano avvicinandosi a quelle estive), ma sono inguainate nelle solite calze trasparenti da OTR.
Qui, purtroppo, finisce l'idillio con Alina, perché il suo BJ appare abbastanza monotono e anche sin troppo soft per i miei gusti. "Di questo ritmo, non ci vorranno 8 ma 80 minuti!", penso tra me e me, mentre la osservo intrattenere il mio fratellino e le carezzo la schiena e la nuca. Lei non dev'essere però della stessa idea, perché - trascorso un tempo incredibilmente breve - mi domanda già: "Ci siamo?". "Siamo appena partiti ...", cerco di farle capire che non ha a che fare con un eiaculatore precoce. Forse un po' delusa di non essere riuscita a sbrigare la pratica in due minuti d'orologio, si cala di nuovo sull'asta, che comunque ha già acquisito un discreto turgore, dato che la fanciulla mi piace e dunque gli ormoni iniziano a fare in ogni caso il loro dovere. La seconda sessione d'immersione non è molto più lunga e insistita della precedente ed è già tempo perché mi chieda nuovamente: "Ci siamo?". "Siamo a buon punto - le mento, visto che il mio stato di eccitazione non ha fatto molti progressi - Insisti ancora un po'". Al che, Alina si rimette diligentemente al lavoro e io riprendo a carezzarla un po', sperando così di rilassarla e di farle dimenticare l'inesorabile scorrere della sabbia nella clessidra. Non devo però essere molto bravo, perché anche questa sessione è molto breve e, per la terza volta, mi domanda: "Ci siamo?". "A dire il vero, mancherebbe ancora un po'. Ma non posso credere che io sia così più lento degli altri tuoi clienti ...", cerco di essere gentile. "Guarda che sei davvero lungo!", esclama Alina, che evidentemente non ha ancora avuto la (s)fortuna di incontrarmi in appartamento e quindi di saggiare quanto sia difficoltoso portarmi oltre la linea del traguardo. "Se sei stanca, finisci pure con la mano", le propongo, ormai rassegnato.
A questo punto, si rimette più comoda sul sedile e inizia a prendersi cura del mio fratellino con la sua mano destra. Nel mentre, è in torsione col busto verso di me e continua a sorridermi e a guardarmi con i suoi occhioni castani da cerbiatta. Un po' ricambio il suo sguardo, un po' tengo gli occhi chiusi per cercare di concentrarmi sul mio piacere e un po' (forse troppo ...) tengo d'occhio i movimenti che accadono nelle retrovie, dove il nostro collega continua a chiacchierare con la sua OTR e dove vedo apparire dei fari all'orizzonte. Anche Alina deve accorgersi della cosa, perché ridendo appoggia la sua mano libera davanti allo specchietto retrovisore e mi sgrida, sempre con fare da infermierina premurosa: "Smettila di guardare lì! E' tutta una questione di testa: sei troppo nervoso ed è per questo che non riesci a venire!". Dopo un po', si ferma, dicendo che inizia a farle male la mano. Do un'occhiata al fratellino e noto che è incappucciato dal condom solo per metà, per cui accenno a rimetterlo in posizione. Alina interpreta questo intermezzo come il segnale della fine delle operazioni: "Vai avanti un po' tu?". "A dire il vero, stavo solo risistemando il profilattico", devo purtroppo deluderla. Seppure con entusiasmo sempre meno evidente, la fanciulla riprende a manipolare l'asta, permettendomi così di continuare a carezzarle un po' la schiena e le gambe. Ma il tempo è ormai agli sgoccioli e, dalla sua bocca, escono le parole che non avrei mai voluto sentire: "Io purtroppo non posso fermarmi di più! Se vuoi che andiamo avanti, dovresti darmi ancora qualcosa". Per quanto sia graziosa e la conversazione con lei piacevole, non me la sento di omaggiarla di ulteriori rose, giusto per lasciare che la sua mano continui ad accudire il mio fratellino. "Va be', fermiamoci pure", le dico, pensando già a quale delle altre fanciulle della provinciale dell'amore potrebbe essere incaricata di completare l'opera.
FACEVA LA CAMERIERA
Seguono le consuete operazioni di pulizia (praticamente solo per rimuovere il lubrificante depositato dal condom), effettuate con semplici fazzoletti di carta, perché Alina sembra sprovvista di quelli umidificati. In compenso, come avevo già apprezzato in Jenny, noto che pure lei è particolarmente attenta all'igiene, perché estrae dalla borsetta un flaconcino di disinfettante, lo versa sulle mani e se le strofina per un po'. Durante il viaggio di ritorno, mi racconta una vicenda più o meno simile a quella della sua collega, ossia di essere in Italia già da tre anni ma di avere iniziato questo lavoro solo due mesi fa, proprio lì dove hanno recentemente installato i finti autovelox. Anche se i racconti delle OTR vanno sempre presi col beneficio d'inventario, questo sembra credibile, perché né lei né Jenny mi sono sembrate particolarmente esperte nell'arte amatoria, eccellendo piuttosto in quella di tenere sott'occhio le lancette dell'orologio. Specialità, peraltro, in cui le albanesi occupano decisamente la prima posizione del ranking mondiale "E che lavoro facevi prima?", le chiedo un po' incuriosito. "La cameriera ...", mi risponde con qualche esitazione, che mi fa sospettare della veridicità della cosa. "Be', in effetti il piglio simpatico ce l'hai. Però non si guadagnava abbastanza, giusto?", le domando. "Insomma ...", è la sua replica un po' sibillina, che lascia intendere che ci sia sotto anche dell'altro.
"SPERO ALMENO CHE TI ABBIA DATO 50 EURO!"
"Chiamo un attimo la mia amica ... Quella che hai appena visto ripartire dopo di noi sulla XXX", mi dice, mentre siamo più o meno a metà del rientro. Sorprendentemente, la breve conversazione avviene in italiano e non in albanese (il che mi farebbe pensare che le due intrattenitrici non siano della stessa nazionalità). "Ma quanto sei rimasta con lui! Ti ha lasciato 50 Euro, almeno?", le domanda Alina ridacchiando. Pare che dall'altro capo del filo arrivi una risposta affermativa e dopo due brevi battute la telefonata viene chiusa. Cogliendo la palla al balzo, mi informo se disponga di un appartamento in zona (no) e se si appoggi eventualmente a un motel (sì), ma non sembra neppure caldeggiare più di tanto tale opzione, perché non mi snocciola il rate tra le quattro mura ma propone piuttosto un incontro più prolungato in macchina ("Se vuoi fare più con calma, per 40-50 possiamo rimanere più a lungo, la prossima volta ..."). Che, molto probabilmente, non ci sarà, per lo meno sinché non troverò il modo di farle lasciare l'orologio lì all'autovelox Essendo una ragazza così carina e a modo, vorrei spiegarle due cose su come, a mio avviso, avrebbe dovuto comportarsi con un cliente nuovo come me (meglio 5 minuti in più oggi e un aficionado in più domani, che il contrario), ma evito di cimentarmi in questa inutile paternale, che tanto troverebbe terreno assai poco fertile.
Non si fa riaccompagnare né all'autovelox né al benzinaio, ma allo sbocco di via Monviso, ove la sua collega più anziana (quella che sfalciava il prato qualche settimana fa) è appena tornata in postazione. Ci salutiamo e, mentre attendo di potermi reimmettere sullo stradone, vedo che la raggiunge e iniziano a chiacchierare tra loro in modo alquanto divertito. Decisamente deluso da una prestazione ampiamente al di sotto delle sue potenzialità (più una fidanzatina da invitare a cena che un'OTR da accompagnare al trombodromo, per sintetizzare in due parole l'incontro), mi dirigo verso oriente, ansioso di giungere a Lentate prima che vengano calate tutte le saracinesche.
SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Lomazzo (CO)
ZONA: 45.693626,9.028768, ma io l'ho trovata al distributore TotalErg (45.693677,9.027175)
NOME: Alina
NAZIONALITA': Albanese
ETA': 21-22 stimati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: non più di una dozzina di minuti, showroom-to-showroom
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli castani di media lunghezza, viso grazioso e pulito, occhioni castani molto espressivi, fisico leggermente in carne ma non grasso, seno celato sotto un reggipetto a balconcino
ATTITUDINE: alle prime armi e troppo affezionata al suo cronometro ; caratterialmente e per savoir faire è invece una delle migliori OTR che abbia mai incontrato
LA MIA RECENSIONE:
Quando avevo incontrato Jenny, la "passeggiatrice dell'autovelox" era quella che mi aveva incuriosito di più. Pur non essendo una velina, il suo fisico un po' più in carne ma non grasso e il suo viso grazioso e pulito me l'avevano fatta annotare nella prima riga del mio taccuino. Le circostanze (ossia la maggiore rapidità dei colleghi) mi avevano però impedito di incontrarla e, non riuscendo mai a trovare in postazione la gettonatissima Cristina, avevo alla fine ripiegato sulla sua compagna di scuderia.
Una di queste ultime sere, di passaggio da Lomazzo, do un'occhiata alla fauna presente. Come al solito, Cristina è assente e lo stop di via Cristallo è occupato dalla sua amica mora più bassa. Purtroppo, anche lo scatolotto dell'autovelox - pur emanando bagliori blu nella notte - è desolatamente abbandonato a se stesso. Nell'area di servizio c'è solo la collega di Jenny (quella che non vedo lavorare praticamente mai e che è sempre in attesa di un principe azzurro che la porti via con sè, poverina) e più avanti, seduta sui "new jersey" di plastica colorata, c'è un'altra bionda/castana chiara, i cui lineamenti mi sembrano però abbastanza anonimi. L'obiettivo è però la ragazza dell'autovelox e quindi temporeggio un po', spingendomi sino al Q8 di Fenegrò da un lato (dove, come al solito, c'è la vetturetta di Sara ma non la sua pilotessa) e sino all'Eni di Lomazzo est dall'altro (dove la situazione è desolante, perché non intravedo neppure la coupé che ho associato alla presenza di Elena la finta russa).
FUORI IN 8 MINUTI
Trascorso un buon quarto d'ora di peregrinazioni, la ragazza finalmente ricompare alla postazione del finto autovelox, ma io sono ormai passato oltre e quindi mi tocca fare un giro dalle retrovie. Dopo un paio di minuti sono allo stop di via Cristallo, attendo con pazienza che la strada sia completamente libera (con l'amica mora della bella Cristina che mi scruta con fare un po' perplesso) e mi dirigo di nuovo verso il benzinaio. Una delle macchine appena passate ha però la mia stessa idea e accosta nello slargo sulla destra, una ventina di metri prima della fanciulla. Le sue intenzioni possono essere immaginate, ma non è del tutto chiaro perché non l'abbia affiancata direttamente, per l'intervista. In teoria ci sarebbe lo spazio per scavalcarlo e parcheggiargli davanti, proprio accanto alla ragazza dalla chioma castana, ma l'operazione equivarrebbe a un sorpasso con le bandiere gialle e quindi compio nuovamente il periplo dell'isolato, sperando che il presunto collega non abbia gradito la custode dell'autovelox e che non sia neppure il suo tassista, giunto per riaccompagnarla a casa (anche perché è già l'1:55). Quando ripasso, lo spiazzo è desolatamente vuoto e quindi mi concedo un mini-tour sino alle ambasciate bulgara e albanese, per temporeggiare una decina di minuti. Alle 2:03 (la precisione è indispensabile, per inquadrare la celerità della ragazza) sono di rientro a Lomazzo, vedo solo la morettina più piccola sotto la pensilina del distributore e svolto subito nella vietta successiva, per prepararmi all'ennesimo giro dell'isolato. Mentre mi sto addentrando nel cuore di quel quartiere residenziale, incrocio una vettura che procede nel verso opposto. A bordo ci sono un uomo e una ragazza, ma non riesco a identificarla, perché il contatto visivo è davvero fugace. Riesco però a leggere le iniziali della targa e mi sembrano proprio le stesse della vettura che aveva accostato non più di dieci minuti prima. Riguardo l'orologio della mia macchina e segna sempre le 2:03: "Otto minuti! Ammazza, quanto è stata veloce!", penso tra me e me, a questo punto un po' dubbioso se valga davvero la pena togliersi lo sfizio di incontrarla.
Di tutta la nuova combriccola di albanesi, mi è sembrata però la più carina e meno grezza, per cui decido di sfidare la sorte. Completato l'ennesimo periplo delle retrovie (ormai potrei quasi percorrere quelle stradine bendato ) e assicuratomi di nuovo di avere le spalle coperte, mi avvicino ad andatura moderata all'autovelox (e non perché tema di prendere una multa ). La postazione è sguarnita, ma è impossibile che la castana sia già salita sulla vettura di un collega: per questo, scruto con attenzione la piazzola del TotalErg e vedo che è lì, accovacciata di fianco alla morettina e probabilmente intenta a mettere al sicuro l'incasso delle ultime prestazioni. Metto la freccia ed entro a passo d'uomo, infilandomi nella corsia più interna e riparata alla vista. La ragazza si è nel frattempo rialzata e sta parlando con la collega della Jenny che avevo incontrato qualche settimana fa. Abbasso il finestrino ed entrambe si girano verso di me: la morettina è senz'altro la meno graziosa del gruppetto, mentre la castana ha proprio un bel visetto acqua e sapone, da brava ragazza. Se non fosse per la microscopica coulotte che indossa, anche l'abbigliamento è quasi da collegiale, con una canottiera rosa sgargiante e un golfino bianco abbottonato sopra, per ripararsi dal freddo. Insomma, un bel fiorellino che spero di poter cogliere in tutta tranquilità, visto che l'ora è tarda, la situazione è ormai calma e anche lei non dovrebbe essere più così assillata dall'esigenza di fatturare a tutto spiano.
SEMBRA DAVVERO UNA BRAVA RAGAZZA
"Ciao, sei ancora al lavoro o sono passato troppo tardi?", le domando, visto che sono quasi le due e un quarto della notte e altre volte avevo visto il gruppetto volatilizzarsi anche prima. Mi rassicura, con un tono e un modo di approcciarsi molto educato e gentile, per cui le domando se 20 sia il rate per il consueto BJ conoscitivo. Ricevutane la conferma, passa veramente un attimo prima che io pronunci il fatidico "Andiamo!" e che la ragazza sia a bordo della mia vettura. Come prevedibile, ci indirizziamo verso il trombodromo di quel settore di Lomazzo, usato praticamente da tutte le OTR operative in loco. Nel frattempo, inizio a fare la conoscenza della fanciulla, che si presenta come Alina e si dichiara di nazionalità albanese. "Alina? Ma non è un nome rumeno?", le domando. "Ovviamente è solo il mio nome professionale, quello vero è un altro", mi spiega. "Sì, questo l'avevo immaginato. Però mi soprende che tu abbia scelto un nome straniero (oltretutto quello più inflazionato ...) - commento - Magari avresti potuto sceglierne uno albanese, che sarebbe stato anche più esotico ". "Alina" mi spiega quindi come è arrivata a scegliere il suo nom de plume, dicendo di essersi ispirata a quello di una parente della sua collega di lavoro. Il modo in cui padroneggia la nostra lingua è davvero notevole e anche la parlata è praticamente priva di inflessioni, per cui le domando se abbia studiato l'idioma di Dante a scuola. "No, l'imparato guardando i cartoni animati in televisione" e inizia a elencarmi alcuni personaggi come Lupo Alberto e Topolino. Resto un attimo interdetto, perché io ero bambino e, probabilmente, quei cartoni erano già passati in televisione! O Alina è meno giovane di quei 21-22 anni che le attribuirei o la TV albanese è a corto di fondi e non può permettersi di pagare i diritti per programmi più recenti Mi sarei piuttosto aspettato che appartenesse alla generazione cresciuta a pane e Winx!
Al termine di questo piacevole chiacchierare, siamo finalmente nell'unico slot disponibile del trombodromo. Un'altra macchina è parcheggiata, con i fari accesi, lungo il muro perimetrale e quello che sembra un ns. collega sta chiacchierando amabilmente e sotto le stelle con la sua OTR preferita. "Che scema ... - commenta ridendo Alina - Sarà un quarto d'ora che è lì a parlare con il suo cliente! Nel frattempo, io sono già stata con un altro e sono arrivata qui con te!". Nel sentire queste parole, seppure pronunciate col sorriso sulle labbra, un brivido freddo inizia a scendere lungo la mia schiena ed è come se davanti a me comparisse un tabellone luminoso con scritto "8 minuti". Quanti probabilmente ne avrò a disposizione per poter varcare il traguardo (e, per il momento, non sono neppure in tenuta ginnica per iniziare la mia corsa a perdifiato ...).
Alina è sempre gentilissima ed educatissima, perché chiede il permesso per fare qualunque cosa: "Posso appoggiartelo qui? poi lo butto via io...", mi domanda, riferendosi al cartoccio di alluminio che conteneva il condom. "Puoi accendere la luce, almeno finché te l'ho infilato?", mi chiede, per facilitare l'operazione di incappucciamento. "Dimmi se ti sto facendo male ...", è sempre più premurosa, mentre aggiusta il profilattico sul fratellino ancora semiaddormentato. "Ok, se vuoi adesso puoi spegnere la luce", sono le penultime parole che pronuncia prima di dare inizio al BJ. Perché, in realtà, le ultime sono: "Se ti piace, puoi toccarmi anche le tette". E, nel mentre, si allarga un po' il golfino e si abbassa le spalline della canottiera, senza però scoprire realmente il seno, perché sotto indossa un reggipetto a balconcino. Ammaliato dal sorriso con cui mi guarda da non più di una spanna, accetto il suo invito e carezzo brevemente il suo decolletè, ma non riesco a toccare nulla più del suo sterno, perché i seni sono praticamente blindati e le coppe dell'impalcatura che li sorregge non sono neppure di tessuto elasticizzato ma del tipo rigido. Dovrei compiere una pericolosa torsione del polso, per riuscire a insinuare lì dentro i miei tentacoli... Oltretutto, non appena si chinerà se di me, non saprei proprio come continuare l'operazione senza slogarmi tutte le articolazioni del braccio.
TRE VOLTE "CI SIAMO?", CANTO' LA GAL(L)INA
Lascio quindi che Alina dia inizio al BJ e, approfittando del fatto che si è messa gattoni sul sedile del passeggero, mi accontento di carezzarle un po' la schiena e le gambe. Non c'è però contatto epidermico, perché il golfino, la canottiera e la coulotte sono state sapientemente incastrati l'uno nell'altro e, nel poco tempo a disposizione, non riesco a risolvere quello che sembra un rompicapo più complesso del cubo di Rubik. Anche le gambe non sono ancora nude (nonostante le temperature notturne stiano avvicinandosi a quelle estive), ma sono inguainate nelle solite calze trasparenti da OTR.
Qui, purtroppo, finisce l'idillio con Alina, perché il suo BJ appare abbastanza monotono e anche sin troppo soft per i miei gusti. "Di questo ritmo, non ci vorranno 8 ma 80 minuti!", penso tra me e me, mentre la osservo intrattenere il mio fratellino e le carezzo la schiena e la nuca. Lei non dev'essere però della stessa idea, perché - trascorso un tempo incredibilmente breve - mi domanda già: "Ci siamo?". "Siamo appena partiti ...", cerco di farle capire che non ha a che fare con un eiaculatore precoce. Forse un po' delusa di non essere riuscita a sbrigare la pratica in due minuti d'orologio, si cala di nuovo sull'asta, che comunque ha già acquisito un discreto turgore, dato che la fanciulla mi piace e dunque gli ormoni iniziano a fare in ogni caso il loro dovere. La seconda sessione d'immersione non è molto più lunga e insistita della precedente ed è già tempo perché mi chieda nuovamente: "Ci siamo?". "Siamo a buon punto - le mento, visto che il mio stato di eccitazione non ha fatto molti progressi - Insisti ancora un po'". Al che, Alina si rimette diligentemente al lavoro e io riprendo a carezzarla un po', sperando così di rilassarla e di farle dimenticare l'inesorabile scorrere della sabbia nella clessidra. Non devo però essere molto bravo, perché anche questa sessione è molto breve e, per la terza volta, mi domanda: "Ci siamo?". "A dire il vero, mancherebbe ancora un po'. Ma non posso credere che io sia così più lento degli altri tuoi clienti ...", cerco di essere gentile. "Guarda che sei davvero lungo!", esclama Alina, che evidentemente non ha ancora avuto la (s)fortuna di incontrarmi in appartamento e quindi di saggiare quanto sia difficoltoso portarmi oltre la linea del traguardo. "Se sei stanca, finisci pure con la mano", le propongo, ormai rassegnato.
A questo punto, si rimette più comoda sul sedile e inizia a prendersi cura del mio fratellino con la sua mano destra. Nel mentre, è in torsione col busto verso di me e continua a sorridermi e a guardarmi con i suoi occhioni castani da cerbiatta. Un po' ricambio il suo sguardo, un po' tengo gli occhi chiusi per cercare di concentrarmi sul mio piacere e un po' (forse troppo ...) tengo d'occhio i movimenti che accadono nelle retrovie, dove il nostro collega continua a chiacchierare con la sua OTR e dove vedo apparire dei fari all'orizzonte. Anche Alina deve accorgersi della cosa, perché ridendo appoggia la sua mano libera davanti allo specchietto retrovisore e mi sgrida, sempre con fare da infermierina premurosa: "Smettila di guardare lì! E' tutta una questione di testa: sei troppo nervoso ed è per questo che non riesci a venire!". Dopo un po', si ferma, dicendo che inizia a farle male la mano. Do un'occhiata al fratellino e noto che è incappucciato dal condom solo per metà, per cui accenno a rimetterlo in posizione. Alina interpreta questo intermezzo come il segnale della fine delle operazioni: "Vai avanti un po' tu?". "A dire il vero, stavo solo risistemando il profilattico", devo purtroppo deluderla. Seppure con entusiasmo sempre meno evidente, la fanciulla riprende a manipolare l'asta, permettendomi così di continuare a carezzarle un po' la schiena e le gambe. Ma il tempo è ormai agli sgoccioli e, dalla sua bocca, escono le parole che non avrei mai voluto sentire: "Io purtroppo non posso fermarmi di più! Se vuoi che andiamo avanti, dovresti darmi ancora qualcosa". Per quanto sia graziosa e la conversazione con lei piacevole, non me la sento di omaggiarla di ulteriori rose, giusto per lasciare che la sua mano continui ad accudire il mio fratellino. "Va be', fermiamoci pure", le dico, pensando già a quale delle altre fanciulle della provinciale dell'amore potrebbe essere incaricata di completare l'opera.
FACEVA LA CAMERIERA
Seguono le consuete operazioni di pulizia (praticamente solo per rimuovere il lubrificante depositato dal condom), effettuate con semplici fazzoletti di carta, perché Alina sembra sprovvista di quelli umidificati. In compenso, come avevo già apprezzato in Jenny, noto che pure lei è particolarmente attenta all'igiene, perché estrae dalla borsetta un flaconcino di disinfettante, lo versa sulle mani e se le strofina per un po'. Durante il viaggio di ritorno, mi racconta una vicenda più o meno simile a quella della sua collega, ossia di essere in Italia già da tre anni ma di avere iniziato questo lavoro solo due mesi fa, proprio lì dove hanno recentemente installato i finti autovelox. Anche se i racconti delle OTR vanno sempre presi col beneficio d'inventario, questo sembra credibile, perché né lei né Jenny mi sono sembrate particolarmente esperte nell'arte amatoria, eccellendo piuttosto in quella di tenere sott'occhio le lancette dell'orologio. Specialità, peraltro, in cui le albanesi occupano decisamente la prima posizione del ranking mondiale "E che lavoro facevi prima?", le chiedo un po' incuriosito. "La cameriera ...", mi risponde con qualche esitazione, che mi fa sospettare della veridicità della cosa. "Be', in effetti il piglio simpatico ce l'hai. Però non si guadagnava abbastanza, giusto?", le domando. "Insomma ...", è la sua replica un po' sibillina, che lascia intendere che ci sia sotto anche dell'altro.
"SPERO ALMENO CHE TI ABBIA DATO 50 EURO!"
"Chiamo un attimo la mia amica ... Quella che hai appena visto ripartire dopo di noi sulla XXX", mi dice, mentre siamo più o meno a metà del rientro. Sorprendentemente, la breve conversazione avviene in italiano e non in albanese (il che mi farebbe pensare che le due intrattenitrici non siano della stessa nazionalità). "Ma quanto sei rimasta con lui! Ti ha lasciato 50 Euro, almeno?", le domanda Alina ridacchiando. Pare che dall'altro capo del filo arrivi una risposta affermativa e dopo due brevi battute la telefonata viene chiusa. Cogliendo la palla al balzo, mi informo se disponga di un appartamento in zona (no) e se si appoggi eventualmente a un motel (sì), ma non sembra neppure caldeggiare più di tanto tale opzione, perché non mi snocciola il rate tra le quattro mura ma propone piuttosto un incontro più prolungato in macchina ("Se vuoi fare più con calma, per 40-50 possiamo rimanere più a lungo, la prossima volta ..."). Che, molto probabilmente, non ci sarà, per lo meno sinché non troverò il modo di farle lasciare l'orologio lì all'autovelox Essendo una ragazza così carina e a modo, vorrei spiegarle due cose su come, a mio avviso, avrebbe dovuto comportarsi con un cliente nuovo come me (meglio 5 minuti in più oggi e un aficionado in più domani, che il contrario), ma evito di cimentarmi in questa inutile paternale, che tanto troverebbe terreno assai poco fertile.
Non si fa riaccompagnare né all'autovelox né al benzinaio, ma allo sbocco di via Monviso, ove la sua collega più anziana (quella che sfalciava il prato qualche settimana fa) è appena tornata in postazione. Ci salutiamo e, mentre attendo di potermi reimmettere sullo stradone, vedo che la raggiunge e iniziano a chiacchierare tra loro in modo alquanto divertito. Decisamente deluso da una prestazione ampiamente al di sotto delle sue potenzialità (più una fidanzatina da invitare a cena che un'OTR da accompagnare al trombodromo, per sintetizzare in due parole l'incontro), mi dirigo verso oriente, ansioso di giungere a Lentate prima che vengano calate tutte le saracinesche.