Annuncio Accesso ai siti pornografici - Decreto Caivano e controllo maggiore eta'

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Domande Frequenti (FAQ)

1) Cos’è il Decreto Caivano e cosa cambia per Internet?

È una legge italiana (Decreto Legge 123/2023, poi diventata Legge 159/2023) pensata per proteggere i minori da contenuti vietati su Internet, soprattutto quelli di tipo sessuale. La legge prevede che per accedere a questi siti sia obbligatorio un controllo serio dell’età.

Fonti ufficiali:

2) Chi è obbligato a fare questi controlli?

‼️ Tutti i siti e le piattaforme video che mostrano contenuti pornografici in Italia, anche se hanno sede in altri paesi. AGCOM pubblicherà una lista ufficiale dei soggetti coinvolti.

Riferimento: AGCOM

3) Quando entrano in vigore queste regole?

Dal 12 novembre 2025. I gestori dei siti avranno 6 mesi per adeguarsi. I siti esteri che si rivolgono al pubblico italiano avranno 3 mesi dopo la pubblicazione della lista.

4) Cosa vuol dire "doppio anonimato"?

‼️ È un sistema che tutela la privacy. Il sito non conosce la tua identità e il servizio che verifica l’età non sa a che sito stai cercando di accedere. Viene comunicato solo se l’utente è maggiorenne o no, senza altri dati personali.

Approfondimento: AGCOM - comunicato sul doppio anonimato

5) Posso cliccare solo "ho più di 18 anni" come prima?

No. Questo metodo non è più valido. Ora è necessario usare sistemi più sicuri e affidabili, come documenti, SPID, o strumenti simili.

6) Accedendo ad un sito pornografico, il controllo dell’età si fa una volta sola?

No, il controllo dell’età va fatto ogni volta che si entra nel sito. Se chiudi la pagina o resti inattivo per un po’, il sito ti chiederà di rifare la verifica.

‼️ Attenzione: i siti useranno sistemi ufficiali e certificati per controllare l’età. Per usare questi sistemi, è necessario identificarsi una sola volta presso il fornitore del servizio (cioè chi gestisce il controllo dell’età). Questo passaggio serve per associare la tua identità al fatto che sei maggiorenne. Una volta fatta questa registrazione iniziale (chiamata anche censimento dell’utenza), non dovrai più fornire dati personali ogni volta.
Quando accederai a un sito per adulti, il sistema comunicherà solo se sei maggiorenne oppure no, senza dire chi sei e senza trasmettere i tuoi documenti.

Dettagli tecnici: Delibera AGCOM 96/25/CONS - Allegati A e B

7) Il sito può fare il controllo da solo?

‼️ Non è raccomandato. La delibera AGCOM consiglia di affidarsi a fornitori esterni, indipendenti e specializzati, per garantire correttezza e privacy.

8) Quali leggi europee vanno rispettate?

Il sistema di verifica deve rispettare:
  • Il GDPR, cioè la legge europea sulla privacy
  • Il DSA (Digital Services Act), che riguarda la sicurezza online
Approfondimento: DSA - articolo 28 su EUR-Lex

9) Cosa rischiano i siti che non rispettano la legge?

AGCOM può bloccare l’accesso al sito dall’Italia e inviare avvisi ufficiali (diffide).

Avvisi e misure: AGCOM - comunicazioni

10) È vero che si può aggirare il sistema con una VPN?

Sì, è un rischio reale. Una VPN può far sembrare che l’utente si connetta da un altro paese. Tuttavia, AGCOM e le piattaforme possono adottare misure per ridurre questo problema.

Analisi: Agenda Digitale - VPN e aggiramento

11) Che caratteristiche deve avere un buon sistema di verifica?

  • Deve essere gestito da un fornitore indipendente
  • Deve avere un basso margine di errore
  • Deve essere semplice da usare
  • Deve controllare ogni accesso
  • Non deve creare ostacoli inutili agli adulti

12) Queste regole valgono solo per i siti porno?

Al momento sì, il focus è sui contenuti pornografici. Ma AGCOM raccomanda di usare gli stessi controlli anche per altri contenuti dannosi per i minori (es. violenza o gioco d’azzardo).

13) Cosa devono fare ora i siti web per adeguarsi?

  • Scegliere un fornitore per la verifica dell’età
  • Preparare una procedura semplice per l’utente
  • Aggiornare i documenti sulla privacy
  • Monitorare il sistema e gestire eventuali reclami
Guida ufficiale: Delibera AGCOM 96/25/CONS

14) Come viene protetta la privacy degli adulti?

Con un sistema che non raccoglie dati personali, ma fornisce solo la conferma dell’età. Chi verifica l’età è diverso da chi fornisce i contenuti.

15) Che effetti avrà per chi crea contenuti?

All’inizio potrebbe essere più difficile attirare nuovi utenti, ma nel tempo chi adotta sistemi sicuri avrà più fiducia da parte degli utenti e dei brand.

Analisi di settore: Agenda Digitale - effetto su creator e editori

16) Questa legge è in linea con l’Europa?

Sì. È pensata per essere compatibile con le regole europee e potrà essere aggiornata in futuro per seguire eventuali modifiche delle norme UE.

17) Si può usare lo SPID o la CIE per verificare l’età?

‼️ No, non è possibile utilizzare SPID. Il Decreto Caivano e la delibera attuativa di AGCOM (n. 96/25/CONS) escludono l’uso dello SPID e di altri strumenti di identità digitale riconosciuti dallo Stato, perché non garantiscono il principio del "doppio anonimato".

In parole semplici: con SPID si trasmetterebbero dati identificativi personali al sito, cosa che non è ammessa dal sistema di verifica dell’età previsto dalla normativa.

La verifica dell’età deve avvenire senza rivelare chi sei. Per questo motivo, devono essere usati sistemi alternativi, certificati e progettati per proteggere la privacy, che rilasciano solo un’informazione: se l’utente è maggiorenne oppure no.

Riferimento normativo:
  • Delibera AGCOM 96/25/CONS, Allegato A, art. 3 comma 6:

    “Non sono ammesse modalità di verifica dell’età che comportino l’identificazione dell’utente tramite strumenti di identità digitale (es. SPID, CIE, CNS) in quanto incompatibili con il principio del doppio anonimato.”

    Testo completo della delibera AGCOM


Fonti e Riferimenti

 
La discussione non verte sulla moralità del divieto, ma sulla proporzionalità e l'efficacia dello strumento statale.
La mia mentalità critica non elude la norma, ma ne smaschera i difetti pratici; un blocco facilmente bypassabile che spinge i minori su canali più pericolosi non filtrabili. Questo è un fallimento di ingegneria normativa, non di morale.
L'equiparazione non la faccio io, ma la fa il tuo approccio; se il sistema fallisce, la tua soluzione è punire l'adulto per un beneficio nullo al minore.
Ribadisco: la responsabilità genitoriale e l'educazione sono la vera soluzione.
Su queste basi, il confronto è concluso...
 
Guardate vi dico la verità a me hanno fatto solo un favore, i siti porno adesso erano diventati uno schifo, pieni di pubblicità di creator digitali che mettevano spezzoni senza il finale per poi farti andare sul loro sito a comprare il pacchetto..
Per quanto mi riguarda usavo già canali alternativi e continuerò come ho sempre fatto...
 
L'anonimato (o lo pseudo-anonimato) non è solo la copertura dell'hater e la fecca, è il meccanismo di protezione per chi è vulnerabile.
Pensiamo a dissidenti politici in regimi autoritari che rischiano la prigione se parlano con la loro vera identità.
Vittime di stalking o abusi che possono denunciare o cercare aiuto solo in modo anonimo per paura di ritorsioni.
Whistleblower che espongono corruzione aziendale o governativa.
Per tutte queste persone, l'obbligo di un identificativo digitale serio è un deterrente alla sopravvivenza o alla denuncia, non un filtro per la civiltà. Eliminare l'anonimato per togliere il caos significa eliminare il megafono a chi non ha altra voce e lo scudo a chi è in pericolo.
Capisco che la tossicità sia frustrante, ma non possiamo risolvere un problema di maleducazione e legalità creando un sistema che, se diffuso, avrebbe il potere di esporre e silenziare la libertà di espressione a livello globale. La difesa della libertà, anche nel caos, vale il rischio.

Accetto l'obiezione e mi scuso se ho portato la discussione sul piano politico, ma temo che sia ineludibile, perché stiamo parlando di uno spazio di espressione pubblica globale, non di un'attività privata regolamentata. Io temo che, su internet, questa revisione preventiva non sia una semplice patente, ma un filtro ideologico che premia la conformità. A questo mo riferivo.
Cercherò di astenermi da ulteriori risposte a meno che non siano strettamente inerenti alla questione in oggetto.
Per quanto riguarda i dissidenti politici stai di nuovo confondento l'identificarsi con la censura o la soppressione della libertà di parola, le vittime di stalking o abusi farebbero meglio a sporgere denuncia o rivolgersi alle apposite associazioni mentre la corruzione aziendale o governativa può essere denunciata in modo molto più efficace ad una testata giornalistica autorevole.
 
Per quanto riguarda i dissidenti politici stai di nuovo confondento l'identificarsi con la censura o la soppressione della libertà di parola, le vittime di stalking o abusi farebbero meglio a sporgere denuncia o rivolgersi alle apposite associazioni mentre la corruzione aziendale o governativa può essere denunciata in modo molto più efficace ad una testata giornalistica autorevole.
Buongiorno a tutto il forum e buon inizio settimana.
Rispondo solo perché sono stato citato, in verità capisco la distinzione, ma un futuro con l'identificazione obbligatoria genera un potente "effetto di raffreddamento". Per un dissidente o un whistleblower, la capacità di essere facilmente identificato è una minaccia di ritorsione che silenzia l'espressione in modo più efficace di una censura diretta. Quanto a vittime e abusi, l'anonimato è spesso il primo e vitale rifugio per cercare aiuto e informazioni prima di essere pronti per la denuncia formale, un passo che può richiedere mesi o anni.
è vero che la denuncia è la via principale, ma si ignora la realtà della paura. L'anonimato online non sostituisce la legge, ma è spesso l'unica porta d'accesso iniziale per cercare supporto, informarsi sui propri diritti, o testare le acque con gli altri nella stessa condizione, prima che una persona si senta emotivamente e fisicamente al sicuro per denunciare formalmente. Non possiamo eliminare questo primo, cruciale passo verso l'aiuto.

Tuttavia, come ha fatto notare l'amministratore, stiamo andando fuori tema, trasformando la discussione sulla verifica d'età per i siti per adulti in un dibattito più ampio sull'anonimato globale.

Torno al punto l'SPID, o qualsiasi sistema di verifica basato sull'identità, non è una copertura anonima a prescindere dal contesto. Se domani diventasse lo standard per l'accesso a contenuti sensibil , si aprirebbe la porta al rischio che il principio di tracciabilità sia poi esteso ad altri ambiti (dissidenza, denuncia, etc.) in futuro. Non si tratta di cosa è l'SPID oggi, ma di cosa potrebbe diventare se accettato come standard di accesso a contenuti sensibili.
Se domani il governo o un'autorità decide che anche la partecipazione a un forum politico, la lettura di certe notizie, o la partecipazione a una chat di supporto debbano richiedere l'accesso via SPID, il tuo "anonimato" (che è la tua protezione in quei contesti) viene completamente rimosso.

Per ora, mi fermo qui con l'anonimato. La mia preoccupazione in sostanza resta che l'obbligo di identificazione per i siti per adulti sia un precedente pericoloso.
 
Ultima modifica:
Mi sembra si parta da un presupposto discutibile: lo Stato visto come una sorta di Gestapo, più intento a reprimere che a tutelare. È innegabile che l’Italia debba ogni tanto "marcare il cartellino" rispetto alle direttive europee, anche solo per rientrare nei ranghi dopo anni di richiami e inadempienze. Detto questo, da qualche parte bisogna iniziare. L’anonimato online è un tema interessante, ma trattarlo come se fosse la chiave per risolvere un problema culturale è una semplificazione. Il vero nodo non è l’anonimato in sé, ma l’uso che se ne fa: troppo spesso è legato ad attività illecite o comportamenti che sfuggono alle regole, come se servisse a coprire ciò che non si dovrebbe fare.

Il porno, che non viene ancora riconosciuto socialmente come “stile di vita”, è circondato da pregiudizi e in certi casi anche con buone ragioni. L’accesso dovrebbe essere riservato a persone consapevoli, capaci di gestirne l’uso senza cadere nell’abuso. Il fatto che oggi sia disponibile indiscriminatamente ha già prodotto effetti distorsivi sullo sviluppo personale e sulla percezione delle relazioni. Quindi, pur comprendendo la volontà di proteggere la propria sessualità anche tramite strumenti anonimi, non sono d’accordo con l’idea che tutto debba essere accessibile a tutti. La maggiore età è sempre stata una soglia chiara, basti pensare ai cinema a luci rosse di una volta: documento alla mano e biglietto pagato.

Da questo punto di vista, il decreto sembra andare in quella direzione. È giusto? È sbagliato? Sicuramente non è la soluzione finale: è un atto d’urgenza, non una legge organica. Il vero banco di prova sarà vedere se e come verrà riformulato nel medio termine, per diventare uno strumento normativo stabile, in grado di bilanciare libertà individuali, tutela della persona e maturità culturale.
 
Mi scuso per il tono forse troppo enfatico sul tema; riconosco che l'intenzione primaria è la tutela. Però la mia preoccupazione non riguarda l'intenzione dello Stato oggi, ma il principio di architettura del sistema digitale che stiamo creando.
Concordo che l'anonimato copra l'illecito, ma è un trade-off che la democrazia ha sempre accettato per proteggere il lecito vulnerabile. Non possiamo eliminare l'unica via di salvezza (lo scudo del whistleblower o della vittima di abusi) solo per rendere la vita più difficile al malintenzionato. Il problema della criminalità è di competenza delle forze dell'ordine, non un problema da risolvere eliminando un diritto fondamentale alla privacy.
Con il cinema a luci rosse di una volta lì si verificava l'età, non si registrava l'azione. L'addetto al cinema non prendeva nota del suo nome e cognome per creare un database delle sue preferenze sessuali. L'uso di SPID o di un ID tracciabile per accedere a un sito per adulti equivale a registrare la sua scelta in un sistema centralizzato. Questa è una violazione della privacy sessuale che non esisteva nell'era analogica.
Hai ragione, questo decreto è solo un atto d’urgenza. Ma è proprio per questo che è pericoloso. Se accettiamo che, per "tutela" e per un atto non organico, sia lecito usare l'identità certa e tracciabile per l'accesso a contenuti sensibili, stiamo creando un precedente legale e tecnologico che potrà essere esteso ad altri contesti (politico, medico, sociale) in futuro.

Non è lo Stato che temo, ma la possibilità sistemica di tracciare le azioni individuali sensibili, oggi per il porno, domani per altro. La difesa della privacy in quest'ambito è la difesa del principio di un'identità non tracciabile per scelte personali che riguardano solo l'individuo.
 
Scusate tanto, ma se negli ultimi 3 giorno non è cambiato qualcosa, tutto sto bordello per l'applicazione della legge a 48, dicesi 48, siti porno quando ce ne saranno un dozzilione, alcuni più grandi e famosi di molti di quelli citati.
Mi sembra una cosa fatta un pochino a caso di cane.
 
lo scudo del whistleblower o della vittima di abusi)
Mi risulta che esista una procedura per il whistleblower e che essa non corrisponda all'utilizzo indiscriminato di "denunce" e "segnalazioni" sui social (ad esempio)
non si registrava l'azione.
Neanche adesso
L'addetto al cinema non prendeva nota del suo nome e cognome per creare un database delle sue preferenze sessuali.
L'ente certificatore non trasmette i dati nè li archivia: comunica solo "si/no". Punto
L'uso di SPID o di un ID tracciabile per accedere a un sito per adulti equivale a registrare la sua scelta in un sistema centralizzato.
Ti suggerisco di leggere le FAQ che ho pubblicato come primo messaggio di questa discussione.
 
Io veramente non capisco quale sia il problema. Abbiamo un hobby che ci espone ad ogni tipo di rischio, dal controllo delle forze dell'ordine al cognato che ci incontra sul pianerottolo di una prostituta e poi ci mettiamo il dubbio che, in barba a tutte le leggi sulla privacy, in un futuro indefinito qualcuno potrebbe scoprire che abbiamo visitato un sito porno.
Come se chiunque ci conosca rimanesse stupito da questa eventualità.
 
Mi risulta che esista una procedura per il whistleblower e che essa non corrisponda all'utilizzo indiscriminato di "denunce" e "segnalazioni" sui social (ad esempio)

Neanche adesso

L'ente certificatore non trasmette i dati nè li archivia: comunica solo "si/no". Punto

Ti suggerisco di leggere le FAQ che ho pubblicato come primo messaggio di questa discussione.
Grazie per i chiarimenti punto per punto.
Lo so esistono procedure ufficiali per i whistleblower, e sono fondamentali. Ma la mia argomentazione non riguarda la legalità del canale, bensì la praticità e la sicurezza percepita. Un whistleblower o una vittima di abuso spesso si trova in una crisi di fiducia assoluta verso qualsiasi istituzione. La possibilità di cercare informazioni o supporto online in uno spazio anonimo e non tracciabile è un meccanismo di primo soccorso e di verifica preliminare che precede, e non sostituisce, l'atto formale di denuncia. Non possiamo chiudere questo scudo perché esistono già procedure ufficiali.

Ho letto le FAQ (il suggerimento non era necessario), ma il mio punto non è tecnico, è di principio. Certo, l'ente certificatore comunica solo Sì/No al sito in tempo reale. Ma i Log sono Inevitabili; un sistema di identificazione sicura come SPID, per definizione e per legge (antifrode, sicurezza), genera log di sistema che indicano l'ora esatta in cui la sua identità è stata usata per un accesso. Non è necessario che il sito o l'ente archivino le preferenze sessuali; è sufficiente che il log di accesso esista da qualche parte nel sistema (statale o del gestore).
Questo log è l'equivalente digitale del documento alla mano e biglietto pagato che non esisteva al cinema. Il cinema non registrava il tuo nome e cognome. La tracciabilità di un ID digitale per accedere a contenuti privati è il precedente sistemico che trovo pericoloso.

In conclusione, e questo è il mio personale punto di vista: il problema non è la finalità attuale (verificare l'età), ma la funzionalità intrinseca dello strumento: SPID è progettato per eliminare l'anonimato. La mia preoccupazione è che accettare l'eliminazione dell'anonimato per un contenuto sensibile apra la porta alla sua estensione per eliminare l'anonimato in qualsiasi altro contesto sensibile in futuro. Ritengo che la difesa di questo principio valga il rischio di dover gestire le complessità dell'anonimato online.
Grazie ancora per l'opportunità di approfondire questo tema a me molto caro.
 
La possibilità di cercare informazioni o supporto online in uno spazio anonimo e non tracciabile è un meccanismo di primo soccorso e di verifica preliminare che precede, e non sostituisce, l'atto formale di denuncia. Non possiamo chiudere questo scudo perché esistono già procedure ufficiali.
Non ne usciamo: viene fornito uno strumento e questo non viene utilizzato perchè.... allora il problema è di chi vuole fare la segnalazione, scusami il termine "ad minchiam". Come se non vado in questura a fare una denuncia perchè da piccolo mi dicevano che se facevo il cattivo, sarebbero arrivati i poliziotti a mettermi in prigione.

Ma i Log sono Inevitabili; un sistema di identificazione sicura come SPID, per definizione e per legge (antifrode, sicurezza), genera log di sistema che indicano l'ora esatta in cui la sua identità è stata usata per un accesso. Non è necessario che il sito o l'ente archivino le preferenze sessuali; è sufficiente che il log di accesso esista da qualche parte nel sistema (statale o del gestore).
Questo log è l'equivalente digitale del documento alla mano e biglietto pagato che non esisteva al cinema. Il cinema non registrava il tuo nome e cognome. La tracciabilità di un ID digitale per accedere a contenuti privati è il precedente sistemico che trovo pericoloso.

Torniamo a bomba, la soluzione è semplice: niente porno online ma per logica e coerenza, niente conti online, niente social, niente amazon e via discorrendo.

SPID è progettato per eliminare l'anonimato.
SPID non è uno strumento che può essere utilizzato nel caso della certificazione della maggiore età. Ecco perchè ti ho rimandato alla lettura delle FAQ.
 
Apprezzo la schiettezza, ma trovo l'analogia con la "denuncia ad minchiam" ingiusta per le vittime vulnerabili. Il problema non è la pigrizia o la stupidità (che tu definisci "ad minchiam"); è la sopravvivenza. L'anonimato è un passo di primo soccorso emotivo e informativo, fondamentale quando la paura della ritorsione è un ostacolo insormontabile alla denuncia formale.

Niente log, niente online; la coerenza è nell'asimmetria del rischio. Non ci identifichiamo con SPID per comprare un libro su Amazon; i log che generiamo sono di terze parti. Chiedere un'identificazione certificata dallo Stato per l'accesso a contenuti sensibili è un livello di tracciabilità e un precedente sistemico differente e infinitamente più rischioso.

Riguardo a SPID, ho letto le FAQ il punto è che SPID è un ID tracciabile. Se il decreto non usa SPID ma introduce un sistema equivalente di certificazione basato sull'identità certa (come il futuro IT Wallet), la natura del rischio resta identica. La mia preoccupazione non è lo strumento tecnico X, ma il principio politico di tracciare la sessualità privata.

Grazie per la discussione, credo di aver espresso il mio punto di vista sul rischio sistemico. Mi fermo qui.


PS: Vorrei anche fare una breve precisazione sull'intervento dell'utente "oblomov": paragonare un rischio personale e circoscritto (essere beccati da un conoscente) al rischio di tracciabilità di massa di dati sensibili è una falsa equivalenza. Il problema non è lo stupore del cognato, ma il potere che si dà a chiunque possa accedere, anche in futuro, a quei log di accesso certificato, che per adesso è solo per i porno e diciamo pure "chi se ne frega"; ma penso sia un diritto e dovere di tutti voler guardare le cose anche in prospettiva.
 
Ultima modifica:
E' un decreto: la partita si inizia a giocare dal 12 in avanti.
Deh, Azzeccagarbugli...........riscrivo il messaggio che non si sa mai che qualche precisetti possa rimanere offeso:

Scusate tanto, ma se negli ultimi 3 giorno non è cambiato qualcosa, tutto sto bordello per l'applicazione di questa cosa(o meglio decreto) a 48, dicesi 48, siti porno quando ce ne saranno un dozzilione, alcuni più grandi e famosi di molti di quelli citati.
Mi sembra una cosa fatta un pochino a caso di cane.

E resta intatto che l'applicazione colpisce 48 siti(di cui almeno 46 minori) su un triliardo di siti, molti dei quali più noti di almeno dei 46 già citati.
 
Ribadisco: hai timore per i tuoi dati? Allora la soluzione è drastica: niente online, punto. Ogni contenuto che visualizzi sul tuo dispositivo comporta, anche se in minima parte, una forma di tracciamento. È tecnicamente inevitabile. Sei sempre identificabile, con o senza SPID, con o senza sistemi di autenticazione. È come le malattie sessualmente trasmissibili: l’unico modo per evitarle al 100% è l’astinenza.

Il punto reale non è eliminare il rischio, ma ridurlo al minimo, ed è proprio in questa direzione che va il sistema scelto per verificare la maggiore età: garantire un controllo proporzionato, che protegga i minori senza compromettere inutilmente la privacy degli adulti. Quanto al mio tanto discusso “ad minchiam”, voglio essere chiaro: se hai davvero qualcosa da segnalare, esistono strumenti ufficiali sufficientemente anonimi, pensati per tutelare chi si trova in situazioni di debolezza o disagio. Le autorità e le piattaforme mettono già a disposizione canali sicuri e riservati per farlo.

Ma se nonostante questo scegli comunque di non usarli e usi l’anonimato come scudo per non assumerti alcuna responsabilità allora, per quanto possa suonare scomodo, il problema non è del sistema, ma tuo. Le tutele esistono, sta a te decidere se utilizzarle o meno.
 
Intanto panico fra le OF vedo che danno istruzioni su come fare per iscriversi aha. Penso che è stato fatto soprattutto per questi siti il divieto
Staremo a vedere sono proprio curioso, teoricamente OF non è come il sito porno che tutti ci vanno... è un social con obbligo di pagamento quindi non credo proprio che un semplice codice generato tramite identificazione sia un problema.. è gente già abituata a inserire carte, conferme codici otp della banca, ecc.
 
Potrebbe essere ma quelle che seguo su TG per vedere se incontrano sembrano nel panico sono giorni che mandano messaggi dove dicono che spiegano come fare a entrare senza spid come restare anonimo. Va a finire che dovranno incontrare davvero vedremo
 
Allora in diretta ore 2.30 del 12 11 2025
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per ora è tutto.................
 
Ultima modifica:
Potrebbe essere ma quelle che seguo su TG per vedere se incontrano sembrano nel panico sono giorni che mandano messaggi dove dicono che spiegano come fare a entrare senza spid come restare anonimo. Va a finire che dovranno incontrare davvero vedremo
Infatti OF non è nell'elenco dei siti previsti dal decreto e comunque, leggendo vari articoli, trovo che si è comunque adeguato alla normativa.

Vuoi vedere che quella che sembrava un problema per noi, ora diventa un'occasione? Se serve a disincentivare il virtuale..
 
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