Aids, in Italia nuova infezione ogni 2 ore. corriere.it

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Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

Se vi ricordate l avevo postato anche prima del black out e visto l importanza dell argomento mi sembra doveroso ripostarlo, anche perchè a mio parere sono indicazioni peculiari e molto utili per fare chiarezza sull argomento.

Giornata mondiale contro l'AIDS

La Giornata mondiale contro l'AIDS, indetta ogni anno il 1 dicembre, è dedicata ad accrescere la coscienza della epidemia mondiale di AIDS dovuta alla diffusione del virus HIV. La ricorrenza è stata scelta in quanto il primo caso di AIDS è stato diagnosticato il 1° dicembre 1981. Da allora l'AIDS ha ucciso oltre 25 milioni di persone, diventando una delle epidemie più distruttive che la storia ricordi. Per quanto in tempi recenti l'accesso alle terapie e ai farmaci antiretrovirali sia migliorato in molte regioni del mondo, l'epidemia di AIDS ha mietuto circa 3,1 milioni di vittime nel corso del 2005 (le stime si situano tra 2,9 e 3,3 milioni), oltre la metà delle quali (570.000) erano bambini.
L'idea di una Giornata mondiale contro l'AIDS ha avuto origine al Summit mondiale dei ministri della sanità sui programmi per la prevenzione dell'AIDS del 1988 ed è stata in seguito adottata da governi, organizzazioni internazionali ed associazioni di tutto il mondo.
Dal 1987 al 2004 la Giornata mondiale contro l'AIDS è stata organizzata dall'UNAIDS, ovvero dall'organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa della lotta all'AIDS, la quale, in collaborazione con altre organizzazioni coinvolte, ha scelto di volta in volta un "tema" per la Giornata. Dal 2005 l'UNAIDS ha demandato la responsabilità dell'organizzazione e gestione della Giornata Mondiale alla WAC (The World AIDS Campaign), un'organizzazione indipendente, che ha scelto come tema per l'anno - e fino al 2010 - Stop AIDS: Keep the Promise (ovvero Fermare l'AIDS: manteniamo la promessa) tema che non è strettamente legato alla Giornata Mondiale ma che rispecchia l'impegno quotidiano della WAC.
(http://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_m ... tro_l'AIDS)

INFO AIDS

Il virus HIV, Virus dell'Immunodeficienza Umana, è un retrovirus, cioè un virus a RNA, che attacca alcune cellule del sistema immunitario, principalmente i linfociti CD4, che sono importantissimi per la risposta immunitaria, indebolendo il sistema immunitario fino ad annullare la risposta contro virus, batteri, protozoi e funghi. La distruzione del sistema immunitario causa una sindrome che si chiama AIDS (o, in italiano, SIDA: Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita). Una persona affetta da SIDA è maggiormente esposta alle infezioni.
Tuttavia le infezioni tipiche di questa sindrome sono solo una ventina distinte in:
- Infezioni da batteri e protozoi, tra cui sono frequenti: Pneumocistosi, una polmonite causata da un protozoo di nome Pneumocistis Carinii; Toxoplasmosi, causata dal Toxoplasma Gondii, un protozoo che colpisce il cervello, l'occhio e raramente il polmone; La Tubercolosi, causata dal bacillo di Koch.
- Infezioni da virus tra cui Herpes, infezione da CitoMegaloVirus e HHV-8.
- Tumori: Linfomi, tumori delle ghiandole linfatiche; Sarcoma di Kaposi.
- Infezioni micotiche tra cui è frequente l'infezione da Candida, un fungo che nelle persone immunodepresse si può sviluppare in bocca, nell'esofago e in altre parti del corpo.

Che differenza c'è tra sieropositività e AIDS?
Quali sono gli esami importanti per diagnosticare la malattia?

Quando una persona entra in contatto con l'HIV può diventare sieropositiva. Questo può verificarsi dopo un certo periodo, detto periodo finestra, che può durare fino a sei mesi.
Sieropositiva è una persona che presenta la positività alla ricerca di anticorpi dell'HIV nel siero.
Il test quindi non indica la presenza del virus, ma solo degli anticorpi specifici che il nostro sistema immunitario ha sviluppato dopo il contatto col virus. Se il test risulta negativo va comunque ripetuto allo scadere dei 6 mesi, calcolati a partire dall'ultimo episodio ritenuto a rischio. Un persona che risulta positiva al primo test, il test ELISA (Enzime Linked Immuno Sorbent Assay), viene sottoposta ad altri test di conferma, tra cui il Western Blot, più sicuro ma che non viene utilizzato come primo test per problemi di costi. Poi vengono effettuati test per valutare se e quanto il virus HIV ha danneggiato il sistema immunitario, tra cui fondamentale è la conta dei linfociti CD4.
È disponibile infine un esame molto significativo che misura la quantità di virus (copie di RNA virale) nel siero. Questo esame è fondamentale perché permette tra l'altro una verifica indiretta dell'efficacia dei farmaci antiretrovirali.
Esistono anche analisi sul genotipo e fenotipo virale, che servono a individuare i ceppi mutanti resistenti ai farmaci. È possibile effettuare questo esame in diversi ospedali e laboratori privati, convenzionati e no.
Se in una persona si ritrovano gravi danni al sistema immunitario e la presenza di infezioni opportunistiche, si diagnostica l'AIDS.
In realtà la distinzione tra sieropositività e AIDS conclamato si basa su criteri schematici. È nata negli Stati Uniti da esigenze assicurative. In alcuni casi si può stare meglio nella condizione di AIDS conclamato che in quella di sieropositività.

Come si trasmette l'infezione da HIV?

Il virus può essere presente oltre che nel sangue anche in altri liquidi biologici. In particolare nello sperma e nelle secrezioni vaginali l’HIV può essere presente in grande quantità.

L'infezione da HIV si trasmette in tre modi:
- Per via ematica.
Le trasfusioni di sangue infetto possono trasmettere il virus HIV. In Italia dal 1988 il sangue destinato a trasfusioni viene sottoposto a screening per il virus HIV.
Lo scambio di siringhe può trasmettere il virus HIV. Iniettarsi droghe con siringhe nuove non trasmette alcun virus, ma può portare a comportamenti a rischio come appunto lo scambio di siringhe.
- Per via sessuale, argomento trattato a seguire.
- Per via verticale.
La madre può trasmettere il virus HIV al figlio durante la gravidanza, al momento del parto o durante l'allattamento. La possibilità che questo avvenga si riduce fortemente se la madre è in terapia con antiretrovirali, fino ad essere meno del 10%. Il bambino non avendo anticorpi propri eredita gli anticorpi della madre, quindi può nascere sieropositivo, ma non avere il virus. In questo caso il bambino ritornerà sieronegativo durante i primi mesi di vita.
Studi recenti dimostrano una notevole riduzione di casi di trasmissione dell'HIV nel caso in cui la madre sia sottoposta ad idonea terapia durante la gravidanza e partorisca con parto cesareo.

Rapporti a rischio:
In quali tipi di rapporti sessuali si trasmette il virus HIV?

Il rapporto di penetrazione vaginale è a rischio.
Il preservativo, se utilizzato correttamente e dall'inizio del rapporto, protegge.

Il rapporto di penetrazione anale è a rischio. La mucosa anale è delicata e soggetta a lesioni, inoltre nel rapporto anale vi è meno lubrificazione, quindi maggior possibilità di frizione e conseguenti microtraumi.
Anche in questo caso il preservativo, usato correttamente, dall'inizio del rapporto e con un lubrificante adatto, protegge.

La fellatio, comportamento sessuale caratterizzato dalla stimolazione orale del pene (pompino), è a rischio.
Una persona sieropositiva che pratica la fellatio a una persona sieronegativa non rischia di trasmettere l'infezione. Il rischio si corre quando la persona cui è praticata la fellatio è sieropositiva.
Sulla possibilità di trasmissione dell'HIV attraverso la fellatio vi è comunque un dibattito tra chi considera questa pratica a rischio di trasmissione dell'HIV e chi sostiene che la possibilità è solo teorica (plausibilità biologica).
È comunque consigliabile praticare la fellatio con il preservativo, ma nel caso non lo si utilizzi è necessario evitare lo sperma in bocca.

Il cunnilingus, comportamento sessuale caratterizzato dalla stimolazione orale dell'organo genitale femminile è a rischio.
Le secrezioni vaginali possono contenere il virus HIV, pertanto esiste una possibilità (solamente teorica, perché nella realtà non esistono casi accertati) di trasmissione dell'infezione. Il cunnilingus è da evitare nel caso di mestruazioni.
L'utilizzo della diga interdentale o comunque di uno strato in lattice (che si può ottenere da un preservativo) applicato come barriera elimina il rischio.

L'anilingus, la stimolazione orale dell'ano (rimming) è una pratica considerata a rischio per altri tipi di infezione. Per proteggersi è consigliabile l'uso della diga

Il fisting, cioè la penetrazione anale col pugno è considerata a rischio per la facilità di provocare lesioni attraverso le quali potrebbe passare il virus.

La pioggia dorata (golden shower) può essere pericolosa in presenza di sangue in quantità cospicua nelle urine.

L'HIV NON si trasmette

Nei contatti quotidiani. Nessun familiare di una persona sieropositiva è mai stato infettato. In caso di convivenza con una persona sieropositiva é sufficiente rispettare le comuni norme igieniche: non usare oggetti che possono entrare in contatto con il sangue, cioè spazzolini da denti e oggetti taglienti come forbici, rasoi, ecc.
Il virus HIV non si trasmette:
Abbracciandosi. L'atto di abbracciarsi e stringersi non trasmette l'infezione.
Accarezzandosi. L'HIV non si trasmette scambiandosi carezze.
Baciandosi. Non è mai stato segnalato un caso di contagio attraverso il bacio.
Masturbando il partner, a condizione che lo sperma o le secrezioni vaginali non vengano a contatto con ferite aperte.
Facendo il bagno o la doccia insieme.
L'utilizzo in comune di vibratori e altri oggetti di questo tipo è sicuro a condizione che si metta un preservativo sull'oggetto e lo si sostituisca ad ogni nuova penetrazione. Buona pratica è lavare il vibratore, o altro, in un disinfettante.

Cos'è il test
Il test consiste in un normale prelievo di sangue che, analizzato, diagnostica la presenza o meno dell'infezione da Hiv.
È articolato in due livelli: l'Elisa, test di I livello, cui segue, in caso di esito positivo o dubbio, il Western Blot (wb), di II livello o di conferma, l'unico in grado di conferire la totale certezza del risultato.
Il test serve a rilevare la presenza nel sangue degli anticorpi anti-Hiv, che si sviluppano solo se la persona che fa il test è venuta in contatto con il virus.
Il risultato del test è positivo se si riscontra la presenza di anticorpi contro il virus (sieropositività all'Hiv), è negativo quando nel sangue non vi è traccia degli anticorpi (sieronegatività all'Hiv).
Devi sapere che il periodo di formazione degli anticorpi anti-Hiv può variare da un minimo di qualche settimana fino a 6 mesi dopo che si è venuti a contatto col virus.
Questo arco di tempo è chiamato periodo finestra. Ciò significa che una persona, pur risultando negativa al test in quanto non ha ancora sviluppato gli anticorpi, può avere già contratto l'infezione e quindi può trasmettere ad altri il virus.
Ripeti dunque il test dopo che sia trascorso il periodo finestra.
Il test per l'Hiv verifica solo la presenza o meno degli anticorpi al virus, ma non da nessuna informazione sullo stato di salute e sul sistema immunitario.
Il test non ha valore di prevenzione: qualsiasi sia l'esito, i comportamenti da adottare sono gli stessi (rapporti sessuali sicuri e non utilizzare in comune oggetti taglienti e siringhe).

Accesso al test
Puoi effettuare il test per l'Hiv, in forma gratuita, presso le Unità Operative Aids delle Asl.
Le modalità di accesso cambiano di struttura in struttura: generalmente non è richiesta l'impegnativa del medico di base e basta presentarsi direttamente presso le Unità Opertative. In alcune strutture è necessario invece prenotarsi.

Il test è volontario
Non puoi essere sottoposto, senza il tuo consenso, ad analisi tendenti ad accertare l'infezione da Hiv, se non per motivi di necessità clinica nei tuoi interessi.
Il test è assolutamente volontario e, perché venga eseguito, è necessario il tuo consenso esplicito, dopo esser stato informato delle caratteristiche del test (che cos'è, come funziona, che cosa significa seriopositività, cosa vuol dire invece Aids).
Anche in caso di ricovero ospedaliero il test non può essere effettuato a tua insaputa, ma solo con il tuo consenso scritto.
Può capitare infatti che al momento di un ricovero tu sottoscriva un foglio in cui affermi di accettare tutti i trattamenti ai quali verrai sottoposto, ma questo non avrà valore legale se per ciascuno dei trattamenti, e quindi anche per il test, non sia stata data una specifica autorizzazione.
La decisione di fare il test è solo tua: prendi il tempo che ti occorre per affrontarlo serenamente. Sappi che una diagnosi precoce potrebbe consentirti più scelta nel valutare un percorso terapeutico.

La tutela dell'anonimato e della riservatezza
Quando decidi di fare il test hai il diritto di chiedere che sia garantita la tutela della tua privacy.
I servizi preposti effettuano il test in forma anonima o in forma riservata.
Test anonimo: quando non viene richiesto alcun documento personale, ma viene utilizzato un codice criptato per la tua identificazione.
Test riservato: al momento dell'effettuazione o del ritiro dei risultati, è necessario che tu esibisca agli operatori un documento identificativo.
Per tutti i tuoi dati anagrafici (nome, cognome, sesso, data di nascita, comune di residenza e indirizzo completo) che verranno richiesti al momento del test, sia nei laboratori pubblici che privati, il personale sanitario è vincolato dal segreto professionale e d'ufficio e deve adottare tutte le misure di sicurezza necessarie a garantirne la massima riservatezza.
La tua identità ed ogni informazione riguardante l'esecuzione ed il risultato dell'esame non possono essere in nessun caso divulgate.

La comunicazione dei risultati
Il momento della comunicazione del risultato del test è sicuramente tra i più delicati.
È dunque compito di chi comunica il risultato fornire un adeguato sostegno psicologico.
Il counselling si effettua generalmente sia prima che dopo il test e mira tra l'altro a comprendere se sei stato realmente esposto a rischio di infezione e ad informarti correttamente sui comportamenti sicuri.
Il risultato dovrà essere consegnato esclusivamente a te che hai effettuato il test e la comunicazione non deve avvenire mai per lettera o per telefono.
Puoi eventualmente autorizzare il medico a riferire ad altre persone da te indicate il risultato. Questa autorizzazione deve essere data sempre per iscritto.


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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

l'altra faccia del fantomatico hiv.

1) David Fink, San Francisco, California

Risultai sieropositivo il fine settimana del Memorial Day del 1986. Credo di essermi infettato due anni prima, di conseguenza io sto “vivendo con l’HIV” da almeno 15 anni. Quattro anni da, il nono anno dalla mia sentenza di morte, ho finalmente permesso a me stesso di riconoscere un fatto innegabile della mia vita. Senza ogni intervento medico, inclusi i farmaci “antiretrovirali”, io non ero né a) malato né b) morto.

Il mio percorso mi ha portato da una ferma convinzione che l’HIV causi l’AIDS, alla convinzione che il sistema immunitario può essere stimolato con alternative non tossiche ai farmaci antiretrovirali, al dubbio se l’HIV causasse l’AIDS. Questa progressione nelle mie convinzioni al riguardo dell’ HIV/AIDS è un risultato diretto della mia personale esperienza. Comprendo che l’idea che l’HIV possa non causare l’AIDS è sconvolgente per molte persone. Non dico queste cose per essere provocatorio. La possibilità che un orrendo errore sia stato fatto mi disturba.

Quello che è realmente ironico è che la mia è una storia positiva sebbene io sia quasi vergognoso di ammetterlo. È l’ultimo tabù: discutere la tua sopravvivenza all’AIDS? Ma non posso resistere, devo dirlo. Questi ultimi quattro anni, una volta che ho imparato ad allontanare la paura, sono stati i più positivi e più vitali di tutta la mia vita.

Come dicono ad Alive & Well: Rilassati, è solo informazione. C’è un altro aspetto della storia dell’ HIV/AIDS. Penso che chiunque con HIV o AIDS dovrebbe essere messo in condizioni di avere certe informazioni e di fare una decisione per sè stesso solo dopo essere stato ben informato. Un po’ di discussione e di dibattito pubblico, non può danneggiare nessuno. A tutti gli scettici, io dico prendete un respiro profondo, aprite le vostre menti, e leggete.

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2) Steven Goldring, Cleveland, Ohio

Sono stato sieropositivo per 16 anni. Sono uno scrittore e nel mio lavoro enfatizzo la sopravvivenza e la auto determinazione al posto della dipendenza medica e della morte che usualmente vengono associate all’HIV. Non voglio con questo mettere in secondo piano la professione medica, ma devo andare avanti con quello che so nel mio cuore.

Alla fine del 1996 mi sono ammalato di polmonite da Pneumocystis carinii (PCP), una delle malattie del quadro clinico dell’AIDS. Ero impaurito, e proprio in quel periodo si cominciavano a prescrivere i cocktail di farmaci, così decisi di provarli. Ho pure preso farmaci per la PCP ma quando guarii da quella malattia continuai solo coi cocktail.

Tutti i miei dati erano perfetti. I miei linfociti T erano alti, e la mia carica virale era bassa. Ma mi sentivo impaurito. Eccomi, un vegetariano che non aveva mai preso nemmeno un’aspirina, e tutto all’improvviso usavo quei farmaci potenti. Dovevo prendere pillole tre o quattro volte al giorno, alcune col cibo, altre senza. Tutta la mia vita girava intorno ai farmaci. Ero tutto gonfio e pieno di eruzioni cutanee. Dovevo continuamente alzarmi la notte per andare al bagno ed ero quasi esausto. Avevo un’orribile neuropatia al piede al punto che non potevo quasi camminare. Sentivo che il mio corpo stava cedendo, non per l’HIV, ma per i farmaci. Ero sempre molto conscio del mio corpo, e potevo sentire che vi stavo mettendo dentro del veleno.

Finalmente andai dai miei dottori e dissi loro che non volevo più prendere farmaci, e mi dissero che ero pazzo. Furono molto drammatici e mi dissero che era un suicidio smettere con le medicine. E così invece di fermarmi provai con una nuova combinazione di farmaci. Cominciai a parlare in modo confuso e a perdere l’equilibrio. Quando caddi giù volando dai gradini di casa mia, quella fu l’ultima goccia. Q quel punto semplicemente smisi di prender ei farmaci. Il mio conteggio dei linfociti T andò giù e la mia carica virale andò su, ma mi sentii di nuovo in buona salute. Due anni dopo avere abbandonato il trattamento farmacologico mi sento meglio che mai.

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3) Lynn C, Lake Tahoe, Nevada

Nel 1989, quando avevo 21 anni, andai al locale presidio sanitario per un test di gravidanza. Mi chiesero se avessi dovuto includere un test HIV, e io acconsentii. Circa due settimane più tardi, ricevetti una telefonata sul lavoro da un’impiagato del presidio sanitario che mi disse che il mio test di gravidanza era negativo, ma il mio test HIV era indeterminato, e che avrei dovuto ripetere il test. Pochi giorni più tardi il presidio sanitario chiamò e disse che dovevo tornare lì, ma questa volta non mi diede nessuna informazione al telefono. Una volta lì mi dissero che ero risultata sieropositiva.

Tutto quello che ricordo di quel’appuntamento di due ore è il medico consulente che tracciava cerchi sulla carta. Disegnò un cerchio per rappresentare un cellula del sistema immunitario e spiegò che l’HIV avrebbe fatto esplodere quel cerchio rilasciando tutti quegli altri cerchietti di HIV che avrebbero infettato altre cellule del sistema immunitario e le avrebbero fatte esplodere. Quando lasciai il presido sanitario ero isterica e ho chiamato I miei genitori. Andai a casa e dissi al mio ragazzo che ero risultata sieropositiva . Lui mi accusò di averlo contagiato con l’AIDS.

Mi immaginavo di avere due anni di vita al massimo. Nel formulare questa supposizione mi basai sulla famosa vittima dell’AIDS Kimberly Bergalis, una giovane donna in buona salute che visse appena due anni dopo essere risultata sieropositiva, e sulla miei precedenti di scarsa salute. Quando avevo 13 anni mi diagnosticarono l’artrite reumatoide. A 18 ho cominciato ad avere problemi gastrici. Dopo molte visite di dottori e molte trattamenti farmacologici, mi operarono togliendomi l’appendice e pochi pollici del mio colon. Dopo di ciò mi fu diagnosticata la malattia di Crohn, un disordine intestinale incurabile. Mi fu detto che tale malattia avrebbe compromesso il mio sistema immunitario e mi avrebbe causato dolori allo stomaco per il resto della mia vita. Durante i due anni successivi mi ammalai di mononucleosi, varicella, ulcera gastrica, and fatica cronica [la cosiddetta “sindrome da fatica cronica”].

Quando risultati sieropositiva ero già frustrata dai trattamenti medici che subivo per la malattia di Crohn e i dottori mi spingevano a prendere steroidi, cosa che mi rifiutavo di fare. Invece trovai un libro sulla malattia di Crohn in un negozio di alimenti per la salute e cominciai a studiare un piano alternativo. Cominciai a prendere il batterio acidophilus per il mio stomaco e cominciai una disintossicazione usando delle alghe rosso-blu. Contemporaneamente alla disintossicazione mi concentrai sul rafforzamento del sistema immunitario, sapendo intuitivamente che era questa la strada da prendere. Per cinque anni feci lenti ma sicuri progressi con la mia salute usando un vasto insieme di erbe, vitamine e minerali. Per gli utlimi tre anni, a dispetto della mia triste storia medica e della mia diagnosi di sieropositività, ho avuto una grande e vibrante energia che mi fa sentire così fortunata. Non ho avuto dolori di stomaco per almeno cinque anni. Particolare interessante, il mio conteggio dei linfociti T non è mai variato né in bene né in male, è sempre fermo intorno ai 700.

Nel 1998 ho avuto un’inaspettata benedizione. Ho scoperto di essere incinta di due gemelli. Ho trovato un eccellente dottore in un ospedale ben noto che pensavo mi avrebbe aiutato nella migliore maniera ad assicurare la salute dei miei bambini. Al contrario egli mi disse che era incapace di darmi consigli riguardo al’HIV, e mi indirizzò a quello che lui descriveva come uno dei migliori specialisti dell’HIV dello stato. Questo si rivelò essere un ospedale in uno stato precario, sporco, dove gli impiegati mi facevano aspettare in coda per ore. Un impiegato mi diede coraggio per i costi dei farmaci e mi disse che avrei dovuto iniziare la terapia subito, prima ancora di aver visto un dottore o di avere testato la carica virale. Me ne andai da lì completamente frustrata.

Nel quinto mese della mia gravidanza tutta la mia vita cambiò. Venni a conoscenza di Christine Maggiore e del lavoro che stava facendo. Mi disse tutto quello che avevo bisogno di sentire e mi fornì articoli, studi, libri, video, e altra informazione. Ho perso il conto di tutti I pacchi che lei mi ha spedito e che ho letto e studiato pazientemente. Fu chiaro che l’unica maniera di evitare l’AZT e il parto cesareo era di ricorrere a un parto in casa assistita da un’ostetrica. Ironicamente, dopo avere seriamente studiato la questione, mi sono convinta che questo era il modo più bello e l’ambiente migliore per dare alla luce il mio bambino.

Ebbi due ostetriche e due assistenti per il mio parto casalingo. Non ci furono complicazioni o interventi medici. Non ho mai dubitato di aver fatto la scelta giusta. Ho portato in grembo le mie due bambine fino alla 40a settimana con un programma nutrizionale iperproteico che ho continuato e rimasi attiva fino alla loro nascita. Questo è inconcepibile in una gravidanza multipla gestita dai dottori che spesso raccomandano riposo a letto negli ultimi due mesi. Le due gemelle insieme pesavano più di 12 libbre alla nascita. Esse stanno bene, sono bellissime e stanno guadagnando peso adeguatamente. Un ottimo coronamento per una gravidanza con così tanto stress addizionale. Mi chiedo spesso dove saremmo aggi se non avessi scoperto le varie alternative al punto di vista HIV=AIDS=Morte. Non lasciare che i dottori o i responsabili della salute pubblica ti dicano cosa fare senza consultare la tua opinione. La vita è così preziosa!
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4) Stacey Armstrong, Austin, Texas

Nel maggio del 1998 mi accorsi di essere incinta del mio primo figlio. Ero andata dalla stessa ginecologa (che è anche un ostetrica) per sette anni, e lei mi disse che avevo fatto “tutto per bene”. Avevo ventinove anni, ero sposata da sei, mi ero presa cura molto bene della mia salute e avevo un carriera ben stabilita. Durante una visita prenatale mensile l’infermiera disse che ci sarebbe stato un prelievo di sangue. Dato che io odio gli aghi, chiesi perché. Mi disse che avrebbero fatto un test per l’anemia. Una settimana più tardi ricevetti una telefonata dal dottore che mi informava che ero risultata sieropositiva. Non avevo idea di essere mai stata testata per l’HIV. Non avrei mai considerato me stessa come una persona “a rischio”. Fui subito indirizzata ad un infettivologo. Rifeci il test e risultai nuovamente positiva. Fece il test a mio marito che risultò inesplicabilmente positivo. Sebbene un esame fisico completo non trovò segni di malattia, sebbene entrambi ci sentissimo bene, e sebbene ogni altro esame del sangue, incluso il conteggio dei linfociti T non mostrasse nessuna anomalia, fu consigliato ad entrambi di cominciare la terapia farmacologica. Mi fu detto di prendere l’AZT per il restante periodo della mia gravidanza mentre a lui fu detto di prendere i cocktail di farmaci. Sembrava tutto senza senso, eravamo stati insieme per molti anni, completamente monogami, con una salute eccellente (mio marito corre 4-5 miglia ogni giorno e partecipa alle gare di maratona) e non abbiamo nessun fattore di rischio. Sebbene i dottori continuavano a prometterci di 'riempirci di dati’ mio marito ed io non ci sentivamo né tranquilli né convinti.

Questi avrebbero potuto essere i giorni più neri della mia vita, ma per fortuna c’era una copia di “E se tutto quello che ti hanno detto dell’AIDS fosse sbagliato?” sul nostro scaffale che ci era stata spedita in regalo. Ho letto il libro, chiamato membri di HEAL, contattato Christine Maggiore, e col loro aiuto ho iniziato un immediato piano di azione che includeva il lasciare quella che da sette anni era la mia dottoressa, in modo da eludere i controlli del sistema medico.

Il risultato di una gravidanza senza problemi è una bimba sana e felice. Ho trovato un dottore solistico che supporta le nostre decisioni, e la nostra famiglia vive una vita completamente normale. Normale eccetto per la paura che la nostra bambina ci possa essere tolta a causa delle scelte che abbiamo fatto riguardo alla nostra salute. Giusto la settimana scorsa lo specialista che voleva che noi pigliassimo farmaci ci chiamò a casa. Once we got the facts, we left his practice and have not seen him for more than a year. Lui stava chiamando per essere sicuro che la nostra famiglia stesse ricevendo “adeguato trattamento”. Sono grata di avere avuto la possibilità di evitare di essere risucchiata in un sistema che non avrebbe tenuto conto delle nostre opinioni.

Non so per quanto tempo mio marito e io siamo stati sieropositivi prima, forse sin da quando ci siamo incontrati otto anni fa? O forse prima di allora? Dal maggio del 1998? Niente nella nostra situazione sembra avere senso. L’unico senso che abbiamo trovato è nei dati che mostrano che la maggior parte delle idee che abbiamo sull’AIDS sono sbagliate.

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5) Adam Shane, Toronto, Canada

Sono stato sieropositivo dal 1983 ed avevo già deciso allora che non avrei lasciato che l’HIV si prendesse la parte migliore di me. Rifiutai il trattamento con l’ AZT quando mi fu offerto all’inizio perché avevo visto troppa gente morire mentre lo prendeva. Invece presi vitamine, mangiai correttamente e lavorai fuori.

Nel 1987 il mio partner morì ed io ero sopraffatto dal dolore. Spesi i successivi cinque anni combattendo un serio problema di dipendenza dall’alcool. Finalmente decisi che se non mi fossi curato sarei morto a causa dell’alcool, e non volevo che finisse così.

Nel 1996 vennero fuori i cocktails di farmaci e c’era una tale esaltazione, al limite dell’isteria. I nuovi test sembravano ottimi, i nuovi farmaci sembravano ottimi, e tutti stavano vivendo più a lungo. Era la prima cosa buona che stava succedendo riguardo all’AIDS negli ultimi 15 anni. Mi feci convincere dalle informazioni positive dei mass media e decisi di prendere quei farmaci. Per il primo periodo non ebbi effetti collaterali tranne il fatto che il mio colesterolo stava salendo. Dopo circa nove mesi di trattamento cominciai ad acquistare peso, ma io sembravo più magro perché la mia faccia stava diventando macilenta. Mi venne una grossa pancia, I miei zigomi si infossarono, e le mie braccia cominciarono a rinsecchire. La prima volta che mi sono mai sentito male da quando ero risultato sieropositivo è stato per una conseguenza diretta dell’assunzione dei farmaci.

Ho avuto informazioni sui farmaci attraverso l’associazione HEAL di Toronto, e dopo avere parlato con Christine Maggiore, un anno dopo l’inizio della terapia, decisi di smetterla. Da allora non avuto più nessun tipo di problema e tutto nel mio corpo è tornato normale. Il mio dottore all’inizio si sentiva infastidito, ma alla fine decise di supportare la mia decisione. Mi sento benissimo in questi giorni e non mi sono voltato indietro. Non vado in palestra, ma ho un cane e vado a passeggiare con lui al parco ogni giorno. Dico a me stesso che il mio corpo è in buona salute e che finalmente posso vivere una vita lunga e felice.

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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

....scusate dimenticavo...e se volete altro basta chiedere!!!

..La storia della prostituta che da anni, pur essendo sieropositiva, continuava ad avere rapporti non protetti con i propri clienti, (almeno 5 mila), potrebbe essere l'occasione per far cessare, una volta per tutte, il cumulo di inesattezze, di falsi allarmismi, di menzogne scientifiche sul problema AIDS. Penso che tutti abbiano letto la cronaca dei fatti sulla stampa nazionale, e penso che tutti abbiano fatto caso all'osservazione generale degli operatori socio sanitari che si occupano della malattia, i quali affermano che il caso non è assolutamente isolato, anzi, al contrario è molto più frequente di quanto non si immagini, che la sessualità più promiscua, cioè quella della prostituzione e dello scambio di coppie, venga praticata senza l'uso del profilattico. A questo punto sorge una domanda: anche ammettendo che i casi di sesso pericoloso non siano le migliaia che gli operatori denunciano, ma, diciamo, solo 1000 in tutta Italia. Consideriamo che la media di rapporti che le prostitute "untrici" sia uguale per tutte, e calcolata per difetto in una media di 1000 rapporti all'anno, supponiamo poi che chi ha rapporti con le suddette prostitute appartenga alla categoria dei maschi coniugati per il 50% e dei single per l'altro 50% e costoro abbiano rispettivamente 1 solo partner per la prima categoria e 2 partner per la seconda. Ci troveremmo allora di fronte alle seguenti cifre: un milione di rapporti a rischio con le prostitute sieropositive, un altro milione con le mogli dei clienti spericolati sposati, altri due milioni con i partner occasionali dei clienti single. Seppure in via ipotetica, questo significa 4 milioni di rapporti a rischio ogni anno. Se poi vogliamo mettere nel conto l'infedeltà delle mogli della prima categoria e la probabile ulteriore promiscuità delle partner dei soggetti single che hanno avuto rapporti con prostitute sieropositive, possiamo arrivare a cifre che coprono l'intera popolazione italiana attiva sessualmente. I dati, discutibilissimi come tutto ciò che riguarda l'AIDS, parlano innvece di poco più di 5 mila casi di HIV negli eterosessuali, vale a dire una percentuale irrisoria, assolutamente non compatibile con le dichiarazioni di pericolosità di contagio che da anni bombardano l'opinione pubblica.
Se un fattore di rischio (i rapporti sessuali non protetti) è così diffuso nella popolazione senza un riscontro statistico degli effetti di contagio, bisogna allora arguire che la causa della presenza del retrovirus sia da attribuire a qualcos'altro. Mi spiego meglio: se sostengo che le cozze trasmettano l'epatite e poi mi rendo conto che, dato l'enorme consumo che se ne fa in Italia, i casi di contagio dovrebbero essere molti di più di quelli che sono, vado a cercare altre cause per l'epatite. Perchè le stesse riflessioni non vengono fatte con l'AIDS ? Perchè la classe medica non dice semplicemente: "Attenzione, l'uso di droghe pesanti e le attività sessuali a rischio possono essere responsabili, non sappiamo in quale misura, di qualcosa che, per ora, comporta, in un numero limitato di casi, la presenza di un retrovirus, in molti casi senza alcun effetto per la salute, ma che compare in un gruppo complesso di malattie radunate sotto il nome di Sindrome da Immunodeficienza Acquisita." ?
Sicuramente qualunque adulto responsabile prenderebbe le sue precauzioni e valuterebbe con coscienza i rischi di comportamenti inappropriati.
Sembra che la campagna allarmistica sortisca, invece, gli effetti opposti che il caso della prostituta ha portato alla luce,e questo per due ordini di motivi. Il primo, in verità alquanto paradossale ma abbastanza comprensibile per quanti studiano l'animo umano, riguarda la tendenza di certe personalità a provare eccitazione maggiore nelle situazioni di rapporto sessuale a rischio. Tale tendenza può essere spiegata come la necessità di percepire un'identità personale caratterizzata dallo sprezzo del pericolo e, quindi, secondo gli schemi occidentali tuttora persistenti, fornita di maggiori attributi di virilità (un po' quello che accade ai guidatori imprudenti, quasi tutti individui frustrati e remissivi nella vita quotidiana).
. Il secondo fattore è più comprensibile ed è riassumibile nella famosa frase "Muoia Sansone con tutti i Filistei". Se casualmente una personalità ossessionata dal dovere e dall'igiene,ha un rapporto a rischio per un qualsiasi motivo (una sbronza, un'innamoramento, una rara trasgressione) si convince che ha perduto tutto il suo ordine interiore, e può, quindi, sviluppare un'ostilità verso tutti coloro che ritiene, in maniera più o meno coerente, responsabili della sua situazione penosa. Continuerà quindi ad avere rapporti a rischio cercando di coinvolgere gli altri nella sua stessa dimensione.

Indipendentemente dai rischi inerenti la trasmissibilità di malattie mortali che i suddetti comportamenti possano generare, il rischio di altri problemi, magari meno gravi per il corpo ma, in alcuni casi gravissimi per la salute mentale dei soggetti coinvolti, è reale e appurato.
Se, come il caso della prostituta dimostra, l'allarmismo sull'AIDS non modifica i comportamenti a rischio, anzi li accentua e se lo stesso caso dimostra che non c'è correlazione statistica significativa tra comportamenti a rischio e diffusione del contagio, queste sono due buone ragioni perchè la classe medica e il mondo dell'informazione abbandonino radicalmente il loro conformismo rispetto alle teorie ufficiali sull'AIDS.

Vincenzo Minissi


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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

:clapping: :biggrin: ciao a tutti!sono nuovo del forum e volevo chiedervi riguardo l'hiv,se il daty(cunnilingus)è davvero così pericoloso come si dice sui siti specialistici?il mio medico dice che è irrisorio il rischio,voi che lo praticate sulle signorine che ne pensate?grazie!
 
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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

...mi pare di desumere dai concetti della contro-informazione in materia di Aids..che non sarebbe esclusivamente il virus Hiv a propagare la sindrome,ma solo uno tra gli elementi catalizzatori...gli altri sconosciuti..che non darebbero conto della rispondenza effettiva con le matematiche probabilità calcolate.
Se il quanto fosse vero...per esempio contribuissero che so..predisposizioni genetiche o biologiche...non ci è dato sapere al momento...per favorire il contagio e la sua evoluzione allo stato conclamato della sindrome...per certo seguire le misure di profilassi...comunque riduce il rischio di esposizione alla tramissione del virus.
Per cui...in attesa di sapere dalla ricerca scientifica quali altre concause possano ridurre/aumentare la diffusione oggettiva della patologia/sindrome..direi che l'unica certezza per contrastarne l'espansione..sia proprio quella di utilizzare comunque le precauzioni suggerite.
:big_boss: :clapping:

P.s. ..tutte le testimonianze citate e ripetute nel tempo...andrebbero fotografate al momento presente per verificare quante di quelle persone..siano attualmente in condizione di buona salute....e.....quante decedute. :big_boss:
 
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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

si,ma io vorrei sapere proprio in riguardo al cunnilingus se qualcuno poteva darmi dei dati sulla casistica di rischio!grazie cmq per la risposta!
 
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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

angel881 ha scritto:
si,ma io vorrei sapere proprio in riguardo al cunnilingus se qualcuno poteva darmi dei dati sulla casistica di rischio!grazie cmq per la risposta!
..c'è scritto sopra..e comunque molto bassa rispetto alla penetrazione...soprattutto in assenza di ferite nel cavo orale...
:big_boss: :big_boss: :clapping:
 
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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

Io non ce la faccio a leggere piu' di tanto queste storie... mi viene da svenire.
Sul serio mi si abbassa la pressione e mi prendoni gli svenimenti dalla paura.
Sono molto impaurito .
 
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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

creatura ha scritto:
Io non ce la faccio a leggere piu' di tanto queste storie... mi viene da svenire.
Sul serio mi si abbassa la pressione e mi prendoni gli svenimenti dalla paura.
Sono molto impaurito .
..nessuna paura..un bel condom...per te..(ed il partner)..dall'inizio alla fine...ed eviti gli svenimenti godendoti il quanto...!!
:biggrin: :clapping: :big_boss:
 
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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

ok ma se ad esempio una persona che pratica daty ha una screpolatura in un labbro? Vale lo stesso per le ferite del cavo orale oppure è molto più "soft"?? :fool:
waxema ha scritto:
angel881 ha scritto:
si,ma io vorrei sapere proprio in riguardo al cunnilingus se qualcuno poteva darmi dei dati sulla casistica di rischio!grazie cmq per la risposta!
..c'è scritto sopra..e comunque molto bassa rispetto alla penetrazione...soprattutto in assenza di ferite nel cavo orale...
:big_boss: :big_boss: :clapping:
 
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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

manuberto ha scritto:
ok ma se ad esempio una persona che pratica daty ha una screpolatura in un labbro? Vale lo stesso per le ferite del cavo orale oppure è molto più "soft"?? :fool:
waxema ha scritto:
angel881 ha scritto:
si,ma io vorrei sapere proprio in riguardo al cunnilingus se qualcuno poteva darmi dei dati sulla casistica di rischio!grazie cmq per la risposta!
..c'è scritto sopra..e comunque molto bassa rispetto alla penetrazione...soprattutto in assenza di ferite nel cavo orale...
:big_boss: :big_boss: :clapping:
..si parla..di ferite..con sangue esposto.
:big_boss: :clapping: :good:
 
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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

manuberto ha scritto:
ok ma se ad esempio una persona che pratica daty ha una screpolatura in un labbro? Vale lo stesso per le ferite del cavo orale oppure è molto più "soft"?? :fool:
waxema ha scritto:
angel881 ha scritto:
si,ma io vorrei sapere proprio in riguardo al cunnilingus se qualcuno poteva darmi dei dati sulla casistica di rischio!grazie cmq per la risposta!
..c'è scritto sopra..e comunque molto bassa rispetto alla penetrazione...soprattutto in assenza di ferite nel cavo orale...
:big_boss: :big_boss: :clapping:

Caro, studi internazionali dicono che il rischio di infettarsi durante rapporti normali interpersonali con persone di HIV positivo sono un basso rischio ad esempio baciandosi o usando lo stesso bicchiere o una tazza sono considerati innocui finché non hai ferite aperte o in bocca o alle labbra. Comunque fai attenzione! Miss Jane :ok:
 
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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

..vorrei ricordare che oggi è la giornata della lotta contro l'AIDS ( che - anni orsono si portò via alcuni miei amici) :sorry:
 
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geppettogianni

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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

Big Five ha scritto:
..vorrei ricordare che oggi è la giornata della lotta contro l'AIDS ( che - anni orsono si portò via alcuni miei amici) :sorry:



..giusto!
..per cui..cari colleghi... :wink:
se non vi siete ancora "testati" :rtfm:
...provvedete!
Collegamento alla pagina web non disponibile
(agratis :good: ..da 3 ,meglio 6,
mesi da un rapporto "a rischio"..)



p.s.

..non so se ti va di raccontarne.. qualcosa(..modalita' di "contagio"..) B5... :cray:
 
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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

geppettogianni ha scritto:
Big Five ha scritto:
..vorrei ricordare che oggi è la giornata della lotta contro l'AIDS ( che - anni orsono si portò via alcuni miei amici) :sorry:



..giusto!
..per cui..cari colleghi... :wink:
se non vi siete ancora "testati" :rtfm:
...provvedete!
Collegamento alla pagina web non disponibile
(agratis :good: ..da 3 ,meglio 6,
mesi da un rapporto "a rischio"..)



p.s.

..non so se ti va di raccontarne.. qualcosa(..modalita' di "contagio"..) B5... :cray:

...I primi ( non si sapeva ancora cos'era l'AIDS), inizio anni '80 una famigliola : papà ( noto etnologo Bolognese che studiava i Pigmei), la mamma ( stupenda Tutsi, alta 1.80 portamento nobile - ma forse ex prostituta, o semplicemente come molte Africane - libera), che lui aveva conosciuto in Uganda e che poi aveva sposato, e di conseguenza la figlioletta dei due.....Poi un ragazzo simpaticissimo e molto umano, gay, ( per fortuna il suo "moroso" non si contagiò), ......poi un amico ( con il quale da cinni suonavamo insieme nelle cantine) che aveva avuto un periodo di sbandamento con la "banda del buco"...aveva da tempo smesso, si stava rifacendo una vita, lavorava con il gruppo che organizzava i concerti di Morandi....quando i suoi amici ex compagni di merende cominciarono a morire come mosche......andò a fare il test..positivo...stava benissimo...due anni dopo è finito "six feet under".........
 
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Gomez

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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

Il punter non è un medico, certo.
Però il punter quanto meno una sorta di medico puttanologo
lo deve per forza diventare.
Lo deve diventare perchè come hobby si è scelto un qualcosa
di potenzialmente pericoloso e, come l'artificere per non saltar per aria è costretto
a sapere tutto ciò che concerne gli esplosivi e come si disinnescano
le bombe, così il puttaniere è costretto a sapere quanto più
gli sia possible riguardo (fantomatici o ben collaudati) virus e batteri
ed alla propria sicurezza in ambito scopereccio.
Il fantomatico HIV è capitolo assai importante di tale indispensabile
background punteristico obbligatorio. Tanto che io, se fossi la Carfagna,
invece che vietare la prostituzione otr, vieterei la messa in circolo
di punter improvvisati ed impreparati: vuoi fare il punter?
Hai da prendere una patente ad hoc.

Detto questo, testi fondamentali per prepararsi ad affrontare i rischi
e soprattutto per aprirsi la testa e farsi un idea che non sia solo quella
che ci vogliono inculcare per forza, sono questi:

Kremer http://www.ilgiardinodeilibri.it/li...nziosa_della_medicina_del_cancro-dellaids.php

Duesberg http://www.ibs.it/code/9788884905239/duesberg-peter-h/aids-virus-inventato

Hamer http://www.macrolibrarsi.it/libri/__grazie_dottor_hamer.php


Poi, una volta letti i suddetti, ne riparliamo, se volete.

 
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geppettogianni

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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

:shok:


..uffi wampy!!.. :unknw:
...c'hai voglia siempre di fare un po' di :treaten: polemica .."sientifica"... :rofl:

..e pure ancora oggi ,
nell'anno del Nobel a Montagnier : :unknw:
http://www.repubblica.it/2008/10/sezion ... icina.html
..e non per gli studi sulla papaya fermentata su cui nutro anch'io qualche piccolo dubbio(..che la papaya da me preferita come saprai è quella kubana..) :sarcastic_hand:




..questa controinformazione in materia di SIDA ... :suicide2:
la trovo proprio .. :suicide2: peligrosa..
(ad es. leggetevi fra i commenti dal secondo link..l'esperienza "sudafricana".. :suicide2: )
..e anche se non l'ho messo io ..faccio copia/incolla del commento :rtfm: di tale Gianni..: :spiteful:

"Duesberg viene ormai appoggiato solo da coloro che di biologia non ci capiscono granché, per il semplice fatto che è un contestatore e in quanto tale ha ragione. In realtà, al contrario di quanto si dice nei commenti qui sotto, Duesberg ha torto, questo è tutto. Però è troppo orgoglioso per ammettere che ha preso il più grande abbaglio per la sua vita e si è distrutto la carriera per questo. In questo libro peraltro molto datato sotto il punto di vista medico-biologico, non c'è una sola prova biomolecolare, a parte quelle che per lui lo sono, cioé correlazioni statistiche, che provino che l'HIV non ha niente a che fare con l'AIDS. E servono le prove biomolecolari, non ammonimenti morali contro i gay che sanno tanto di razzismo. Quindi, se volete proprio buttare i soldi per leggere un libro inutile fatelo pure, ma prima parlate con chi conosce un po' l'argomento, e cioé laureati nel settore biomedico, non i fan del complotto che il cervello lo hanno spento da tempo, e vi spiegheranno come davvero funziona l'HIV. Duesberg persiste con questo atteggiamento criminale che ha reso il Sud Africa un paese che contro l'HIV usa gli ortaggi (sic) e che infatti è strapieno di malati di AIDS. Prima di leggere questo libro almeno fate una cosa, consiglio di biologo: leggete libri di microbiologia, biologia molecolare e biochimica. Queste sono le basi minime per affrontare seriamente l'argomento, e se volete dare un parere intelligente. Quando avrete finito vi accorgerete non avrete bisogno di leggere questo libro. Se non volete prima acculturarvi e volete imparare la biologia dell'AIDS da questo libro siete fuori strada e dimostrerete una grande ignoranza. Beati voi..."

:rtfm:

..e fai il bravino ne'?! :wink:

:whistle3:
 
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Gomez

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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

Sa fèt...spagnoleggiante.. :preved: "geppettos"....
Ma dico, come si fa a quotare il commento anonimo
di un qualsiasi geppettogianni... :rtfm: che...passa..."di"...li :rofl:
e prenderlo per verità scientifica quotabile ed inoppugnabile?
Ma io dico te... :rofl:

Meglio che torni a disquisire sui tubetti... :lol:

Va là... :on_the_quiet:

Montagner... :lol:
Domanda:
lo sai a quanti MILIARDI di dollari ammonta il businness (no, il luan
non c'entra nulla) dei farmaci antiretrovirali?
Un Montagner "nobellizzato" è di sicuro il migliore degli spot.

Il preservativo va messo sul pisello, non sul cervello... :rofl:

:smile:

 
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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

geppettogianni ha scritto:
:shok:


..uffi wampy!!.. :unknw:
...c'hai voglia siempre di fare un po' di :treaten: polemica .."sientifica"... :rofl:

..e pure ancora oggi ,
nell'anno del Nobel a Montagnier : :unknw:
http://www.repubblica.it/2008/10/sezion ... icina.html
..e non per gli studi sulla papaya fermentata su cui nutro anch'io qualche piccolo dubbio(..che la papaya da me preferita come saprai è quella kubana..) :sarcastic_hand:




..questa controinformazione in materia di SIDA ... :suicide2:
la trovo proprio .. :suicide2: peligrosa..
(ad es. leggetevi fra i commenti dal secondo link..l'esperienza "sudafricana".. :suicide2: )
..e anche se non l'ho messo io ..faccio copia/incolla del commento :rtfm: di tale Gianni..: :spiteful:

"Duesberg viene ormai appoggiato solo da coloro che di biologia non ci capiscono granché, per il semplice fatto che è un contestatore e in quanto tale ha ragione. In realtà, al contrario di quanto si dice nei commenti qui sotto, Duesberg ha torto, questo è tutto. Però è troppo orgoglioso per ammettere che ha preso il più grande abbaglio per la sua vita e si è distrutto la carriera per questo. In questo libro peraltro molto datato sotto il punto di vista medico-biologico, non c'è una sola prova biomolecolare, a parte quelle che per lui lo sono, cioé correlazioni statistiche, che provino che l'HIV non ha niente a che fare con l'AIDS. E servono le prove biomolecolari, non ammonimenti morali contro i gay che sanno tanto di razzismo. Quindi, se volete proprio buttare i soldi per leggere un libro inutile fatelo pure, ma prima parlate con chi conosce un po' l'argomento, e cioé laureati nel settore biomedico, non i fan del complotto che il cervello lo hanno spento da tempo, e vi spiegheranno come davvero funziona l'HIV. Duesberg persiste con questo atteggiamento criminale che ha reso il Sud Africa un paese che contro l'HIV usa gli ortaggi (sic) e che infatti è strapieno di malati di AIDS. Prima di leggere questo libro almeno fate una cosa, [CENSORED] di biologo: leggete libri di microbiologia, biologia molecolare e biochimica. Queste sono le basi minime per affrontare seriamente l'argomento, e se volete dare un parere intelligente. Quando avrete finito vi accorgerete non avrete bisogno di leggere questo libro. Se non volete prima acculturarvi e volete imparare la biologia dell'AIDS da questo libro siete fuori strada e dimostrerete una grande ignoranza. Beati voi..."

:rtfm:

..e fai il bravino ne'?! :wink:

:whistle3:
Quotone....non voglio attizzare..polemiche trite e ritrite..pongo solo una questione :
quanti di questi fautori della controinformazione sull'Aids...sono testimoni in prima persona per conoscenza di persone sieropositive in terapia antiretrovirale od in fase conclamata di Aids o che siano protagonisti attivi di volontariato a titolo proprio od in associazione tipo Anlaids o Lila...???
Questa è l'ardua questione....non solo leggere le bufale della controinformazione....!!!
:big_boss: :clapping:
 
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Gomez

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Re: Info A.I.D.S. nn sono mai troppe

waxema ha scritto:
Quotone....non voglio attizzare..polemiche trite e ritrite..pongo solo una questione :
quanti di questi fautori della controinformazione sull'Aids...sono testimoni in prima persona per conoscenza di persone sieropositive in terapia antiretrovirale od in fase conclamata di Aids o che siano protagonisti attivi di volontariato a titolo proprio od in associazione tipo Anlaids o Lila...???
Questa è l'ardua questione....non solo leggere le bufale della controinformazione....!!!
:big_boss: :clapping:

Ti dirò....
Personalmente ritengo disdicevoli e noiose queste scaramucce.

Tu la pensi così, io la penso cosà.
Io non ti farò mai cambiare idea perchè presumo che tu,
essendo giunto ad alcune importanti conclusioni, ti sia fatto
un idea sull'argomento a 360°.
Tu non la farai mai cambiare a me, perchè se ti dico ciò vuol dire che
mi sono già fatto un'idea dell'argomento a 360°.

Ognuno per la sua strada, come se non ci fossimo mai incontrati, nè vero? :smile:

Anzi un' ultima domanda, anzi due, poi perdiamoci di vista....

- il fatto che tu fai il volontario o che conosci persone sieropositive, mi pare
di intendere, (a parte il fatto che trovo di cattivo gusto sbandierarlo,
40.gif

come trovo presuntuoso chi sbandiera che fa beneficenza) credi
che ti porti ad essere più "illuminato" di me che il volontario non lo faccio o di
alcuni illustri scienziati controinformatori i quali è ovvio
che "alcuni" malati li abbiano naturalmente visti e studiati?
Il fatto che (ti faccio un esempio) un mio amico è malato di cancro ed io lo
assisto quotidianamente mi induce forse a ad essere custode di conoscenze
mediche inconfutabili e più accreditate di un qualsiasi altro?
no, spiegamelo sto fatto....

- ma te uno di quei libri, sinceramente, l'hai mai almeno sfogliato?



ps. se mi rispondi "si, per spazzarmici il culo" ti faccio bannare...
e lo fò...

:smile:
 
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