Prendo in prestito un concetto espresso da una persona che ho conosciuto via chat qui dentro e che apprezzo molto, pur non avendola mai incontrata.
Siamo tutti come dei quadri di Picasso, con le nostre "imperfezioni" e alcune caratteristiche che ci distinguono dagli altri rendendoci unici.
Qualche giorno fa sono andato a ritrovare una donna che ho già incontrato più volte. Con lei c'è stata intesa al primo sguardo e tutti i nostri incontri sono stati improntati sul piacere ma anche sul divertimento e, inoltre, abbiamo confidato l'un l'altro, a poco a poco, alcune parti della nostra vita, del nostro passato.
L'altro giorno abbiamo fatto sesso per poco più di un'ora, ma siamo stati altre ore prima e dopo a chiacchierare (non aveva appuntamenti). Alla fine sono rimasto da lei in totale circa tre ore e mezza. Ho aspettato che si facesse la doccia e si rivestisse e l'ho accompagnata, con la mia auto, a pranzo fuori (io dovevo tornare in ufficio, mi ero allontanato per troppo tempo e non potevo restare con lei al ristorante).
Durante le nostre chiacchiere abbiamo parlato di tante cose, come ogni volta: io le ho raccontato vicende mie personali, molto personali. Lei ha fatto altrettanto, raccontandomi della sua vita, delle sue difficoltà , dei suoi progetti a breve/lungo termine.
Ne ho approfittato per chiederle cosa ne pensasse dell'amicizia con un "cliente" e se la ritenesse possibile.
Conosce PF anche se non è iscritta e le ho riportato alcuni concetti che sono stati espressi qui.
Non le piacevano certe "descrizioni" eccessivamente ciniche delle loft girl. Lei ritiene che, al di là del rapporto di lavoro, ci possa essere amicizia tra loft girl e cliente, senza secondi fini, ovviamente non con tutti. Ognuno di noi è unico ed ha un approccio differente con le persone. Prendendo il mio esempio, diceva che era chiaro che io avessi una naturale predisposizione a fare amicizia. Infine mi ha detto chiaramente "io ti considero un amico". Posso dire la stessa cosa di lei, smessi i panni di cliente ed esercente, riusciamo a stare bene assieme. Non ho mai pensato di avere sconti o prestazioni gratuite: anzi, la cosa mi metterebbe in forte imbarazzo anche perché sono consapevole di quanto lei abbia bisogno di lavorare per i suoi progetti. Lei non mi ha mai chiesto nulla extra, ne soldi, ne favori. Mai nulla (solo una volta l'ho vista un po' in imbarazzo nell'accettare il denaro per l'incontro).
Lei conosce molte cose della mia vita privata ed io conosco molte della sua. Forse è accaduto perché ne io, ne lei, abbiamo temuto di essere giudicati dal nostro interlocutore e ne parliamo liberamente.
Lei è una splendida donna, bella, dolce, molto simpatica. E' una di quelle donne di cui mi sarei potuto, probabilmente, innamorare in "un'altra vita". Mi è capitato di consolarla in qualche momento di sconforto e provo affetto per lei. Mi ha scritto anche cose che mi hanno fatto commuovere. Onestamente non trovo strano questo rapporto tra noi due. I ruoli sono chiari nell'ambito "lavorativo", così come è chiaro l'ambito extralavorativo.
Non è l'unica donna che ho conosciuto per la quale è scattata una specie di "scintilla". Ce ne sono altre. Non è capitato, ovviamente, con tutte, ma con alcune di loro si. Perché alla fine, come scritto in premessa, siamo unici. Nella nostra unicità ci sono le premesse per approfondire o meno certi rapporti umani.
Io sono fatto così e non pretendo che tutti la pensino e agiscano come me. Un po' invidio chi riesce ad essere cinico e fregarsene, ma alla fine non mi dispiace essere quello che sono.
Edit: a tutto ciò va aggiunto l'atavico dilemma sull'amicizia tra uomo e donna, per il quale non credo sia mai stata trovata alcuna risposta convincente.