Discussione Community regolamentate vs. caos social: chi ha paura dei lurker con i pantaloni abbassati?

Steve

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(Prendo spunto da questa discussione, invitando l'utenza a proseguire qui di seguito).

Prologo: l’insonnia del fondatore

Ammetto una cosa: quando è esploso il caso phica.net, io non ho chiuso occhio.
E non perché sia un’anima candida turbata dagli orrori del mondo: dopo decenni di community online ne ho viste di tutti i colori. Quantopiù perché certe vicende, viste dalla prospettiva di chi gestisce da anni una piattaforma come punterforum, non si possono liquidare con un’alzata di spalle e un “eh vabbè, succede”. No, quelle dinamiche ti ronzano in testa come una zanzara nelle notti estive: fastidiose, insistenti, impossibili da ignorare.

Questa notte, infatti, è stata diversa. Non il solito sonno interrotto da una notifica o da un pensiero volante, ma un vero e proprio stato di veglia. Ho passato ore davanti allo schermo del computer come se stesse per sputarmi fuori le risposte. E invece niente. Solo altre domande. Tante, troppe. E’ stato come trovarsi in una stanza con cento persone che ti parlano tutte insieme: capisci che c’è confusione, percepisci che qualcosa sta accadendo, ma non distingui una parola dall’altra.

La verità è che, da fondatore storico di punterforum, non potevo cavarmela con la solita frase: “Un sito chiude, capita”. Perché dietro ogni caso del genere non c’è solo un URL oscurato, ma un mondo: abitudini, persone, comportamenti, reazioni. Così ho fatto quello che mi riesce meglio nei momenti di crisi: ho preso un blocco note (sì, ancora di carta, perché certe cose si ragionano meglio scrivendole a penna) e ho iniziato a buttare giù domande. E risposte. E altre domande. E altre risposte. Un flusso che non finiva mai.Il risultato? Una notte insonne, la testa che girava come una lavatrice in centrifuga, e alla fine un testo che non è un articolo, né un trattato accademico. È una lunga riflessione. Una chiacchierata, se vogliamo, con chi ha ancora la pazienza di leggere e di informarsi prima di sentenziare.

Non prometto leggerezza. Ma prometto almeno un po’ di onestà, qualche ironia, e quelle risate amare che, a volte, servono più di mille sermoni.

Patriarcato: morto, resuscitato e connesso in fibra

Cominciamo con l’ospite scomodo: il patriarcato. Quello che un tempo era solido, tangibile, scolpito nella pietra delle leggi e delle tradizioni. Un sistema fatto di certezze brutali: gli uomini decidevano, le donne eseguivano. Punto. Oggi, almeno in superficie, sembra cambiato tutto. Le donne votano, guidano, lavorano, divorziano, scelgono. Nessun prete ti scomunica se porti i pantaloni, nessuna legge ti vieta di studiare ingegneria o di candidarti sindaca. Eppure, certe dinamiche sembrano immortali.

Non si presentano più in giacca e cravatta, ma in versione digitale. Non urlano ordini, non scrivono codici morali, ma si insinuano nei meme, nei gruppi Facebook, nei thread su Reddit. È come quel vecchio zio che non inviti mai a cena, ma che puntualmente si presenta col bicchiere in mano e la battutina pronta. Non lo vedi finché non apre bocca, e quando apre bocca ti chiedi perché non sia rimasto a casa. In sostanza, il patriarcato non è morto: ha solo cambiato vestito. E, come vedremo, ha trovato nei social network la sua nuova palestra preferita.

Dai circoli da bar alle piazze digitali

Prima dell’invasione dei social, Internet era roba per pochi. Forum su piattaforme improvvisate, chat IRC con dieci iscritti, mailing list con venti nomi. Una dimensione ristretta, simile al bar sport: battutine, risate, discussioni infinite sul nulla. Lì si parlava di tutto: calcio, politica, sesso. Sì, c’era pure il sessismo. Ma rimaneva confinato in quella stanza virtuale, come le chiacchiere da spogliatoio che non escono mai dal locale. Un piccolo club, chiuso, autoreferenziale. Poi sono arrivati i social. Ed è stato come spalancare la porta di quei circoletti e far entrare dentro mezzo pianeta. Da quattro gatti davanti al bancone siamo passati a milioni di persone con un megafono in mano. Qui entra in scena Umberto Eco, che l’aveva previsto con la sua solita precisione chirurgica: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar…”.

Ecco: oggi non solo parlano, ma hanno follower, like, retweet. E se osi dire che stanno sparando cavolate, ti rispondono: “È la mia opinione”. Il problema è che oggi l’opinione non pesa in base alla competenza, ma in base ai click che genera. Ed è così che il patriarcato, invece di scomparire, si è travestito da meme ed è diventato virale su TikTok.

Phica.net, “Mia moglie” e il branco digitale

Ed eccoci ai casi più famosi: phica.net e il gruppo “Mia moglie”. Spazi che si presentavano come ironici, goliardici, persino satirici. E che invece, col tempo e senza moderazione, sono diventati bazar del voyeurismo, della denigrazione e della mercificazione del corpo femminile. Non era patriarcato nel senso classico, strutturato e consapevole. Era piuttosto il branco. Lo stesso istinto primordiale che un tempo si sfogava dietro la siepe del villaggio, oggi si manifesta con foto rubate, commenti volgari, battutine da quattro soldi. La stessa caverna, solo connessa in fibra. Il paradosso? Molti ridevano. “Ma sì, è solo uno scherzo!”.

Peccato che quando migliaia di persone ridono insieme delle stesse cose tossiche, non è più una barzelletta. È un fenomeno sociale. E non è affatto da sottovalutare.

Coltelli, mogli e responsabilità dimenticate

Ogni volta che scoppia un caso simile, parte il coro: “Chiudiamo il sito!”, “Blocchiamo il gruppo!”, “Colpa di Facebook!”. È la reazione standard.

Ma è come dire: “Chiudiamo le aziende che producono coltelli da cucina perché qualcuno ha usato un coltello per uccidere la moglie.” No, amici. Il coltello serve per tagliare il pane. Se tu lo usi male, la colpa è tua. Lo stesso vale per la tecnologia. Non è lo strumento, ma l’uso che se ne fa. Eppure, nel mondo digitale, la responsabilità individuale sparisce. È sempre colpa dell’algoritmo, di Zuckerberg, della piattaforma. Mai colpa nostra. E come se non bastasse, ci si mette pure la generalizzazione di genere. Uno sbaglia e improvvisamente tutti sono colpevoli. È la logica infantile del “uno vale tutti”. Così si perde il confine tra libertà personale e rispetto dell’altro.

I media: squali col profumo di sangue

E poi ci sono i media. Quando annusano il sangue, non resistono. Phica.net? Perfetto per fare share. “Mia moglie”? Titolo acchiappaclick ideale. In televisione compaiono i soliti tuttologi: parlano di tutto, capiscono di niente. Quando non hanno risposte, usano la frase salvavita: “Questo è il mio punto di vista.” Ok, ma se sei in prima serata, il tuo punto di vista non può essere aria fritta. Il clamore esplode quando entrano in scena politici e personaggi pubblici. Dichiarazioni indignate, comunicati stampa, querele annunciate. Tutti improvvisamente paladini della morale. E intanto, su Change.org, spuntano petizioni a raffica. Migliaia di firme per chiedere chiusure immediate. Domanda: dov’erano tutte queste firme fino a ieri? Forse a guardare Netflix.

La libertà secondo Instagram

Mentre i giornali urlano e le tv fanno spettacolo, gli influencer ci vendono la loro idea di libertà. Donne emancipate che posano in foto studiatissime, uomini che ostentano Rolex e Lamborghini. Tutto in nome dell’autonomia e della virilità. Ma lo schema è sempre lo stesso: attrazione, ostentazione, desiderio. Solo che oggi lo misuriamo in like, follower, visualizzazioni. Una prigione dorata. Altro che liberazione.

I gestori: eroi o masochisti?

E poi ci siamo noi: i gestori delle community. Quelli che non vincono mai. Se lasci correre, sei complice. Se moderi, sei fascista. Se applichi regole, sei un poliziotto. Negli anni ci hanno chiamato in tutti i modi: fascisti, bobbies, sceriffi. Ci siamo beccati insulti, maledizioni, auguri di chiusura, persino minacce fiscali. Tutto per aver cercato di mantenere un minimo di decoro. Eppure, mentre altre piattaforme lasciavano correre, noi abbiamo scelto la strada più difficile: quella delle regole. Meno visibilità, sì. Ma più dignità.

Punterforum: il parallelismo che non esiste

Qui ci tengo a chiarirlo: punterforum non è phica.net. Non c’entra niente.

Punterforum non è voyeurismo mascherato da ironia. È una community storica, basata su recensioni e discussioni che riguardano persone adulte che, in piena consapevolezza, hanno scelto di prestare servizi per adulti. Non si tratta di abusi né di esibizionismo inconsapevole. È un contesto fondato su scelte libere, dove le regole servono a tutelare chi partecipa.

Certo, anche noi sulla scorta del caso phica.net, abbiamo visto qualche cancellazione. Poche decine, nulla di drammatico, ma indicative. Chi non ha consapevolezza, scappa. Fugge senza capire. E spesso ahimè si tratta di utenti storici. Gente che per dieci anni si è loggata due volte al giorno e poi, improvvisamente, scrive: “Non mi interessa più.” Ok, i gusti cambiano. Ma un dubbio sorge: non è che questi sono i voyeuristi che, sorpresi a sbirciare dietro i cespugli, con i pantaloni abbassati, farfugliano “Io non c’entro niente, passavo di qui”?

Ebbene, se sei uno di quelli, fai bene a cancellarti. Non per il voyeurismo in sé (che non mi disturba affatto), ma perché qui spazio ce n’è solo per chi sa accettarsi. Se sei un lurker che non ha il coraggio di ammettere chi è, questa non è casa tua.

Epilogo: libertà o caverna con il Wi-Fi?

Il patriarcato tradizionale è morto. Ma al suo posto è nato un ibrido: istinti primordiali travestiti da libertà, amplificati dagli algoritmi, resi glamour dagli influencer e manipolati dai media. Non è liberazione, non è oppressione. È confusione di massa. La vera domanda non è se il patriarcato esista ancora. La vera domanda è: come impediamo che la libertà diventi solo un sinonimo di istinto? Perché se la libertà è solo sfogo, non è libertà. È una caverna, solo con il Wi-Fi.
 
Prologo: l’insonnia del fondatore
L’insonnia è del tutto comprensibile; non perché si abbia coscienza di aver commesso alcuna violazione. Ma per quel sesto senso o per quell'istinto animalesco che ti porta a fiutare il pericolo; perché in tempi di caccia alle streghe, tutti possono diventare streghe da mettere al rogo. Una folla che ha fame di linciaggio, è qualcosa di animalesco, ma un animalesco irrazionale e gratuito, un animalesco che in natura non esiste; è qualcosa che appartiene solo agli esseri umani.
E poi la giustizia femminista, quindi una giustizia di parte, diventa la somma ingiustizia.
Il timore, e l’insonnia una sua conseguenza, nasce dall'intuire che la vittima di un linciaggio non può appellarsi a niente, non allo stato, non alla giustizia, non alla bontà, non al buon senso, non al raccapriccio. Sai che se vieni afferrato dagli artigli del branco assetato di sangue, sei già una persona (o un forum) fatta a pezzi.
Questa è una considerazione generale, non riferita al caso in discussione, visto che ho scoperto l'esistenza di "phica" e "mia moglie" solo due giorni fa, in seguito al clamore.

Patriarcato: morto, resuscitato e connesso in fibra
Beh, la situazione è più complessa, il patriarcato è stato descritto come il male assoluto da coloro che stanno facendo di tutto per sostituirlo con il matriarcato, che in natura non esiste, qualcosa di artificiale e perciò peggiore del patriarcato.
Per millenni gli uomini hanno sfamato e protetto le donne, che in natura non sopravvivrebbero senza gli uomini. Questo significa che i due generi sono complementari, e non sovrapponibili come pretendono le femministe.
E comunque, se ha diritto ad esistere un matriarcato, lo ha anche il patriarcato. Se il femminismo ha diritto di essere, lo ha anche il maschilismo. Se gli uomini non devono superare una misura, ciò vale anche per le donne.
Quel che conta è che non si eserciti violenza tra le persone; e la violenza non è solo quella fisica, ma anche quella verbale, o di certi comportamenti, violenza quest'ultima che può appartenere a tutti i generi.

Phica.net, “Mia moglie” e il branco digitale
Trovo insopportabile che si faccia finta di cadere dalle nuvole, sapendo invece esattamente cosa c’è sotto le nuvole; scoprendone il luridume improvvisamente, come Colombo scoprì l’america. E il luridume è prodotto da tutti, tutti defecano, uomini, donne e infiniti generi alternativi; in un mondo composto da pervertiti/e, da esibizionisti/e, da persone prive di qualunque tipo di morale. Uomini che usano e mercificano le donne e il loro corpo, e donne che fanno lo stesso con gli uomini o si mercificano.
Solo che poi per quelle farneticazioni ideologiche tipiche del nostro tempo, qualcuno/a si scopre stuprata, per cose che ha fatto scientemente. Si fa trascinare da un conformismo perverso, accusatorio, inquisitoriale, pronto/a a partecipare al linciaggio, anzi voglioso/a di parteciparvi; magari soltanto per prendere le distanze e assolversi da ciò che si è fatto fino a un attimo prima. In tempi di caccia alle streghe, anche se veramente sei una strega, è meglio far finta di non esserlo, associandosi ai cacciatori, diventando più feroce degli originali. Peggio per chi non è lesto a saltare nel carro "giusto".
In tempi di faziosità parossistica, per la massa è meglio star dalla parte vincente. Nel linciare (anche l'innocente) ci si sente sollevati di non essere il linciato (magari essendo colpevole).
 
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E poi ci siamo noi: i gestori delle community. Quelli che non vincono mai. Se lasci correre, sei complice. Se moderi, sei fascista. Se applichi regole, sei un poliziotto. Negli anni ci hanno chiamato in tutti i modi: fascisti, bobbies, sceriffi. Ci siamo beccati insulti, maledizioni, auguri di chiusura, persino minacce fiscali. Tutto per aver cercato di mantenere un minimo di decoro. Eppure, mentre altre piattaforme lasciavano correre, noi abbiamo scelto la strada più difficile: quella delle regole. Meno visibilità, sì. Ma più dignità.

In tutti gli anni che ho frequentato l'internetto ho notato una cosa: tutte le community che hanno alleggerito la moderazione o che non l'hanno mai avuta sono andate di culo, chi prima o chi dopo.
Quindi a costo di essere cestinato, bannato o altro, ben venga la moderazione pesante e, quando necessario, il taglio di determinati contenuti.
 
Grazie della cancellazione di alcuni 3d, che sono stati citati prima su giornaliste, sportive ecc ecc.

Grazie della meticolosità nel gestire il sito, che a volte ad un vecchio utente decennale come me , può sembrare puntiglio burocratico ....ma se serve a non spendere soldi in avvocati ben venga ♥️ ..

Relativamente al sito citato , credo che l'assenza di qualsiasi consenso da parte delle interessate alla pubblicazione delle foto, sia un discriminante non da poco rispetto alla nostra situazione.

A 👃 naso per ora...per ora ..mi sembra solo tipico clamore mediatico italiano di fine estate e arma di distrazione di massa, sulla scia di quell' altro sito " mi moglie "

Ti voglio a trascinare in tribunale anche solo centinaia di persone relativamente a questi fatti ( e non migliaia quale in effetti sono ) ....sarebbe il colpo di grazia alla Giustizia italiana.
 
Intanto leggendo i siti di news si parla di foto rubate.. rubate dai profili social o da siti di informazione o tipo novella 2000.. ma se stanno sulla rete o sui giornali, sono foto pubbliche come fanno ad essere rubate? Io credo che giuridicamente, lo dico da laureato in giurisprudenza, questo caso si smonterà in fretta e la polizia postale potrà fare poco o niente per dei commenti pur beceri e maschilisti.. non è roba penalmente rilevante e meno male, se no ci arresterebbero anche al commento troppo spinto sulla collega bona detto al bar! Siamo arrivati ormai ad una caccia alle streghe e i maschi sono diventati tragicamente beta incapaci di reagire a questo puritanesimo imposto eccessivo! È una società in cui la tendenza è togliere la libertà.. io capisco che bisogna stigmatizzare i commenti volgari,.danno fastidio anche a me delle espressioni, ma da qui a denunciare e ricercare migliaia di utenti iscritti ad un forum per questo! Facciamo fare alla polizia postale le cose serie che sono tante.. truffe ladri online ecc ecc o andiamo a cercare la violenza i ricatti o le minacce online.. non i commenti volgari.. si sta veramente esagerando ed i colleghi politici uomini tutti zitti, impauriti, quando nella loro vita privata ne faranno e diranno di tutti i colori.. quanta ipocrisia! Possono fare pure 100000 Mila denuncie, su queste basi i giudici archivieranno tutto..
 
Grazie della cancellazione di alcuni 3d, che sono stati citati prima su giornaliste, sportive ecc ecc.
D'istinto ti manderei a quel paese per una affermazione del genere, a me i threads con "sportive" e "tettone" mancano tutti allo stesso modo.
Ma forse tutto questo clamore serve anche a me, che mai ho pensato di averne bisogno, serve ad aprire gli occhi.
Ho scritto decine di post in questo Forum sul rispetto che si deve sempre avere della persona che c'è dietro ad una una escort, allo stesso modo perché dovrei mettere la foto di una tennista (foto pubbliche, prese in rete, come quelle di tutti quanti) e inserirla in un thread dove si sogna di metterla a 90?
Cerco di usare questo momento per fare un esame di coscienza. Amo le Donne in tutte le loro forme, potrebbe essermi utile per capire dove stanno realmente certi confini.
Ma sono solo all'inizio di un ennesimo nuovo capitolo.

Ricordo di aver postato più volte foto di una tennista italiana, era quasi solo una scusa per dire quanto fosse incomprensibile il suo modo di affrontare la maggior parte delle partite che giocava, e forse sono andato anche oltre.
La seguo anche su IG. Ma avete idea di quante gliene dicevano li? O di quante gliene dicono adesso che si propone come modella, lei che modella non è? Noi sembriamo dei Veri Signori al confronto.
Chiaro poi su IG interviene la Policy (o lei stessa?) e tutto sparisce, ma sui social che tutti conoscono (minori compresi) il becerume dilaga molto più che qua.
 
Se il femminismo ha diritto di essere, lo ha anche il maschilismo.
Vorrei fare una precisazione in quanto ho effettuato studi di genere universitari e dunque la mia conoscenza in materia non si limita ai social. Il femminismo intanto non è un'entità unica poiché esistono tanti femminismi, spesso contrastanti fra di loro (non è questa la sede per fare una disamina anche perché penso non vi interessi leggere un saggio breve sulle moltitudini di pensieri racchiusi in questo termine). Quello che però caratterizza tutti i femminismi fra loro è la richiesta dell'equità, che non è uguaglianza poiché solo un movimento intellettualmente disonesto negherebbe le diversità che ci sono indiscutibilmente fra uomo e donna. Diversità che non rende un genere migliore dell'altro. Il femminismo in tutte le sue forme, per tanto, non può essere messo sullo stesso piano del maschilismo, perché uno lotta per l'equità, l'altro per la suprema di un genere (quello maschile), sull'altro.
Scusate se mi sono intromessa ma sentivo di dover fare questa piccola precisazione.
Buona continuazione a tutti!
 
Intanto leggendo i siti di news si parla di foto rubate.. rubate dai profili social o da siti di informazione o tipo novella 2000.. ma se stanno sulla rete o sui giornali, sono foto pubbliche come fanno ad essere rubate? Io credo che giuridicamente, lo dico da laureato in giurisprudenza, questo caso si smonterà in fretta e la polizia postale potrà fare poco o niente per dei commenti pur beceri e maschilisti.. non è roba penalmente rilevante e meno male, se no ci arresterebbero anche al commento troppo spinto sulla collega bona detto al bar! Siamo arrivati ormai ad una caccia alle streghe e i maschi sono diventati tragicamente beta incapaci di reagire a questo puritanesimo imposto eccessivo! [...]

Concordo, sia sulle obiezioni di natura legale che sulle considerazioni sull'incapacità degli uomini, ma non solo i beta, di reagire a questa sistematica limitazione delle libertà invocata dalle femministe. Solo libertà maschili, beninteso, mai le loro. Di fatto, una criminalizzaizone di tutto cio che alle donne non garba, per dirla alla toscana.
Ma, ripromettendomi di tornare sul più vasto argomento del femminismo e di come stia ridefinendo il concetto di libertà nella nostra società, a me piacerebbe appunto capire, con l'aiuto di qualcuno che abbia le conoscenze giuridiche necessarie, di quali azioni illecite si sta parlando in questi casi. E par agevolare la discussione, vorrei prospettare alcuni esempi, credo pertinenti ai casi di cronaca recenti.
Supponiamo che un giornale o una rivista abbia intervistato una politica o una sportiva o un'attrice e abbia postato sul proprio sito web, insieme al testo dell'intervista, le foto di questa donna.
Quello che mi chiedo è:

1. Può un utente copiare e incollare quelle foto, p.es. nel proprio account Facebook o Instagram, senza commenti particolari ma allo stesso tempo senza chiedere il permesso a nessuno? Se questa azione non è lecita, è perché si è violata qualche forma di privacy della donna o perché si è violato il copyright del giornale? In altre parole, se bisogna chiedere il permesso per un semplice copia e incolla delle foto, a chi bisogna chiederlo?
2. Supponiamo che, invece che copiare e incollare le foto, l'utente posti il collegamento (hyperlink) a quelle foto. Deve ugualmente chiedere il permesso? (Questo mi sembrerebbe veramente una follia)
3. Se entriamo poi nel campo dei commenti, il ginepraio si complica ulteriormente. Le lamentele riportate dai giornali alludono a commenti "misogini e sessisti". Mi sapete spiegare chi definisce misogino e sessista un commento? E soprattutto in base a quale legge verrebbe perseguito? Se scrivo "Questa è bella e mi piace, peccato che non si vedano le gambe. Quest'altra è sovrappeso e non mi piace", qualche PM potrebbe veramente sostenere che si tratta di diffamazione o addirittura istigazione allo stupro?

Mi scuso se le frasi del punto 3. non sono del tipo di quelle incriminate, ma non ho visto i siti in questione per cui non ho esempi. Comincerei da queste, se qualcuno è interessato alla discussione.
 
Vorrei fare una precisazione in quanto ho effettuato studi di genere universitari e dunque la mia conoscenza in materia non si limita ai social. Il femminismo intanto non è un'entità unica poiché esistono tanti femminismi, spesso contrastanti fra di loro (non è questa la sede per fare una disamina anche perché penso non vi interessi leggere un saggio breve sulle moltitudini di pensieri racchiusi in questo termine). Quello che però caratterizza tutti i femminismi fra loro è la richiesta dell'equità, che non è uguaglianza poiché solo un movimento intellettualmente disonesto negherebbe le diversità che ci sono indiscutibilmente fra uomo e donna. Diversità che non rende un genere migliore dell'altro. Il femminismo in tutte le sue forme, per tanto, non può essere messo sullo stesso piano del maschilismo, perché uno lotta per l'equità, l'altro per la suprema di un genere (quello maschile), sull'altro.
Scusate se mi sono intromessa ma sentivo di dover fare questa piccola precisazione.
Buona continuazione a tutti!
Mi sembrano affermazioni condivisibili e di buon senso le tue.
Beh, se è vero che in virtù del patriarcato-maschilismo c'è stato un predominio degli uomini, che oggi non c'è più, significa che gli uomini hanno saputo fare dei passi indietro, riconoscendo la parità dei diritti con le donne. Quindi, quel patriarcato ha avuto buon senso e senso della giustizia anche contro i propri supposti interessi.
Patriarcato che esisteva perché necessitato dalle esigenze dei tempi, che forse agli uomini avrebbe fatto comodo lasciare (anche) alle donne la fatica dei campi o della caccia, o i pericoli e i dolori del difendere la comunità.
Quindi, insisto, gli uomini sono stati capaci di rinunciare alla predominanza acquisita, potendo mantenerla legalmente ad libitum, avendo avuto la totalità dei voti in tutte le arene politiche.
Allora mi chiedo se le donne sarebbero capaci di fare lo stesso. Ad esempio, se sono capaci di chiedere le quote azzurre nella scuola pubblica, dove in atto il personale a tutti i livelli è in stragrande maggioranza femminile; mentre la psicologia dell'età evolutiva riconosce la necessità della figura maschile, insieme alla femminile, per bambini e ragazzi.
Ho fatto solo un esempio, per dire che secondo me la parità di genere non si fa con l'accetta, ma con il temperino.
Io sono per la parità in diritto e dignità tra i generi, ma riconoscendo che ci sono delle differenze naturali.
 
Ultima modifica:
Allora mi chiedo se le donne sarebbero capaci di fare lo stesso. Ad esempio, se sono capaci di chiedere le quote azzurre nella scuola pubblica, dove in atto il personale a tutti i livelli è in stragrande maggioranza femminile; mentre la psicologia dell'età evolutiva riconosce la necessità della figura maschile, insieme alla femminile, per bambini e ragazzi.
Penso che qualora fosse necessario inserire delle quote azzurre sarebbe giusto farlo. Perché dico "qualora fosse necessario"? Perché la mancata importante presenza maschile all'interno del sistema scolastico non pare essere dovuta da una discriminazione sistemica, bensì dal minimo afflusso di iscritti nelle università quali scienze della formazione o in tutti quegli indirizzi umanistici che possono dare come sbocco lavorativo il mondo della scuola. Io alla magistrale ho fatto lingue, quindi potrei insegnare le lingue straniere che so nelle scuole superiori, i miei compagni di corso erano quasi tutte ragazze, quindi statisticamente ci saranno più femmine ad insegnare non perché i ragazzi siano discriminati per il loro genere in virtù di qualche pregiudizia, ma banalmente perché ce ne sono meno.
se le donne sono capaci di riconoscere di non avere una idoneità fisica pari agli uomini per lo svolgimento di mestieri che comportano l'uso della forza e necessitano di prestanza fisica, accettando almeno di dovere sostenere le stesse prove selettive degli uomini, piuttosto che valersi di test fisici depotenziati.
Mi trovi d'accordo. Infatti torno a dire, salvo per qualche movimento femminista integralista radicale estremamente tossico (tipo le TERF, che se la prendono anche con le donne trans perché pensano che siano degli uomini che vogliono approfittarsi delle sembianze da donna per coglierci con la difesa abbassata, dal mio punto di vista una vera follia!!) nessuno qua sostiene che biolocamente siamo uguali, perché non è vero, ciò nonostante meritiamo tutti lo stesso rispetto e gli stessi diritti.
Secondo me l'errore più grande è quello di pensare che sia una battaglia fra sessi quando non lo è.
Comunque veramente questo termine, cioè femminismo, racchiude pensieri veramente contrastanti fra loro ecco perché è difficile parlare di femminismo. Alcune branche del femminismo sostengono tantissimo il sex work come una forma di empowerment altre branche del femminismo più radicale invece ritiengono che il sex worker sia un modo del patriarcato per oggettificaere la donna. Io naturalmente, sennò non sarei qua, credo che sia una forma empowerment. comunque non voglio andare off topic volevo solo fare una precisazione, grazie a tutti un bacione 😙
 
qualora fosse necessario inserire delle quote azzurre
rebus sic stantibus, la necessità di quote può partire dalla mera constatazione di una disparità numerica all'interno di una amministrazione, a fronte dell'utilità (non semplice opportunità, ma utilità) di avere più equilibrati rapporti numerici tra i generi.
e potrebbero (ma anche dovrebbero) essere proprio le donne (apriti cielo se fosse un uomo a proporlo), ad esempio quelle che in atto sono in maggioranza nel comparto istruzione, che rendendosi conto di tale disparità e delle conseguenze negative per i discenti, si facessero portavoci di tale esigenza.
abbiamo avuto anche diverse ministre che in anni recenti si sono susseguite; una di queste era petalosa, un'altra troppo impegnata con i banchi a rotelle. altre nella loro azione ministeriale non mi hanno lasciato neanche questi risibili ricordi. ma tutte hanno bellamente ignorato il problema.
 
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Vorrei fare una precisazione in quanto ho effettuato studi di genere universitari e dunque la mia conoscenza in materia non si limita ai social. Il femminismo intanto non è un'entità unica poiché esistono tanti femminismi, spesso contrastanti fra di loro (non è questa la sede per fare una disamina anche perché penso non vi interessi leggere un saggio breve sulle moltitudini di pensieri racchiusi in questo termine). Quello che però caratterizza tutti i femminismi fra loro è la richiesta dell'equità, che non è uguaglianza poiché solo un movimento intellettualmente disonesto negherebbe le diversità che ci sono indiscutibilmente fra uomo e donna. Diversità che non rende un genere migliore dell'altro. Il femminismo in tutte le sue forme, per tanto, non può essere messo sullo stesso piano del maschilismo, perché uno lotta per l'equità, l'altro per la suprema di un genere (quello maschile), sull'altro.
Scusate se mi sono intromessa ma sentivo di dover fare questa piccola precisazione.
Buona continuazione a tutti!
Ok per la parità avendo le stesse possibilità su tutto e la stessa considerazione.. ma perché poi quando alla donna non conviene questa parità non ci deve essere? Da quando mi sono separato, ho frequentato diverse ragazze, oh forse 1 su 10 fa la mossa di voler offrire, le altre si fanno sempre offrire tutto, si esce a cena e paga l'uomo, in vacanza paga l'uomo, al mare lo stabilimento paga l'uomo.. in generale tendono sempre ad appoggiarsi molto all'uomo, nel fare le scelte, nel prendere decisioni.. ad es in vacanza che è un tema attuale visto il periodo, deve essere l'uomo ad informarsi dei ristoranti, delle cose da fare, delle strade e dei mezzi da prendere ecc ecc è proprio un aspettativa naturale per le donne e se a volte non l'ho fatto mi è stato rinfacciato! Quindi ok volete la parità ma solo dove conviene.. al bar con i colleghi di lavoro le donne nn pagano mai.. ma mai! Quindi questi diritti li manteniamo, però togliamo ad es la possibilità all'uomo di fare i commenti da caserma sulle donne, che per me sono solo un modo lecito per sfogare le nostre voglie, superiori alle donne, di sesso.. noi faremmo sesso con qualunque donna piacente che vediamo in giro.. è giusto contenersi, non importunare, non infastidire, per non parlare di comportamento peggiori che sarebbero da denunciare, ma almeno fatece dire tra noi, mamma che bona che gli farei, cosa gli bacerei ecc ecc
 
le altre si fanno sempre offrire tutto
sì, è vero, c'è una furbizia un po' accattona da parte di tante donne nel ritenere del cd. patriarcato solo alcuni aspetti che fanno loro comodo.
per quanto mi riguarda, senza nella pratica essere fiscale, ho (quasi) superato questa debolezza, dicendo chiaramente alla girl che pretende il cavalier servente che sarei sessista se la sollevassi dal peso di portare la sua valigia. e posso offrire alla prima e magari alla seconda uscita, poi cerco di mettere le cose in carreggiata secondo un piano di parità, di diritti e doveri. a parità di possibilità s'intende. ad esempio, se esco con una professionista, entrati in confidenza, la parità la chiedo de plano, se con una disoccupata, sono io che pretendo di offrire.
questo tendenzialmente, come principio, poi una gentilezza gratuita si può anche fare, peraltro la stessa gentilezza che uso anche con gli uomini.
resta il fatto che (anche) su questi aspetti, noi uomini dobbiamo ancora lavorarci . . per ridurre il sessismo insito in certe forme (gentilezze) ormai sorpassate dai tempi. anticaglie dei nostri bisnonni, quando le nostre bisnonne non votavano ma si facevano mantenere.
 
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Gentili utenti,

Vi ringraziamo per i vostri contributi e l’interesse dimostrato nella nostra community. Tuttavia, è fondamentale mantenere il focus sulla discussione in corso per garantire un dibattito produttivo e pertinente. Vorremmo ricordarvi che l’argomento specifico della discussione è il seguente:

Community regolamentate vs. caos social: chi ha paura dei lurker con i pantaloni abbassati?​


Comprendiamo che la natura delle discussioni online possa portare a deviazioni dal tema originale, ma è essenziale per la qualità del nostro forum che ogni discussione rimanga centrata sull’argomento proposto. Questo non solo facilita la comprensione e la partecipazione di tutti gli utenti, ma garantisce anche che le informazioni rilevanti non vengano disperse tra temi non correlati.

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Grazie dell'attenzione.
 
D'istinto ti manderei a quel paese per una affermazione del genere, a me i threads con "sportive" e "tettone" mancano tutti allo stesso modo.
Ma forse tutto questo clamore serve anche a me, che mai ho pensato di averne bisogno, serve ad aprire gli occhi.
Ho scritto decine di post in questo Forum sul rispetto che si deve sempre avere della persona che c'è dietro ad una una escort, allo stesso modo perché dovrei mettere la foto di una tennista (foto pubbliche, prese in rete, come quelle di tutti quanti) e inserirla in un thread dove si sogna di metterla a 90?
Cerco di usare questo momento per fare un esame di coscienza. Amo le Donne in tutte le loro forme, potrebbe essermi utile per capire dove stanno realmente certi confini.
Ma sono solo all'inizio di un ennesimo nuovo capitolo.

Ricordo di aver postato più volte foto di una tennista italiana, era quasi solo una scusa per dire quanto fosse incomprensibile il suo modo di affrontare la maggior parte delle partite che giocava, e forse sono andato anche oltre.
La seguo anche su IG. Ma avete idea di quante gliene dicevano li? O di quante gliene dicono adesso che si propone come modella, lei che modella non è? Noi sembriamo dei Veri Signori al confronto.
Chiaro poi su IG interviene la Policy (o lei stessa?) e tutto sparisce, ma sui social che tutti conoscono (minori compresi) il becerume dilaga molto più che qua.

Infatti, nel caso di personaggi famosi o utenti di social di vario genere non credo che il postare una o piú foto rappresenti un grosso problema.
E detto senza problemi: l'attrice X o la nuotatrice Y me le scoperei ancora anche adesso, senza troppi patemi, frega poco di chi é o non é.
Però c'é sempre un peró... perché, come giustamente hai detto, su certi social o pagine (non qui per fortuna) ci sono personaggi che intasano di commenti che sono al limite dell'ossesivo e/o del cyberbullismo piú ignorante.
Poi, é vero che d'altra parte, se una si fa una foto col primo piano del suo culo e la spiattella al pubblico é chiaro che attirerà un certo genere di personaggi, in questo caso é andarsela a cercare. Ma vabbé.
PF giustamente si sta tutelando in anticipo contro certi soggetti, anche se putroppo, ci hanno rimesso topic, dove bene o male, il tenore dei commenti mi é sempre parso tranquillo.
 
“Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”
Il problema esiste , machismo ,maschilismo, patriarcato sono tutte espressioni dello stesso problema, l’istinto.
Il sommo poeta, con quella frase ha voluto cercare una sintesi che ci inviti a riflettere sui nostri pensieri e comportamenti .
Mia madre più semplicemente diceva “scuola.. ci vuole più scuola” la cultura è l’unico elemento che ci aiuta ad elevarci da queste bassezze.
In questo periodo il naturale edonismo che in particolare per le donne, ma che anche noi maschi abbiamo, ha trovato nei social, nella rete, nei media, g.f. ,o.f. … un naturale punto di sfogo.
Sono tutti figli di una sub cultura che fa appunto dell’edonismo, dell’apparire unico modo per elevarsi , distinguersi.
I like , i cuoricini , sono il nutrimento di questa mentalità.
Anche noi in questo forum non ne siamo esenti, ne abbiamo parlato in merito alle faccine di commento e sul numero che ne riceviamo.
I social sono un importante mezzo di comunicazione, di sfogo, di confronto infatti anch’io vedo in questo forum un posto dove poter esprimere con una certa libertà i miei pensieri sull’argomento specifico del sesso.
E’ quindi l’uso che se ne fa che ne rende il valore della discussione.
@Steve ha fatto bene a oscurare alcune discussioni.
Si.
Io non conosco Phica ma da quel che ho capito non cera una moderazione che controllasse in modo sistematico i contenuti . Non so se tutto il sito e le varie discussioni fossero pervasi da ragionamenti più o meno deliranti , omofobi , da branco , per cui gli amministratori hanno pensato di chiudere tutto.
Qui mi pare che a parte quelle pochissime discussioni tutte le altre siano del tutto legittime, non credo che si possa impedire a nessuno di esprimere liberamente il proprio pensiero su argomenti che sono figli del sesso.
L’onda di indignazione giusta per molti versi, sembra trasformarsi in una sorta di caccia alle streghe, porterà a mio giudizio ad un effetto contrario, poiché mi pare sia figlia sempre di quella ricerca immediata di consenso, di like, di follonwer.
I problemi non si risolvono con una cancellazione tout court di siti, forum, ecc.. non è così semplice è giusto affrontare il problema, oscurando quello che “ragionevolmente” può disturbare ed è sulla linea di confine della goliardia. Ma poi occorre pensare che magari alcuni argomenti qui trattati possono essere o una valvola di sfogo, un punto di riflessione su argomenti che sono ancora tabù.
Quindi no non ritengo che si debba aver paura di restare in questo gruppo di buon temponi.

Napo
 
Apro il Messaggero di oggi, alla pagina 9 "Una legge contro i siti sessisti, la mobilitazione è bipartisan ", alla ripresa dei lavori parlamentari si dice.

Sulla stessa pagina più giù in un trafiletto " La paura corre nei forum maschilisti " , dove si cita in questo caso il Forum dei brutti, altro covo di incel. Non ne vengono citati altri .

Ora online cerco la definizione di sessismo sul primo dizionario che trovo "Tendenza a valutare la capacità o l'attività delle persone in base al sesso ovvero ad attuare una discriminazione sessuale".

Previsioni su questa vicenda è azzardato farne, ma come spesso accade in ogni cambio di registro della storia , ci si basa sull' interpretazione ......e l' interpretazione si sa, purtroppo è più elastica della pelle dei nostri sottapesi. È sempre una lama di rasoio, essere messi da una parte piuttosto che dall'altra .

Ma meglio di così , noi di questa comunità, non possiamo comportarci.

Per ora si può solo attendere.
 
In realtà non è la prima volta che PF è ammesso al dubbio onore della citazione sui media. Io sono venuto a conoscenza anni fa di questo forum proprio da un articolo, non ricordo più dove pubblicato, che citava questo forum, tra altri, ovviamente in chiave negativa, come una congrega di maschi sessisti e sbavoni che frequentava povere donne che si prostituivano, e poi si scambiavano informazioni, pubblicando recensioni nelle quali le prostitute venivano valutate come fossero oggetti o animali.
 
on credo che si possa impedire a nessuno di esprimere liberamente il proprio pensiero su argomenti che sono figli del sesso.
non credi? ma non ti sei accorto dei linciaggi mediatici negli ultimi anni? ormai i dissenzienti, coloro che ragionano e perciò non riescono a conformarsi al pensiero unico, virano verso l'autocensura, o una più libera espressione in spazi assolutamente residuali.
 
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