La mia ultima esperienza nella Isla Grande risale ad aprile 2004, per 10 giorni di permanenza nella capitale.
La situazione politica a Cuba da allora è cambiata un po', però ritengo che alcune mie indicazioni possano essere ancora utili.
Ho alloggiato in Centro Habana, in calle Aguila, presso una casa particular che mi aveva procurato un amico milanese di cui mi fido, essendo grande esperto del luogo. La via, tra l'altro, è nominata spesso nel racconto di Pedro Juan Gutiérrez "Il re dell'Avana" (che vi con.siglio di leggere). Il quartiere Centro era/è uno dei più disastrati e 'neri' della capitale e di solito vi viene s.con.sigliato l'alloggio. Io però mi ero appunto appoggiato a questo amico fidato e spendevo 25 dollari al giorno per appartamento e vitto (colazione e cena).
Non ho avuto alcun problema di intrusioni e furti, ma effettivamente ne ho sentito parlare e anche il mio amico con.siglia/va discrezione e attenzione estrema nella scelta dell'alloggio, che dovrebbe essere almeno 'indicato' da persona fidata.
Non avevo preso in considerazione gli hotel, in quanto sono abituato a non sopportarne i vincoli e preferisco adattarmi per quanto possibile alla vita e ai ritmi locali ed entrare e uscire con chi mi pare.
Per quanto riguarda il capitolo divertimento e chicas a La Habana, in ogni locale in cui sono andato ho avuto sempre la netta sensazione di essere un 'pollo da spennare'. Tutti i posti, infatti, sono pieni di ragazze che non vedono l'ora di spillare soldi a noi turisti. Mi seguivano fino in bagno con proposte di ogni tipo. Naturalmente, i primi giorni ho evitato gli assalti e le facili conquiste, che avrebbero solo comportato un esborso di denaro certamente non accompagnato da adeguate prestazioni. Ricordo di aver chiesto per curiosità e che 'sparavano' rate da 50 dollari in su per un paio d'ore e tutto 'gommato'.Comunque ho girato parecchi locali e di alcuni conservo un buon ricordo, per atmosfera e livello della fauna femminile. In particolare andavo spesso in quella specie di piccolo pub sotto il castello del Morro, dal quale si gode ottima vista notturna della capitale e c'è un buon livello di gnagna.
Dal terzo giorno mi sono accompagnato con una splendida 21enne presentatami dal mio amico milanese, che ringrazierò in eterno già solo per questo. Mulatta, snella, alta, bellissimo viso e corpo sinuoso, Janira era arrivata per la prima volta (e clandestinamente) nella Capitale da las Tunas. Amica della giovane 'novia' del mio amico, era piuttosto spontanea di carattere e voleva solo divertirsi e scopare bene per un po'. In una settimana di vita insieme 24 ore su 24, non ho mai avuto la minima sensazione che volesse approfittare della mia disponibilità economica o che tanto meno volesse del denaro. In questo senso, sono stato fortunato. Solo alla fine le ho fatto qualche regalo, ma perchè lo ritenevo giusto e non perchè me l'avesse chiesto lei.
Comunque il denaro a Cuba serve dappertutto e tanto. Ogni cosa ha un costo, a maggior ragione per il turista. Difficile trovare 'occasioni' e quelle volte che sembra di averle trovate si rivelano spesso fregature.
Le condizioni di vita della gente sono piuttosto degradate economicamente, ma soprattutto socialmente. C'è una promiscuità e un tasso di uso di alcolici e droghe che spesso nemmeno sospettiamo. Le condizioni igieniche sono per lo più inadeguate. Il livello dei servizi è da terzo mondo e la sanità tanto decantata è piuttosto carente, se non altro per la cronica mancanza di adeguata strumentazione. Livello di istruzione generalmente buono, anche se tendente allo scarso nelle nuove generazioni. Inoltre polizia asfissiante e capillare e corruzione dappertutto.
Cosa salvo? La capacità di quel popolo di tirare comunque avanti e di mantenere una buona dose di ironia, nonostante condizioni di vita difficilissime.
Ammiro le persone che, come il mio amico di Milano, riescono a fare buon viso a cattivo gioco e a sfruttare il sistema a loro vantaggio separando il loro status da quello della popolazione in mezzo alla quale vivono.
Io personalmente non ci sono riuscito a non sentirmi coinvolto e indignato per quanto ho visto e sentito.
Mai e poi mai ci andrei a svernare.