Da quando mi sono iscritto a questo forum, cioè da parecchi anni, mi limito a recensire…
Mi limito cioè a descrivere un’esperienza con una fornitrice.
Ben attento a non svelare nulla di ciò che accade fuori dal rapporto commerciale.
Quasi sempre si tratta di incontri con trans.
Non chiedetemi il perché. Sono fermamente convinto di essere etero. Anche se ho maturato una profonda simpateticità per il mondo LGBT.
Probabilmente, è perché amo la femminilità talvolta estrema che talune trans sanno interpretare, o di cui sono intimamente dotate, che spesso supera quella di donne un po’ indurite dalla professione, o forse per la chimica e la complicità che le trans sanno far emergere e che alle esercenti femmine occidentali troppo spesso manca…
Oppure perché sono davvero bisex o gay e non me ne rendo conto.
Ma non è che mi importi.
Anche se, in effetti, alla mia età dovrei avere idee più chiare.
Ma tant’è. Mi sono dilungato nel preambolo.
Fatto sta che, nel tempo, e anche prendendomi lunghe pause dalla tastiera e in certi periodi anche dall’esercizio del punteraggio, mi sono allontanato dagli aspetti sociali del forum, o meglio, di forum che hanno preceduto questo e che in questo ho solo occasionalmente sfiorato.
Discussioni talvolta appassionate, talvolta profonde, confronti accesi, alcuni istruttivi, altri decisamente deludenti, talune narrative coinvolgenti, episodi divertenti, considerazioni goliardiche e tanto altro.
Forse ho perso il gusto della novità.
Forse penso di aver letto tutto.
Insomma… Mi sono rotto.
Ma questa sera, in questo momento particolare della mia vita, volevo aprire una discussione lontana dai miei più recenti standard, e buttarla sull’introspezione, sullo psico-socio retroscena mentale del puttaniere e della puttana.
Questa sera mi sento colpevole.
No. Non vi tedierò oltre con la vessata quaestio: ci si può innamorare di una puttana?
Ma certo che si. E’ assodato.
Come è assodato che di solito finisce male.
Ma vorrei stimolare la discussione su un aspetto di nicchia. Sottodiscusso e sottovalutato.
Cosa succede quando è lei a innamorarsi del cliente.
Ovvio. Lei si innamora di un cliente colpevole, assiduo, premuroso, talvolta bello e prestante, ma più spesso solo fascinoso, pulito, educato e/o dall’approccio un po’ meno che consueto.
In questo mio thread, vuole essere irrilevante se il cliente è o meno innamorato della ragazza.
O meglio, irrilevante non lo è affatto. Perché ciò influisce gravemente sull’evoluzione del rapporto e, soprattutto, sulle conseguenze per lui stesso…
Ma ancora, non è di lui che voglio parlare.
Ma di lei.
Qualcuno ci ha mai pensato?
Ha mai pensato di lasciare morti e feriti sulla sua strada?
A quanto male può aver fatto a una ragazza innamorata?
Ignorando i suoi sentimenti. O facendo – volontariamente o meno – farli crescere in lei?
Non pensiate che questo raro evento sia poi così raro, perché il cliente appena intelligente, o anche solo civile, tende sempre a presentarsi al meglio: educato, pulito, elegante, simpatico … e ben pagante. Tutte cose che sono gradite alle fornitrici e che permettono loro di esprimersi al meglio, a beneficio dell’avventore, e che è un po’ quel che fa sempre l’uomo fuori dal rapporto commerciale per farsi apprezzare da una donna che corteggia…
Io sono sempre stato propenso a intrattenere rapporti amichevoli con le ragazze con cui c’era più feeling. E, negli anni, sono nate e sfiorite amicizie divertenti e bellissime. Senza secondi fini se non quelli di scambiarsi compagnia, storie, e magari anche un po’ di buon sesso.
Va detto che alcune sono nate fuori dal lavoro. Complici, magari, forum come questo.
Ma non è nemmeno questo elemento di distinguo.
Alcune di quelle amicizie durano tutt’oggi.
Alcune ormai approssimano le due decadi ed è bello sapere che sono durate.
Altre invece si sono estinte in breve.
E ho sempre pensato che evidentemente così doveva essere e non c’era nulla di male.
Eh, ma nel mentre, mi sono innamorato ben due volte (scusate, ma nell’arco di 15 anni ci può stare)…
E, ovviamente, e finita male in entrambe.
Ma solo oggi, solo oggi, mi rendo conto che il mio amore è stato egoistico.
Che ho misurato le conseguenze solo con il metro della mia sofferenza.
Ben attento al mio interesse e a non creare troppa confusione nella mia tranquilla vita borghese.
Non avendo mai abbastanza considerato quella di lei.
La fastidiosa sensazione di aver abusato, inconsciamente, del comodo paracadute “lei tanto è puttana, quanto vuoi che gliene possa realmente fregare?”
E, per giunta, e vi garantisco senza alcuna presunzione, mi viene il dubbio che qualcuna di quelle amicizie che poi sono sfiorite, magari lo hanno fatto perché dall’altra parte ci si attendeva da me qualcosa di più, che, con leggerezza, non mi sono nemmeno posto il problema di considerare come plausibile conseguenza.
In altri termini, aprire una amicizia senza secondi fini magari è solo una illusione.
E aver illuso, e quindi deluso, quando poi il secondo fine davvero non c’era.
Ecco… Di questo vorrei parlare.
Frega a qualcuno di queste ragazze che si innamorano?
Qualcuno ci sta attento?
Qualcuno pondera i danni che può fare?
E’ capitato a qualcuno di rendersi conto di aver fatto un invito a cena non sufficientemente ponderato sulle plausibili conseguenze?
Aver tralasciato di coltivare un rapporto che forse meritava esserlo…
… O che non avrebbe mai dovuto iniziare, dati i presupposti… commerciali.
Una fornitrice tempo fa mi ha detto che l’amore è solo per la mamma e il papà.
Ecco.
Lei potrebbe essere stata una di quelle che sono state vittima, invece che carnefici.
Oppure potrebbe essere, semplicemente, una amica ideale per uno stronzo come me.
Un puttaniere autentico, verosimilente incapace di amare veramente.
Non ne sono affatto orgoglioso.
Va a sapè.
________jul