Rifacendomi al discorso treni ... Non è importante quale treno scegliere perchè, in fondo, non esistono un treno giusto ed uno sbagliato, in realtà esiste solo il viaggiare. Non sono certo io il primo a dirlo, ma l'importante è godere durante il viaggio del panorama, del tempo che si ha a disposizione per riflettere e, nei casi migliori, anche della compagnia di chi ci sta accanto che non deve per forza essere una persona conosciuta. Anzi, spesso i dialoghi migliori che capitano in treno sono proprio con le persone sconosciute. Mi capitò decenni fa, di dover andare in costa amalfitana per diletto e lo feci in treno. Il viaggio dal nord lo feci in solitaria e scelsi i treni più lenti possibili, non so perchè ma non avevo così fretta di raggiungere gli amici che là mi aspettavano, volevo godermi il viaggio. Ebbi la fortuna di incontrare un gruppo di amiche universitarie (beh, più o meno mie coetanee all'epoca) che da Milano stavano tornando al paese per una vacanza. Lungo il percorso si è instaurato un bel rapporto ed abbiamo discusso per ore di tutto e di più. Finanche di sesso. Man mano che passavno le stazioni la compagnia si andava assottigliando. Prima di Napoli, ora non ricordo dove, scese la penultima ragazza. Arrivammo a Napoli io e Francesca, lultima superstite. Dovevamo aspettare la coincidenza per Salerno visto che lei doveva andare, se non ricordo male, a Torre del Greco. Mancava circa un'ora e fu lei a chiedermi se voleva fare un giro per Napoli. In tutta onestà, avevo un po' timore, era il mio primo viaggio al sud in solitaria ed avrei girato Napoli con una ragazza praticamente sconosciuta. Ma cosa avrei avuto da perdere a sedici/diciassette anni? Perdemmo almeno un paio di coincidenze e visitai Napoli come non riuscii più dopo quella volta. Quando tornammo alla stazione mancavano dicei minuti alla partenza del treno ma riuscimmo a perderlo comunque. Perchè? Perchè lei mi guidò ad un imbosco recondito della stazione e lì scopammo in maniera del tutto animalesca per quasi un'ora. Viaggiammo come due fidanzatini innamorati fino a quando lei scese. A parti invertite mi sono sentito prendere dalla malinconia come Levante (Pieraccioni) quando in una delle ultime scene de "Il ciclone" guarda il treno di Caterina (Forteza) allontanarsi. Ma al tempo i cellulari erano forse solo degli scatolotti che si trovavano nelle macchine di lusso. Probabilmente Zuckemberg era ancora alle elementari e Koum giocava con PacMan. Pertanto, a differenza di Levante, io non la vidi più.
Questo cosa vuol significare? Che il treno era certamente quello sbagliato, non c'è alcun dubbio, ma il viaggio era quello giusto e quell'esperienza è certamente una cosa che porto dentro di me ancora oggi. Senza rimpianti, solo con gioia.
E lì alla stazione pensai che i treni son fatti apposta per gli addii. Partono piano, lenti lenti, tu hai tutto il tempo per pensare a chi sta partendo.
(cit. Levante/Pieraccioni, Il ciclone)