Non ti seguo, scusami caro Dolmer. Va bene che non bisogna stigmatizzare nessuno ma se, per esempio, io un giorno per prendermi una donna la pesto a sangue, sono uno stupratore o soltanto uno che quel giorno gli girava così?Io dico che già la vita di per sé è dura e difficile. Se poi ci aggiungiamo noi mille seghe mentali "è giusto questo? è sbagliato questo? se faccio un pompino sono gay?" ecc ecc allora è la fine veramente.
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Non ti seguo, scusami caro Dolmer. Va bene che non bisogna stigmatizzare nessuno ma se, per esempio, io un giorno per prendermi una donna la pesto a sangue, sono uno stupratore o soltanto uno che quel giorno gli girava così?
In altre parole. Non sono solito stuprare femmine, o fare bocchini a uomini, ma supponiamo che per una volta lo faccio, solo per provare. Non meriterei l'etichetta di bruto, o omosessuale, giusto? Avrai capito ovviamente quanto entrambi codesti orientamenti mi facciano schifo e spero che vorrai lasciar perdere fin da subito i distinguo morali, penali ecc. della faccenda, quando sai bene che fino a poco tempo fa l'omosessualità era reato e ai tempi di Giulio Cesare, e non solo, il ratto un istituto giuridico. Quello che non capisco io in questo momento è perchè dovrei farmi tante seghe mentali per paura di dare alle cose il proprio nome.
La bisessualità, per esempio, era pratica normale in quasi tutte le civiltà antiche. Roma, Grecia, Persia era normalissimo avere rapporti sessuali con diversi partner anche dello stesso sesso.
per millenni le più antiche e floride civiltà del mondo, che hanno contribuito a formare la nostra società moderna, ritenevano normale avere rapporti con persone dello stesso sesso. Non era né un peccato né una vergogna.
Il diritto romano ha civilizzato il mondo eppure non penso che Giulio Cesare se ha fatto un pompino ad ragazzo si sia messo a pensare "allora sono gay? Ho fatto bene a farlo? Sono diverso adesso?". L'ha fatto e basta senza dare un nome o peso ad una pratica sessuale.
[FONT=Georgia, serif]Già mi e difficile discernere fra i differenti significati di scelta (un'opzione esercitata in base alle circostanze?) e di orientamento (la fatale declinazione delle proprie azioni?) che mi verrebbe voglia di uscirmene da questo circolo vizioso di discettazioni con un'espressione catartica tipo: afrociooo!Perché forse, nonostante i mille discorsi illuminati, la cosa verrebbe vissuta come un'offesa.
Infatti è per questo che sparviero mi è sembrato una mosca bianca.
Il diritto romano ha civilizzato il mondo eppure non penso che Giulio Cesare se ha fatto un pompino ad ragazzo si sia messo a pensare "allora sono gay? Ho fatto bene a farlo? Sono diverso adesso?". L'ha fatto e basta senza dare un nome o peso ad una pratica sessuale.
poveri romani, sempre tirati in ballo a sproposito
Quello che intendo io è la connotazione negativa che assume un certo comportamento nella modernità rispetto al passato.
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Poi mi sembra evidente che non si possano mettere sullo stesso piano un comportamento delittuoso, come nel tuo esempio, con il sesso. Sono paragoni improponibili...
Mega, perché ti preoccupi tanto dei romani, visto che sei della Transilvania?
Quella dell'omosessualità come perversione e parafilia, ahimè, in verità, è una tesi abbastanza recente e moderna.
Di fatto, l'ha inventata Freud con la psicoanalisi.
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povero Freud, riconosciamogli quantomeno che il suo considerare l'omosessualità una patologia della mente anziché una patologia dell'anima era di già un passo in avanti
Sei sicuro che si tratti di un passo avanti?
La parola mente esprime le prerogative della riflessione e della misura. Mensura, mese, la luna mente, riflette e le sue radiazioni suggono.
La parola anima richiama invece al centro portante di uno spaghetto al dente, al cuore attorno a cui si intrecciano i fili nella sezione di un cavo di acciaio. É una parola che fa vergognare.
Colpa di Freud.