È indubbio ma, per quanto sui generis, trattasi di lavoro e non di piacere. Se i due aspetti dovessero coincidere tanto meglio, abbiamo una vocazione. In ogni caso è un aspetto di cui difficilmente avremo conoscenza.Ripeto, a me sembra che la cosa sia soggettiva e variabile.
Professionalmente la triade bocca- figa-culo credo sia lo standard a cui, di certo, non è un obbligo adeguarsi per i più diversi motivi (culturali, psicologici, fisici, salutari ecc ecc).
Fare certe cose può piacere o non piacere, questo non lo sapremo mai per certo, ma ritengo siano le basi di una professione e non sto parlando di pratiche estreme o di condivisione di liquidi biologici per cui capisco che alle volte ci voglia uno stomaco di ferro.
È il mio pensiero ovviamente, che parte dall’idea che se mi rivolgo ad una professionista certi limiti non sono ammissibili, perlomeno su ciò che ritengo basico. Giustificare l’esborso di danaro con la “semplice” e veloce disponibilità all’accoppiamento non è ciò che ritengo essere un ottimo approccio alla professione.
È la mia scala di valori, tutto qua.
C’è quella che non si fa leccare la figa, chi non fa l’anale, chi non ti fa fare certe posizioni, chi non lecca le palle, chi sputa in un fazzoletto durante l’orale, chi ti mette la mano per non farsi penetrare ecc… ecc…
Sicuramente avranno tutte validissime ragioni per comportarsi così, ma secondo me quelle descritte sono contraddizioni con le basi della professione di cui stiamo parlando. Confessare questi limiti in anticipo è certamente un atteggiamento onesto ma, per quanto mi riguarda, è una dichiarazione di non adeguatezza.