Far venire una pay mito o realtà?
Leggo con interesse tutte le varie opinioni, che contengono tutte un fondo di verità.
In realtà, pur essendo il mondo ancora apparentemente profondamente maschilista, sono ancora e sempre le donne a condurre il gioco sessuale, talvolta anche fino, purtroppo, a diventarne vittime, e le pay non fanno certo differenza.
Per tutta la vita noi maschi corriamo dietro a una sola cosa e loro lo sanno benissimo, fin da bambine, e sanno, che se vogliono, possono tenerci in pugno.
Noi maschi siamo banali, scontati, nei nostri orgasmi cerchiamo di appagare noi stessi, ostentando persino il godimento, come un trofeo raggiunto da mostrare orgogliosamente, pensiamo anche di essere bravi e ce ne vantiamo, ma siamo un libro aperto; le donne invece sono sempre un meraviglioso mistero, con loro non sai mai come comportarti, l'unica cosa certa è che a sbagliare sei sempre tu.
Mi ricordo quel comico di una volta che diceva che l'uomo è come un apparecchio che ha un solo interruttore accendi/spegni, mentre la donna è sempre come un apparecchio, ma con un interruttore accendi/spegni, due manopoline di regolazione dei toni, un cursore per la potenza, quattro pulsanti per attivare i filtri, due levette per le limitazioni, ecc., ecc.
In poche parole loro sono molto più complicate e misteriose di noi e forse anche per questo non possiamo farne a meno e passiamo la nostra vita a rincorrerle.
Io penso che le pay che ritengo di avere fatto godere siano state sincere, perché non c'era alcun motivo perché dovessero fingere, ma, in ogni caso, sono state delle esperienze molto appaganti per me, perché non c'è niente di più bello di stringere una donna che per qualche istante ha deciso di lasciarsi andare completamente nelle tue mani, di fidarsi di te, e, nel caso di una pay, ha tolto tutte le sicurezze che le servono normalmente per sopravvivere e per svolgere il suo terribile lavoro.
Peraltro frequento da diversi anni altre OTR, con cui sono entrato in rapporti di stretta confidenziale amicizia e reciproca stima, e mi hanno chiaramente detto che per loro è praticamente impossibile lasciarsi andare e godere, e men che meno venire, proprio perché non ci sono con la testa, e, per poter svolgere il loro lavoro, che odiano, ma che ritengono fatalmente di dover continuare a fare unicamente per necessità di denaro, hanno dovuto rinunciare (almeno momentaneamente) alla sfera sentimentale degli affetti, e una donna per godere, al contrario di noi, ha bisogno anche della testa.
Concludendo, penso che far venire una pay sia un mito, ma qualche volta anche gli antichi dei, quando ne avevano voglia, scendevano sulla terra e si accoppiavamo con gli umani diventando realtà.
Leggo con interesse tutte le varie opinioni, che contengono tutte un fondo di verità.
In realtà, pur essendo il mondo ancora apparentemente profondamente maschilista, sono ancora e sempre le donne a condurre il gioco sessuale, talvolta anche fino, purtroppo, a diventarne vittime, e le pay non fanno certo differenza.
Per tutta la vita noi maschi corriamo dietro a una sola cosa e loro lo sanno benissimo, fin da bambine, e sanno, che se vogliono, possono tenerci in pugno.
Noi maschi siamo banali, scontati, nei nostri orgasmi cerchiamo di appagare noi stessi, ostentando persino il godimento, come un trofeo raggiunto da mostrare orgogliosamente, pensiamo anche di essere bravi e ce ne vantiamo, ma siamo un libro aperto; le donne invece sono sempre un meraviglioso mistero, con loro non sai mai come comportarti, l'unica cosa certa è che a sbagliare sei sempre tu.
Mi ricordo quel comico di una volta che diceva che l'uomo è come un apparecchio che ha un solo interruttore accendi/spegni, mentre la donna è sempre come un apparecchio, ma con un interruttore accendi/spegni, due manopoline di regolazione dei toni, un cursore per la potenza, quattro pulsanti per attivare i filtri, due levette per le limitazioni, ecc., ecc.
In poche parole loro sono molto più complicate e misteriose di noi e forse anche per questo non possiamo farne a meno e passiamo la nostra vita a rincorrerle.
Io penso che le pay che ritengo di avere fatto godere siano state sincere, perché non c'era alcun motivo perché dovessero fingere, ma, in ogni caso, sono state delle esperienze molto appaganti per me, perché non c'è niente di più bello di stringere una donna che per qualche istante ha deciso di lasciarsi andare completamente nelle tue mani, di fidarsi di te, e, nel caso di una pay, ha tolto tutte le sicurezze che le servono normalmente per sopravvivere e per svolgere il suo terribile lavoro.
Peraltro frequento da diversi anni altre OTR, con cui sono entrato in rapporti di stretta confidenziale amicizia e reciproca stima, e mi hanno chiaramente detto che per loro è praticamente impossibile lasciarsi andare e godere, e men che meno venire, proprio perché non ci sono con la testa, e, per poter svolgere il loro lavoro, che odiano, ma che ritengono fatalmente di dover continuare a fare unicamente per necessità di denaro, hanno dovuto rinunciare (almeno momentaneamente) alla sfera sentimentale degli affetti, e una donna per godere, al contrario di noi, ha bisogno anche della testa.
Concludendo, penso che far venire una pay sia un mito, ma qualche volta anche gli antichi dei, quando ne avevano voglia, scendevano sulla terra e si accoppiavamo con gli umani diventando realtà.
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Commenti
B
@olmo30 col discorso dell'irrazionalita' hai sintetizzato al meglio il 90% dell'inconscio femminile, altro che misteriose creature divine che hanno un non so che' di mistico assolutamente da scoprire. Le ritrovi poi col 50 enne ricco sfondato che se le tromba (perche da lui si fanno trombare, non da te/noi) e che casualmente non ha dovuto scoprire chissa' quale angolo nascosto della mente della tal donna. In sintesi, piu' le togli il famoso piedistallo piu' miti inconsistenti cadono.
Sì cosa?
Ci rallegriamo tutti della tua eteritudine. Ma non si capisce cosa stai commentando, non certo il post a cui ti richiami.
Excusatio non petita ... ecc.
Che diresti di un po' di bicarbonato tanto per liberarti dell'indigesto?
Quanto al resto, non ci crederai: mi hai tolto le parole di bocca, anzi usato parole mie. Ricordi quel gioco da bambini: tiè tiè, cento volte più di me...
Ci rallegriamo tutti della tua eteritudine. Ma non si capisce cosa stai commentando, non certo il post a cui ti richiami.
Excusatio non petita ... ecc.
Che diresti di un po' di bicarbonato tanto per liberarti dell'indigesto?
Quanto al resto, non ci crederai: mi hai tolto le parole di bocca, anzi usato parole mie. Ricordi quel gioco da bambini: tiè tiè, cento volte più di me...
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Vero e interessante il discorso sul matriarcato.
Il problema piuttosto è che per secoli il corpo femminile è stato mortificato, e forse lo è tuttora, in tutti modi, sessualità compresa. È nato quindi il mito, perché socialmente e quindi culturalmente necessario che nascesse, che la sessualità femminile dovesse essere governata non tanto dal corpo quanto da altre ragioni variabili in funzione del contesto storico o culturale. Variabili su cui la donna ovviamente non metteva bocca.
In realtà avallava e avalla questo discorso la biologia, come al solito.
L’aspetto cerebrale, poi diventato sentimentale, della sessualità femminile è legato al rischio gravidanza. Pertanto prima di concedersi, fino a neanche tanto tempo fa la donna cercava ovviamente di capire a chi la stava dando e quindi ponderava le conseguenze delle proprie azioni. Valutazioni che gli uomini non facevano e raramente fanno tuttora.
Quindi, a mio parere, passando dallo stereotipo della donna angelicata del Petrarca e arrivando all’esaltazione del sentimento e dall’aspetto cerebrale nella sessualità femminile, tutto ciò è un retaggio, questo sì, di una cultura maschilista.
Il mito della sessualità femminile così arzigogolata ha delle basi culturali e fisiologiche, ma se l’aspetto fisiologico è stato risolto con la scienza, quello culturale purtroppo non del tutto.
Comunque secondo me, ebbene sì, hanno orgasmi anche le prostitute.
Il problema piuttosto è che per secoli il corpo femminile è stato mortificato, e forse lo è tuttora, in tutti modi, sessualità compresa. È nato quindi il mito, perché socialmente e quindi culturalmente necessario che nascesse, che la sessualità femminile dovesse essere governata non tanto dal corpo quanto da altre ragioni variabili in funzione del contesto storico o culturale. Variabili su cui la donna ovviamente non metteva bocca.
In realtà avallava e avalla questo discorso la biologia, come al solito.
L’aspetto cerebrale, poi diventato sentimentale, della sessualità femminile è legato al rischio gravidanza. Pertanto prima di concedersi, fino a neanche tanto tempo fa la donna cercava ovviamente di capire a chi la stava dando e quindi ponderava le conseguenze delle proprie azioni. Valutazioni che gli uomini non facevano e raramente fanno tuttora.
Quindi, a mio parere, passando dallo stereotipo della donna angelicata del Petrarca e arrivando all’esaltazione del sentimento e dall’aspetto cerebrale nella sessualità femminile, tutto ciò è un retaggio, questo sì, di una cultura maschilista.
Il mito della sessualità femminile così arzigogolata ha delle basi culturali e fisiologiche, ma se l’aspetto fisiologico è stato risolto con la scienza, quello culturale purtroppo non del tutto.
Comunque secondo me, ebbene sì, hanno orgasmi anche le prostitute.
Che carino. La tipica carineria dei buoni, quando non gli dai ragione, e non hanno argomentazioni per controbattere.
Si, cocchino: hai ragione, ora calmati. Vieni da olmuccio tuo, che baffone non verrà.
Sicuro che sia un gioco da bambini? Mi pare che tu lo faccia ancora oggi. Cos'è, un indizio di precoce senescenza?
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Ma, mortificato come, scusa.
Quanto al senso del pudore, era comune ad uomini e donne, ed obbligatorio per entrambi i generi.
Quanto alla sessualità, è sempre stata largamente praticata da entrambi i generi, ed abbiamo fior di letteratura e cronaca a raccontare come era vissuta nella quotidianità, sia per l'epoca classica, che medievale che moderna.
C'era l'invito cristiano alla temperanza, è vero, ma non ci vedo niente di retrogrado all'esortazione a moderare certi eccessi, certa sfrenatezza, a non diventare dei maniaci sessuali. Forse oggi pecchiamo in ipersessualità?
Erano tutte obblighi culturali, sociali, e funzionali alle possibilità di quella società, che non va giudicata con il metro di oggi.
Ovvio che ci potevano essere individui che esageravano, ma questo valeva sia in un senso che nell'altro.
Forse l'involuzione è oggi, con l'abolizione di ogni senso morale, anticamera di un nichilismo distopico. E dico forse: non vendo certezze, ma porgo un invito alla riflessione.
Il prof. Barbero non è da prendere in tutto come oro colato, ma indicazioni valide ne da:
Comunque secondo me, ebbene sì, hanno orgasmi anche le prostitute. Ma in un numero risibile di casi.
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B
Complimenti per questa tua analisi attenta e non scontata perchè molti ahimè non sanno e/o inconsciamento mentono di sapere non sapendolo, vittime ignari del retaggio culturale che continuano a sublimare/invidiare a seconda del modello materno/paterno che hanno subito di più o di meno a seconda dei casi.
Complimenti per questa tua analisi attenta e non scontata perchè molti ahimè non sanno e/o inconsciamento mentono di sapere non sapendolo, vittime ignari del retaggio culturale che continuano a sublimare/invidiare a seconda del modello materno/paterno che hanno subito di più o di meno a seconda dei casi.
In realtà mi stai dando ragione e neanche te ne accorgi. Costipazione mentale?
Ad ogni modo, inestimato Olmo,
vista l'inutiità di parlare a chi non capisce e avendo esaurito tutti gli argomenti alla tua portata,
e benché così facendo mi precluda il piacere di scrutare le profondità del pensiero 'no liberal' e di ammirare le eiaculazioni monstre della tua razionalità erettile, nonché etero, e soprattutto benché mi privi di un sano divertimento trash, merce preziosa di questi tempi,
prima di finire impallinato da Occhio di Falco,
seduta stante
ti blocco
Ultima modifica:
Be’ mortificato in relazione alla sessualità, cioè quello di cui parliamo. In particolare modo in relazione al piacere femminile, che prima del femminismo era un mistero forse anche per le stesse donne.
Io mi riferivo esclusivamente a quello.
Quando si affrontano queste tematiche si mette in esagerato risalto, perlomeno dal mio punto di vista, solamente l’aspetto sentimentale o emotivo legato alla sessualità femminile. Come se una donna per farsi una scopata e provare piacere debba, perfino al giorno d’oggi, valutare il partner con stereotipi culturali di qualche decennio fa.
A me sembra che le cose stiano un po’ cambiando.
Sto solo mettendo in luce il fatto che quando si parla di sessualità femminile si tende a focalizzare l’attenzione su elementi destinati a diventare marginali perché figli di momenti storici diversi. Ma forse marginali lo sono sempre stati se si ragiona in ottica di piacere femminile.
L’invito cristiano alla temperanza ho qualche ragionevole dubbio fosse rivolto alle donne.
Ultima modifica:
infatti, l'invito alla temperanza era rivolto a tutti, l'ho scritto sopra.
e poi, senti , la manipolazione della storia non è vizio di oggi. c'era anche due secoli fa, ad esempio; e non è esempio fatto a caso.
in realtà non è scritto da nessuna parte che le nostre antenate non provassero piacere nel sesso; anzi è registrato il contrario. e comunque, a lume di buon senso già ci arriviamo anche senza compulsare troppi documenti.
Che poi ci fossero da alcuni esagerazioni, ad esempio in una concezione estrema della temperanza sessuale, è pure vero: nessuna società, grazie al cielo bisogna dire, è formata da individui prodotti con lo stampo; c'è e ci sarà sempre chi vuole andare a mare, e chi preferisce la montagna.
Così, ad esempio, andrebbero considerati certi eccessi del politically correct contemporaneo. I seguaci sembrano pronti a tutto, pur di imporlo; altri lo schifano.
Diciamo che l'assertività ed il rigore di certi seguaci, mutatis mutandis, assomiglia molto a quello di savonarola di 5 secoli fa, o a quello dello stato islamico dell'altro ieri.
Bella esposizione, Oblo, su cui non posso che essere d'accordo. In buona parte.
Parto da una tua frase
"L’invito cristiano alla temperanza ho qualche ragionevole dubbio fosse rivolto alle donne."
In effetti, come fai intendere, non era affatto rivolto alle donne, per il semplice motivo che si pensava, e in certi ambienti e culture ancora si pensa, che la donna non capace di governare autonomamente i propri istinti sessuali. Per cui si impone una regolazione esterna da parte del maschio o di istituzioni di matrice maschile.
E' un evidente paradosso, poiché incapace di governare i propri impulsi sessuali è semmai il maschio non già la donna, la quale - come dici - prima di darla via liberamente è tenuta, a fronte del rischio gravidanza (per non dire della sanzione sociale), a fare dei calcoli , i.e. a usare il cervello. Che poi non sempre i calcoli (e non parlo del metodo Ogino-Knaus) vengano fatti o si rivelino giusti, questo è un altro discorso.
Tali calcoli – sei sempre tu a dirlo, se non ti traviso – qualora la scelta sia libera, sono appunto il luogo deputato dell'investimento sentimentale, non importa se reale, immaginario o di facciata, che li sostituisce e li nobilita.
Questo per quel che riguarda la donna, almeno a mio modo di vedere.
Per il maschio l'investimento sentimentale è di natura diversa: totalmente a suo uso e consumo e, a mio parere, di due speci. L'una, soggettiva o attiva, è la sublimazione con la quale il maschio tende a riscattare gli impulsi sessuali a cui soggiace dai connotati di bestialità e di colpa che il retaggio morale ha loro conferito, allorché non regolamentati. Certo, non siamo più alla Donna angelicata della poesia cavalleresca, ma un residuo penso sopravviva nella facilità con cui alcuni punter cercano un fondo sentimentale addirittura nel rapporto pay.
L'altra specie, oggettiva o passiva, è la presunzione emotivo-sentimentale che il maschio attribuisce alla donna che gliela dà, con tutti i connessi arzigogoli moral-culturali e pseudo.psicologici. Ancora una sublimazione, a mio avviso, attraverso cui il maschio evita di riconoscere a se stesso di essere un mero oggetto di concupiscenza carnale da parte di una donna. Un essere subalterno appunto, un oggetto interscambiabile. Certo, oggi il mondo è cambiato, è più 'liberal' (direbbe qualcuno), ma una sopravvivenza di quella disposizione la vedo ancora nel diffuso desiderio di certi punter di pensare di aver fatto godere o di poter far godere una pay.
Ora, io non so se far venire una pay sia una realtà o un mito. Fisiologicamente è possibile. Psicologicamente ne sono meno sicuro, perché nelle professioniste penso operi pur sempre un impulso a separare la sessualità privata da quella di mestiere.
Di una cosa sono però più sicuro. Se una pay 'viene' è perché ha deciso aytonomamente di lasciarsi andare, di rispondere a un'intima necessità psico-fisica, a una privata fantasia. Non tanto, almeno credo, perché ha incontrato un cazzo più grosso, o uno che sa sbatterlo meglio. Almeno così credo. Ma aspetto pareri dalle interessate.
Scusate il prolisso sproloquio
Esattamente. Sebbene i riferimenti culturali e comportamentali a cui accenniamo, per quanto tuttora presenti, sono figli di un'altra epoca.
Così come l'invito alla temperanza di matrice cattolica credo che non potesse essere rivolto che all'uomo, visto che fino a pochissimo tempo fa la donna non godeva di tanta libertà sessuale, sia dal punto di vista morale, il poprio giudizio è spesso quello più temuto, che da quello del controllo sociale.
Basti pensare che fino a neanche tanti anni fa erano presenti nella nostra cultura e "tollerati" perfino dall'ordinamento giuridico il matrimonio riparatore (leggasi stupro) e il delitto d'onore.
Quanto alle pay, se non vengono è perché sono infelici o perché sono già venute (non si sa con chi).
Ultima modifica:
L
no, è perchè non gliene un benemerito cazzo, già a quelle "normali" il sesso gli interessa un 3,7% rispetto ai maschi, figuriamoci a ste zoccole de merda...
Se la donna si lascia andare al suo piacere in un rapporto che non è di natura sentimentale, penso sia una sorta di regalo che fa a se stessa. E lo strumento del suo piacere ( che può essere più o meno efficace, ma sicuramente ha i requisiti per esserlo in maniera comunque sufficiente ) è in carne ed ossa. Meno c’è di tutto il resto Oltre la carne e più è un atto , consentitemi “ svuota ghiandole Skene” ??? , e in quanto tale, facile e senza implicazioni...
Questa la mia personale versione , che ovviamente non può far testo..
Ultima modifica:
In realtà non è mai stato un mondo completamente maschilista; ad esempio in area mediterranea, la nostra, c'è stato e c'è un matriarcato di fatto, attraverso il dominio della casa (il maschio era sempre fuori, a lavorare o combattere) l'oikos, e quindi dell'oikonomia; e l'educazione dei figli, che venivano condizionati al mammismo.
Ed oggi il mondo è profondamente femminista, e non mi sembra che grazie a questo sia un mondo più felice, anzi.
Potremmo tranquillamente concludere che il patriarcato era un regime più equilibrato, concedendo, di fatto quando non di diritto, larghi spazi alle donne, e dove uomini e donne erano uniti e complementari. Più equilibrato di quanto sia il vigente regime femminista al quale tutto è sottomesso, a cominciare dal diritto esclusivo di vita e di morte sul nascituro; lasciando al maschio poteri e diritti residuali, che continuano ad essere erosi.
Non sono neanche d'accordo con una maggiore articolazione (complicazione si) della psiche femminile: sono semplicemente più umorali, più instabili, "qual piuma al vento", diceva il poeta. Non capendo gli uomini le ragioni di tale instabilità, alcuni pensano che dietro ci sia chissà quale mistero. C'è il mistero dell'irrazionalità. Un po' come quando non capendo la fisica del fulmine lo si divinizzava.
Quanto alle pay, è nato prima l'uovo o la gallina? E' nato prima lo sfruttatore o la puttana?