Femminicidio - Quando non basta limitarsi solo a condannare

Buon giorno, hai ragione, ma l'omicidio di un maschio non fa notizia e l'omicidio di una donna (visto che vengono uccise di meno in valore assoluto) fa più notizia. E vivendo in una società dove bisogna apparire e riempire le pagine dei social (una volta erano quelle dei giornali), l'omicidio di una donna( o il femminicidio) fa notizia
Buona giornata
ares

Nella fattispecie credo che ci sia qualcosa di più del semplice inseguire una notizia che fa più cassetta.
E' qualcosa che ha a che fare con il martellamento quotidiano e capillare sulla eccezionale bravura del genere femminile (con conseguenza obbligatoria: sono sempre più brave degli uomini), e a favore dei diritti delle donne, anche quando questi ormai sono evidente sopraffazione sugli uomini.
o con provvedimenti che se ne infischiano della meritocrazia e della democrazia, tipo il voto obbligato di genere. Come se il valore non fosse dare per guida alla società i migliori (o reputati tali liberamente dall'elettore).
 
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Essendo oggi questo tipo di omicidio letto attraverso la lente dell'ideologia, non si indaga abbastanza, o forse niente, sulle cause remote che hanno condotto a quell'esito.
Ci si mette il cuore in pace, definendo il delitto come femminicidio, e con questo si danno per appurate le motivazioni di quell'omicidio, che invariabilmente sono: l'innata violenza e ferinità del maschio, che senza motivo alcuno, o con motivi risibili, ha questi accessi omicidi. Un po' come quando accarezzi il gatto e questo ti graffia.
Io penso che sarebbe molto meglio indagare più in profondità, con libertà da schemi precostituiti; e che tale indagine costituisca l'unica vera possibilità di prevenzione contro questo tipo di delitti.
Perché un uomo normale, ben inserito socialmente, arriva a tanto?
Ad esempio, quale violenza psicologica avrà subito nel tempo dalla partner per arrivare a perdere l'autocontrollo fino a quel punto? Quale sopraffazione e dolore indotto, a quel punto non più controllabile, può portarlo ad uccidere la donna amata e poi suicidarsi? Infatti, spesso si tratta di delitti d'impeto, non premeditati e motivati da ragioni estranee alle dinamiche di coppia (tipo "Divorzio all'italiana", oppure "Il vedovo", con un Sordi e una Valeri molto bravi).
Indagare non significa mai giustificare alcun tipo di violenza, tanto meno quella estrema: significa provare a capire, per diagnosticare e trovare terapie adeguate. Terapie che devono riguardare entrambi i comportamenti dei partner, e le violenze che ciascuno, giorno dopo giorno, può esercitare sull'altro.
Iniziando dal capire che libertà, non è libertà di ferire i sentimenti dell'altro, che un tempo hai liberamente scelto.
 
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Non ho di questi problemi, perché, tanto....
Con le donne non ci so fare,non lo mai avuta una relazione,quindi.......se tanto mi dà tanto.....
 
Terapie che devono riguardare entrambi i comportamenti dei partner, e le violenze che ciascuno, giorno dopo giorno, può esercitare sull'altro.
Iniziando dal capire che libertà, non è libertà di ferire i sentimenti dell'altro, che un tempo hai liberamente scelto.

Olmo, tanto per capire.
Tenuto conto che il numero di uomini uccisi dalla loro compagna è infinitamente minore (meno di un ventesimo) del numero delle donne uccise dal loro compagno o ex-compagno, ritieni che la donna sia più portata "a ferire i sentimenti" dell'uomo di quanto lo sia l'uomo nei confronti della donna?
Così dovrebbe essere, considerando quello che scrivi.
A meno che non pensi che la donna sia più attrezzata dell'uomo a sopportare di essere ferita nei sentimenti.
 
Olmo, tanto per capire.
Tenuto conto che il numero di uomini uccisi dalla loro compagna è infinitamente minore (meno di un ventesimo) del numero delle donne uccise dal loro compagno o ex-compagno, ritieni che la donna sia più portata "a ferire i sentimenti" dell'uomo di quanto lo sia l'uomo nei confronti della donna?
Così dovrebbe essere, considerando quello che scrivi.
A meno che non pensi che la donna sia più attrezzata dell'uomo a sopportare di essere ferita nei sentimenti.

Io invito solo a non trarre conclusioni sessiste al contrario: femministe e liberal (ed altro ancora) da mo' ce li fanno a peperini con la parità . . . che le donne sono uguali (anzi meglio), capaci quanto gli uomini (anzi meglio), autosufficienti (anzi meglio), con gli stessi diritti (anzi di più), e così via.

E allora, Gustaf, tanto per capire: vorresti dire che il genere femminile è uguale (anzi meglio) al maschile in tutta la gamma di sentimenti e potenzialità positive, ma non nella violenza, nell'egoismo, nella bugia, e in tutta la gamma dei sentimenti negativi, sul piano giuridico e morale (per quel che valgono nella società liquida diritto ed etica)?

Poi mi sono permesso di aggiungere - e spero di non avere ferito i sentimenti di qualche donna ed affini, e dei buoni che leggono, categoria poco incline ad accettare il diritto ad avere idee diverse dalle loro - che a me non sta bene mettermi il cuore in pace etichettando un omicidio come femminicidio; non sta bene ne sul piano linguistico ne su quello effettuale, e soprattutto su quello della comprensione della fattispecie, di ogni singola fattispecie.
Anche perché sottostante a tale (orendo; convieni?) neologismo c'è un giudizio negativo non sul singolo assassino, ma sull'intero genere maschile, questa sì cosa orrenda, catalogato lui solo come capace di ogni violenza
Ripeto, io penso che si dovrebbe indagare ciascun caso di omicidio per capire quali dinamiche di coppia hanno portato alla pazzia di quel gesto, prima di concludere che tale tipo di violenza è consustanziale al genere maschile, come secondo te dimostrerebbe il rapporto tra femminicidio e maschicidio che tu riporti.
Forse scopriremmo cose diverse dalla vulgata dei giornalisti (notoriamente oggi tanto autorevoli), cose che ci aiuterebbero a contenere il fenomeno, posto che fenomeno esista.
Un semplice, ingenuo, invito a capire: ci trovi qualcosa di disdicevole in questo? Tra l'altro è un obbligo procedurale, anche perché la pena va graduata in base alle circostanze.
Sono stato lungo, e non so se sono stato chiaro. La lunghezza di un testo non aiuta la chiarezza, lo so, ma non avevo tempo per essere più breve.
 
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Grazie per la risposta, anche se in realtà non rispondi alle domande ma a quelli che supponi siano i miei retro-pensieri.

Comunque sono d'accordo con te su due cose:

- che 'femminicidio' sia un brutto neologismo.
Lo si scrivesse almeno feminicidio, con una 'm' sola, secondo le corrette norme italiane di formazione delle parole dal latino (si dice infatti uxoricidio non 'moglicidio', omicidio non 'uomicidio').

- che generalizzare non aiuti a capire.
Tuttavia c'è un dato statistico a cui è difficile sottrarsi: cioè che all'interno di una coppia o ex-coppia è generalmente la donna a subire violenza fisica, iivi compresa quella estrema. Le ragioni e le dinamiche differiscono caso per caso, ma l'esito finale è quasi sempre quello. Perché?
Le mie domande miravano appunto a quel problema.
 
Normalmente chi esercita la violenza psicologica è lo stesso soggetto che esercita anche quella fisica (dalle botte, fino all'omicidio). A volte succede che la vittima si ribelli al carnefice con un gesto estremo, ma è sempre quando la vittima è il soggetto più debole fisicamente, ovvero la donna. Non ricordo di avere letto nella cronaca di un episodio opposto. La violenza nasce dal desiderio di imporre la propria volontà agli altri, quella estrema è solo il capitolo finale di una lunga serie di vessazioni compiute, non subite. Finalmente anche i giornalisti stanno imparando ad utilizzare dei termini più corretti per la cronaca, "uccide la donna amata" è una frase che non si può proprio sentire!
 
Normalmente chi esercita la violenza psicologica è lo stesso soggetto che esercita anche quella fisica (dalle botte, fino all'omicidio). A volte succede che la vittima si ribelli al carnefice con un gesto estremo, ma è sempre quando la vittima è il soggetto più debole fisicamente, ovvero la donna. Non ricordo di avere letto nella cronaca di un episodio opposto. La violenza nasce dal desiderio di imporre la propria volontà agli altri, quella estrema è solo il capitolo finale di una lunga serie di vessazioni compiute, non subite. Finalmente anche i giornalisti stanno imparando ad utilizzare dei termini più corretti per la cronaca, "uccide la donna amata" è una frase che non si può proprio sentire!
Il problema è che le donne scelgono questi stronzi,sono attratte da questa gente e il classico bravo ragazzo è considerato uno sfigato.
 
fabxpiace ha commentato ha scritto:
Termini comunque orrendi in entrambe le declinazioni.
Per me un omicidio è un omicidio, una aggressione solo tale e via discorrendo.
Il voler etichettare per forza cose per tutelare una parte della storia ci porterà sempre più fuori strada.
Infatti, a sto punto allora, neologismo per neologismo, se il ragazzo-trans di quella ragazza speronata dal fratello l'altro giorno a napoli, non fosse scampato all'aggressione, a quest'ora si stava parlando di "transicidio"?!...

 

In questo caso cosa sarebbe, un "coppicidio??!!"

Neologismi a parte,in merito al giallo di Lecce, se il movente confessato venisse confermato, considerato anche che non si tratta di caso isolato

),

si è arrivati al punto che occorre stare attenti persino a non mostrare troppa felicita' (che di per sè è già una chimera raggiungere e mantenere) o perlomeno serenità, per non correre il rischio di scontrarsi con eventuali gelosie o invidia altrui.
 


 
Non voglio dire che se la cercano, sia ben chiaro da subito. Però quando a qualcuno gli si porta via tutto ciò che ha di più farò al mondo (figli, casa, soldi) con cinica spietatezza, quando lo si porta sull’orlo del precipizio e gli si dà una bella spinta è logico aspettarsi una reazione. E la reazione di un disperato non sempre è pacata e pacifica.
 
Come mai nessun mezzo di informazione, nemmeno quello più fanatico della woke culture, ha nominato la parola femminicidio in relazione al presunto omicidio di Saman?
Come mai sembrerebbe che alcune menti fatichino a considerare femminicidio anche questo triste caso?
 
Se non ti fraintendo, la risposta è implicita nella tua domanda.
Perché si preferisce farne un caso di scontro tra culture.
 
Te le vedi quelle fazioni scagliarsi contro i poveri pakistani o l'islam? :unsure:
 
Per il momento la ragazza e' ufficialmente solo scomparsa.



Per parlare di omicidio e quindi femminicidio occore prima trovarne il corpo.
 
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