...le uniche che sembrano essere completamente "trasversali" ai giorni di pausa, alle feste comandate e ai giorni "rossi" del calendario, sembrano essere solo le cinesi.... o meglio, il business dei "cinodromi".....
Un mondo quasi industriale, attivo pressochè h. 24, 7 giorni su 7, con ampio ricambio.
Un mondo che trovo assolutamente impersonale e che, dal mio punto di vista, giudico assolutamente in modo negativo per certi aspetti, o meglio per ciò che cerco io in queste cose e in questi incontri....
Un mondo fatto di pressochè assoluta incomunicabilità, privo di aspetti riconducibili a rapporti a scala umana, che prediligo e che cerco anche in queste cose....
Vero che anche molte europee non hanno nulla da invidiare a tutto ciò, ma con le "cina" questo carattere è assolutamente palpabile, in forma solida quasi, fisica...
Connaturato forse con un certo modo di rapportarsi e che trovo assolutamente deprimente.
Anche se ammetto che nel mondo cinese ci sia una certa dose di sfruttamento (ma mica solo nella prostituzione: come la mettiamo allora con i bar, i parrucchieri, etc., anche quelli aperti tutti i giorni dell'anno?), non sono assolutamente d'accordo sul fatto che ci sia incomunicabilità e impossibilità di rapporti umani.
Sono stato da molte pay cinesi, nella mia carriera, e, se è vero che in alcuni casi sono stati rapporti "a macchinetta" (ma mi è capitato anche con Rumene o Sudamericane, neh?), in altri casi sono stati rapporti belli dolci e arricchenti sul piano umano. Non dimenticherò mai, per esempio, quella volta che una certa Luna mi tenne con lei a pranzo e si mise a preparare con me i ravioli cinesi al vapore (lessando le verdure, stendendo la pasta e richiudendo i ravioli ad una velocità supersonica, da massaia emiliana; mi aveva anche cercato di insegnare a chiudere i ravioli, ma a me venivano tutti sbilenchi rispetto ai suoi!): chiacchierammo e sorridemmo per tutto il tempo ed è uno dei ricordi più preziosi che custodisco.
Un'altra mia matura amica cinese, da cui vado regolarmente da almeno 5 o 6 anni, tutte le volte mi tiene lì per un bel po' dopo il rapporto, offrendomi un frutto o qualcosa da mangiare, a volte sbrigando un altro cliente in fretta nell'altra stanza mentre io sto lì. E non è per niente sfruttata: è una donna intelligente, con una sua vita culturale, che magari in certi periodi lavora ai ritmi che dici tu, ma poi va liberamente a vedersi l'Expo, a godersi una serata al cinema con le amiche, o a fare la prima vacanza a Parigi della sua vita, rimanendone stupita e ammirata. È una donna cinese, ma lavora da persona libera, senza un padrone o un pappone, così come tante "indipendenti" di altre nazionalità. E così come ci sono invece "sfruttate" da ogni paese. Sì, forse presso le Cinesi lo sfruttamento industriale è più diffuso, ma non vorrei che si facesse di tutta l'erba un fascio, perché ci sono troppi pregiudizi sul loro conto.
Molte, anche se lavorano "sotto padrone", non per questo non sanno esattamente quello che stanno facendo: è che ritengono naturale lavorare a quei ritmi, sia che facciano le puttane, sia che facciano le operaie, o altri lavori, che per molte di loro, per quanto inconcepibile sia per noi, sono pressoché intercambiabili. E non dico che sia giusto: dico solo che è nella loro cultura lavorare a quel modo, in tutti gli ambiti, non è che sia diverso per il fatto che sono delle prostitute.
Comunque,
de gustibus non est disputandum, però io spezzo una lancia a favore delle Cinesi, con alcune delle quali ho avuto rapporti splendidi, riuscendo persino ad imparare un pochino della loro lingua.
E, per la cronaca, tornando all'argomento di questo thread, negli anni mi è capitato, prima o poi, di andare a puttane a Natale, a Santo Stefano, a Capodanno, a Pasqua e a Ferragosto (e anche a San Valentino!

): insomma, tutte le feste comandate! A me è sembrato che non ci fosse niente di male, anche se ammetterò che in effetti a volte si fa un po' di fatica a trovare professioniste disponibili, ma, in casi disperati, una Cinese la becchi sempre. (Ma, tanto per sfatare il mito che lavorino h24, non provate a chiamarle la sera del capodanno cinese, perché escono in Via Paolo Sarpi a festeggiare e vi fanno cippirimerlo! Non è che non festiggino mai: festeggiano cose diverse).
Sono un gran sfigato? Oh, può darsi, per quel che me ne sbatte, finché scopo!

Ma, se non fossi uno sfigato, mi sarei perso dei momenti bellissimi, come la ragazza cinese che, un capodanno di qualche anno fa, mi accolse tutta fiera di essersi vestita di rosso per l'occasione e, appena entrai, fece duecento smorfie comicissime tentando di ricordarsi una difficile frase in italiano che aveva imparato a memoria e poi, alla fine, buttò fuori quasi con sollievo uno sgangheratissimo "Buon Capodanno", al che scoppiammo a ridere tutti e due come scemi!
