Quattro anni di accese discussioni su cosa significa fidelizzata! E l'interesse è tutt'altro che spento e risolto! E mi ci metto pure io allora...
Significa forse che molti hanno ancora qualcosa da dire e ognuno ha una sua idea di cosa significhi in realtà, sulla base delle proprie esperienze vissute e anche, talvolta, di qualche profonda introspezione e autocritica, sorta da episodi spiacevoli, generati forse anche proprio da equivoci sul tenore delle frequentazioni troppo assidue e passionali con la stessa escort.
Riporto la definizione della Treccani: fideliżżare v. tr. [der. del lat. fidelis «fedele», sull’esempio del fr. fidéliser]. – Rendere fedele, cioè abituale acquirente dei proprî prodotti, o utente sistematico dei proprî servizî, una persona, un gruppo di persone, una fascia di cittadini.
Sarebbe quindi forse più rigoroso parlare di clienti fidelizzati piuttosto che di esercente la professione fidelizzata, ma diciamo che ci può stare, per il principio di reciprocità, visto che trattasi peraltro di rapporti diretti tra persone, e non tra un supermercato e un generico cliente da fidelizzare.
Quindi la fidelizzazione è sostanzialmente un rapporto commerciale di reciproca fiducia, per il quale chi vende si comporta correttamente e offre anche qualche piccolo vantaggio in più, se non altro almeno in termini di certezza di qualità e trattamento, che poi si traducono in soddisfazione del cliente, mentre il cliente da parte sua garantisce la frequenza degli acquisti, la correttezza dei comportamenti, e, per quanto possibile, la fedeltà nel non andare ad acquistare anche da altri.
Appare quindi evidente che per poter parlare di fidelizzazione, occorre che vengano mantenuti i ruoli di esercente la professione e di cliente, altrimenti si è già andati oltre, o meglio, come si suol dire, OT.
Poi chiaramente siamo tutti umani, e una fidelizzata si sceglie non solo perché è brava sessualmente, ma anche perché è simpatica, comprensiva, perché fondamentalmente si sta bene insieme, non solo dal punto di vista strettamente professionale.
E questo ci sta, altrimenti perché dovremmo scegliere una persona piuttosto che un'altra?
Ma la differenza la fa la consapevolezza che trattasi soltanto di un rapporto di lavoro tra persone che magari talvolta anche si stimano, si ammirano, e stanno anche bene insieme, finché al termine del tempo concordato la carrozza con i cavalli si ritrasforma nella zucca con i topolini, e questo deve rimanere ben chiaro a entrambi.
Se così non fosse allora non è più fidelizzazione, e si entra nel campo minato degli equivoci e dei sentimenti, che nella maggior parte dei casi porta a delusioni, sofferenze fisiche e morali, e in qualche caso anche a sconvolgimento e rovina delle proprie esistenze.
Le esercenti la professione sono in genere molto più preparate, più coerenti e determinate di noi clienti, hanno scelto o, meglio, il più delle volte, hanno dovuto scegliere il loro lavoro, e conoscono bene i rischi di lasciarsi andare ai sentimenti veri, e cercano di tenere ben distinti i due mondi, quello professionale, asettico e per quanto possibile distaccato, da quello della loro vita vera, dove non sono diverse dalle altre ragazze che incontriamo tutti i giorni.
Quando i due mondi vanno a collidere succede quasi sempre un casino e qualcuno rischia di farsi veramente male, a meno che non si sia adeguatamente preparati, e non si abbiano la forza e la capacità di affrontare difficoltà per i più insormontabili.
Nella mia breve e modesta carriera di punter ho avuto diverse fidelizzate, da cui andavo perché in primis mi piacevano fisicamente (e io do molta importanza alla bellezza), ma poi anche perché con loro mi sentivo bene, apprezzato anche come persona, quindi non solo per le loro prestazioni sessuali e i servizi offerti, che peraltro rimanevano negli standard ordinari della GFE.
Poi con alcune di loro, la fidelizzazione si è trasformata in frequentazione anche al di fuori del loro lavoro e i due mondi sono andati in collisione, e tuttora ne sto subendo le conseguenze.
Ma è giusto che "chi è causa del suo mal pianga sé stesso", ma è anche vero che, d'altra parte, ognuno agisce secondo la sua natura e non potrebbe fare diversamente, e, una volta aperte le danze, occorre obbligatoriamente ballare.
Forse per poter fidelizzare occorre anche essere adatti a fare il punter, forse ha ragione chi afferma che andare a escort non è da tutti, soprattutto non è per chi tende troppo a lasciarsi andare ai sentimenti, e tende a dimenticare di avere di fronte una professionista, e che alla fine si tratta sempre e comunque (nella stragrande maggioranza dei casi) solo e unicamente di lavoro.
Alcune volte la gentilezza e la disponibilità vengono fraintese, e può rivelarsi assai pericoloso interessarsi troppo alle vite delle professioniste, specialmente se queste sono giovani ragazze letteralmente buttate in mezzo alla strada da situazioni familiari disastrose o, peggio, da persone con pochi scrupoli, che hanno come unica finalità il facile guadagno.
Insomma fidelizzata significa essenzialmente una esercente la professione con la quale ci troviamo sempre bene, un porto sicuro in mezzo alla tempesta, con la quale abbiamo incontri abbastanza frequenti, con la quale certamente possiamo entrare in simpatia e in confidenza, senza però mai dimenticare i nostri ruoli e i nostri limiti, pienamente consapevoli dei nostri mondi troppo diversi.