Perdonate colleghi, ma da tempo non frequento le strade nè il presente Thread. Ho visto che esiste una Flory, ma non so se è la stessa.
Iersera, provvisoriamente affrancato dal giogo coniugale, recupero dall’armadio gli strumenti dell’OTR-Punter.
Alle 23.00 circa, parte il tour. Il panorama offre un discreto numero di opzioni, ma si fatica a trovare un buon segnale per la sintonizzazione su RAI2.
Gira e rigira, opto per una bella fanciulla già intervistata poco prima, che pare aspettare proprio me sui viali esterni, subito dopo l’incrocio con Zanardi, tra l’incrocio e via Pier de’ Crescenzi.
Rumena, 20 anni, circa 1.65-1.70, mora capelli lisci sotto le spalle, magra (c’era anche una collega un po’ più tornita), bel visino.
Ospita in via dei piccoli dossi, in appartamento pulito, chiedendoti di salire 50 scalini, o 100 se vuoi vedere il secondo canale sulla paytv.
Ivi mi conduce. Malgrado le sue insistenze, opto per RAI1: mala tempora currunt, avrebbe detto quel puttaniere di Giulio Cesare, e cinquanta sesterzi, per Giove, son sempre cinquanta sesterzi. In più, temevo di spenderli male, chè vista la tirella e la bontà del prodotto, rischiavo di farla breve.
Si spoglia e mi spoglio: bella, molto bella, con un bel seno piccolo ma sodo appetitoso. Mi copre e lo guarda; la invito e lo succhia (male); la invito a posizionarsi in modo che, anche senza giocar di mano né di lingua, possa con la vista ben apprezzare la sua gioventù. Rifiuta. Sdegnata. Si sdraia, la guardo; e lei: “cosa fai?”. Ti guardo e mi tocco, chè se non mi risveglio un po’ da solo, qui la tristezza la vince, perbacco.
Al dunque, si raggiunge l’acme dell’amarezza e della mestizia. Tiene le gambe strette quanto basta per farmi capire che, per quei sesterzi che male ho già speso, più di tanto (o più di poco) lei non si concede, quindi neppure entro del tutto.
Provo a inumidirle i capezzoli, e lei mi dice: “aaabbbelllo, per 50 di solito neppure mi tolgo il pezzo di sopra”; bene. Le chiedo un angolo retto. No. Mi ci sdraio sopra; lei si lamenta: me ne frego, ma mi sposto quanto basta per non gravare e, soprattutto, per far si che la smetta di peggiorare il mio umore e, con esso, la mia giornata intera.
Le branco il suo piccolo e gradevole culetto con entrambe le mani, ma quando arrivo con un dito in prossimità del buco del futuro (in prossimità, dico, non “dentro”), lei mi fa: “aaabbbelllo, ...”.
Mi concentro e, suo malgrado e malgrado le circostanze, e malgrado l’incipiente orchite, godo.
E la prima e spero l’ultima volta che per venire con una baldracca devo pensare a mia moglie.
Sulla via del ritorno, taccio un po’ indignato. Lei capisce ma, a parte qualche parola, giustamente, se ne frega. Avrei voluto dirle rispettosamente che dovrebbe cercarsi un altro lavoro, ma odio le polemiche sterili: la prossima volta mi faccio più furbo io.
MP