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Qualsiasi attività regolamentata all'italiana andrebbe a peggiorare rispetto alla situazione iniziale
E allora regolamentiamola ma non all'italiana no?Sono pienamente d'accordo con @nautilus 70 sul fatto che preferisco lo status quo tutto sommato vivibile che abbiamo a disposizione ora piuttosto che una legge che rischierebbe, anche con le migliori intenzioni, di risultare di fatto peggiorativa delle condizioni attuali.
Senza contare il fatto che, giustappunto, se qui viene toccato qualcosa, il mio fortissimo timore è che, dato il clima di moralismo imperante su scala mondiale, e la particolare specifica ipocrisia italiana, il cambiamento rischierebbe di essere del senso di leggi più restrittive e punitive, invece che liberatorie come nei paesi di area germanica.
Secondo me il punto è che non è (o non è più) una questione solo italiana.E allora regolamentiamola ma non all'italiana no?
Non sono d'accordo con questo atteggiamento arrendevole, come se gli italiani e l'Italia di conseguenza, fossero così per genetica o per volere divino.
E' una questione culturale e finché continuiamo a raccontarci che non possiamo farci niente e che è meglio lasciare così le cose, "perché tanto qui si può fare solo di peggio", le cose non miglioreranno mai.
Non dovremmo neanche essere i primi a inventarci nulla, esistono vari casi scuola da studiare, modificare e migliorare.
Certo, non è una cosa facile e non voglio denigrare nessuno perché magari non ha più voglia di credere che le cose possano cambiare, ma a mio parere sarebbe quantomeno auspicabile che quantomeno non si remasse, anche solo a parole, contro chi invece crede che ci sia ancora la possibilità di migliorare la situazione.
Ripeto, posso anche comprendere l'atteggiamento ma se tutti avessero ragionato così non avremmo tutto quello di buono di cui possiamo godere.
Nessuno sostiene che le le cose si possano cambiare dall'oggi al domani o che sia opportuno buttarsi a testa bassa nel cercare di farlo, sarebbe da stupidi.Secondo me il punto è che non è (o non è più) una questione solo italiana.
Tu hai ragione a sostenere che un atteggiamento pregiudizialmente rinunciatario impedisce di raggiungere qualsivoglia obiettivo, ma bisogna ricordarci anche di ciò che diceva Machiavelli quando raccomandava di "riscontrarsi con i tempi", cioè di tenere sempre conto del contesto storico in cui ci trova a operare e di come certe azioni o strategie politiche, magari apprezzabilissime in astratto o in altre epoche, risultino di fatto impraticabili o per lo meno irrealistiche in determinate circostanze.
Insomma, bisogna un po' annusare il vento e rendersi conto di come spira: e in questo momento non sono solo i venti italiani di cui bisogna preoccuparsi. Credo che raramente ci sia stato un clima culturale così ostile, dalle più varie direzioni, alla prostituzione, sulla scena internazionale ancora prima che nazionale (a livello nazionale mi limiterò ad osservare quanto siamo sempre pronti ad omologarci col massimo conformismo ad ogni tipo di "colonizzazione" culturale). In queste condizioni, quale realistica "base politica" potrebbe mai esserci per impostare una regolamentazione della prostituzione di tipo non-proibizionista? Io ho l'impressione che, senza una sola forza politica rilevante che si sogni di spendersi su questo fronte e con un'opinione pubblica in maggioranza pregiudizialmente orientata alla criminalizzazione del fenomeno (e, un pochino, anche alla criminalizzazione del sesso "tout court", di questi tempi: a volte finiscono sotto attacco persino la pornografia o la contraccezione o, non ridete, la masturbazione! Provate a digitare "No Nut November", se non avete idea di quello di cui sto parlando; ma questo è un altro discorso), insomma in queste "condizioni materiali", non ci sia proprio spazio per una legislazione sulla prostituzione in senso libertario.
Ripeto, a mio modo di vedere, già solo riuscire difendere l'esistente (per quanto ammetta che si tratta di una battaglia di retroguardia) sarebbe qualcosa su cui farei la firma, per lo meno finché il clima culturale rimane quello odierno.
Ma che vadano in Norvegia a mangiare merluzzo e a vivere con 3 ore di sole al giorno da novembre a gennaio...Una mia fidelizzata a maggio è andata a lavorare in Norvegia e mi diceva che li rate base per 1h senza anal è di 250 euro
Mai viste 6 pagine di annunci su Rosa Rossa, mediamente 2/3 con forse picchi di 4.senza contare che prima del covid un sito come RR aveva, nel periodo di massima affluenza, 5-6 pagine da cui spulciare...
Innanzitutto parlare di USA come se fossero un'entità monolitica quando si tratta di questi temi è semplicemente sbagliato.Mah, da pochi mesi negli USA hanno addirittura ABOLITO il diritto all'aborto.....
E sì che loro non hanno il Vaticano in casa.
Vedi un po' tu
Tuttavia la retorica del "non è il momento giusto" la sento da quando sono nato, per un sacco di cose.
C'è per caso stato un momento giusto e propizievole per discutere di divorzio? O di aborto? Eppure mi sembra che certi risultati si siano portati a casa.
La questione non è politica, almeno per adesso, ma culturale. Ripeto, ha funzionato così con il divorzio, con l'aborto e funzionerà così probabilmente con il fine vita tra qualche anno. Perché non si può fare con la prostituzione?
Se non se lo prendono a cuore "puttane e puttanieri" l'argomento, chi lo deve fare?
Siamo tutti d'accordo, è solo una scemenza da ragazzini. Però, per me è lo stesso significativa. È significatvo anche solo che esista, che a qualcuno sia venuta in mente una "sfida" simile. Naturalmente si può liquidare in due parole come fai tu, ma secondo me è l'epifenomeno di un diffuso (per lo meno in certi ambienti e in certe culture) atteggiamento di repressione sessuale.La No Nut November è una stupida challenge nata su internet parecchi anni fa, come ce ne sono tante, che nulla ha a che fare oggi con la demonizzazione della masturbazione. Recentemente è tornata a far parlare di sé ma è principalmente un Meme. La maggior parte della gente parla della NNN solo per dire di averla persa, magari addirittura nel giro di qualche ora dall'inizio del mese. Non è una cosa seria o almeno non lo è per praticamente nessuno.
E' appunto una "barzelletta", un meme di internet. I ragazzi ci ridono dicendo di averla persa malamente, mentre le ragazze provocano, dicendo "adesso te la faccio perdere". Il gioco sta tutto qui.
Che esperienza hai di USA? Io ti posso garantire che soprattutto sui temi che riguardano il sesso, sono parecchio indietro rispetto a noi come Europa, ma anche come Italia, altro che Vaticano.
Il bigottismo su certi temi è sorprendente per quella che da molti è ritenuta come la nazione moderna per eccellenza. Basta guardare al numero di gravidanze e MST tra adolescenti (no qui non centra la PREP).
Gli Stati Uniti sono pieni di contraddizioni, sono la frontiera del progresso su alcune cose e allo stesso tempo sono ancora impantanati in molti stati su temi che ormai noi diamo per scontati.
Il tuo punto di vista non mi innervosisce. Non sono i punti di vista che mi innervosiscono, il tuo tanto meno, al massimo lo possono fare gli atteggiamenti che ne conseguono o ne possono conseguire.Rispetto il tuo punto di vista, Circuito e mi spiace che il mio ti innervosisca così tanto.
Rimango comunque della mia idea su molti punti anche se riconosco la sensatezza di parte delle tue ragioni. Forse, pur non avendo neanche io figli né volendo averne, sono troppo più vecchio di te e quindi disilluso su molte cose. Mi permetterò solo due o tre osservazioni sui punti del tuo ragionamento che trovo meno convincenti, pur, ripeto, rispettandoli e senza pretendere di avere per forza ragione io su questioni così complesse:
Secondo me bisognerebbe partire dal presupposto che tutti viviamo in delle bolle. Per quanto si cerchi di bucarle, per vedere cosa c'è fuori, continuiamo a vivere circondati da chi ci somiglia. Per questo non ho la pretesa di pensare che il mio pensiero sia maggioritario anzi, mi rendo conto che probabilmente non si avvicina neanche ad esserlo.In questo momento io mi sbaglierò ma ho la netta impressione che vi sia una demonizzazione della prostituzione da tutte le direzioni e da tutti gli orientamenti politici e culturali. Basta aprire un giornale o anche solo ascoltare i discorsi della persone (che sono un buon polso della situazione nel caso in cui riteniamo che i mezzi d'informazioni siano schierati su posizioni conformiste e dunque inattendibili).
Insomma, rispetto ad altre questioni, tra quelle da discutere e difendere per far cambiare idea alla gente, mi sembra che qui manchi persino quel nucleo minimo fondamentale su cui costruire una base di discussione, perché l'ostilità è totale.
Mah, le scemenze esisteranno sempre.Siamo tutti d'accordo, è solo una scemenza da ragazzini. Però, per me è lo stesso significativa. È significatvo anche solo che esista, che a qualcuno sia venuta in mente una "sfida" simile. Naturalmente si può liquidare in due parole come fai tu, ma secondo me è l'epifenomeno di un diffuso (per lo meno in certi ambienti e in certe culture) atteggiamento di repressione sessuale.
Certo che fin dal remoto passato vi erano le favolette sulla masturbazione che fa diventare ciechi o che in certi pamphlet ottocenteschi era vista come l'anticamera di ogni tipo di malattia o depravazione. Ma queste cose, giustappunto, si sperava ce le fossimo messe alle spalle come reperti ottocenteschi, mentre ora ho l'impressione che rialzino la testa come non mai, "infettando" nuovamente la cultura "mainstream".
Riguardo a questo continuiamo a non essere d'accordo. O meglio, concordo sicuramente sul fatto che ci sia un'importante influenza culturale statunitense che ha plasmato e continua a plasmare la nostra società ma a mio parere, quello in cui tu ed altri sbagliate, è applicare questo a tutti i campi.Il problema è che, senza arrivare per forza a considerarla una vera e propria "sudditanza culturale", l'influenza dei modi di pensare e di vivere degli Stati Uniti sulla pur "illuminata" Europa è innegabile. Non c'è bisogno di tornare per forza a Marx e a teorizzazioni sull'imperialismo, per riconoscere che la potenza economica (e talvolta militare) da che mondo e mondo si porta dietro un'egemonia culturale alla quale è ben difficile resistere. E, checché ne pensiamo, gli USA sono stati fino a tempi recenti, e per molti versi ancora sono, la potenza economica di riferimento per gran parte del mondo e senza dubbio per il vecchio continente. Ripeto non è necessario per forza parlare di "struttura economica" e "sovrastruttura culturale", alla maniera dei vecchi marxisti, per riconoscere questa semplice verità: basta osservare qualche singolo caso esemplificativo. Il movimento #metoo è o non è nato negli Stati Uniti? E si è o non si è diffuso a macchia d'olio malgrado le sue contraddizioni senza che la maggior parte delle culture degli altri paesi opponesse resistenza o per lo meno cercasse di declinarlo alla sua maniera con un minimo di indipendenza culturale?
Insomma, e qui concludo, scusandomi per quello che a questo punto temo si possa considerare un lungo off-topic rispetto alle tematiche proprie di questo thread: secondo me fingere che possiamo ignorare l'influenza culturale degli Stati Uniti o che possiamo liberarcene non appena lo vogliamo con una semplice scrollata di spalle è una posizione quanto meno ingenua.