Parla Di Vaio
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[h=1]Di Vaio: "Io dirigente? E' presto per parlarne"[/h]19.11.2014 12:30 di redazione TuttoBolognaWeb
Fonte: Repubblica
articolo letto 1541 volte
"La B è un inferno, sempre più facile salvarsi in A: per salvarti guardi alle tre più scarse, per vincere in B quelle peggiori devono essere ventuno", parola di Marco Di Vaio, e se lo dice l'ex capitano, qualcosa di vero dovrà pur esserci.
"A giugno mi ero proposto al presidente Guaraldi dopo la retrocessione - svela il bomber - poi ci ripensai. Sarei arrivato qui a gennaio, con un gruppo già formato, meglio non alterare gli equilibri. Sono stato felicissimo della mia esperienza in Canada, sia dal punto di vista familiare sia da quello sportivo. Il futuro del calcio è in America, a cominciare da come vivono le partite".
Per la prima volta l'ex capitano rossoblù sembra leggermente polemico verso la sua città: "Bologna ti spalanca le porte e ti chiede di non sbagliare mai. Una città che mi ha fatto stare in cielo, ma che mi ha anche ammazzato pubblicamente, dal Nettuno d'Oro in giù. Ma ci stava, non biasimo nessuno. Sarei entusiasta di un posto in società, è ancora troppo presto per parlarne. Devono sistemarsi parecchie cose tra Tacopina e Saputo: di sicuro siamo in buone mani, è una miscela di caratteri che si compensano, bisogna avere pazienza per sistemare tutte le situazioni. Meglio una scossa oggi che un terremoto tra un anno. A Bologna torneranno i campioni, con giovani pronti per il lancio. Se potessi riportare in campo un vecchio compagno rossoblù? Non serve la macchina del tempo. E' Diego Perez. Tornerà, ne sono certo".
[h=1]Di Vaio: "Io dirigente? E' presto per parlarne"[/h]19.11.2014 12:30 di redazione TuttoBolognaWeb
Fonte: Repubblica
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"La B è un inferno, sempre più facile salvarsi in A: per salvarti guardi alle tre più scarse, per vincere in B quelle peggiori devono essere ventuno", parola di Marco Di Vaio, e se lo dice l'ex capitano, qualcosa di vero dovrà pur esserci.
"A giugno mi ero proposto al presidente Guaraldi dopo la retrocessione - svela il bomber - poi ci ripensai. Sarei arrivato qui a gennaio, con un gruppo già formato, meglio non alterare gli equilibri. Sono stato felicissimo della mia esperienza in Canada, sia dal punto di vista familiare sia da quello sportivo. Il futuro del calcio è in America, a cominciare da come vivono le partite".
Per la prima volta l'ex capitano rossoblù sembra leggermente polemico verso la sua città: "Bologna ti spalanca le porte e ti chiede di non sbagliare mai. Una città che mi ha fatto stare in cielo, ma che mi ha anche ammazzato pubblicamente, dal Nettuno d'Oro in giù. Ma ci stava, non biasimo nessuno. Sarei entusiasta di un posto in società, è ancora troppo presto per parlarne. Devono sistemarsi parecchie cose tra Tacopina e Saputo: di sicuro siamo in buone mani, è una miscela di caratteri che si compensano, bisogna avere pazienza per sistemare tutte le situazioni. Meglio una scossa oggi che un terremoto tra un anno. A Bologna torneranno i campioni, con giovani pronti per il lancio. Se potessi riportare in campo un vecchio compagno rossoblù? Non serve la macchina del tempo. E' Diego Perez. Tornerà, ne sono certo".